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Autore: Neko    16/02/2018    1 recensioni
Diversi mesi erano passati da quella notte in cui Emma aveva dovuto scontrarsi con Gideon e quasi ci aveva rimesso la vita affinché l’oscurità non vincesse, ma nonostante tutto, sentiva come se la previsione della sua morte fosse ancora lì, in attesa di compiersi.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 35

Emma si vide strappare dalle braccia la sua bambina appena nata.

“No” urlò disperata. Non aveva mai provato un dolore tanto grande. Era simile a quello che aveva provato quando non aveva guardato Henry, ma in quel frangente era stata una sua decisione quella di darlo via. Si era preparata e sapeva dentro di sé che era la cosa migliore per suo figlio. Quella volta le cose stavano diversamente. Lei voleva quella bambina, voleva la sua seconda possibilità e questa volta aveva la possibilità di dare a sua figlia quello che si meritava, ma tutto le stava per essere negato per la malvagità di un essere egoista dall’animo nero.

Nemmeno Killian poteva accettare una cosa del genere. Sentì il suo cuore frantumarsi nel vedere la sua bambina nelle mani si quell’essere. Doveva trovarsi tra le sue braccia e quelle di Emma e iniziare a conoscere l’amore di un genitore, imparare a riconoscere le loro voci e il loro odore. Doveva assolutamente riprenderla e senza un’ombra di paura, si lanciò contro quell’essere, cercando di afferrare la figlia, ma il nemico non si dimostrò minimamente intenzionato a lasciargliela prendere. Anzi giocava con lui, facendogli credere che era vicino a riprendersi la piccola, per poi togliergliela all’ultimo istante. Con quello che lui considerava un gioco, la bambina poteva farsi molto male o addirittura cadere, ma a quell’essere non interessava, lui voleva solo gioire della sofferenza altrui.

Emma non potendo assistite a quello scenario, e temendo per la figlia, cercò di alzarsi dal letto per intervenire, ma il dolore e la stanchezza la fecero cadere a terra.

Regina l’affiancò immediatamente e la fece nuovamente sedere sul letto “Emma hai appena partorito. Per quanta volontà tu abbia, il tuo corpo non risponde!”

“Devo…devo salvare la mia bambina!” disse, cercando di liberarsi dalla presa di Regina, la quale non demordeva, ma la donna al posto della salvatrice avrebbe fatto la medesima cosa.

Decise di intervenire in aiuto di Killian. La sua magia però non avrebbe funzionato e non aveva armi da poter usare contro il nemico. Vide un vaso su una mensola, ma Gold appena comprese che intenzione avesse, afferrò l’oggetto.

“Che diavolo stai facendo?” urlò Regina.

“Qui dentro c’è la mia famiglia non ti permetterò di romperlo. E non sarà un vaso spaccato sulla sua testa a fermare quel demone!” disse Gold ovvio.

Lo sapeva. Sapeva benissimo che tutti loro si trovavano in una situazione senza uscita, ma ingenuamente aveva sperato di trovare una soluzione.

Killian!” Regina spostò l’attenzione sul pirata quando sentì la voce di Emma chiamarlo, ma non fece in tempo a capire cosa fosse successo che si sentì afferrare da una forza invisibile e bloccata al muro ad un metro distanza da terra, con l’impossibilità di respirare. Gold era nella sua stessa situazione, continuando però a tenere forte il vaso con dentro Belle e suo figlio.

Killian non era messo meglio. Lui era stato addirittura appeso al soffitto, impossibilitato di muoversi e respirare.

Emma era l’unica lasciata libera. Non tanto per le sue condizioni fisiche, ma perché quell’essere voleva torturarla.

Il nemico sorrise divertito dallo sguardo di terrore di Emma e con un gesto della mano, fece comparire uno acchiappasogni che magicamente volteggiava. Era di legno con fili dorati e molto più grade di un acchiappasogni normale.

“Vi piace il mio acchiappasogni? Ho preso spunto da te cara salvatrice. Usare questi aggeggi per assorbire la tua magia in eccesso…che colpo di genio. Vedi questo? Fa esattamente la stessa cosa solo che può contenere tutto il tuo potere, grazie ai materiali e al processo di lavorazione. Bisogna aspettare che si manifestino certe condizioni, come l’eclissi di luna…cose del genere insomma. Ci è voluto un po’ di tempo, ma tanto dovevo aspettare. E ora posso finalmente mettere fine a questa storia!” disse facendo comparire nella sua mano la spada di Killian.

L’uomo, che faceva di tutto per non perdere i sensi a causa di mancanza d’aria, cercò di fare un ultimo tentativo x liberarsi, ma la sua lama si stava per scontrare con il corpicino della sua bambina. Da li a un secondo,  sarebbe stata uccisa.

Un urlò assordante, quasi ultraterreno, si alzò nell’aria e una luce abbagliante accecò tutti.

Quando la luce si diradò abbastanza da poter nuovamente guardare, Killian, Regina e Gold erano ormai liberi dalla morsa dell’essere incappucciato, ma quello che li lasciò immediatamente di stucco, fu il luogo dove si trovavano.

Era un luogo tutto bianco. Dove non si intravedeva né l’inizio , né la fine, né un sotto, né un sopra. Sembrava di appoggiare su di un pavimento, perché i presenti si potevano muovere normalmente, ma un pavimento non era visibile, come nemmeno l’ombra dei loro corpi.

L’essere incappucciato fu terrorizzato da quel luogo e guardò l’artefice di quella magia con occhi sbigottiti.

Emma era davanti a lui con un’aria arrabbiata e determinata. I suoi capelli prima sudati e appiccicosi, ora erano morbidi come seta e volteggiavano grazie a un’aria che non era veramente presente. Un lungo vestito bianco con una gonna lunghissima, che si estendeva intorno a lei la copriva. La sua pelle era candida e un alone costante di luce la circondava.

“Emma!” disse Killian incredulo a quello che vedevano i suoi occhi e terrorizzato per quello strano evento che si era manifestato.

“La luce!” disse l’anti-salvatore con voce tremante “No, non di nuovo!”

Emma non disse niente. Era concentrata sul suo avversario e con estrema tranquillità, alzò una mano e con una semplice rotazione del polso, fece sparire la bambina dalle braccia del suo avversario, facendola comparire tra le braccia del padre.

Killian si sentì immediatamente sollevato quando sentì quel dolce peso da tenere contro il petto, ma se era contento da una parte, non poteva abbassare la guardia finché anche Emma non era al sicuro.

La salvatrice non perse di vista nemmeno un secondo l’essere incappucciato. Sembrava calma, troppo calma tanto che quella tranquillità spaventava anche gli altri presenti, temendo che quella fosse solo la quiete prima che si scatenasse l’inferno.

“Gold, tu sai cosa le sta succedendo e dove siamo?” chiese Regina.

“Io posso accennarti quello che dicono le leggende. Credo che questo sia quello che viene definito il potere dormiente nei salvatori. Sembra che questo potere si manifesti solo nel momento di estrema necessità, quando niente e nessuno può fermare la parte oscura. Ci deve sempre essere un equilibrio e la luce, compare per ristabilire l’ordine, per poi tecnicamente sparire finchè non si necessiterà nuovamente di questo potere. Per rispondere invece alla sua seconda domanda Regina, questo posto che vedi credo sia quella che per il signore oscuro sia la cripta.

“Ma non c’è niente, come può essere considerato una sorta di riparo?” chiese Regina  per ricevere immediatamente la risposta di Gold “perché se il dark one è odio e oscurità, quello che Emma ora rappresenta è luce e amore e queste due cose sono le cose più potenti al mondo. Il buio scappa alla luce, il che spiega perché non vediamo le nostre ombre e dato che è la cosa più potente, non ha necessità di raccogliere oggetti magici per avere potere. Accumulare oggetti  magici è una caratteristica tipica dell’egoismo e sete di potere, un sentimento di per sé oscuro.”

Killian si avvicinò a loro per inserirsi nella conversazione. Doveva sapere cosa stesse succedendo a Emma, perché sentiva dentro di sé che qualcosa di sbagliato.

“Qualcosa non va, lo sento!” disse, non staccando gli occhi dal lei e da li a poco, la donna, sempre con il minimo gesto scagliò un fascio di luce contro quell’essere, che provvide a ripararsi.

Alzò uno scudo magico per proteggersi, ma sentiva distintamente la potenza della donna, tanto da fargli venire la pelle d’oca. Gli sembrò quasi di rivivere, il suo  primo imprigionamento per mano di un salvatore, ma sapeva che questo era ben peggiore, la prima volta non aveva avvertito questa potenza e sapeva quale era la causa…la colpa era di Emma o più precisamente di Biancaneve e il principe azzurro.

Emma continuava a fissarlo e ad avanzare verso di lui e quest’ultimo provvide ad attaccare, nella speranza di coglierla impreparata.  Sprigionò tutta la potenza che aveva e in un batter d’occhio, quel luogo bianco infinito, si colorò di nero. Un buio pesto circondò tutti, tanto che Regina, Killian e Gold non potevano vedersi  nonostante fossero a pochi centimetri di distanza.

L’unica cosa bene visibile era Emma, grazie all’alone che la circondava. La donna continuava a sembrare calma, come se quel potere non l’avesse scalfita. Eppure, anche Gold, che era abituato al potere oscuro, a quella quantità di cattiveria, si sentiva sopraffare.

La bambina prese a piangere immediatamente, nonostante non si fosse calmata che pochi istanti prima, appena si era sentita sicura tra le braccia di Killian.

L’uomo vide la donna che amava, girare la testa verso di loro. Non vide la sua Emma. La sua amata non aveva il suo stesso sguardo. Decisamente qualcosa non andava. La donna tornò a guardare davanti a sé e, allargando le mani, sprigionò la sua potenza, ripristinando, con un forte bagliore, il luogo come era originariamente.

Si sentirono in parte sollevati quando la luce tornò, ma spontaneamente domandò “Cosa sta succedendo a mia moglie, coccodrillo!”

L’interpellato strinse a sé il vaso con Belle al suo interno e sospirò “mi dispiace, quello che so ve lo detto…ma non so dire quanto sia vero o siano solo racconti!”

Emma si avvicinava ulteriormente al suo avversario, finchè a un metro da lui, si fermò per osservarlo.

“Come fai a essere così potente? Come può una persona con tali poteri essere vivo? Io sono l’oscuità e non può esserci un divario del genere tra me e te. Ci deve essere un equilibrio…sempre!” disse l’essere incappucciato.

“Un equilibrio che hai cercato in tutti i modi di distruggere, davvero pensavi che ti avrei lasciato fare? L’ultima volta ti ho fermato per le stesse ragioni. Volevi dominare su tutto e tutti. Non ti sarà mai concesso!”

“L’ultima volta  non eri così potente. Si, hai avuto la meglio, ma abbiamo combattuto per giorni e giorni, tanto che il corpo del salvatore che hai posseduto ha ceduto alla fine!” disse l’essere incappucciato.

“Si è sacrificato per una causa maggiore…ripristinare l’equilibrio  che avevi interrotto, diffondendo l’oscurità!” disse Emma.

“Non mi hai fermato del tutto. Sono riuscito a liberare parte del mio potere e a creare ancora scompiglio!” disse orgoglioso l’uomo, ma venne subito smentito.

“E chi ti dice che non te lo abbia lasciato fare? Ricorda…l’ordine delle cose, sempre prima di tutto. La luce e l’oscurità sono compagne, nessuna può esistere senza l’altra. Se ti avessi imprigionato completamente, l’oscurità sarebbe scomparsa. All’essere  umano è concesso il libero arbitrio, devono esserci quindi il bene e il male a contendersi il dominio su questa terra e  finché questo pianeta continuerà a esistere, sarà sempre così!” disse Emma.

“E con questo quindi dovrei arrendermi senza combattere e tornare alla mia prigionia? Non smetterò mai di provare. Prima o poi questa terra e tutti gli altri regni saranno in mano mia, dovessi aspettare altri numerosi secoli per riuscirci!” disse divertito, sebbene sapesse che per lui non c’era più niente da fare. Infatti, Emma, appena finì di parlare, fece quello che era suo compito fare.

Gold si vide strappare dalle mani il suo prezioso vaso e lo vide volteggiare verso la salvatrice.

Urlò lei di fermarsi qualsiasi fosse il suo obbiettivo, ma ella non era intenzionata a fermarsi. Quel vaso le serviva e presto tutti avrebbero capito per cosa.

Quando il vaso fu a portata di mano della salvatrice, con un segno della mano fece una magia per aprirlo e dal suo interno vi uscì un fumo bianco, che prese forma accanto a Tremotino.

“Belle!” disse l’uomo quando vide sua moglie e suo figlio finalmente liberi e li abbracciò come se non ci fosse stato un domani.

Killian e Regina non spostavano lo sguardo da Emma. Avevano ormai inteso, dai discorsi, che ella non era più lei. Il suo corpo era lì, ma la sua mente era posseduta da quell’entità che diceva di essere la luce. Osservarono ogni sua mossa e rimasero stupefatti dal gioco di magia che si scaturì da lì a poco.

Oscurità e luce volteggiavano insieme, come se fossero intenti a ballare, ma nel mentre di quello spettacolo, il vaso che aveva rinchiuso Belle, si trasformò, divenne nero, con scritte geroglifiche bianche e una volta aperto, con un grande urlò, l’anti-salvatore venne catturato al suo interno…o almeno gran parte di esso. Una parte di oscurità rimase e i presenti alla scena, compresero che era quella parte, che avrebbe continuato a vagare sulla terra diffondendo il male dove poteva. Un’altra cosa notarono, che oltre a quel potere oscuro lasciato libero, nella stessa quantità vi era anche potere di luce che lo accompagnava e insieme attraversarono un piccolo portale che la luce, con il corpo di Emma provvide ad aprire.

Ovunque quei due poteri fossero diretti, avrebbero potuto ricreare, come era successo in passato, un nuovo signore oscuro o Merlino, in base a quale scelta di utilizzo avrebbe fatto colui o colei fosse entrato in possesso di quei poteri.

La ruota girava e tutto era destinato a ripetersi.

Come tutto era iniziato, finì e la calma tornò in quell’ambiente infinito.

Killian diede la bambina a Regina, non fidandosi ancora della cosa che imprigionava sua moglie, e avvicinandosi chiamò “Emma!”

La donna si girò e lo guardò.

“O chiunque tu sia!” disse ancora Uncino.

La donna sorrise “ Sono la luce, il bene, l’amore…vengo chiamata in vari modi…ma potete chiamarmi semplicemente Luce!”

“Non mi interessa se ti chiami Susanna o Agata, lascia andare immediatamente mia moglie!” disse Killian, infastidito dalle troppe chiacchiere. Voleva accertarsi che la sua amata stesse bene e lo voleva sapere subito.

“Lo farei volentieri Killian, ma abbiamo un problema!” disse Luce seria.

Regina li raggiunse  e chiese “E quale sarebbe?”

“Emma deve morire!”

  
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