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Autore: Tigre Rossa    26/02/2018    2 recensioni
Hector profumava di musica, Imelda di casa.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odore

 



 

 

 

 

"È finita davvero solo se non ricordi l’odore."


 



Hector profumava di musica.

L’aveva sempre pensato, fin dal momento in cui l’aveva visto per la prima volta, in Plaza Mariachi, con gli occhi chiusi e le dita che sfioravano le corde della chitarra con delicatezza sublime, quasi stessero accarezzando la pelle di una donna.

Non poteva dire con chiarezza di cosa sapesse la musica, ma Hector aveva quello stesso odore, e lo portava con grazia, come se fosse nato solo per questo.

Era un odore magico, quasi evanescente eppure impossibile da non notare.

La trasportava via, in posti lontani, e lei si lasciava guidare, come ogni volta che cantava su note ormai familiari quanto il suo stesso respiro.

Amava profondamente quell’odore, che la travolgeva con dolcezza e la seduceva, trascinandola in una danza dalla quale credeva di non potersi più sottrarre.

E amava lui, che la guardava come se la musica della sua vita fosse lei.

Lo amava, e se lo ricordava ogni volta che lo sentiva cantare oppure guardava le sue dita danzare sulle corde della chitarra bianca, donatagli assieme al proprio cuore.

Lo amava, e se lo ricordava ogni volta che lui giocava con i suoi capelli, per poi baciarla con quelle labbra colme di canzoni e sfiorarla con le sue mani da musicista.

Lo amava, e se lo ricordava ogni volta che sentiva su se stessa il suo profumo, che la avvolgeva come una melodia antica e familiare, tenendola protetta e al sicuro.

Fu anche per questo, forse, che quando Hector se ne andò, lasciando il vuoto dietro di sé, Imelda bandì tutta la musica dalla propria vita.

Voleva dimenticare, voleva dimenticare di essere stata tanto ingenua, e fragile, ed innamorata.

Non voleva che niente le ricordasse quell’amore svanito, portato via proprio da ciò che lo rendeva tanto speciale.

E non voleva che, nel sentire il profumo della musica, le tornasse alla mente, come in una pugnalata al cuore, quello del suo Hector.

Non voleva ricordare l’odore di Hector e con esso quanto l’avesse amato e quanto l’amasse ancora, dopo tutto quel tempo trascorso nel silenzio.

Perché sapeva che, se l’avesse sentito anche solo un’ultima volta, il suo cuore si sarebbe spezzato per sempre.

 

 


 

 

Imelda profumava di casa.

Non avendo mai avuto una vera casa, prima di lei, all’inizio non era riuscito a capirlo.

Solo con il passare degli anni si era reso conto di cosa fosse in realtà, e realizzarlo gli aveva stretto l’anima in una morsa dolce e malinconica assieme.

Era diventato subito il suo profumo preferito, prima ancora di capire di cosa si trattasse.

Amava sentirlo.

Amava il modo in cui impreziosiva la pelle di lei, rendendola ancora più invitante ed accogliente.

Amava nascondere il viso tra i suoi capelli e semplicemente lasciarsi avvolgere da quell’odore che lo faceva sentire in pace, come se nient’altro fosse importante.

Amava stringerla forte tra le proprie braccia e lasciare che i loro due odori si fondessero insieme, come se fossero da sempre destinati ad essere uno soltanto.

Amava la naturalezza con cui riusciva a riconoscerlo e la facilità con cui lo calmava e allo stesso tempo infiammava il proprio cuore, facendolo battere più forte che mai.

Lo amava profondamente. Proprio come amava lei.

Fu anche per questo, forse, che ne sentì tanto la mancanza, una volta morto.

Tra i tanti ricordi a cui si aggrappava disperatamente, in quell’eterna notte, c’era anche quell’odore, di cui aveva compreso davvero la natura solo quando era troppo tardi.

Tentava di custodirlo il più a lungo possibile al sicuro nella propria memoria, intatto, fragile filo che lo legava alla sua vita precedente e quell’amore perduto troppo presto.

La sua assenza gli dilaniava quel cuore che non poteva più battere e, per quanto fosse consapevole dell’impossibilità del proprio desiderio, non poteva fare a meno di sognare di sentirlo anche solo un’ultima volta.

E adesso, nonostante tutti quegli anni di vuoto e solitudine, quell’odore tanto amato e tanto ambito è di nuovo suo.

Adesso, può di nuovo sentire quell’odore che ha le chiavi della sua anima.

Come in un miracolo a cui ancora non riesce a credere, adesso può stringere forte a sé la sua Imelda, ed immergersi ancora in quell’odore di cui ora comprende fin troppo bene l’importanza.

È ancora il suo odore, nonostante siano entrambi solo un mucchio di ossa, di ricordi e di cicatrici, e sentirlo gli fa capire che davvero non c’era e non ci sarà mai niente di più importante.

È l’odore che l’ha tenuto sano di mente fino a quel momento, quando era al suo punto di rottura.

È l’odore che lo illude, anche solo per qualche fragile meraviglioso istante, di essere davvero tornato indietro, di aver rimediato alle sue colpe, di aver ricominciato lì dove si erano interrotti.

È l’odore che, quando la guarda dormire tra le sue braccia e le accarezza ancora incredulo il viso, lo fa sentire di nuovo vivo.

Dopo quasi un secolo, solo ora che respira l’odore della sua Imelda e lascia che si intrecci con il proprio si sente finalmente a casa sua.

 

 

 

 

 

  
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