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Autore: vale ronron    17/02/2018    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta come si sarebbe svolta la storia se ai 75° Hunger Games non fosse stata estratta Katniss. Nella mia storia Snow troverà un modo alternativo per colpire e spezzare Katniss, infatti a nostra ragazza in fiamme non sara costretta ad entrare nell'arena. Cosa succederà?...La rivoluzione scoppierà lo stesso?...chi prenderà il suo posto nell'arena?...Katniss sarà la ghiandaia imitatrice?...Cosa accdrà nell'arena e nei distretti. Be se siete curiosi di conoscere le risposte a tutte queste domande, leggete la storia, e fatemi sapere il vostro pensiero!. Buona lettura, spero vi piaccia!!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Primrose Everdeen, Tributi edizioni passate
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La storia inizia dal capitolo 12 del libro: la ragazza di fuoco, precisamente dalla lettura della lettera dell’edizione della memoria. Tuttavia nel testo della lettera ci sarà qualche modifica che stravolgerà la storia del libro originale di Suzanne Collins. Spero vi piaccia, buona lettura!!

Capitolo 1


“E ora onoriamo la nostra terza edizione della memoria” disse Snow mentre prende, da una scatola, una busta ingiallita contrassegnata dal numero 75. Fa passare le dita sotto la linguetta ed estrae un piccolo quadrato di carta.

Senza esitazione, legge:

 “nel settantacinquesimo anniversario, affinché i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti ANCHE tra i vincitori ancora in vita. Non saranno ammessi volontari”.

Mia madre si lascia sfuggire un piccolo grido e Prim si copre il viso con le mani, ma io mi sento più come quelli del pubblico che vedo in tv. Un tantino sconcertata e disorientata.

Cosa significa? Non saranno ammessi volontari? Anche tra i vincitori ancora in vita?

Poi ci arrivo, a cosa significa. Snow mi vuole di nuovo nell’arena. Mi ha inclusa di nuovo tra i possibili tributi che potrebbero andare nell’arena. Nessuno potrà prendere il mio posto. Scommetto la vecchia giacca da caccia di mio padre che, il giorno della mietitura, nell’ampolla dei tributi femmina tutti i biglietti conterranno il mio nome.

Sto per tornare nell’arena.

il mio corpo reagisce prima della mente e corro fuori dalla porta, attraverso i prati del villaggio dei vincitori e oltre, nel buio. Arrivo alla recinzione, ma il ronzio mi fa ricordare che non posso scappare nei boschi, cosi decido di nascondermi nella cantina di una delle case vuote del villaggio dei vincitori.
Sdraiata sul pavimento freddo della cantina, appallottolo la parte davanti della mia camicia, me la ficco in bocca e comincio a urlare, fino a quando finisco la voce. Mi raggomitolo su un fianco e fisso le mattonelle del pavimento. Di nuovo nell’arena. Di novo nel luogo degli incubi. È li che sto per andare. Non avevo previsto questa possibilità. Ne avevo previste tante altre. Di essere torturata e giustiziata pubblicamente. Di fuggire nei boschi, inseguita dai pacificatori e dagli hovercraft. Di sposare Peeta e vedere i nostri figli obbligati a scendere nell’arena. Ma mai che io stessa avrei dovuto partecipare agli Hunger Games, di nuovo. Perché? perché non esistono precedenti. I vincitori sono esclusi a vita dalla mietitura. Il patto è questo, se si vince. Finora.

Da lontano, qualcuno chiama il mio nome. Ma in questo momento mi esonero dal pensare anche a coloro che amo di più. Penso solo a me. E a ciò che mi aspetta.
Rivivo nella mia mente la lettura della lettera e mi domando, è possibile che sia davvero l’edizione della memoria scritta settantacinque anni fa sembra? improbabile. È una risposta sin troppo perfetta ai problemi che Capitol City si trova a dover affrontare oggi. Liberarsi di me e domare i distretti, tutto in un bel pacco regalo.

Nella mia testa risento la voce del presidente Snow:
-nel settantacinquesimo anniversario, affinché i ribelli ricordino che anche il più forte tra loro non può prevalere sulla potenza di Capitol City, i tributi maschio e femmina saranno scelti ANCHE tra i vincitori ancora in vita. Non saranno ammessi volontari-
i vincitori sono i più forti tra noi. Sono quelli che sono sopravvissuti all’arena e si sono sfilati il cappio della povertà che strangola tutti gli altri. Lo sono, o dovrei dire noi siamo, l’autentica incarnazione della speranza là dove la speranza non esiste.
E ora alcuni vincitori verranno uccisi per dimostrare che persino quella speranza non era un’illusione. sono contenta di aver vinto appena l’anno scorso. Altrimenti avrei conosciuto i vincitori che tutti gli anni fanno da mentori ai tributi. Credo che molti di loro siano amici. Io, invece, gli unici vincitori miei amici che conosco sono solo due, Peeta ed Haymitch, quindi dovrò occuparmi di ucciderne uno solo, di amico, sempre se saranno estratti.

Peeta e Haymitch!!

Mi metto a sedere di scatto. Cosa mi passa per la mente non ce situazione al mondo che mi indurrebbe mai a uccidere Peeta o Haymitch. Ma uno di loro potrebbe essere, davvero, estratto come tributo. È in quel caso uno di loro sarà nell’arena insieme a me. Incomincio a pensare alla probabilità di avere Peeta o Haymitch come alleato nell’arena. In fondo Snow vuole colpire ed eliminare me, potrebbe anche decidere di risparmiare Peeta e Haymitch. In fondo con la mia morte li colpirà comunque. Soprattutto distruggerà Peeta. Non sono ammessi volontari, quindi il tributo maschio estratto, non potrà essere sostituito da nessuno. So per certo che Peeta si sarebbe offerto volontario per poter venire nell’arena con me. Per il mio bene. Per proteggermi. Ma a quanto pare Snow aveva previsto pure questo. Peeta doveva sperare di essere estratto altrimenti si sarebbe dovuto rassegnare a vedermi morire davanti ad uno schermo televisivo senza poter fare niente. La mia morte lo spezzerà per sempre e Snow ogni anno in occasione degli Hunger Games potrà mostrare il suo dolore alle telecamere, come dimostrazione della potenza di Capitol City.
Mi aggiro per la cantina con passo malfermo, cercando l’uscita.

Mi precipito di nuovo nella notte e vado dritta a casa di Haymitch, sicura di trovare lì anche Peeta.

Sono seduti entrambi al tavolo della cucina, Haymitch ha una bottiglia di liquore bianco mezza vuota in una mano, è ubriaco fradicio.
Peeta, invece, ha la testa appoggiata contro il tavolo e se la tiene tra le mani.

“è davvero un onore averti qui, dolcezza!”  mi dice Haymitch con un tono indecifrabile

Alle parole di Haymitch, Peeta alza la testa di scatto.

“goditi il momento Haymitch, perché sarò qui ancora per poco!!” dico con voca atona

Incrocio lo sguardo di Peeta, ma mi pento subito di averlo fatto, il suo viso è una maschera di dolore e disperazione. Anche lui è arrivato alla mia stessa conclusione. Stavolta non potrà proteggermi. Non potrà essere il mio alleato, ma solo il mio mentore. Lo sa lui come lo so io, ci sono poche possibilità che lui sia estratto insieme a me nell’arena. Snow ha un altro destino in servo per lui.

Alla mia frase segue un silenzio agghiacciante.

“E se non andasse così?” dice disperato Peeta “forse vuole solo spaventarci, magari non sarai tu il tributo femmina del 12!!”

Ma neanche lui era veramente convinto di ciò che aveva appena detto, si stava aggrappando alla speranza, ma questa volta, non c’era nessun dente di leone a cui aggrapparsi, la fiamma della speranza era stata spenta dalla lettura della lettera.

“se non sono io, sarà Prim, Snow vuole colpire me, e tra me e mia sorella preferisco che a lasciare questa vita sia io!!”

Per un attimo le mie stesse parole mi colpirono in pieno, in teoria anche Prim poteva essere estratta per l’edizione della memoria, ma non avrebbe avuto senso, ero io il vero nemico, il bersaglio. E poi Prim era amata anche dai capitolini, metterla nell’arena avrebbe solo incentivato la rivolta, non sarebbe stata una gran mossa.

 No, ne ero sicura, lui voleva me, aveva modificato la lettera per eliminare me. Inoltre con la mia morte avrebbe ferito e devastato tutte le persone che amavo di più, e inoltre avrebbe fermato i rivoltosi, dimostrandogli che nessuno può prendersi gioco di Capitol senza pagarne le conseguenze.

Decido di sedermi tra Peeta e Haymitch, strappo la bottiglia tra le mani di quest’ultimo e inizio a bere.

“a questo punto mi domando chi sia il tributo maschio” dice Haymitch, mentre traballante va a prendere una nuova bottiglia di liquore dalla mensola.

“potrebbe essere mio fratello” dice Peeta con voce tetra

“non penso, sarebbe uno spreco inutile, e poi Snow sa che, con dolcezza nell’arena, tu sarai fuori gioco in tutti i sensi. Non è con tuo fratello che vuole colpirti!!” dice Haymitch

Snow ci ha intrappolato come topi in gabbia. Conosce le nostre debolezze e sa come sfruttarle.

“chi altro resta?” chiede Peeta con la morte nella voce

“Be il militare è maggiorenne quindi non può essere estratto!!” dice Haymitch pensieroso

Già, Gale, è salvo, lui non può più essere eletto, è fuori dai giochi. Sollevata, penso che almeno lui è al sicuro. E la sua famiglia?? Rory e Posy potevano essere estratti

“il fratello di Gale” dico con terrore

“potrebbe essere” risponde Haymitch “escludendo Peeta e suo fratello, il fratello del militare potrebbe davvero essere estratto, ci sarei anch’io, ma Snow non avrebbe nessun vantaggio ad avermi nell’arena, e non ho parenti da poter estrarre, a parte voi due…” aggiunge ultimando la frase con leggero tremolio

“è tutta colpa mia, se avessi ingoiato i morsi della notte, non ci sarebbero state rivolte, Peeta sarebbe tornato al distretto, e la storia si sarebbe conclusa definitivamente, senza troppe conseguenze.”

“non sarebbe cambiato niente, e poi io non te l’avrei mai lasciato fare !!” risponde Peeta

“il ragazzo ha ragione, dolcezza, uccidendoti saresti diventata un martire, le rivolte non si sarebbero fermate, anzi il contrario, la tua famiglia si sarebbe trovata sotto i riflettori di Capitol City, e il ragazzo avrebbe visto le pene dell’inferno, anche se penso che pur di non tornare a casa senza di te si sarebbe ammazzato pure lui!!” aggiunge Haymitch, guardando Peeta negli occhi, scolandosi tutta la bottiglia di rum

Cerco lo sguardo di Peeta ma lui mi evita

Un pensiero atroce si fa breccia nella mia mente

“Peeta, promettimelo!!” dico

“che cosa?” mi chiede continuando a guardare tutto, tranne me.

“devi promettermi che qualsiasi cosa mi succeda, tu, andrai lo stesso avanti con la tua vita!!”

“quale vita?” mi dice alzandosi infuriato dalla sedia sbattendo una mano sul tavolo.

“non ce nessuna vita, questa non è vita!!...la vita non è mai stata nostra e mai lo sarà, finché Snow vivrà nessuno avrà pace, soprattutto io…” urla furioso continuando a sbattere i pugni sul tavolo.

finalmente incrocio il suo sguardo e quello che vedo mi gela il cuore.

Rabbia, nel suo sguardo ce solo rabbia, la stessa rabbia che ogni giorno vedo negli occhi di Gale, la rabbia era una caratteristica distintiva di Gale ma non di Peeta…

Ho paura…ho paura che Peeta faccia qualche sciocchezza…la rabbia non porta mai nulla di buono
“Peeta, ti prego, calmati!!” dico, mi volto verso Haymitch per chiedergli aiuto con lo sguardo, ma l’alcool aveva preso il sopravvento e lui era svenuto.

Dovevo cavarmela da sola, maledetto Haymitch!!

L’alcool che avevo bevuto mi stava già facendo effetto, magari avere meno freni inibitoti mi avrebbe aiutato ad uscire da questa situazione, cosi per una volta parlai senza freni.

“è vero, finche Snow vive nessuno sarà al sicuro, ma io voglio che tu mi prometta che non la darai mai vinta a Snow!!, che finché potrai continuerai a vivere e a tenergli testa!!, per me non c'è più niente da fare ormai, tra qualche mese entrerò di nuovo nell’arena, e ci sono poche possibilità che io esca viva da lì, ma io voglio che tu viva, per entrambi, e se non vuoi farlo per te stesso, fallo per me!!” dico mentre prendo il suo viso tra le mie mani per costringerlo a guardarmi dritto negli occhi.

“va bene” mi dice con voce tremante e con gli occhi lucidi “ma tu, in cambio, devi promettermi che farai di tutto per tornare da me!!” aggiunge con voce spezzata.

In un'altra occasione il suo riferimento al suo imperituro amore nei miei confronti mi avrebbe messa a disagio, ma in questo momento l’unica cosa che volevo fare era abbracciarlo e stringerlo forte a me, cosi approfittando dell’effetto della sbornia, annullo la distanza che c’è tra noi, metto le mani dietro il suo collo e lo abbraccio, nascondendo il viso nel suo petto.
Quasi subito le sue braccia circondarono il mio corpo, il suo abbraccio protettivo mi sarebbe mancato tantissimo.
Penso alla sua proposta. Non posso promettergli che farò di tutto per tornare a casa, non so ancora chi verrà con me nell’arena. Se fosse davvero Rory ad essere estratto sarà mio dovere proteggerlo e riportarlo a casa. Però, sapevo che se non gliel’avessi promesso, Peeta non avrebbe rispettato la sua parte del patto, così decisi di mentirgli per l’ennesima volta.

“d’accordo, però tu devi rispettare il patto qualsiasi cosa mi succeda!!”

“va bene” mi sussurra stringendomi più forte, baciandomi la testa.

Sospirai, godendomi il tepore di quell’abbraccio accogliente, che sapeva di casa e profumava di cannella e pane caldo.

“Adesso devo andare” dico rammaricata

Lo sento sospirare, mentre con palese sforzo si stacca da me.

“ci vediamo domani” mi dice con voce spenta

Annuisco e lanciandogli un ultimo sguardo lascio la stanza.

Adesso devo andare a casa e affrontare mia madre e Prim. La testa mi gira per il liquore che ho bevuto, sono molto stanca. Mentre salgo barcollando i gradini di casa mia, la porta si apre e Gale mi attira tra le sue braccia.

“Avevi ragione. Avremmo dovuto andarcene quando l’hai detto tu” sussurra

“No” dico. fatico a mettere a fuoco
“Non è troppo tardi” dice

Sopra la sua spalla vedo mia madre e Prim aggrappate l’una all’altra nel vano della porta. A cosa servirebbe scappare? ci ammazzerebbero comunque. Moriremmo tutti. Fine della storia.

“si lo è” mi cedono le ginocchia e Gale mi sostiene. Mentre l’alcool mi annichilisce la mente percepisco il pavimento avvicinarsi.
 
Quando mi sveglio, riesco appena ad arrivare al bagno prima che il liquore bianco torni a fare la sua comparsa. Brucia nel venire su quanto bruciava nell’andare giù, e ha un sapore doppiamente schifoso. Mi ritrovo sudata e tremante dopo avere vomitato, ma almeno la maggior parte di quella roba mi è uscita dal corpo. Nel sangue, però, ne è finita a sufficienza per regalarmi emicrania martellante, bocca riarsa e bruciore di stomaco.
Apro la doccia e mi strofino dalla testa ai piedi. Finalmente pulita, mi infilo l’accappatoio e torno a letto, ignorando i capelli gocciolanti.

I passi sulle scale rinnovano il panico di ieri sera. Non sono pronta per vedere mia madre e Prim. Devo riprendere il controllo dei miei nervi e mostrarmi calma e rassicurante, come ero quando ci siamo salutate il giorno della mietitura, devo essere forte. Mi sforzo di assumere una posizione eretta, e mi preparo all’incontro. Loro due compaiono nel vano della porta, portando te e pane tostato, i visi colmi di preoccupazione. Apro la bocca con l’intenzione di esordire con una battuta ma scoppio in lacrime. E addio all’essere forte. Mia madre si siede da una parte del letto, mentre Prim ci sale sopra, mettendosi accanto a me, e insieme mi abbracciano, mormorando parole rassicuranti, finchè non ho pianto quasi tutte le mie lacrime. A quel punto Prim prende un asciugamano e mi asciuga i capelli, districandone i nodi, mentre mia madre mi convince a inghiottire un po’ di te e di pane tostato. Mi mettono un pigiama caldo, stendono sopra di me altre coperte, e io mi addormento di nuovo.

Dalla luce vedo che è pomeriggio inoltrato, quando riprendo conoscenza. Lo stomaco e la testa sono ancora deboli, ma vanno molto meglio di qualche ora fa. Mi alzo, mi vesto e mi tiro indietro i capelli in una treccia. Al piano di sotto, mia madre e Prim tornano ad abbracciarmi, ma senza eccessi di commozione. So che si tengono dentro quello che provano per facilitarmi le cose. Anche loro hanno tratto le loro conclusioni. Sanno che ho il 99% di possibilità di entrare nell’arena dell’edizione della memoria.

Guardo mia sorella, ed è difficile credere che sia la stessa ragazzina delicata che lasciai il giorno della mietitura, nove mesi fa. Quella prova e tutto ciò che è accaduto in seguito-la crudeltà nel distretto, la lunga fila dei malati e dei feriti che ormai lei cura da sola quando mia madre è troppo impegnata per farlo – l’hanno invecchiata di anni. È cresciuta un bel po’. Adesso siamo praticamente alte uguali, ma non è quello che la fa sembrare tanto cresciuta.

Con un mestolo, mia madre mi versa una tazza di brodo. E io ne chiedo un’altra da portare a Haymitch. Poi attraverso il prato, diretta a casa sua. Si è appena svegliato e accetta la tazza senza fare commenti. sediamo li, quasi tranquilli, sorseggiando il nostro brodo e osservando dalla finestra del salotto il sole che tramonta. Sento qualcuno che va in giro al piano di sopra e ne deduco che si tratti di Hazelle, ma qualche minuto dopo è Peeta che scende le scale e, pertanto, getta sul tavolo uno scatolone di bottiglie vuote di liquore bianco.

“ecco fatto” dice

Mettere a fuoco lo sguardo sulle bottiglie richiede tutte le energie di Haymitch, perciò sono io a chiedere:

“ecco fatto cosa?”

“ho versato tutto il liquore giù per lo scarico” mi informa Peeta.

Questo sembra scuotere dal torpore Haymitch, che con movimenti goffi tocca lo scatolone, incredulo “tu cosa?”

“ho buttato tutto” dice Peeta

“ne comprerà ancora” osservo

“no, non lo farà” replica Peeta. “stamattina ho rintracciato Ripper e le ho detto che la denuncio se venderà qualcosa a uno dei due. Per sicurezza l’ho anche pagata, ma non credo sia ansiosa di farsi arrestare di nuovo dai pacificatori”.

Haymitch cerca di colpirlo con il coltello, ma Peeta lo schiva con tanta facilità che il tentativo è patetico. La rabbia monta dentro di me:“quello che fa lui non ti riguarda”

“Mi riguarda eccome!!. Comunque vada a finire, tutti e tre saremmo coinvolti nell’edizioni nella memoria. Se Katniss o uno di noi entrerà nell’arena, chi resta dovrà fare il mentore. Non possiamo permetterci di avere ubriaconi in questa squadra.”

Il Peeta afflitto dal dolore, di ieri sera, era scomparso. A quanto pare aveva preso un po’ troppo alla lettera il patto che avevamo stretto ieri sera. Non si era rassegnato.
Voleva salvarmi a tutti i costi. Stava combattendo, nonostante tutto. Ma non sarebbe servito a niente, si sarebbe solo illuso e alla fine avrebbe solo sofferto di più.

“non preoccuparti, ti troverò altro liquore.” Mi rivolgo a Haymitch

“e io vi denuncio tutt’e due” ribatte Peeta

“insomma, qual è il punto?” sbotta Haymitch

“il punto è che se uno di noi o qualcuno che conosciamo entra nell’arena, dovrà tornare a casa da Capitol City insieme ai mentori. La settantacinquesima edizione degli Hunger Games deve essere vinta da uno dei tributi del distretto 12” risponde Peeta “Effie mi sta mandando le registrazioni di tutti i vincitori ancora vivi. Dobbiamo guardare i loro giochi e imparare tutto il possibile sul modo in cui combattono. Dobbiamo mettere su peso e irrobustirci, dobbiamo cominciare a comportarci come Favoriti. E non lo faremo solo noi tre ma anche Prim, mio fratello e Rory!!”

“ragazzo, non puoi costringere tutto il distretto ad allenarsi” sbotta Haymitch

“non tutto il distretto, solo le persone che rischiano davvero di essere estratte e comunque non costringerò nessuno, a parte voi due!!”

“non voglio che Prim sia coinvolta” dico sconcertata

“comunque vadano le cose, a Prim può fare solo bene imparare qualche tecnica di autodifesa o di sopravvivenza!” dice Peeta imperterrito

Interpreto le sue parole…non ci avevo ancora pensato. Se io muoio, Prim e mamma se la dovranno cavare da sole. Avrebbero ancora la casa dei vincitori, non so se la mia vincita sarà valida anche dopo la mia morte però so per certo che Gale, Peeta ed Haymitch non permetterebbero mai che morissero di fame. Però effettivamente a Prim poteva essere utile conoscere qualche tecnica di autodifesa o combattimento, in fondo anche mio padre aveva trasmesso i suoi insegnamenti a me, e io avrei potuto fare lo stesso con Prim prima di entrare nell’arena. Peeta approfittò del mio silenzio per concludere il suo brillante discorso:

“io penso a mio fratello, tu parla con Gale per Rory, da domani inizieremo gli allenamenti, che a voi piaccia o no, parteciperete all’allenamento, perché il 12 avrà un altro vincitore dopo questa edizione!!”  e con irruenza esce dalla stanza, sbattendo la porta d’ingresso.

Io e Haymitch sussultiamo al rumore.

“è completamente andato fuori di testa, non voglio nemmeno pensare in cosa si trasformerà dopo la tua morte!” dice afflitto Haymitch

“Gli ho fatto promettere di non fare sciocchezze!!” rispondo preoccupata

“spero ti dia ascolto, dolcezza!!” risponde poco convinto.

Deciso di accontentare Peeta, così, lascio la casa di Haymitch e mi dirigo a casa di Gale.

Mi siedo al tavolo della cucina di Hazelle e comincio a illustrare il piando di Peeta a Gale e a sua madre, evito di dire che ci sono molte probabilità che Rory sia estratto,
Hazelle non reggerebbe la notizia, ma lo sguardo serio e rabbioso di Gale mi fa capire che lui lo ha capito. Cosi alla fine è lui a rispondere per entrambi:

“d’accordo, Rory ha il permesso di allenarsi con voi, ma lo farà solo dopo la scuola” risponde Gale brusco
Annuisco, saluto Hazelle e mi dirigo alla porta, scendo gli scalini e mi giro verso Gale. Lo vedo socchiudere la porta, so già cosa sta per chiedermi, e so che non vuole che la madre ascolti la conversazione.

“quante possibilità ci sono che Rory sia estratto?” chiede furioso stringendo i pugni

“le possibilità sono alte” dico sfuggendo al suo sguardo infuriato “mi dispiace” aggiungo

è tutta colpa mia, se Rory veniva estratto è solo perché Snow è a conoscenza del fatto che fra me e Gale ce qualcosa.

“non dispiacerti, mi avevi avvisato del fatto che la situazione sarebbe peggiorata, volevi che scappassimo ma io ti ho convinta a non farlo e adesso ne pagherò le conseguenze” dice abbassando lo sguardo

“ se ad entrare nell’arena saremo io e Rory, farò tutto il possibile per farlo tornare al 12” dico per rassicurarlo

Lui ride ironico e dice “mi stai dicendo che devo prepararmi a scegliere tra la vita di mio fratello e quella della ragazza che amo?!”

Lo guardai, in questo momento avevo solo voglia di piangere.

“non è detto che vada così” sussurro, mi giro e corro verso casa, con un macigno nel cuore.

L’Indomani iniziammo gli allenamenti, l’unico a non aver accettato di allenarsi era stato il fratello di Peeta, a quanto pare la madre di Peeta non voleva che un altro dei suoi figli venisse coinvolto nelle questioni di Capitol City.
Ogni sera ci guardavamo i vecchi riepiloghi dei giochi in cui hanno trionfato i vincitori ancora vivi. Ordinandoli per età, mi accorgo che alcuni dei nostri potenziali avversari sono anziani, il che è triste e incoraggiante al tempo stesso. Peeta prende una quantità di appunti, Haymitch fornisce informazioni sulla personalità dei vincitori, e poco alla volta cominciamo a conoscere la concorrenza. Tuttavia i vincitori non erano i nostri unici nemici, nell’arena ci saranno anche nuovi tributi di cui non sapremo niente fino al giorno della mietitura.

Per Rory e Prim all’inizio non fu facile stare lì seduti a vedere le vecchie edizioni degli hunger games, ma col passare dei giorni manifestarono più coraggio. Tra mattine e pomeriggi alterniamo esercizi per irrobustire la muscolatura ed esercizi sulle tecniche di combattimento. Corriamo, solleviamo pesi, lanciamo coltelli e lottiamo corpo a corpo. Insegno loro persino a scalare gli alberi. Con enorme stupore noto che Prim è molto brava ad arrampicarsi sugli alberi, è veloce e se la cava anche con il lancio dei coltelli. Così decido di costruirle una fionda, per farla esercitare con quella. Ufficialmente, i tributi non dovrebbero allenarsi, ma nessuno cerca di impedircelo. Anche in anni regolari, i tributi dei distretti 1,2 e 4 si presentavano già capaci di brandire lance e spade. Questo è niente, in confronto.
Dopo anni e anni di abusi, il fisico di Haymitch si oppone a ogni miglioramento. È ancora molto forte, ma la corsa più breve gli toglie il fiato. E si penserebbe che un tizio che ogni notte dorme col coltello in mano sia capace di lanciarne uno e colpire il muro di una casa, ma le sue mani tremano a tal punto che ci vogliono settimane per riuscire anche in una cosa così semplice.

Io, Peeta, Prim e Rory ce la caviamo molto meglio.

Anche Rory come Prim è molto veloce, ma lui è molto più portato per il combattimento corpo a corpo, inafatti sorprendentemente, nonostante la sua esile statura era riuscito ad atterrare sia me che Haymitch, provocando le risate di Peeta e Prim che si erano goduti lo spettacolo seduti su l’erba. Con il nuovo regime di vita, gli allenamenti quotidiani, davano a me come agli altri qualcosa da fare. Non avevamo accettato la sconfitta. Mia madre ci prepara una dieta speciale per prendere su peso e cura i nostri muscoli doloranti. Prim ci insegna a curare le ferite più lievi e a usare le erbe mediche. Una sera ci spiega anche come intervenire e come comportarci con ferite più gravi. Persino Gale, decide di fare parte del gruppo, infatti la domenica ci insegna tutto quello che sa sulle trappole. è strano per me ritrovarmi a parlare con Peeta e Gale insieme, ma sembra che loro abbiano messo da parte i problemi che possono avere riguardo me.
Una sera, mentre riaccompagno Gale in città, lui ammette persino:
“sarebbe meglio se fosse più facile odiarlo”

“non dirlo a me” ribatto e aggiungo “se solo fossi riuscita a odiarlo nell’arena, ora non ci ritroveremmo in questo casino. Lui sarebbe morto e io sarei una piccola vincitrice felice per conto mio.”

“e noi due, dove saremmo, Katniss?” chiede Gale

Esito, senza sapere cosa dire. Dove sarei io col mio finto cugino che non sarebbe mio cugino se non fosse per Peeta?

“a caccia. Come tutte le domeniche” dico.

So che la sua domanda non era da prendere alla lettera, ma data la situazione non potevo rispondere diversamente. Gale sa che ho scelto lui, e non Peeta, quando ho deciso di non scappare. per me non ha senso parlare di cose che avrebbero potuto essere e poi temo che anche un solo cedimento emotivo con Gale potrebbe indurlo a fare qualcosa di drastico. Tipo dare inizio alla rivolta nelle miniere. E come dice Haymitch, gli abitanti del distretto 12 non sono pronti per questo. Inoltre visto che non prevedo di farcela a tornare indietro viva, una seconda volta, prima Gale mi lascia andare e meglio è.

I giorni passano e il giorno della mietitura arriva. E niente va come pensavo che andasse.

Era un giorno afoso, gli abitanti del distretto 12 aspettano l’esito della mietitura in piazza. I ragazzi che potrebbero essere mietuti sono distribuiti per ordine di età davanti al palco allestito per l’evento. Noi vincitori siamo stati posizionati sopra al palco, accanto al sindaco e dietro ad Effie, che come sempre si prepara ad estrarre i nomi dalle ampolle.
Ho uno strano presentimento, un’improvvisa inquietudine si fa largo dentro me.
Cerco Prim fra la folla di bambini della sua età, e la trovo a fissarmi, i suoi occhi sono colmi di paura e preoccupazione, continuo a fissare quei limpidi occhi azzurri che non avrebbero mai dovuto manifestare certi sentimenti.

Sento Effie pronunciare: “Prima le ragazze”

Chiudo gli occhi e mi preparo a sentire il mio nome

“il fortunato tributo femmina del distretto 12 è…” ce qualcosa che non va, Effie tentenna, sembra avere un nodo in gola, spalanco gli occhi nell’esatto momento in cui pronuncia con voce sconvolta il nome di mia sorella.

“Primrose Everdeen”

Primrose Everdeen…com’è possibile?!

Ci deve essere stato un errore. No...non può essere…toccava a me essere scelta, sono io il bersaglio di Snow, perché è uscita Prim!?.

Ero sconvolta, mi mancava l’aria, era come se qualcuno mi avesse dato una serie di pugni allo stomaco. Sconcertata vidi Prim farsi strada tra la folla, a testa bassa.
Mi rimbalzano in testa le parole di Snow…non sono ammessi volontari…Snow mi aveva teso una trappola e io c’ero cascata in pieno.
Presa dal panico e in stato di schock mi girai verso Peeta e Haymitch.

Haymitch si era trasformato in una statua di ghiaccio, aveva la bocca spalancata, dalla sorpresa, e gli occhi che trasudavano, incredulità.

Ma quello che mi sorprese di più fu la reazione di Peeta, non era per niente sorpreso, anzi, nel suo viso primeggiavano consapevolezza e rassegnazione, esterrefatta lo vidi stringere i pugni e fare dei passi verso Effie.

 Adesso anche Haymitch lo stava guardando, sconcertato quanto me.

“ragazzo, cosa stai facendo?” sbotta Haymitch terrorizzato

Ma Peeta non ebbe bisogno di rispondere, perché Effie con un singhiozzo mal trattenuto pronuncia il suo nome:

“Peeta Mellarck”

Lo vedo camminare sul palco, con passo convinto, ma spiazzando me e l’intera piazza, non si mette alla destra di Effie, come avrebbe dovuto fare, ma si posiziona direttamente accanto a Prim e con la sua mano destra le prende la mano.

A quella vista il mio cuore va in mille pezzi e stavolta nessuno sarà in grado di rimetterlo in sesto.

Le due persone più buone, dolci, gentili, umili e amabili che abbia mai conosciuto stanno per andare incontro a morte certa, e non ce niente che io possa fare per evitare ciò.

 Compresi con orrore il piano di Snow.

Vuole cancellare gli avvenimenti dei settantaquattresimi Hunger Games. E per farlo ha fatto in modo che ad essere riestratti fossero gli stessi tributi della scorsa edizione. Ha fatto in modo che nessuno potesse prendere il posto di Peeta e Prim e li ha, di nuovo, condannati a morte, per punire me e per far capire la vera potenza di Capitol City.
Che i settantaquattresimi Hunger Games abbiano di nuovo inizio, penso con orrore, mentre guardo con la morte negli occhi, due delle persone a cui tengo di più al mondo, farsi forza a vicenda.

Vorrei essere morta, vorrei che Prim e Peeta fossero morti, vorrei che non fossimo mai esistiti.

 la piazza non è rimasta impassibile a tutto questo. Infatti dopo che Effie con voce tremante dice:

“che la fortuna possa essere sempre al vostro favore”

Tutta la gente presente in piazza alza le braccia in alto ed effettua il saluto a tre dite, come segno di rispetto.

Peeta e Prim vengono immediatamente scortati nel Palazzo di Giustizia. io ancora sotto schock, rimango sconvolta e paralizzata ferma nel mio posto, finché Haymitch mi prende una mano e mi trascina, corrend,o nel palazzo. Lì, troviamo il capo dei Pacificatori che ci aspetta con un sorriso sarcastico. Ci dice che c’è un cambio di programma e che in questa edizione non ci sarà concesso un’ora per i saluti.
Ci fanno uscire dalla porta posteriore e salire su due macchine. Io finisco nel sedile posteriore di una di queste insieme a Effie, e Haymitch, e a due guardie sedute nei posti davanti, sento scattare le serrature delle portiere, siamo in trappola.

 Mi guardo intorno disperata, cercando Peeta e Prim con gli occhi.  Li vedo salire nella macchina davanti a quella nostra. Veniamo portati alla stazione.Durante il viaggio il mio pensiero va a mia madre, si lascerà morire dal dolore, spero che Gale e Hazelle si prendano cura di lei e che non la lascino sola. I pacificatori ci accolgono in stazione e in fretta e furia ci fanno salire tutti sul treno.

Sconvolta e tremante prendo Prim tra le braccia, e senza poterci trattenere scoppiamo entrambe in un pianto disperato. Tra i rumori dei nostri singhiozzi sento dei passi malfermi e irregolari venire verso di noi. Un profumo di pane caldo e cannella ci avvolge e delle braccia calde, forti e protettive ci stringono forte e ci sussurrano dolci parole confortanti. Ci aggrappiamo disperatamente a Peeta e alle sue parole, a quanto pare lui è, l’unico, che ha ancora la voglia e la forza di combattere.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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