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Autore: Graffitisuimuri    14/02/2018    3 recensioni
Mi godetti ogni istante sapendo che non ci sarebbe stata una seconda volta. Che questo era l’ unico peccato che avrebbe mai macchiato la mia purezza.
E per un attimo riuscì a vederlo: quel futuro che avrei potuto avere con Koga se avessi accettato le sue avance.
Vedevo me, con una corona di fiori bianchi tra i capelli, la tribù Yoro in festa, lo sguardo estasiato di Koga che incontrava il mio. Una felicità molto diversa da quella che provavo con Inuyasha, ma pur sempre felicità. E sentivo farsi strada in me il desiderio sempre più ardente di poter cambiare le cose, di scegliere diversamente. In quel momento avrei voluto essere veramente “la sua donna”.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L' odore del tradimento.
 
“what if we rewrite the stars?
Say you were made to be mine
[..]
So why don’t we rewrite the stars?
Maybe the world colud be ours tonight ”
 


 
Vorrei fare una premessa, io al fianco di Inuyasha sono stata la donna più felice della terra. Non mi sono mai pentita delle mie scelte e non ho mai rinnegato l’ immenso amore che provavo per lui. Nemmeno quando questo mi è costato enormi sofferenze.
Eppure, c’è stata una volta – solo una volta – in cui ho desiderato che le cose fossero andate diversamente.
 
 
 
Non ero solita mentire ad Inuyasha.
 
In realtà non ero solita mentire e basta.
 
Eppure quella mattina, senza sapere nemmeno io bene il motivo, e avevo finto un malore per non accompagnarlo insieme a Miroku nel solito giro di esorcismi.
Ovviamente, non aveva minimamente sospettato che potessi fingere. Come ho già detto, io non gli mentivo mai.
Così, mi aveva raccomandato di stare a letto e riposarmi che lui sarebbe tornato la stessa sera non molto tardi. Dopodiché mi aveva posato un dolce bacio sulla fronte ed era partito.
Avevo aspettato poco più di dieci minuti, poi ero sgusciata via dal mio giaciglio e mi ero incamminata ella radura dove si trovava il Pozzo Mangia Ossa.
Doveva essere molto presto, perché il sole non era ancora alto in cielo. L’ aria era fresca e frizzante e l’ erba era ricoperta da un sottile strato di rugiada.
Nei giorni precedenti avevo avvertito un aura demoniaca, un aura che io conoscevo fin troppo bene.
Per cui non mi stupii affatto che, ad aspettarmi seduto sul bordo del pozzo, ci fosse proprio Koga.
Probabilmente aveva già avvertito la mia presenza, messo in allerta dal calpestio dei miei piedi sull’ erba bagnata e dal mio odore, ma se ne stava tranquillo ad occhi chiusi come se non si fosse accorto di nulla.
Mi fermai a qualche metro di distanza, osservandolo. Non era cambiato poi molto dall’ ultima volta in cui l’ avevo visto: i capelli erano sempre lunghi e continuava a tenerli legati in una coda alta. Il fisico si era leggermente irrobustito, ma non aveva perso la sua flessuosità che gli permetteva di essere veloce e scattate. I tratti del viso erano spigolosi, segnati da alcune cicatrici che probabilmente si era procurato in combattimento, ma non per questo era sgradevole. Anzi, tutt’ altro.
<< E’ da moltissimo tempo che non ci vediamo Kagome >> aveva aperto gli occhi e adesso anche lui mi stava fissando << eppure vedo che sei sempre la stessa, non sei cambiata di una virgola >>. Sul viso un accenno di un sorriso, come se ne fosse estremamente compiaciuto.
<< Anche tu non sei cambiato molto >> mi accorsi che anche io, stranamente, stavo sorridendo.
Ci guardammo ancora per qualche istante, poi con un balzo il demone lupo si avvicinò tendendomi la mano.
 
<< Verresti con me? >>.
 
Non ebbi nemmeno il tempo di rifletterci, che la mia mano già stringeva la sua.
 
 
 
 
<< Sono stato molto inquieto in questo periodo >> la voce di Koga spezzò improvvisamente la quiete in cui eravamo immersi.
 
Non eravamo andati molto lontano, sedevamo all’ ombra del Goshinboku e fino a quel momento eravamo rimasti silenzio. Anche se l’ avevo seguito di mia spontanea volontà, mi sentivo a disagio a stare lì, con lui, sotto lo stesso albero che era stato teatro del primo incontro tra me ed Inuyasha. Avevo come l’ impressione di star profanando quel luogo.
Eppure, non sentivo l’ esigenza di andare via. Come se fossi, in un certo senso, in attesa.
 
Voltai lo sguardo, incrociando il suo. I suoi occhi, in quella luce del mattino, avevano assunto una tonalità più chiara al centro dell’ iride e ciò contribuiva a rendere il suo sguardo da lupo meno tagliente.
Per un millisecondo nella mia mente le sue iridi cerulee si sovrapposero sull’ immagine dorata degli occhi di Inuyasha.
 
<< E ti ho pensata molto  >> aveva fatto passare qualche minuto in silenzio prima di parlare ancora. Forse, aspettava che dicessi qualcosa, solo che io non sapevo cosa dire e come dirlo. Non riuscivo nemmeno a spiegare quella sensazione alla bocca dello stomaco, quello strano formicolio alle costole. Quel qualcosa a cui non avevo saputo dare un nome e che non mi aveva voluto abbandonare da quando avevo percepito la sua aura nei dintorni.
 
<< Ho percepito la tua presenza qua in torno in questi giorni, avevi bisogno di parlarmi? >> Koga annuì.  Un fascio di luce colpì i suoi capelli che in questo modo sembravano ancora più neri e lucenti.
 
Sono così diversi dai capelli di Inuyasha.
 
<< Mi sorprende ancora che il botolo non abbia avvertito il mio odore >> mi irrigidii, non avevo effettivamente pensato che così come io avevo avvertito la presenza di Koga, lui avrebbe potuto sentirne l’ odore.
Mi sentii come se fossi stata scoperta a fare una cosa terribile.
 
<< Si, è strano in effetti … >> mormorai. Possibile che non avesse effettivamente percepito  nulla?.
 
<< Beh, forse sta abbassando un po’ troppo le sue difese >> mi lanciò un occhiata eloquente. Che lui sapesse che avevo mentito ad Inuyasha quella mattina? Beh, sicuramente lo immaginava altrimenti non si spiegava la mia presenza in quel luogo e soprattutto da sola.
 
<< Forse semplicemente si fida molto di chi gli sta intorno >> con questa mia risposta avevo appurato quelle che nella sua mente potevano essere solo semplici ipotesi. Non seppi nemmeno spiegare a me stessa perché ci tenessi a fargli capire che era così, che avevo mentito, per lui.
 
 Sorrise.
 
<< Ad ogni modo, come ti dicevo sono stato molto inquieto e … >> prese una pausa adagiando la sua mano sulla mia, senza però intrecciare le dita. Non mi mossi.
 
<< E ho sentito questo strano desiderio di vederti, veniva proprio da qui … >> con la mano libera indicò il punto dove si trovava il cuore << e sono molto contento di averti vista, che tu abbia accettato di vedermi … >> le sue dita si strinsero intorno alle mie.  Risposi a quel contatto.
 
<< E spero mi perdonerai per quello che sto per fare … >> chinò il viso verso il mio, ma a quel punto io l’ avevo già preceduto. Le mie labbra intercettarono le sue a metà strada, per un attimo rimase immobile probabilmente sorpreso dal mio gesto. Fu una questione di secondi, poi lo sentì rilassarsi e premere ancora più forte le sue labbra contro le mie.
Non c’ era una logica in quello che stava accadendo, non c’ era un motivo per il quale avrei dovuto baciare Koga tradendo irrimediabilmente Inuyasha. Eppure, sentivo di doverlo fare.
Tutto mi diceva che era la cosa giusta: le sue braccia strette intorno ai miei fianchi, il suo odore, le sue labbra così morbide e calde.
 
Stai tradendo Inuyasha.
 
Nemmeno questo debole tentativo della mia coscienza di farmi tornare alla realtà sortì qualche risultato.
Il pensiero divenne via, via più nebuloso mano a mano che le labbra di Koga scendevano baciandomi prima lungo la linea della mascella, poi del mento e in fine lungo il collo. Sapevo che il mio era un comportamento deplorevole, che mi sarei pentita subito dopo, che avrei passato il resto della mia vita a dannarmi per questo. Ogni volta che fossi passata sotto quell’ albero avrei ricordato questo momento. Si, ero decisamente una profanatrice di luoghi sacri.
 
Le mani del demone lupo risalirono lungo la linea del mio corpo arrivando al bordo della scollatura del mio kimono. Esitò.
Con un gesto lo slacciai, lasciando che la stoffa scivolasse lungo il mio corpo, arricciandosi intorno ai miei fianchi inerte. Lo guardai risoluta, volevo che continuasse.
 
E così fu.
 
Mi godetti ogni istante sapendo che non ci sarebbe stata una seconda volta. Che questo era l’ unico peccato che avrebbe mai macchiato la mia purezza.
E per un attimo riuscì a vederlo: quel futuro che avrei potuto avere con Koga se avessi accettato le sue avance.
Vedevo me, con una corona di fiori bianchi tra i capelli, la tribù Yoro in festa, lo sguardo estasiato di Koga che incontrava il mio. Una felicità molto diversa da quella che provavo con Inuyasha, ma pur sempre felicità. E sentivo farsi strada in me il desiderio sempre più ardente di poter cambiare le cose, di scegliere diversamente. In quel momento avrei voluto essere veramente “la sua donna”.
 
Quando ci rivestimmo entrambi facemmo molta attenzione a non sfiorarci nemmeno per sbaglio evitando accuratamente di non incontrare l’ uno lo sguardo dell’ altro. Entrambi avevamo la sensazione che una sola occhiata o un semplice tocco potesse rendere la nostra colpa più grande di quanto già non fosse.
 
<< io vado >>  disse mentre mi dava le spalle.
 
Mi lisciai le pieghe del vestito, cercando di tornare ad essere presentabile.
 
<< salutami Ayame >>.
 
Mi scoccò un ultima occhiata dietro la spalla e annuii. Poi partì, veloce come il vento.
 
 
 
 
Lo scricchiolio delle assi di legno e il rumore della porta che si chiudeva mi avvertì che qualcuno era entrato in casa. Abbandonai la spazzola, che fino a quel momento avevo utilizzato per districare i nodi che mi si erano creati tra i capelli, al mio fianco e attesi che Inuyasha venisse a salutarmi.
 
<< Non hai Idea, quel maledetto bonzo mi ha costretto a trascinare fin qui tre sacchi colmi di riso. Manco fossi il suo mulo da soma! >>.
 
Si tolse la tunica rossa, che lasciò cadere sul pavimento e si sedette accanto a me.
<< Tu come ti senti? >> mi tastò la fronte << non mi sembri calda >>. Scossi la testa << ora sto molto meglio, una giornata di riposo mi ha fatto bene >>. Mi allungai verso di lui e gli schioccai un delicato bacio a fior di labbra << mi sei mancato sai? >>.

Lo vidi sorridere.

Strinse le mani artigliate sui miei fianchi trascinandomi sulle sue ginocchia. Affondò il viso tra i miei capelli ancora umidi dal bagno del pomeriggio.
 
<< Hai un ottimo profumo sai? >> ispirò ancora più profondamente l’ odore dei miei capelli. << Visto? Tutto merito di un unguento che mi ha dato la vecchia Kaede >>.
 
<< Anche se preferisco il tuo odore naturale >> con le dita accarezzava la linea del mio collo per poi risalire lungo i contorni del viso.
 
<< tranquillo, per domani dovrebbe svanire >>.
 
 
Quella fu la prima volta che mentii a Inuyasha e l’ ultima che vidi Koga. Ma, ogni tanto percepivo ancora la sua presenza nei dintorni del villaggio e quando questo accadeva tornavo a desiderare di poter avere quel futuro che quel giorno avevo immaginato.
Di poter tornare a stringere il corpo di Koga.
 
Solo una volta.
 









Salve sono graffitisuimuri.
in questi giorni, rivedendo le puntate di Inuyasha mi è venuta in mente l' idea per questa storia.
spero vivamente che vi piaccia e che possiate, in qualche modo, apprezzarla.
Vi prego non linciatemi.
graffiti.

 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
 
  
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