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Autore: TotalEclipseOfTheHeart    15/02/2018    1 recensioni
[ALLERTA SPOILER 3/4 STAGIONE - Storia ambientata nell'intervallo tra la fine di Ingrid e il ritorno di Tremotino]
Emma e Regina desiderano organizzare un evento speciale per il compleanno di Henry, e si trovano quindi costrette a collaborare.
Peccato che, visti i precedenti, le due mostrino una concezione di "divertimento" abbastanza diversa che porterà a non poche discussioni.
Riusciranno a mettere da parte le rivalità e organizzare una festa di compleanno per il figlio?
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Henry Mills, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Il Caos a Casa Mills'
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Bad Moms
 
 
Che Emma e Regina, rispettivamente Sceriffo e Sindaco della cittadina di Storybrooke, non andassero propriamente d’accordo non era certo un segreto, almeno per la maggior parte degli abitanti del posto.
Solitamente, non era affatto difficile trovarle immerse in una delle loro interminabili discussioni, che solitamente avevano per soggetto la scarsa affidabilità che Regina attribuiva a quel “trabiccolo” che era la macchina della bionda o, ancora, alla diffidenza di Emma nei confronti delle torte di mele della mora.
Fosse infatti inverno o estate, giorno o notte, la tensione tra le due era sempre palpabile, fatto dovuto anche e soprattutto alla diversa concezione di “educazione” che le due avevano per il figlio.
Quando si parlava di Henry, infatti, non ce n’era una delle due che volesse cedere terreno all’altra. E mentre Regina reputava gli atteggiamenti di Emma decisamente troppo permissivi e superficiali, la bionda da parte sua non perdeva occasione per rimproverare l’altra sulla a sua parere troppo maniacale “disciplina domestica”. Il punto era che, di fatto, nessuna era disposta ad ammettere di essere nel torto e quindi alla fine passavano la maggior parte del tempo a litigare.
Una cosa, però, le accumunava e quella era senza ombra di dubbio l’amore sconfinato che entrambe nutrivano per giovane Henry.
Amore che, una volta, le costrinse persino a mettere da parte le asce di guerra.
 
“Dobbiamo parlare.”
Esordirono in coro, la mora e la bionda, dopo che Emma aveva fatto il proprio ingresso a Casa Mills, presso il 108 di Mifflin Street.
Si bloccarono, osservandosi quindi interdette, al che Regina si schiarì la voce, facendo cenno all’altra di andare per prima.
Emma annuì, guardandosi quindi attorno: “Henry è in casa?”
Il Sindaco scosse il capo: “E’ appena uscito con David, lo accompagna a scuola. È qualcosa che lo riguarda?”
Emma annuì, prima di proseguire: “Ecco … stavo pensando.”, si guardò nervosamente attorno, grattandosi incerta il capo prima di proseguire, più decisa, “Tra qualche giorno è il suo compleanno. Penso che, forse, non sarebbe stato male organizzargli qualcosa.”
Regina parve rilassarsi. A dire il vero, quando si era trovata lo Sceriffo di fronte alla porta di casa si era subito messa sull’attenti.
Erano giorni che, ormai, la bionda faceva di tutto per parlarne, ma, a dire il vero, dopo l’ennesimo Lieto Fine andato in pezzi a causa sua Regina non era esattamente propensa a vederla.
L’arrivo di Robin a Storybrooke le aveva letteralmente cambiato la vita. Fino ad allora, infatti, si era rassegnata da tempo a un futuro privo di amore, dando per scontato che, dopo il suo Daniel, nessun altro sarebbe stato in grado di rubarle il cuore nello stesso modo.
Daniel aveva rappresentato, a suo tempo, una tappa fondamentale della sua esistenza. La sua morte aveva lasciato una cicatrice profonda nel suo animo, al punto che da allora ogni cosa era cambiata, portandola su quella strada di spietata crudeltà che l’aveva vista diventare la tanto temuta e rinomata Regina Cattiva. La vendetta era divenuta la sua unica ragione di vita e solo con la creazione di Storybrooke e la nascita di Henry il suo futuro aveva iniziato a cambiare, colorandosi delle calde sfumature d’amore che la relazione con il figlio le aveva donato.
Tuttavia, dopo il ritorno in città di Emma il bambino aveva perso tutti i propri ricordi di lei. E il supplizio del dover incrociare il suo sguardo, vedendovi solo il vuoto dentro, era stato per Regina una tortura senza pari, alla quale solo l’amore di Robin era parso in grado di dare conforto.
Ma ora Robin aveva di nuovo la sua famiglia, Marian, e lei era tornata a essere la donna sola che era sempre stata.
E tutto a causa di Emma.
Ovviamente, sapeva benissimo che la bionda non sapeva nemmeno cosa stesse facendo, quando aveva deciso di salvare la vita alla donna.
Tuttavia i fatti erano fatti, e ora a causa sua aveva visto il proprio Lieto Fine svanire nel nulla.
Poco importavano i tentativi di Emma di scusarsi o di parlarle, non si poteva tornare indietro e, a dire il vero, Regina non era proprio disposta a stare a sentire i suoi discorsi.
Per questo aveva temuto, vedendosela alla porta, che volesse nuovamente parlarle di Robin … visto che però si era sbagliata non poteva che esserne decisamente molto sollevata.
Si lasciò sfuggire un lieve sospiro, sorridendo appena, sebbene in modo abbastanza forzato: “Certamente. Era proprio quello di cui volevo parlarti. Dovremmo organizzargli una festa.”
La bionda sorrise.
A dire il vero, si era aspettata un rifiuto.
Dopotutto, le aveva da poco rovinato la vita (ancora) e quindi le sarebbe parso perfettamente comprensibile che quella decidesse di sbatterla fuori. Per fortuna, però, l’amore che la donna provava per il figlio era troppo grande per permettersi di anteporre le sue questioni di cuore alla sua felicità. Motivo per cui aveva accettato di ascoltarla senza troppi problemi.
“Perfetto!”, rispose Emma, facendo per prendere il cellulare, “Chiamo Mary Margareth, sarà felice di aiutarci!”
Messa sull’attenti, Regina si affrettò ad afferrare l’oggetto, congelandola con lo sguardo.
“Che c’è?”, chiese Emma, visibilmente spiazzata.
“Sarà una festa a sorpresa.”, osservò Regina, quasi fosse sufficiente per spiegare il tutto.
La bionda alzò un sopracciglio: “Appunto … ci daranno una mano.”
L’altra alzò gli occhi al cielo.
“E pensi che tua madre sappia mantenere un segreto?”, rispose, mentre quella apriva la bocca.
Ah.
Effettivamente, Regina non aveva tutti i torti.
Dopotutto, che Biancaneve non fosse esattamente un asso nel tenersi le cose per sé non era proprio un segreto, e sebbene non lo facesse mai con cattiveria andava sempre a finire che i segreti che le venivano affidati andassero a finire nelle orecchie sbagliate.
Regina sorrise: “Hai capito ora? Se gliene parliamo, come minimo finirà col farselo sfuggire coi nani, o peggio ancora con Ruby. E in men che non si dica tutta la città saprà della sorpresa che vogliamo fargli, lui compreso. Quindi no …”, fece un sospiro, quasi che la sola idea le costasse uno sforzo immane, “… dovremmo occuparcene noi due. Sole.”
Emma assottigliò le sopracciglia. Loro due da sole.
Certamente.
Sarebbe stato come bere un bicchier d’acqua.
Sempre che non si fossero ammazzate prima di finire di preparare la festa. Cosa a dire il vero abbastanza improbabile, visti i precedenti fatti di Sortilegi, torte avvelenate e incantesimi di distruzione di massa che le avevano viste scontrarsi più di una volta.
La bionda osservò combattuta il cellulare, quasi che l’idea di chiamare la madre per fare, quantomeno, da tramite la allettasse ancora.
Poi però parve ripensarci e fu quindi con un sospiro affranto che, infine, si arrese: “E va bene. Ma niente torte di mele, Ok?”
Regina annuì. Anche perché, dall’ultima volta, anche a Henry stavano abbastanza sullo stomaco i suoi dolci.
 
“Henry, io vado a fare la spesa. Vuoi qualcosa di particolare per cena?”, chiese Regina, tanto per rendere plausibile il suo alibi, mentre si affrettava a indossare il cappotto scuro.
Il bambino, sorpreso, alzò gli occhi dai compiti, squadrando incerto la madre e lanciando una rapida occhiata al calendario.
Giovedì.
Sua madre non faceva mai la spesa il giovedì.
Alzo un sopracciglio, sporgendosi perplesso verso la donna che, in attesa, lo osservava in silenzio, quindi chiese: “Mamma. Il giorno della spesa è domani.”, osservò, scettico.
Dopotutto, che Regina Mills fosse una donna incredibilmente scrupolosa e puntuale non era certo un segreto (tantomeno per Henry, che viveva con lei da dieci anni) ed era ben raro vederla modificare la propria routine settimanale per qualsivoglia ragione.
Fatta eccezione per salvataggi interdimensionali, lotte contro streghe del ghiaccio o calamità non meglio definibili.
E in quel periodo, di calamità non meglio definibili, stranamente non ve ne era nemmeno una.
I diabolici piani di Tremotino durante l’invasione di Ingrid, la Regina delle Nevi (si, esisteva pure lei), erano stati fermati, e il Signore Oscuro confinato fuori da Storybrooke. Emma alla fine aveva deciso di rimanere in città, senza tornare a New York, e da qualche giorno le cose sembravano essere tornate alla normalità (anche se la definizione di “normalità” per Storybrooke è sempre abbastanza fuori dagli schemi).
Quindi, almeno teoricamente, Regina non aveva alcun motivo per uscire. Non quella sera, almeno.
Specialmente visto e considerato che ormai anche Robin se ne era andato, e quindi le occasioni per farlo si erano drasticamente ridotte. Anche quando Mary Margareth o Ruby invitavano, infatti, la donna fuori per una “serata tra donne” quella tendeva sempre a declinare l’offerta.
Il suo cuore ferito era ancora troppo addolorato per permettersi uscite di gruppo, specialmente con personalità tendenzialmente invadenti come quelle della letalissima combo Biancaneve/Cappuccetto Rosso.
Sorpresa, ma al contempo decisamente fiera, della perspicacia del figlio Regina si bloccò un istante, osservandolo interdetta. Fece rapidamente mente locale, cercando una scusa valida per convincerlo, fino a quando non si trovò a dire, quasi spontaneamente: “Ohhh … ehm, Emma mi ha chiesto di aiutarla. Stasera deve badare al piccolo Neal e non sa che latte in polvere prendere.”, sorrise, tesa, aspettando una risposta.
Henry, dal canto suo, sorrise, sollevato: “Ma è magnifico! Quindi avete fatto pace?”
Regina si immobilizzò.
Come era prevedibile, l’idea che la madre avesse finalmente trovato il modo di dimenticarsi della storia di Robin (o quantomeno di essere riuscita a perdonare la bionda per l’accaduto) era riuscita subito a colpire il ragazzino che, nel periodo precedente, aveva sofferto fin troppo per la tensione nata tra le due madri.
La donna sospirò appena, facendosi pensierosa.
A dire il vero, lei ed Emma erano ben lungi dal riconciliarsi, tuttavia, nei giorni precedenti, i preparativi per la festa le avevano prese così tanto che si erano trovate a collaborare persino più del previsto. E quella sera dovevano incontrarsi, per dare gli ultimi ritocchi all’evento (che, con due madri in grado di usare la magia, può rischiare di sfociare nel megalomane).
Sorrise appena, sebbene non senza un pizzico di tristezza: “Certo. Ora, però, devo proprio scappare. Tu fai il bravo, finisci i compiti e non andare a letto oltre le nove, Ok?”
Il bambino annuì, gongolante di gioia per la notizia appena appresa, quindi salutò la madre, che si dissolse in una nube violetta.
 
“Sei in ritardo.”, osservò Emma, terminando di preparare i fuochi d’artificio, per poi fermarsi a osservare la propria opera con aria soddisfatta.
Proprio di fronte alla donna, facevano bella mostra di sé un set completo di grossi fuochi rigorosamente Made in Japan, dagli sgargianti colori di tutte le sfumature dell’arcobaleno. Ve ne erano di grossi, piccoli, decorati con fiamme gialle o con immagini esotiche. Per un totale di almeno un centinaio, tutti pronti per essere utilizzati.
Regina rispose: “Henry ha fatto qualche domanda. Gli ho detto che dovevo accompagnarti a prendere del latte in polvere per il piccolo Neal.”
Emma annuì appena, per poi mostrarle entusiasta la sua opera: “Allora, che te ne pare?”
La mora osservò scettica i fuochi, alzando un sopracciglio: “E tu vorresti usare questi cosi alla festa di compleanno di nostro figlio?”
L’altra fece spallucce: “Perché no? Ho anche prenotato un bungee jumping, organizzato una gara di tiro al bersaglio con pistole ad aria compressa e preso dei cavalli dalla scuderia per una staffetta.”
Annuì con forza, osservando fieramente l’altra madre, quasi a evidenziare il bel lavoro che aveva appena fatto.
Perché si … si era decisamente superata.
Per il suo Henry avrebbe fatto questo e altro ancora, e visto che la festa avrebbe dovuto essere non un evento, ma l’EVENTO dell’anno, allora non poteva proprio risparmiarsi.
Peccato che, dal canto suo, Regina non fosse esattamente dello stesso parere, perché incrociò le braccia, seria: “Sai almeno quanto sia alto il tasso di ferite per petardi o fuochi d’artificio ogni anno? O la percentuale di rischi che un bungee jumping montato male si rompa? O ancora, se preferisci, le probabilità che un cavallo addestrato male ferisca MIO figlio?”
La bionda fece una smorfia, a quel “mio”, quindi sbottò, infastidita: “Santo cielo, Regina! È una festa. Festaaaaa. Capito? Il che implica divertirsi, sempre che tu sappia cosa significa. E sono abbastanza certa che Henry sarà entusiasta delle mie iniziative.”
“Certo … non se quelle iniziative però rischiano di ferirlo!”
“Ti preoccupi troppo.”, fece la bionda, affiancando uno dei fuochi e battendovi sopra la mano con affetto, “Questi tesorini sono totalmente innocui. Non faranno nulla finchè non sarò io a dirgl …”
Proprio in quell’istante, una scintilla inavvertita di magia (la bionda aveva ancora alcune difficoltà ha controllare i propri poteri) partì dalla mano della donna, depositandosi con precisione maniacale proprio sul razzo che, con un botto, partì verso il cielo.
Le due alzarono lo sguardo, osservandosi interdette per qualche istante, in attesa del disastro.
Quando però, dopo alcuni secondi abbondanti, non accadde nulla, Regina sbuffò.
“Bene. Oltre che pericolosi i tuoi tesorini sono anche difettosi, a quanto pare.”, osservò Regina, ironica, mentre Emma faceva per protastare.
Improvvisamente, però, il fuoco d’artificio decise di fare il proprio dovere, ed esplose, coprendo il cielo di mille scintille color dell’oro.
A formare l’inconfondibile scritta citante un non molto ignorabile “BUON COMPLEANNO HENRY” a chiare lettere.
Sopra la città.
Per la precisione proprio la dove doveva trovarsi la dimora di Regina, al numero 108 di Mufflin Street. Col piccolo Henry dentro.
Paralizzate all’idea di aver appena mandato a monte da sole il loro segretissimo progetto altrimenti noto come Operazione Henry 2 (avevano cercato un buon nome, ma purtroppo nessuna delle due aveva la creatività del figlio), le due mamme si osservarono.
Poi, finalmente, Regina esplose.
“Tu!”, sbottò, esasperata, “Si può sapere che diamine di problemi hai? Doveva essere un segreto. Un S-E-G-R-E-T-O! E’ andato tutto liscio, fino a quando ero IO a gestire le cose, e ora mandi tutto all’aria. Solo per degli stupidissimi fuochi del tutto superflui.”
Emma, indignata, rispose: “Non venirmi a dire di chi è la colpa. Fosse stato per te, a quest’ora saremmo ancora a organizzare tornei di briscola per vecchi decrepiti e inutili quiz a cui tanto nessuno sarebbe interessato!”
“Ti comunico che Henry ADORA i quiz sulle favole!”, fece Regina, per poi alzare le braccia, “Ma tanto che importa, ora. Hai appena mandato tutto all’aria!”, disse, osservando esasperata la scritta che continuava a campeggiare sul cielo di Storybrooke.
“Io?!?”, chiese l’altra, scioccata.
“Si, tu!”, fece Regina.
“Si può sapere che succede qui?”, aggiunse una voce famigliare, alle loro spalle.
Le due donne si voltarono, trovandosi niente popò di meno che … beh … praticamente metà della popolazione cittadina … a osservarle sorpresa.
E c’erano praticamente tutti.
Mary Margareth con David e Neal. Nonna Lucas e Ruby. Harcie con Pongo, che osservava affascinato il cielo. I nani e l’Allegra Brigata. Uncino e Belle. Tutti.
Emma e Regina si osservarono per un istante, mentre una decisamente offesa Mary Margareth le raggiungeva, osservandole colpevole, prima di esordire: “Volevate organizzare una festa per Henry. Perché non mi avete detto nulla? Avremmo potuto aiutarvi.”, osservò, imbronciata.
“Ehm …”, Regina abbassò il capo, mentre David si affrettava a posare una mano sulle spalle della moglie.
“Suvvia, amore. Volevano solo che fosse una sorpresa.”, fece.
Biancaneve lo osservò, stralunata, prima di arrossire e sbottare, con aria decisamente indignata: “Ah! e pensavate che non avrei saputo mantenere il segreto, vero?”
Emma e Regina si osservarono di nuovo, colpevoli, poi la bionda rispose: “E’ stata un’idea del Sindaco. Io non so nulla.”
La mora, scandalizzata, la osservò tradita: “Grazie tante. Anche tu era d’accordo sul non parlarle!”
David, allarmato, si affrettò a frapporsi tra le due, affermando con voce calma: “Comunque, quello che importa è che ora …”
“Grazie a Emma.”, aggiunse Regina, capendo in anticipo il discorso dell’uomo e guadagnandosi l’ennesima occhiataccia da parte della bionda.
“… Henry potrebbe sapere tutto.”, terminò l’altro.
Il silenzio calò nel parco, mentre i presenti si osservavano in silenzio.
“Ehm …”, Uncino sorrise, appoggiando un braccio sulle spalle di Emma, che sorrise appena, “… se vi può confortare, sono passato prima a casa vostra. E quando ho suonato Henry non ha risposto, probabilmente era già a letto. Quindi non avrà visto nulla.”
Emma si rilassò, osservando quindi soddisfatta Regina: “Visto? Te l’avevo detto, nessun problema.”
 
Il giorno seguente, di comune accordo, nessuna delle due madri accennò l’accaduto al figlio che, dal canto suo, si limitò ad andarsene a scuola sorridendo contento all’idea delle due donne finalmente riconciliate e nuovamente amiche.
Peccato che, nell’entusiasmo del momento, Ruby avesse ormai fatto la sua, fotografando il “misfatto” e postandolo sul sito ufficiale della città (tanto ormai il danno era fatto e non sapeva ancora che probabilmente il bambino non aveva visto nemmeno niente).
Fu così con immenso rammarico che, quando la sera di alcuni giorni dopo Emma e Regina sfoggiarono fiere la loro sorpresa, Henry annuì, sorridendo appena e dicendo: “Mamma, mamma. Guardate che lo sapevo. Ruby a messo tutto sul sito della città … ma sono contento che vi siate impegnate tanto per me.”
Il giorno dopo, Ruby andò al lavoro coi capelli tinti di verde.



Note dell'Autrice:
Rieccomi!
Come sempre, in attesa di nuovi aggiornamenti per "Parole d'inchiostro", vi propongo qui un'altra Os da aggiungere alla mia serie su il mitico duo Emma/Regina.
Il titolo prende nome, per chi non lo sapesse, da un film comico molto divertente, incentrato su un gruppo di madri con una concezione decisamente particolare di "educazione".
Spero che vi sia piaciuta e vi prometto che presto provvederò a inserire altre Os comiche sempre sullo stesso genere.
Detto questo, alla prossima!

Teoth

 
   
 
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