Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Guido    21/02/2018    2 recensioni
Ormai è ufficiale: Voldemort è tornato. Il Mondo Magico si prepara per la guerra. Harry è ancora alle prese con la morte di Sirius, da cui solo Ginny lo riesce a distrarre. Invece, Draco Malfoy diventa un Mangiamorte, ma le cose non vanno come sognava: ben presto, deve capire se Voldemort lo voglia morto e se suo padre stia tradendo, ma non può più fidarsi neppure della sua stessa memoria. Mentre gli avvenimenti incalzano, i due arcinemici di Hogwarts intrecciano una corrispondenza che avrà conseguenze profonde per entrambi...
NOTA: l'OOC è cautelativo, ma un po' tutti i personaggi si trovano a manifestare lati del loro carattere poco visibili nel canone
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Da Mangiamorte a...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Conversazioni

Conversazioni



Ringraziamenti:
Lo so, lo so, sono sparito per un pezzo e ricompaio con un capitolo cortissimo... ma credo che vedrete che ha un suo perché. Inoltre, volevo chiudere su Hogwarts, per il momento, perché il prossimo capitolo - che sarà ben più lungo, siatene certi - ci porterà altrove.
La scelta del brano è decisamente ironica per quanto riguarda Harry ma non così per Ron, visto il finale.
Pally93: Le dita per l'esame di Stato debbono, purtroppo, restare incrociate ancora per un bel po'; e qui non ci sono né Draco, né Pansy, né burocrazia, né retroscena (mi fa veramente molto piacere che li apprezzi, sono sempre indeciso se condividerli o meno). Ma oso sperare che il capitolo ti piaccia comunque!
Rowan Mayfair: Benvenuta ufficialmente a bordo! Sai già che il capitolo sulla Harry/Ron è stato forse il più tormentato in assoluto, quindi puoi immaginare quanto conti per me il tuo apprezzamento, soprattutto visto che mi dici che Ron ti sembra il personaggio meno adatto (e hai ragione). Pansy, purtroppo, è marginale già nel canone, non so se qualcuno l'abbia recuperata nel fandom... sicuramente sì, siamo un esercito dopotutto! Comunque, con me avrà un ruolo che spero possa andare al di là del piedistallo per l'ego di Draco. Cosa farà costui? Eeeeeh, calma, prima di fare qualunque cosa deve restare vivo...
Vaste programme!
E infine, un interrogativo sui grandi misteri della vita: come faccio ad avere 99 visualizzazioni per “Malfoy Manor, parte seconda”, ma ben 195 per “Et nunc manet in te”, che è successivo?!



I think that you know what to do
Impossible? Yes, but it's true
I think that you know what to do, yeah
I'm sure that you know what to do


[J.M., You're Lost, Little Girl]




«Insomma, sono la tua ragazza!»
Harry la fissò come se non sapesse bene chi, esattamente, si trovasse davanti.
Ginny lanciò un urlo di frustrazione che fece sussultare Ron e Hermione, che cercavano, senza troppo successo, di apparire del tutto estranei a quella scenata.
Che non pensassero di cavarsela così!
«E voi due?! Non gli dite niente?! Tu, Ron! Che razza di fratello maggiore sei? Ti fai vivo solo quando mi faccio... com'è che dici tu... ah sì: pastrugnare in pubblico, giusto...»
Le orecchie del suo fratellone si tinsero di un rosso molto gratificante.
«E tu, Hermione! Pensavo fossimo amiche!»
Hermione aveva l'aria di chi cerca disperatamente un libro dove seppellire faccia e cervello.
«Insomma, vi sembra normale che io non sappia mai niente?!»
«Ginny...»
«Zitto tu, Harry! Hai deciso di non parlare con me? Bene, continua a non parlare!»
«Insomma, Ginny, non è successo niente...»
«Come come come?! Il tuo migliore amico, che guarda caso è anche il mio ragazzo, va in crisi perché scopre di essere cugino di Malfoy, si mette in testa di essere imparentato con Voi Sapete Chi... e, in mezzo a tutto questo, nessuno pensa di dirmi un accidente di niente?! Ronald Bilius Weasley, fai veramente schifo!»
«Dai...»
«Zitta pure tu, traditrice! Credevo che tu, almeno, avessi un minimo di cervello! Chi l'ha tirato fuori l'anno scorso, quando si era ficcato in testa di essere posseduto da Tu Sai Chi, eh? Io! Avresti almeno potuto pensarci. O pensare ai miei sentimenti. Credevo che, almeno a te,» e qui scoccò un'occhiata velenosa agli altri due, «dei miei sentimenti importasse. Ma no, tu sei troppo impegnata a tenere sulla corda quel cretino di mio fratello!»
Cercarono di interromperla tutti insieme, ma li soverchiò con un urlaccio.
«Bastaaaaa!»
Ansimò, cercando di riprendere fiato, mentre tre paia di occhi la fissavano attoniti.
«Sì, Ron, sei un cretino e non aspettarmi che mi scusi. Sapessi cosa dice di te Hermione quando non ci sei!»
L'occhiata che il malcapitato lanciò all'indirizzo della sua ex-amica valeva almeno mille Galeoni.
«E tu, poi... come ho potuto essere così stupida da credere che capissi i miei sentimenti, quando parli di mio fratello come se ti importasse solo di quanto è grosso il suo bicipite o lungo il suo cazzo?»
Stroncò sul nascere i tentativi di replica indignata.
(La nuova occhiata di Ron, stavolta calcolatrice, le strappò un risolino maligno)
«Harry, a te ho già detto anche troppo. Quindi, arràngiati. Ma con tutto. A cominciare dalle seghe.» Gli agitò per bene la mano davanti alla faccia. «Capito? E vedi queste?» Batté una sonora manata sulle tette. «Scòrdatele. E se per caso hai sperato che prima o poi te la dessi, spàrati qualche altra sega. Sono stata chiara?»
E con questo, girò sui tacchi. «Signori, con permesso, io ho finito e vado a dormire.»
Ma, mentre marciava decisa verso le scale del dormitorio femminile, non seppe resistere alla tentazione di voltarsi.
Rossi in faccia, le espressioni ancora attonite, i tre megastronzi facevano del loro meglio – anzi, del loro peggio - per ignorare gli sguardi, divertiti o increduli, dell'intera Sala Comune di Grifondoro.
In quel momento, si sentì pienamente vendicata.

Hermione fu la prima a trovare il coraggio di rompere il silenzio.
«Credo...» si schiarì la voce «credo che andrò anch'io.»
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo strano, che non seppe decifrare. Segno sicuro di quanto Ginny l'avesse scioccata.
Scioccata e non solo: non riusciva neppure a guardarli in faccia.
Si allontanò verso la propria stanza, ben decisa a parlare con Ginny solo dopo essersi rimessa in sesto con un buon libro. Parlare di lei in quel modo! E davanti a Ron, poi! L'aveva fatta sembrare veramente... Come se Ginny, poi, viste le domande che le poneva di recente, non fosse stata molto più... scarlatta!
Ricolma di virtuosa indignazione, riuscì nell'ardua impresa di salire le scale a testa alta.

Sembrò che Hermione, uscendo dalla Sala Comune, avesse liberato tutti da un Incantesimo Tacitante: la trentina di ragazzi presenti cominciò a parlare, in contemporanea, a voce molto alta. Almeno sei o sette voci si rivolsero a Harry, a Ron o forse ad entrambi... impossibile dirlo, in tanta cacofonia.
I due malcapitati si scambiarono un altro sguardo e, a loro volta, lasciarono la scena del crimine, in perfetto silenzio.
Tornarono al loro dormitorio e rimasero in piedi a fissarsi, senza trovare le parole.
«Non ci credo. Non può aver detto davvero...»
«Cosa, Ron?» domandò Harry in tono stanco.
«Tutto. Tutto quello che ha detto.»
«Be', l'ho sentito anch'io.»
«Già.» Una pausa piuttosto lunga. «Harry?»
«Sì?» Alzò gli occhi e si riscosse: Ron teneva lo sguardo inchiodato al pavimento, le orecchie rosso fiamma tradivano un imbarazzo estremo. Lottò visibilmente per riuscire a parlare, ma infine riuscì a chiedere: «Secondo te ce l'ho lungo abbastanza?»
«Eh?!»
«Per... sì, be', insomma, hai capito... per... lei.»
Lo fissò.
“Ma che cazzo ne so?!” e “Grazie a tua sorella, sembra che non ne avrò idea ancora per un bel pezzo!” sarebbero state le risposte giuste, o almeno quelle che gli venivano di istinto.
E' il mio migliore amico.
Così, ammise: «Di sicuro è più lungo del mio.»
«Ah. Già.»
E tacquero, ripensando entrambi alle ragioni per cui ambedue erano al corrente di quel dettaglio improvvisamente così importante.
«Be'... grazie, amico.» Ron si schiarì la gola. «Io... io vado a farmi una doccia.»
Gli sorrise con una certa malizia, immaginando uno scopo sottinteso piuttosto ovvio, e si buttò sul letto, mentre l'altro prendeva l'accappatoio e usciva.
Solo a quel punto, gli venne in mente che forse il sottinteso era un altro, che quella frase poteva anche essere...
Un invito?!
Oh, cazzo!
Ci mancherebbe solo questa!

Sapeva bene che a Ron sarebbe piaciuto se avessero ricominciato a fare... le cose che piacevano a tutti e due. Cose che, in effetti, più di una volta aveva sognato di fare sotto la doccia in coppia, anziché da solo.
Ma un invito... un invito lo metteva a disagio.
Era come la differenza tra sapere che una porta è socchiusa e basterebbe spingere, e vedere qualcuno che la spalanca dall'interno e ti fa cenno di entrare.
Entrare.
Gli venne duro all'istante, pensando a tutte le cose che Ginny non gli aveva mai voluto fare – e, a quanto pareva, non avrebbe fatto per un bel pezzo; ma per cosa se l'era presa, poi?! - mentre chissà, magari Ron... cosa avrebbe potuto accettare Ron?
Il poco sangue che non era già affluito all'inguine gli salì al volto, mentre immaginava il suo miglior amico che apriva la bocca e...
Un trepestio sulle scale lo riscosse; qualche momento dopo, entrarono Seamus, Neville e Dean. Quest'ultimo si diresse al proprio letto, con l'aria abbattuta, ma gli altri si accostarono a quello di Harry.
Anche la sua pessima vista riusciva a leggere bene le loro espressioni tra il malizioso e l'eccitato. Troppo tardi, ormai, per rifugiarsi a sua volta sotto la doccia...
«Allora, Harry» esordì Seamus con un gran sorriso «Ginny ti fa le seghe?»
«Raccontaci tutto» aggiunse Neville, arrossendo come un peperone, ma con una luce fosca negli occhi.
(Notò appena Dean che scuoteva la testa, prendeva l'accappatoio e, a capo chino, si dileguava).
L'interpellato sospirò. Sarebbe stata una serata molto lunga.

Pensare troppo non gli piaceva.
La vita era più semplice, quando poteva concentrarsi solo sul piatto che aveva davanti.
(O sull'uccello in mano... ma già lì la mente lavorava un po' troppo).
Pensare andava bene per Hermione. A lei riusciva alla grande. A lui veniva la tremarella perfino quando giocava a Quidditch, se niente niente si metteva a pensare “Potrebbe succedere questo... ma potrebbe succedere anche quest'altro...”.
Con gli scacchi era facile, più o meno. I pezzi si potevano muovere solo in quei dati modi. Gli effetti delle mosse erano chiari, anche se spesso non saltavano subito all'occhio. E il suo pedone preferito forniva sempre buoni consigli... tranne quando giocava per qualcun altro, naturalmente.
Ma le persone?
Persone e sentimenti, cazzo, che casino!
Quando poi si trovava in testa quattro o cinque pensieri che facevano a cazzotti... Merlino, era il peggio del peggio!
Harry. Hermione. E Ginny. E... e quello. Quello che forse voleva da lui, o forse da lei, o forse da nessuno perché non si sentiva all'altezza, e...
Chiuse l'acqua, ormai rassegnato all'evidenza: neanche restando sotto la doccia fino ad affogare sarebbe riuscito a liberarsi di quel groviglio di emozioni. Che, per giunta, gli impediva di considerare metodi più efficaci.
Uscì dal cubicolo e vide entrare un Dean Thomas dall'aria particolarmente mogia. Superfluo chiedere perché.
«Ehi, Dean.» Non aveva molta voglia di salutarlo, ma far finta di non vederlo sarebbe stato peggio.
«Ron, anche tu qui?» Un sospiro. «Per lo stesso motivo, suppongo.»
Lo stesso? Forse non esattamente, però... «Già.»
«Non avrei mai creduto che... insomma, Ginny, una scena del genere!» Lo squadrò dubbioso, come temendo che se la prendesse con lui con qualche motivo.
«Dev'essere l'influenza di Harry» provò a scherzare.
Ma l'espressione di Dean si fece subito preoccupata: «Pensi... cioè, so che è il tuo migliore amico e..., ma sì, insomma... credi che la tratti male?»
«Harry?!» Cercò di riflettere seriamente sulla domanda. «E' la prima volta che la sento lamentarsi di lui, te l'assicuro. Certo che l'ha fatto in un modo...!»
«Ah. Sì, per questo mi chiedo... Sai, a volte uno si tiene le cose dentro e poi...»
«Non Ginny» sbuffò Ron, sinceramente divertito all'idea. «E' più facile che prima ti lanci una Fattura Orcovolante e dopo ti spieghi il perché. Con te non l'ha mai fatto?» aggiunse, incuriosito suo malgrado.
Dean inarcò un sopracciglio. «Ho conosciuto lati migliori del suo... ehm... carattere
Le orecchie gli divennero rosse e si chiese se fare a cazzotti con il compagno non potesse rivelarsi, dopotutto, il modo migliore di scaricar la tensione. Ma, forse avvertendo il pericolo, l'altro lo prevenne e gli tirò un pugno.
Scherzoso. Alla spalla. E sorrise. «Tu, piuttosto, quando ti fai sotto con Hermione? Hai sentito tua sorella, no?»
Di colpo, non sapeva più dove guardare o cosa dire. Impossibile anche solo cominciare a spiegare a Dean un casino che era il primo a non capire.
(Per un momento folle, si domandò se potesse chiedergli di vedere chi dei due l'avesse più lungo, giusto per avere un altro termine di confronto: si sa che i neri...)
«E' dura, eh? Sapere così quel che pensano di te, intendo.»
«Sì, lo è.»
«Mi ricordo quando ho visto Harry e Ginny abbracciati...» Si interruppe. «Scusa, non dovrei dirlo a te. Ma almeno mi aveva lasciato prima. Eppure faceva male lo stesso.» Abbassò gli occhi. «Fa male ancora adesso.»
«Dean...» Non sapeva cosa dire, se posargli una mano sulla spalla...
Il ragazzo di Londra si sforzò di sorridere. «A te va meglio, Ron. La tua è una novità bella, almeno. Cioè... a te Hermione piace, no?»
«Ah...» Si sentiva tutta la faccia in fiamme. «Sì. Sì, mi piace.»
«Meno male, ho vinto la scommessa.»
«Che scommessa?!»
Dean si tappò la bocca, come se si fosse appena lasciato sfuggire qualcosa di osceno. «Be', ehm... ora non ti arrabbiare.»
Strinse gli occhi e lo fissò senza fiatare.
«Sì, be', capisci... senza offesa eh, ma non ti abbiamo mai visto con nessuna, giusto?»
Strinse anche i pugni e seguitò a fissarlo.
«E insomma, te la faccio breve, Seamus ha scommesso con me che... ambasciator non porta pena, d'accordo?» Alzò le mani. «Semmai, vattela a prendere con lui, che sta torchiando Harry per farsi raccontare ogni dettaglio di quel che fa con Ginny!»
Scoppiò a ridere, spiazzando l'amico. «Intendi qualche altro dettaglio, oltre a quelli sentiti da tutta la Sala Comune?!»
«Già.»
«Be', io ho sentito più che abbastanza, credimi! Invece, dimmi di quella scommessa.» Dean si guardò intorno come un animale in trappola, ma, non trovando vie di fuga (né reali né figurate), decise di lanciarsi. Prese un respiro profondo, fissò un punto a caso e disse: «Seamus ha scommesso che a te, in realtà, piace Harry.»
«Eh?!» La sua sorpresa era assolutamente autentica.
«Cazzate, cazzate, non farci caso.»
«Ma... sì, ma voglio dire, ma come...?!» Come ha fatto a capirlo?!
«Dice che state sempre insieme, che lo guardi in un certo modo...»
«Lo guardo...?!» Oh, Merlino!
«Secondo me, tu, “in un certo modo”, guardi Hermione» si affrettò a rassicurarlo l'altro. «E infatti ho accettato la scommessa. Oh, poi magari ci sbagliamo tutti e due e ti abbiamo semplicemente visto in un momento in cui avevi fame!»
Risero insieme e l'incidente fu archiviato; parlarono del più del meno ancra per un po', tacitamente d'accordo a non rientrare nel dormitorio finché non fosse terminato l'interrogatorio di Harry, nonché ad evitare la Sala Comune, per ovvie ragioni.
Ma Ron non poté fare a meno di pensare che nel calderone in cui ribolliva il suo casino si era aggiunto un altro ingrediente. Qualcosa che poteva anche esplodere. Perché se si vedeva...! Se trapelava anche solo qualche indizio e un Seamus Finnigan qualsiasi capiva...! e se poi qualcuno avesse detto a Harry, o a Hermione, o anche a lui stesso...!
Gli girava la testa.
Aveva voglia di piangere.
Così, parlò dei risultati dei Cannoni di Chudley. Il suo dolore risultò tanto giustificato quanto convincente.
Riuscì perfino a non distrarsi e a non perdere il filo della conversazione: dopotutto – si disse e tornò a dirsi, più e più volte - sembrava che non vi fosse un pericolo immediato, che fosse solo una questione tra Seamus e Dean, e dato che Dean aveva addirittura scommesso...
Però, a questo punto, non poteva permettersi che gli venisse il benché minimo sospetto.
Doveva proprio buttarsi, con Hermione. E alla svelta, anche.
Cazzo!
Nel bel mezzo della conversazione, non ne poté più e tirò fuori il dubbio che lo stava assillando: «Come cazzo fai a provarci con una che non ti ha mai... fatto capire niente, ma si è vista sputtanare davanti a tutti dalla sua migliore amica?! »
Dean lo fissò come se non avesse affatto considerato quel particolare aspetto della faccenda. «Ah... non lo so proprio. Voglio dire, tua sorella mi ha... No no, come non detto!»
Ron lasciò correre, anzi, ci rise perfino sopra. Dopotutto, non doveva vedersela con un paio di Vermicoli, bensì con una Manticora.


Note:
Ginny Weasley: dalla Fattura Orcovolante alla Minaccia di Lisistrata.
Se anche a voi è sembrato strano che la fanciulla rossa e fumantina si sia lasciata mettere da parte senza fiatare, mentre l'Eroe “bello di fama e di sventura” partiva per la caccia agli Horcrux... be', questa Ginny sarà diversa. E' una promessa.
Mi sorge il dubbio di aver inserito qualche tema o spunto di troppo, perché questo capitolo non era davvero in programma... ma poi ho cominciato a chiedermi come potesse reagire Ginny una volta scoperta la ragione per cui Harry l'ha tanto trascurata e si è isolato. Il resto è venuto da sé. Non intendevo neppure riprendere in mano il rapporto tra Harry e Ron, anzi, desidero chiarire che non è detto che ci saranno gli sviluppi che la direzione presa dai pensieri del primo farebbe presagire... ma è evidente che tutte le pistole sul tavolo dovranno sparare, prima della fine. Spero solo di riuscire a dedicare ad ogni tema o spunto lo spazio e l'attenzione che merita, riuscendo comunque a costruire una storia unitaria, dotata di un'architettura solida.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Guido