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Autore: Claireroxy    12/02/2018    1 recensioni
Sara Anijira ha 30 anni, un lavoro che odia e un grande desiderio di creare un capolavoro della letteratura mondiale.
Come arrivare a questo risultato? Beh, è un segreto che non si può spiegare in un'introduzione...
Genere: Introspettivo, Satirico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Quella sarebbe stata una grande giornata per Sara Anijara. 
Era già sera, e non era accaduto nulla di diverso dal solito. Mentre già si pregustava il quinto caffè a casa, Sara si fermò al semaforo rosso delle 22:07. Di fronte a lei passò una ragazza nera in tacchi e cortissima gonnella (si poteva chiamare così quel fazzoletto che a malapena la copriva? Eh, chi se ne importava) che, mani nelle tasche della felpa attillata, si stava dirigendo verso la zona più buia della città.
Poverina, essere costretta a fare un lavoro così sporco e putrido... con che coraggio quella donna affrontava la vita?
Fu in quel momento che la mente di Sara fece il suo dovere e creò un collegamento stupefacente.
Il semaforo diventò verde, alle 22:08 come al solito, e per poco non lo perse. Inserì furiosamente la seconda marcia e schizzò, ignorando i clacson degli accodati. La sua mente aveva compiti più urgenti da fare, come espandere e articolare l'idea che le era venuta.
E se quella donna non fosse stata una prostituta? Massì, magari era solo la sua religione o abitudini varie che la facevano vestire così, e ogni volta che qualcuno lo portava in discussione si irritava. Oppure la sua impressione era stata giusta ed era una prostituta: non lo avrebbe mai saputo, perché non l'avrebbe mai più rincontrata!
Tutto questo pensare bidirezionale era una deformazione professionale. Sara era una promossa correttrice di bozze, quella conosciuta in gergo come "editor". Infatti, anche quel giorno aveva letto testi su testi: manuali scritti da gente che non sapeva neanche l'italiano, poesie talmente ermetiche che forse avrebbero avuto più senso se al contrario, romanzi pieni della solita minestra riscaldata, e come al solito le era venuto il prurito alle braccia. Tutti i giorni, Sara leggeva e correggeva, leggeva e correggeva, disgustandosi di fronte alle banalità che vi trovava scritte e trovando la sua unica ragione di vita nelle pause caffè. Che non cancellavano l'odio per quegli imbratti di scribacchini poco esperti, sia chiaro.
Insomma, lei che aveva una laurea magistrale, ridotta a correggere testi ebeti di gente che faceva milioni da quelle porcate! Sara li disprezzava, e disprezzava l'industria per cui lavorava, che non sapeva apprezzare il vero talento.
"Se solo avessi una buona idea. Quella giusta, che sfondi!" diceva ai colleghi, e ripeteva a sè stessa. "Allora sì che queste cose si rivelerebbero per quello che sono: carta straccia, neanche buona per pulirci il culo!"
E lì, a un semaforo alle 22:07:30 di una sera come tante, Sara aveva trovato la sua Musa. Quella donna, passando di lì per caso, avrebbe ispirato il suo capolavoro!
"E perché dovrei limitarmi a raccontare solo una delle due versioni?" continuava a lavorare imperterrito il cervello di Sara. "Perché non raccontarle entrambe?! Sarà un libro con punti di vista alternati, una personificazione della donna in un capitolo e l'altra in quello dopo, e il lettore dovrà sforzarsi di capire quale delle due versioni sia la vera. E poi, nel finale, scoprirà che entrambe potevano essere vere, dipende a quale ha creduto! O qualcosa del genere. E, ovviamente, toccherà temi importanti! Il femminismo, la questione della prostituzione, razzismo, ma senza cadere nel retorico! Sarà un punto di vista fresco ed eccitante, che rinvigorirà i dibattiti mondiali!"
Quasi si dimenticò di frenare quando arrivò di fronte a casa. Afferrò la borsa e aprì la portiera con un gesto solo, per poi chiudere a chiave l'auto all'ultimo minuto e fiondarsi dentro.
Aveva già in mente il programma. Una cena veloce, magari solo una tazza di tè, infilarsi nella sua vestaglia relax e mettersi di fronte al computer, e lasciare che l'ispirazione la guidasse. Perché lei, dopotutto, non avrebbe scritto ciofeche come quelle con cui si ritrovava a contatto ogni giorno, no: lei avrebbe scritto una storia con la S maiuscola, che si sarebbe tramandata nei tempi e avrebbe fatto riflettere milioni e milioni di lettori. Perché lei aveva qualcosa che tutti quei romanzetti non avevano: la vitalità, l'immaginazione, l'ispirazione a guidarla in quel glorioso cammino che era la Scrittura!
 
Angolo Autrice
Ehila! Felice che siate qui, non mi aspettavo che qualcuno arrivasse così lontano! Gradite qualcosa? Tè, caffé, biscotti? :3
Un piccolo chiarimento: se avete il dubbio che la storia sia rivolta a qualcuno in particolare che la stia usando per offenderti, non è così! È principalmente una cosa che faccio per autoironia, sul modo in cui gestisco le storie più serie e poi le abbandono. Dopotutto, come dicono, se non ti riescono le cose serie prova con qualcosa di più spensierato, no?
Beh, ho finito, ci vediamo al prossimo capitolo!
  
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