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Autore: DonutGladiator    10/02/2018    0 recensioni
"Si dice che nei momenti in cui si ha più bisogno, compaia il volto della persona più amata a farci compagnia. Che sia un momento di difficoltà o un momento felice, l'illusione di quella persona potrebbe essere così forte da farti credere che sia proprio al tuo fianco, quando invece, accanto a te non c'è nessuno."
(G.C.)
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dokugakuji, Kogaiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT-8



-Abbi cura… di Ko.-
lo lascia alle cure del dottore a malincuore. Sa che non ha altra scelta se non vuole che l’altro muoia, ma non può fare a meno di avere dei ripensamenti.
Non si fida di quell’uomo. Non riesce a fidarsi.
Non vuole che Ko muoia ma non vuole nemmeno che l’altro lo tocchi con le sue sudice mani.
Dopo un periodo di tempo che pare essere stato un’eternità, si risveglia ma non riesce a capire dove si trova e quello che sta accadendo intorno a lui. C’è solo un dolore lancinante.
Fa male. Fa così male che vorrebbe solo urlare con quanto fiato ha in gola. Le lacrime continuano a scorrere senza interruzione. Sente qualcosa premere per uscire fuori. Cerca di trattenersi. Di trattenerla al suo interno. Di non farsi sopraffare.
Cerca il suo sguardo ma non riesce a trovarlo. Il panico si fa sempre più pesante dentro di lui. “Dove sei? Che cosa sta succedendo? Perché mi hai lasciato da solo?” questi sono i pensieri che si fanno strada dentro di lui.
Prova a muoversi ma non ci riesce, bloccato a quel lettino, sfiorato da delle mani sconosciute. “Non mi toccate. Andatevene tutti via.”
Un urlo di dolore gli esce dalle labbra quando la scarica elettrica pervade il suo corpo. Vuole che tutto finisca. Che qualcuno lo faccia andare via. Che qualcuno lo liberi.
Una mano gli alza il volto e con finta delicatezza gli carezza una guancia. Sa di chi sia quella mano e sa che se potesse muoversi gliel’avrebbe squarciata con i suoi stessi denti. Gli fa schifo anche solo sentire quel contatto.
Kougaiji si agita. Non può fare a meno che urlare sentendo il vuoto premere contro di lui.
Prova dolore.
Non vuole perdere la sua coscienza. Non vuole diventare un burattino vuoto. Con una forza che non credeva di possedere, strappa ciò che lo tiene fermo sul lettino e si alza in piedi, portando le mani alle tempie, per poi cadere a terra in uno spasimo di dolore.
“Che cosa mi hanno fatto?” si chiede, guardandosi intorno a quattro zampe, come un animale in gabbia, furioso e disperato.
-Ko!- una voce gli arriva alle orecchie. Le lacrime hanno ripreso a scendere, tra il dolore e la disperazione di trovarsi in quella situazione e la voce si è fatta più rauca negli urli di dolore che sta lanciando.
Lo sapeva che sarebbe arrivato.
-Do… ku…- mormora alzandosi in piedi, non riuscendo a pronunciare il suo nome, il corpo ormai abbandonato alla nuova personalità.
Il dottor Ni sorride. È felice di poter studiare il cambiamento del principe. Felice di scoprire cosa sarebbe successo mettendo in atto quel progetto.
Kougaiji chiude lentamente gli occhi capendo l’inganno. Lui non è lì, ha solo immaginato di vederlo e sentirlo.
Sentire la sua voce è stata solo un’illusione. Un’illusione dolce amara, che gli ha dato e tolto la speranza. Com’è crudele la sua mente a giocare in questo modo con le sue percezioni.
Eppure avrebbe dovuto saperlo…
Dokugakuji non sarebbe venuto per lui.
Gli inservienti si avvicinano a lui, bloccando il suo tentativo di fuga sul nascere, non lasciandogli nemmeno l’illusione di potercela fare. Gli occhi si fanno più pesanti mentre si sente scivolare nel torpore di un’iniezione al braccio, cercando di aggrapparsi all’illusione di quella voce, che nonostante tutto non intende abbandonarlo
Sbatte i palmi sul muro fino a farseli sanguinare, gli altri intorno a lui rimangono in silenzio, non sapendo cosa dire per farlo stare meglio.
Non si capacita di aver lasciato il Principe nelle mani di quell’essere. Anche se vi era costretto, non accetta di aver fatto una cosa tanto stupida. Di aver accettato di separarsi da lui.
-Non sono stato in grado di proteggerlo… Avevo promesso di stargli accanto. Di evitare che superasse i suoi limiti. Di aiutarlo…
Si salvarlo.-

Il sangue scorre lentamente dalla ferita al pugno destro.
Ma lui non ci fa caso. Non gli interessano le ferite superficiali del suo corpo quando quella del suo cuore sta spillando sangue e sembra non riuscire a fermarsi.
Non doveva fidarsi delle parole di quell'uomo.
Non avrebbe potuto raggiungere Kougaiji.
   
 
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