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Autore: Andrea_Vitali    18/02/2018    1 recensioni
Un giovane e promettente scrittore viene invitato da un misterioso editore ad assistere a dei particolari dibattiti nel suo club di scrittori.
Tuttavia, capirà ben presto che non saranno delle semplici riunioni tra intellettuali...
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 Ottobre 1849

Da lungo tempo la mia penna non scorre tra queste pagine, questo diario di fantasticherie e ricordi. Non sono intontito dall'oppio, ne annebbiato dall'assenzio, ma ciò che l'inchiostro ora manifesta e sigilla sul bianco, sia di monito a chiunque! Nessun avvenimento, passato o presente nella mia vita, era mai stato così maledetto, così spaventoso.

Tre anni sono passati da quando Virginia mi abbandonò, e solo due giorni da quando quell'essere, quel demonio, bussò alla mia porta.

Un tal Reynolds, vestito come la notte e incorniciato da sorrisi e fumo di sigarette. Non capii da subito il motivo della sua visita.

Signore, se solo non gli avessi dato ascolto!

Mi disse che era un mio fedele lettore, un cultore del brivido, e aveva appena aperto qui, a Baltimora, un circolo di intellettuali, spiritisti, inventori, di cui lui ne era l'editore. Niente di malfamato, solo abili pensatori!

Dove la mia ragione tentava di svegliarmi, la curiosità mi fece da guida verso questo strano convivio.

Avrei avuto modo, così mi disse, di rinfrancare la creatività, da tempo assopita, e riprendere a scrivere, a vivere. E fu così preciso, così arguto, da offrirmi grosse somme se solo avessi voluto unirmi a loro.

Accettai senza freni, e mi diede l'indirizzo! Voi forze dell'ordine che troverete questo manoscritto, sappiate che oltre la chiesa di San Bartolomeo, dietro la vecchia bottega dei ciabattini, troverete un porticato senza insegne. Cercate, trovate quell'uomo, quel Reynolds, e rinchiudetelo per l'eternità!

La scorsa notte mi presentai all'appuntamento, impeccabile nell'ora. Egli mi accolse in una nuvola di fumo e buone maniere, mi fece accomodare e mi portò dai suoi colleghi. Gente strana infestava la casa: uomini in tuniche antiche che guardavano con meraviglia la più semplice delle gingillerie, due prussiani, dall'aspetto vetusto, che confabulavano davanti al fuoco del camino e un uomo assai alto quanto raffinato che sorseggiava un liquore. Reynolds mi presentò a quest'uomo, magro da sembrare malconcio, ma ben tenuto e dal portamento elegante. Un certo Howard Philipp, di Providence. Mi disse che era affascinato dalle mie opere, in un tal verso ne era stato ispirato e mi chiese garbatamente se avremmo potuto discutere dopo “l'incontro”.

Non afferrai fin da subito le sue parole, ma alla luce dei fatti che sto per descrivere, maledico il giorno in cui quel demonio bussò alla mia porta!

Entrammo in un vasto salone, il più immenso ad abitare la mie memorie, spoglio e con le finestre oscurate da ampi lenzuoli. Un camino posto in mezzo alla stanza illuminava pacatamente la scena.

Il gentiluomo di Providence s'incamminò a un capo della sala, sedendosi su un'ampia poltrona, con il braccio appoggiato a un piccolo tavolino intarsiato. Penna in mano, calamaio affianco, stava iniziando a scrivere qualcosa.

Dall'altra parte la coppia di prussiani: il più vecchio dei due sedeva dinnanzi all'altro, continuando a parlare la loro incomprensibile lingua.

Il silenzio fece dimora in quella stanza. Fu allora che iniziò tutto.

Il fuoco del camino svanì e la poca luce che filtrava attraverso le finestre rabbuiate suggeriva al mio sguardo la nascita di un mostruoso essere dagli occhi d'abisso e il volto da piovra alle spalle del mio conoscente. La bestia tentacolare lo sorvolò in un moto silenzioso, innaturale, lanciandosi verso l'altro capo della stanza.

Il vento fece dei rami fruste contro le vetrate, e il lampo luce per questo macabro carnevale.

L'essere si fermò e solo allora vidi, nei lampi che ne susseguirono, sei uomini o forse più, massicci nelle braccia ma minuti nel corpo, armati di asce e picconi, avventarsi sul mostro.

Ciò che era inconcepibile per natura s'impossessò della mia ragione, e scappai in preda alle visioni più agghiaccianti del peggiore degli incubi!

Ora sono qui, a scrivere mio malgrado queste memorie, auspicando che l'umanità intera non colga mai ciò che i miei occhi hanno veduto!

Lo so, Reynolds tornerà a cercarmi, ma non mi troverà mai!
Virginia, amore mio, temo che tra poco le nostre anime si incontreranno. Prepara il giaciglio per cullare queste mie spoglie mortali.

E voi che state leggendo queste righe, non pensate che tutto ciò sia finzione o frutto di qualche mistura allucinante! Se durante una notte di sconforto un tale con bombetta e sigaretta in bocca bussa alla vostra porta, scacciatelo, non fatelo entrare! Esso è il demonio venuto a reclamare la vostra anima!

Ora me ne vado! Egli non mi troverà! Mai più! Mai più!

E. A. Poe

   
 
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