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Autore: Cipollina    20/02/2018    3 recensioni
Harry è stanco, Draco è appena tornato da una festa con obbligo di vestito tradizionale e... beh, chissà come alle tre del mattino si ritrovano a dover discutere di panini, di look più o meno appropriati e della Dea Gatta e dei suoi Gattini.
Una ficcina piccolina che ha il semplice scopo di strapparvi un sorriso.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Era stata una giornata orribile, la consapevolezza lo colpì mentre appoggiava la mano sulla maniglia della porta, finalmente tornato a casa. Tutto quello che poteva andare storto era andato storto e tutto quello che non aveva modo di andare storto… beh, aveva trovato il modo di farlo comunque. Era esausto, irritato e affamato.

Indugiò ancora davanti alla porta, aveva le anche che gli dolevano per tutto il tempo che era restato in piedi, irrigidito dall’ansia, non era riuscito a trovare il tempo di mangiare pranzo e aveva passato buona parte del giorno a discutere con tutti quelli che gli stavano attorno, voleva entrare in casa, sdraiarsi sul letto e smettere di esistere fino al mattino dopo… eppure stava indugiando.

Conviveva con Draco da ormai tre mesi, tre mesi di surreale e meravigliosa felicità… ma per la prima volta si sentiva indeciso.

Draco aveva quel modo strano di riporre le scarpe, sistemandole tanto dritte da mettere un po’ inquietudine e lui aveva cominciato a fare la stessa cosa, un po’ in imbarazzo nel trovare le proprie sempre orribilmente storte, oggi sarebbe davvero riuscito a trovare la voglia di sistemarle correttamente?

A Draco piaceva quando mangiavano assieme, per quanto fosse tardi o affamato, finiva sempre per aspettarlo così da poter condividere la cena, oggi avrebbe avuto la forza di sedersi a tavola e mangiare, invece di afferrare la prima cosa che trovava nella dispensa e infilarsi a letto?

Finivano sempre per chiacchierare prima di andare a coricarsi, tutte le sere, indipendentemente dall’ora o dal giorno, si ritrovavano in bagno, preparandosi per andare a dormire ed ecco che cominciavano a scambiarsi conversazioni spezzate, un po’ urlate per sovrastare il rumore dell’acqua della doccia, un po’ stranamente distorte dallo spazzolino, oggi non aveva nemmeno voglia di lavarseli i denti.

E poi c’erano tutte le altre cose, le piccole routine: chi controllava gli Incantesimi di protezione la sera, chi riponeva i piatti puliti dopo la cena oppure chi dava da mangiare a quel dannato gatto che si ostinavano a considerare selvatico, anche se ormai era impossibile sedersi sul divano senza che venisse ad accoccolarsi sulle ginocchia di uno di loro… oggi avrebbe avuto voglia di dedicare i soliti due minuti per grattargli quel punto particolarmente sensibile appena davanti all’orecchio sinistro?

Le verità? La verità pura e semplice?... per la prima volta da quando condivideva la vita con Malfoy, per la prima volta non credeva di aver voglia di vederlo, per la prima volta avrebbe preferito ritrovare il silenzio di una casa vuota.

Harry trattenne bruscamente il fiato a quel pensiero. Abbassò la maniglia ed entrò.

“Ciao”

Glielo urlò dalla cucina e Harry sentì un po’ di irritazione risvegliarglisi nel petto, perché Draco avrebbe potuto fargli il favore di venire a salutarlo, perché era spossato, perché si sentiva in colpa per quello che aveva pensato un attimo prima ed era troppo stanco anche per quello.

Lo sentì discutere con qualcuno, la sua voce un po’ strascicata e petulante e si rese conto che stava sgridando il gatto: si ostinava a sostenere che gli stava antipatico, anche se la notte che non era venuto a miagolare davanti alla porta alla solita ora aveva passato tutto il tempo a fingere di non essere in ansia fino a quando Harry non si era messo a cercarlo per poi trovarlo addormentato sul loro letto. Era stupido che sostenesse di non sopportarlo, avrebbero dovuto dargli un nome e farla finita con quella storia, dopotutto lo aveva portato già due volte dal veterinario e Draco gli aveva perfino comprato uno di quei cosi per farsi le unghie.

Quando entrò in cucina Draco era inginocchiato a terra, il muso del gatto a due centimetri dal naso e un indice minacciosamente puntato verso il muso. Quando alzò gli occhi su di lui, l’animale ne approfittò per strusciarsi contro il suo dito, per nulla intimidito.

“Ciao”

Harry si costrinse a sorridere, ma gli occhi di Draco restarono fissi nei suoi per un paio di secondi.

“Perché non vai a sederti di là mentre io finisco di preparare cena?”

Harry lo guardò, sorpreso, ma un attimo dopo Draco si alzò da terra e lui perse qualsiasi capacità di parola. Il compagno afferrò il gatto che ronfava sonoramente e glielo mise in braccio:

“Va a sederti sul divano con la bestiaccia e io arrivo subito, ok?”

Si rese conto del suo sguardo scioccato solo quando Harry non si mosse:

“Che cosa c’è?”

Harry cercò di riscuotersi e il gatto, vedendo che non avrebbe ricevuto coccole, sgusciò dalle sue braccia per saltare a terra, lui nemmeno se ne accorse.

“Che cosa…?”

Draco aggrottò le sopracciglia, confuso, e Harry sbottò:

“Che cavolo ti sei messo?!”

“Oh… te l’ho detto che oggi dovevo andare a quella stupida festa, era per onorare le origini della nostra famiglia o una cagata simile, mi sono messo il costume tradizionale.”

Harry perse il controllo della mascella, puntando stupidamente il dito verso le sue gambe, senza parole.

“E’… sei… le tue… sei andato in giro così?!”

Draco arrossì, imbarazzato, non era abituato a sentir criticare le proprie scelte in fatto di moda, non aveva mai dato a nessuno motivo di criticare il suo aspetto, ma che i commenti venissero da Harry?!

“E’ tradizionale… eravamo praticamente tutti vestiti così…”

Harry non staccò gli occhi dalle sue ginocchia.

 “Harry! E’ un kilt, fattene una ragione!”

Draco sentì il risentimento raggiungergli finalmente la voce, e che cavolo!, per quanto stanco e irritato potesse essere, e gli era bastata un’occhiata per capire che lo era parecchio, non aveva nessun diritto di giudicare e commentare quello che lui poteva o meno mettersi addosso!

Harry si riscosse, improvvisamente consapevole della propria esagerata reazione, ma con la consapevolezza le sue guance si arrossarono violentemente e Draco tornò a non capirci nulla, che diavolo stava passando per la testa del compagno?

Un attimo dopo Harry si era spinto in avanti e lo stava baciando, le sue mani sui fianchi e il suo corpo spinto contro.

“Harry?...”

L’uomo si riappropriò della sua bocca e Draco vi lesse la sua improvvisa lussuria con la facilità nata dall’abitudine, un improvviso dubbio sorse in lui mentre il corpo reagiva con altrettanta facilità. Rispose al bacio fino a quando restò senza fiato, poi si allontanò con un ghignetto e il fiato corto.

“Harry?”

L’uomo non lo ascoltò, le mani che scendevano dai suoi fianchi e raccoglievano manciate di tessuto. Draco trattenne bruscamente il respiro, poi il compagno riuscì ad infilare le mani sotto al kilt e si ritrovò le sue mani sulle cosce. Mani calde e fameliche.

“Harry!”

Finalmente riuscì ad attirare la sua attenzione, ma dovette afferrargli il volto con le mani per trattenerlo dal tappargli di nuovo la bocca con un bacio.

“… aspetta un secondo, ok? Sia tu che le tue mani mi dovete una spiegazione…”

Harry posò un bacio sulle dita che gli tenevano ferma la testa, poi sembrò distrarsi e prese a leccargliele.

Draco…”

Lo mugugnò, lo mugugnò contro alle dita ancora davanti alle sue labbra e umide di saliva e Draco lasciò perdere, tutto il suo corpo che azzittiva il bisogno di qualunque spiegazione. Harry aveva le pupille dilatate, le mani fra le sue cosce e un’erezione che spingeva contro di lui, qualunque forma di conversazione più complessa di un gemito era francamente poco prioritaria.

Un istante dopo sentì un singhiozzo infrangersi fra i denti, il compagno aveva scoperto che indossava i boxer, provò a sorridere, ma Harry gli morse forte le labbra e le sue mani gli si strinsero quasi dolorosamente sulle natiche.

“Che ne è della tradizione”

“E’ solo una leggenda metropolitana”

Un mugugno di insoddisfazione e Draco si mise a ridacchiare:

“Togli le mani e chiudi gli occhi, sporcaccione”

Harry li chiuse, mordendosi le labbra piegate in un sorriso e Draco si sfilò l’indumento intimo, per poi riabbassarsi il kilt sulle gambe:

“Ritenta, sarai più fortunato”

Harry aprì gli occhi, ma invece di rituffare le mani sotto al pesante tessuto in tartan, così come Draco si sarebbe aspettato, le posò sui suoi fianchi e lo spinse all’indietro, ad un passo dal piano della cucina lo sollevò e ve lo fece sedere. Draco perse il sorriso, gli occhi calamitati in quelli verdi, fissi su di lui con sguardo da predatore.

Harry appoggiò le mani sulle sue ginocchia nude e Draco quasi sobbalzò alla semplice sensazione, ma un attimo dopo gli aveva divaricato le gambe, avanzando ancora verso di lui, Draco trattenne il fiato mentre il compagno prendeva con delicatezza l’orlo del kilt con la punta delle dita, un ultimo ghigno animalesco, poi tuffò la testa sotto di esso e Draco dovette serrare forte le labbra per soffocare il primo gemito, il secondo gli sfuggì, ma a quel punto non gli importava più nulla.

 

***

Erano le tre del mattino e Harry si svegliò all’improvviso: aveva fame. … dove diavolo?

Aprì gli occhi, scombussolato dalle strane sensazioni che gli stava comunicando il suo corpo. Non era nel suo letto… era in cucina, sdraiato sul pavimento, eppure aveva un cuscino sotto la testa e una coperta sulle spalle. Si voltò e un sorriso gli sorse sulle labbra nello scorgere Draco sdraiato al suo fianco. Considerando quanto fosse esausto, non stentava a credere che si fosse addormentato subito dopo… subito dopo aver abusato di quel benedetto kilt e di tutto quello che ci stava sotto. Sogghignò riportando alla memoria quello che avevano combinato e si avvicinò al compagno per baciargli il volto addormentato, all’improvviso quasi insostenibile la voglia di assaggiarlo ancora una volta, di sentire il suo corpo fra le dita, il suo sapore fra le labbra, il suo calore, anche solo la sua presenza.

Draco respirò a fondo, disturbato nel suo sonno, ma quando Harry tornò a baciarlo un piccolo sorriso sorse sul suo volto, accompagnato da un assonnato mugugno.

“Ti amo”

Draco rispose con un nuovo mugugno e Harry riprese a baciarlo, il viso, il collo, il petto, il ventre.

Mhm… Harry… sto morendo di sonno…”

 “Ti amo… e ho fame…”

“…panino…”

Harry aggrottò le sopracciglia, smettendo finalmente di baciarlo, incapace di comprendere e Draco racimolò la forza di indicare alle sue spalle, quando si voltò a guardare gli occhi verdi brillarono di pura gioia e Harry scoppiò a ridere. C’era un panino pronto che lo aspettava, con tanto di bicchiere d’acqua e di una tazza di the tenuta calda da un Incantesimo.

Harry risalì sul suo corpo e Draco si ritrovò a mugolare per un bacio appassionato che finì per strapparlo definitivamente dal sonno per mandargli tutto il sangue in circolo a velocità del tutto inappropriate alle tre del mattino.

Ma quando finalmente Harry raggiunse il suo panino si ritrovò a ridere ancora una volta:

“Il tuo era un panino di lattuga?”

Draco si tirò a sedere, gli occhi spalancati dalla sorpresa e poi colorati dall’ira:

“Brutto gattaccio maledetto!”

Harry tornò a ridere, abbandonando il panino, o perlomeno quello che ne restava.

“Dovremmo dargli un nome”

“Oppure potremmo usare la sua pelle per fare uno zerbino!”

Hmm… che ne dici di chiamarlo Zerbino?”

Draco sorrise, attirandolo a sé per accarezzargli la fronte:

“… qualcosa mi dice che il tuo umore è migliorato… ma non saprei proprio immaginare come mai…”

Harry ridacchiò alla sua aria sorniona e soddisfatta:

“Non riesco a togliermi dalla testa la sensazione del kilt che mi sbatte contro i polpacci ad ogni spinta”

Draco arrossì furiosamente e Harry scoppiò a ridere, alzandosi per trovare qualcosa da mettere nel suo panino. Il compagno lo seguì con lo sguardo, godendosi la sua figura nuda che si stagliava contro la luce del frigorifero babbano.

“Tu vuoi qualcosa o hai già mangiato?”

“Mi berrei volentieri il tuo the”

Harry prese un sorso dalla tazza poi gliela passò, tornando a scrutare nel frigorifero mentre Draco lo guardava sottecchi.

“Per un momento prima ho pensato che ti lamentassi di come ero vestito”

“Infatti, ti è categoricamente proibito uscire di nuovo in pubblico conciato a quel modo”

Draco lo guardò, troppo sorpreso per essere irritato, ma Harry, tra le mani una fetta di prosciutto e in bocca un’oliva lo stava fissando seriamente.

“Non hai nessuna voce in capitolo su come devo o non devo vestirmi”

“Lo so, ma in questo caso è ovviamente diverso!”

Draco si raddrizzò, finalmente irritato:

“Perché? Te l’ho detto, è un costume tradizionale e alla festa la maggior parte delle persone era vestita così!”

“Avevi le gambe fuori!”

“Oh Merlino, saranno dieci centimetri di pelle tra kilt e calzettoni!”

“… ti si vedevano le ginocchia!”

“E allora? D’estate tu vai in giro in pantaloni corti e ti si vedono sia le ginocchia che le gambe!”

Harry aprì la bocca, poi la richiuse, corrucciato:

“E’ diverso”

“Perché?”

Un attimo di esitazione poi Harry mollò il prosciutto e si mise le mani sui fianchi:

“Perché sei maledettamente sexy vestito a quel modo e non riesco nemmeno ad immaginare che qualcuno oltre a me possa averti visto, non riesco a concepire che non ti sia saltato addosso nessuno… non è successo, vero?!”

Draco chiuse gli occhi, imperscrutabile:

“Certo che qualcuno mi è saltato addosso: tu!”

Harry sentì le guance scottargli e Draco scoppiò a ridere, mentre il compagno cercava di riguadagnare un po’ di orgoglio prendendo un enorme boccone del suo panino.

“In ogni caso non è che mi capiti spesso di indossarlo, te l’ho detto, era una stupida festa per onorare le origini della nostra famiglia, c’è una volta ogni due anni, non di più”

Harry mise il broncio e Draco si mise nuovamente a ridere.

“Quanto sei scemo… e poi io sono maledettamente sexy con qualsiasi cosa addosso!”

Harry si strinse nelle spalle e rispose con la bocca piena:

“Vero”

E Draco si mise a ridacchiare, sorseggiando il the per poi tornare a sdraiarsi sul pavimento. Harry finì il suo panino, poi si sistemò al suo fianco.

“Sono contento che tu sia qui”

Draco lo scrutò con attenzione per poi sorridere appena:

“... per un attimo ti è venuto il dubbio, non è vero?”

Harry esitò, ma poi si ritrovò ad annuire e Draco lo baciò.

“E’ la prima volta… e quanto mi sbagliavo!... è successo anche a te?”

Prese un respiro profondo prima di rispondergli, ma Harry attese pazientemente:

“Due settimane fa… siamo andati a dormire e all’improvviso non riuscivo a sopportare l’idea di qualcuno accanto a me, ero irritato e basta, senza nessuna ragione… poi mi sono svegliato nel bel mezzo della notte, ti ho trovato rannicchiato in un angolino del letto e vedendoti lì,  mi sono reso conto che mi ero svegliato perché mi mancava sentirti vicino”

Harry sorrise.

“Forse dovremmo spostarci a letto, domani avremo male dappertutto…”

“Sì, dovremmo… ma non ne ho voglia…”

Harry lo strinse a sé e Draco appoggiò il viso contro il suo petto, un attimo dopo vide le ombre muoversi e il gatto prese a fare rumorosamente le fusa, con un sorriso allungò la mano e lasciò che si strusciasse contro di essa.

Draco allungò a sua volta la mano verso il gatto e gli posò un indice sulla spalla ossuta:

“Zerbino Mangia-Panini, in nome della Dea Gatta e dei suoi Gattini…”

Spostò l’indice sulla spalla opposta:

“Io ti nomino ufficialmente Gatto di Casa Malfoy-Potter.”

Potter-Malfoy”

Malfoy-Potter”

Uno sguardo di sfida, poi si misero a ridacchiare, dimenticando il gatto per un bacio scioccamente dolce ed emozionato.

“Oggi devi proprio andare a lavorare?”

Draco mugugnò il suo rammarico e Harry perse la sua aria speranzosa, ma dopotutto anche lui non poteva saltare il lavoro, soprattutto non dopo la giornata disastrosa appena trascorsa.

Un momento e il gatto appoggiò con leggerezza una zampa sul suo polso, Harry scostò il braccio e con una nuova serie di sonore fusa Zerbino si accoccolò vicino a loro. Cinque minuti dopo dormivano tutti e tre.

 

***

“Qui dice che il kilt è stato inventato prima delle mutande, per cui è storicamente accurato non indossarle!”

“Pensavo non volessi che indossassi il kilt”

“Non voglio che lo indossi fuori, non ho mai detto che non puoi metterlo quando siamo soli a casa”

Draco scoppiò a ridere e Harry non perse il suo sorrisone soddisfatto mentre continuava  a scorrere l’articolo con gli occhi, sorseggiando il suo the.

 

***

  
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