Da qui posso vederti
 







 
Ho messo il vestito più bello, ma tu non ci sei. È di pizzo nero e ha la gonna a balze; lunghe, larghe maniche.
Il tramonto tra le vie affievolisce, il cemento lo inghiotte. Sul treno, la luce viene affettata da cavi elettrici e alberi: fugge via.
Ecco perché sono salita quassù!
È il grattacielo più alto, ma tu non ci sei. Vedo cisterne e palazzi vuoti; il mare bacia le sponde della città.
Una promessa mi ha comprata, una speranza accecata. Bambola, muoviti!, ma la tua voce non mi dice cosa fare: hanno reciso i fili.
Ecco perché chiudo gli occhi!
Nell’abbraccio del vuoto, il tuo nome è di nuovo luce.
 


 

N.d.A.

Ed eccomi anche in questo fandom, per la primissima volta!
Questa storia è stata ispirata dal tema dell'ottavo turno del contest "Ten little Indian boyr" indetto da Setsy sul forum di Efp.
La drabble è ambientata alla fine dell'anime, nei momenti in cui scorrono le immagini che vedono Misa sul treno e poi sul grattacielo, oltre il cornicione. C'è poco che posso aggiungere, in realtà: la strada di Misa è senza soluzione, l'angoscia per una vita senza luce l'ha distrutta. Ovviamente la sua "luce" è Light, un riferimento piuttosto esplicito al suo nome.
L'unica cosa su cui vorrei porre l'accento è sullo stile adottato. Ho voluto renderlo molto ritmato, dove la struttura delle frasi della prima parte fosse pressapoco identica alla seconda, quasi come in una canzone con lo stesso ritornello, in una catena senza vie d'uscita. L'ultimo rigo funge da chiarificatore estremo.
Spero che possa piacervi.