Capitolo 32
“Robin!” disse Regina incredula, senza riuscire a pronunciare
altro.
L’interpellato le sorrise e le si avvicinò e a quel punto
Regina lo abbracciò e baciò ripetutamente.
“Come…come fai…non è possibile tu...sei…” cominciò a
balbettare Regina accarezzando il viso dell’uomo, non capacitandosi che egli
era lì davanti a lei.
Robin le sorrise, indicando Zelena
ed Emma disse “Devi ringraziare loro due. Hanno impedito che Ade mi uccidesse e
mi hanno portato qui…da te!”
Il volto di Regina si rabbuiò a quelle parole e si girò verso
le due colpevoli del ritorno del suo amato “Cosa avete fatto?”
Zelena intervenne “Regina, so cosa stai
pensando ma…”
“Ma cosa? Emma proprio tu che hai già fatto casini con i
viaggi nel tempo, fai ancora stupidaggini del genere?” disse Regina
rivolgendosi alla salvatrice.
“è quello che le ho detto anche io!” disse Killian.
Emma sbuffò e si appoggiò una mano sulla fronte esasperata “Killian per favore, non ricominciare!”
“Visto che a me non dai retta, magari a lei dai ascolto!”
puntualizzò il pirata.
“Non prendetevela solo con Emma solo perché ha i poteri.
Anche io sono colpevole quanto lei e si…conoscevamo il pericolo
dell’interferire con il passato, ma siamo state attente. Molto attente. Siamo
tornate nel passato a un minuto prima che Ade uccidesse Robin e proprio nel
momento in cui, il dio degli inferi a scatenato la sua folgore contro di lui,
Emma ha fatto un incantesimo, scambiando il vero Robin, con un ologramma.
Quindi Regina ha visto quello che ha scambiato per l’anima di Robin dissiparsi
nel nulla. Quindi per un paio di anni lo crederemo morto, come è quello che è
effettivamente è successo. I nostri ricordi non sono cambiati, quindi ha
funzionato!”
“Zelena ha ragione. Non avremmo
fatto una cosa del genere se non avessimo calcolato bene tutti i rischi!” disse
Emma in sua difesa.
“La magia ha sempre un prezzo!” disse Regina, ricordandole
cosa comportasse l’uso della magia in modo sconsiderato.
“Sorellina, perché per una volta non pensi che il prezzo di
questa magia sia semplicemente la tua felicità? Te lo meriti!” disse Zelena.
Regina si arrese. Non poteva avercela con loro per averle
ridonato l’amore della sua vita e infine ringraziò le due donne con tutto il
cuore. Doveva sperare veramente che questo fosse il suo lieto fine, infondo
Emma aveva promesso che non si sarebbe arresa finchè
anche lei non avrebbe avuto quello che meritava e apparentemente sembrava che
ci fosse riuscita.
La festa filo liscia per un’oretta circa. Tutti erano felici
e sazi grazie ai manicaretti preparati da Granny.
Robin era stato circondato dagli amici e messo al corrente di tutto quello che
era successo da quando era sparito. Tutti erano sereni, ma Neve e David
notarono la tranquillità che caratterizzava Emma. Infatti la donna era rimasta
seduta e in disparte per tutta la durata della festa.
“Tesoro, tutto bene?” chiese Neve , prendendo posto accanto
alla figlia e poggiandole una mano sulla schiena e cominciare a strofinarla,
pensando che la causa fosse il suo solito malessere.
Emma guardò sua madre, voleva tranquillizzarla, ma la realtà
era che non si sentiva affatto bene. Era poco in forma già dall’inizio, ma dopo
aver preso una cioccolata calda, offertagli da Henry, nella speranza che la
bevanda potesse aiutarla a stare meglio, aveva cominciato a sentire il suo
malessere aumentare e si sentiva così stanca, da non avere la forza di fingere.
“Mamma, perfavore…chiama Killian!” disse con un filo di voce, mentre si portava una
mano alla testa che aveva cominciato a girarle.
David accontentò immediatamente la richiesta della figlia e Killian, non si fece attendere un minuto.
“Love, cosa c’è? Ti senti male?” chiese il pirata
preoccupato. Vedendo Killian correre e affiancare
Emma con una certa urgenza, tutto il locale diede attenzione ai due coniugi.
Regina soprattutto, che preoccupata per l’amica, le si avvicinò per poterle
dare, in caso di bisogno, il suo aiuto.
“Per favore, portami a casa!” Neve e Killian
aiutarono Emma a mettersi in piedi, notando la sua debolezza e il secondo, le
cinse la vita per darle una sorta di supporto.
Appena venne rimessa in posizione eretta Emma cominciò a sentirsi
ulteriormente strana. Non le sembravano i soliti malesseri dati dalla
gravidanza, ma sentiva la testa annebbiarsi. Faticava a connettere e a capire cosa la
circondasse. Non si rendeva nemmeno conto che in quel momento Killian la stava sorreggendo, portandola fuori dal locale
per farle prendere un po’ d’aria. Cominciò a vedere pallini neri che le
oscurarono gradualmente la visione, finchè tutto
divenne buio, perdendo infine i sensi.
Killian si dovette fermare di colpo e
accompagnare il corpo inconscio di Emma a terra, non avendo una presa
abbastanza salda su di lei.
La chiamò più volte con un tono di voce preoccupato,
esattamente come quello di Neve e David. Vedendo che ai vari tentativi la
figlia rimaneva priva di coscienza, David afferrò il suo cellulare per chiamare
i soccorsi, ma non fece in tempo a comporre il numero, che davanti al locale, a
pochi metri di distanza da loro, apparve una persona, che non credevano più di
rivedere manifestarsi in quel modo.
“Gold?” disse Regina con gli occhi spalancati “Come diavolo
hai fatto a rientrare in possesso dei tuoi poteri?”
L’uomo li guardava uno ad uno e sogghignava prima di fissare
il suo sguardo sulla salvatrice e fu allora che Killian,
notò qualcosa che lo smascherò. Il pirata si mise davanti a Emma per
proteggerla.
“Quello non è il coccodrillo!” disse l’uomo, sicuro di quanto
affermasse.
Robin guardò prima Gold poi Killian
e domandò “Ne sei sicuro amico? È già successo in passato che trovasse un
escamotage per rimpossessarsi dei poteri persi!”
Killian annuì e aggiunse “Ne sono sicuro. Ho
dato la caccia al signore oscuro per secoli e lo conosco bene. Ho incrociato
molte volte il suo sguardo e quello lì non gli appartiene. Il coccodrillo per
quanto malvagio sia stato, dentro di sé nascondeva sempre una grande
sofferenza, che solo chi fa molta attenzione può cogliere attraverso gli occhi.
Non me n’è mai importato molto della sua sofferenza, anzi volevo
infliggergliene altro, ma ciò non toglie che quel dolore non è visibile nei
suoi occhi. Vi è solo pura malvagità. Chi delle nostre care conoscenze
conoscete che non sappia cosa voglia dire amare?” domandò ai presenti.
“L’anti-salvatore!” disse David, affiancando Uncino per
proteggere la figlia ancora inconscia e lascata alle cura della madre.
Gold sorrise divertito e disse “I miei complimenti pirata.
Peccato solo che ve ne siate accorti solo ora!”
“Che cosa vuoi dire?” chiese Henry confuso “Da quanto hai
preso l’aspetto di mio nonno?”
“Da un bel po’ di settimane ormai. Tremotino
deve essere proprio stato un cattivaccio, se alla proposta della accelerazione
della gravidanza non avete sospettato minimamente che fossi il falso. Anzì, da quanto ho capito una proposta del genere potrebbe
benissimo uscire dalle sue labbra!” disse divertito, per poi continuare “Inoltre
volevo farvi notare una vostra grave mancanza. Avevate talmente tanta paura che
la mogliettina di Tremotino possa essere influenzata
o manipolata da lui, che non vi siete nemmeno accorti della sua scomparsa e
quella del figlio. In quanto amici mi vergognerei al vostro posto!” disse
beffardo.
Tutti sussultarono a quelle parole. Di comune accordo avevano
deciso di tenere Belle lontano dalla salvatrice per non correre nessun rischio
e quindi nessuno aveva più visto la donna da tempo.
Improvvisamente tutti si sentivano estremamente colpevoli verso Belle, lei si
era sempre resa disponibile per loro ed era una persona dolce e gentile a cui
era impossibile non voler bene. Aveva sempre dimostrato grande fiducia in loro,
ma potevano ormai affermare di aver deluso le sue aspettative.
Avrebbero fatto ammenda un’altra volta, perché in quel
momento qualcun altro aveva la priorità.
“Che cosa hai fatto ad Emma?” chiese Killian
con voce minacciosa.
“Non temere. Sta solo dormendo. Ho drogato la sua cioccolata
calda con del sonnifero!” rispose l’essere incappucciato.
Henry si sentì preso in causa a quelle parole “Io…è colpa
mia! Io…io non sapevo…non credevo che fosse…” cominciò a balbettare il ragazzo
e Regina subito lo abbracciò per fargli coraggio e dirgli “Lo sappiamo Henry.
Quell’essere ci ha ingannato tutti. Non è assolutamente colpa tua!”
“Siete solo degli sciocchi, ma almeno ho potuto divertirmi un
po’!” disse il nemico per poi continuare “Ora se non vi dispiace non ho tempo
da perdere in chiacchiere e porterei a termine quello per cui sono venuto!”
L’anti-salvatore schioccò le dita e in un batter d’occhio
fece comparire il corpo inerme di Emma tra le sue braccia. Killian
si girò immediatamente verso Neve per assicurarsi che la donna apparsa tra
grinfie di quell’essere fosse davvero sua moglie e che non fosse un altro
inganno.
Strinse i pugni e chiamò con disperazione Emma, sperando che
si svegliasse e si ribellasse e con lui anche gli altri presenti provarono a
destarla.
“Lascia immediatamente andare Emma altrimenti…” cominciò Killian, venendo interrotto a metà frase “Altrimenti cosa
insulso scarafaggio?” disse quell’essere, il quale con un gesto della mano,
fece volare Killian contro David, in modo tale che non gli dessero fastidio. Poi
con un ultimo sguardo alla salvatrice…sparì.