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Autore: mallveollos    26/02/2018    9 recensioni
«Hai smesso di odiarmi?» sussurrò James contro le labbra di Lily, tese in un sorrisetto.
«Non smetterò mai di odiarti» rispose con un filo di voce. «Non sarebbe divertente altrimenti, no?»


Piccola raccolta di momenti di Lily e James, sulle note di Perfect *Ed Sheeran*
Questa storia è anche uno spin-off della mia long Everlong.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Everlong'
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NOTE DELL’AUTRICE

Buonasera a tutti <3
Questa è una piccola song-fic, per cui ho usato anche un pezzo di una mia long (Everlong).
Ho scritto questa breve storia un po' di tempo fa, ascoltando le note di “Perfect” e che dire… mi ha stregata: è stata una cosa di getto, fatta pensando a James e Lily, a dei loro piccoli frammenti di vita che spiegassero il loro amore.
Spero che vi piaccia!
Mallve.

Perfect


 



I found a love for me
Darling just dive right in
And follow my lead
Well I found a girl beautiful and sweet
I never knew you were the someone waiting for me
'Cause we were just kids when we fell in love



Settembre 1971


James guardò la ragazzina dai capelli rossi, quella che aveva incontrato nello scompartimento, e apprese solo in quel momento il suo nome: Lily Evans.
La Professoressa McGranitt appoggiò il Cappello Parlante sulla sua nuca e dopo qualche attimo quest'ultimo annunciò “Grifondoro”.
Il tavolo di Grifoni esultò contento per il nuovo acquisto e James si ritrovò ad applaudire inspiegabilmente rapito da quegli occhi verdi, luminosi e limpidi: quando la ragazzina prese posto vicino a lui, le porse incoraggiante la mano per congratularsi.
«No grazie» rispose Lily, piuttosto tagliente, forse ancora memore del battibecco sul treno con il suo strambo amico.
James non ci rimase male, né replicò: quella era una sfida, la sua missione sarebbe stata riuscire a strapparle un sorriso.
Quando quella bambina rideva, il mondo sembrava fermarsi.



Not knowing what it was
I will not give you up this time
But darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes you're holding mine




Dicembre 1975


James osservava Lily dal lato opposto della Sala Comune, intenta in una fitta conversazione con le sue amiche, e si beò immensamente del suo sorriso così spontaneo e seducente: sembrava non rendersi minimamente conto di quanto fosse bella, di quanto quegli occhi verdi avessero luce propria.
«Ramoso ti abbiamo perso?» scherzò Sirius, intercettando il suo sguardo.
«Piuttosto direi che abbiamo il re delle cause perse» lo corresse Remus, mentre rideva divertito dell’espressione beata dell’amico.
«Prima o poi ci riuscirò» annunciò James, guardando sicuro gli altri. «Lily Evans uscirà con me un giorno» .
«Certo amico» annuì Sirius, facendogli l’occhiolino. «Nel mese del poi dell’anno del mai».
Ramoso si avventò su di lui come una furia e iniziarono una piccola guerra all’ultimo sangue, sotto allo sguardo sconsolato di Remus, e Lily dall’altra parte della Sala non riuscì a trattenere una smorfia di puro ribrezzo.
«Si può essere più infantili?» chiese alle amiche, facendo cenno a quel patetico siparietto di presunta virilità.
«Non toccare il mio Capitano» le disse subito Scarlett, con una linguaccia.
«Puoi stare tranquilla, non lo sfiorerei con un dito» la rassicurò la Rossa.
«Non ne sarei così sicura» esordì Alice, ridacchiando divertita per la sua espressione sconcertata.
«Cosa!?»
«L’odio è sempre l’anticamera dell’amore Evans».

Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight




Ottobre 1977


«Credo di doverti delle scuse» mormorò poi Lily, rompendo quel magnetico silenzio.
«Per cosa?» chiese James, stordito da quella vicinanza e dalla bellezza assurda dei suoi occhi smeraldo.
«Ho sbagliato a dubitare di te, sei uno dei ragazzi più in gamba che abbia mai conosciuto…non solo per il fatto di Remus, ma anche per quello che fai per Scarlett e per l’amicizia così sincera e disinteressata che ti lega a Sirius» spiegò con calma, senza avere il coraggio di distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
«Guardo le persone che ti circondano e sono tutte legate a te in maniera indissolubile, vuol dire che sei davvero speciale».
James non riuscì a capacitarsi delle sue parole, gli ci volle un buon minuto per riuscire a trovare un senso logico a quella che sembrava la dichiarazione che aspettava da sei lunghissimi anni: arricciò le labbra in un piccolo ma assolutamente sincero sorriso, per poi alzare la mano e lasciarle una delicata carezza sulla guancia.
Lily socchiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel tocco dolce e irresistibile, e avvertì le gambe tremare dall’agitazione: non si era mai sentita così, il suo corpo sembrava pervaso da un’energia incredibile pronta ad esplodere.
«Vorrei che anche tu ti sentissi legata a me» mormorò James, dopo un silenzio che sembrò durare un’eternità.
La ragazza dischiuse gli occhi verdi e sorrise debolmente mentre premeva il viso contro la sua mano, che non aveva mai smesso di accarezzarla.
«Chi ti dice che io non lo sia già?»
James non disse niente, si limitò a trascinarla delicatamente a sé infrangendo le sue labbra contro quel sorriso così bello e dolce, e la baciò come se fosse la cosa più naturale e semplice del mondo.
La ragazza rispose con entusiasmo, intrecciando le braccia dietro al suo collo, e rese così inesistente la distanza tra i loro corpi: le mani grandi e forti di James le cinsero i fianchi, toccandole la pelle scoperta dalla giacca, e la ragazza fu percorsa da un brivido lungo la schiena a quel tocco così consapevole.
Il primo bacio di Lily Evans e James Potter fu passionale, intenso, indimenticabile.
Le loro labbra si muovevano fameliche, come se avessero sofferto la fame per troppo tempo e si fossero rese insaziabili durante quell’attesa: James la strinse ancora più forte, sollevandola leggermente da terra, e Lily sorrise entusiasta contro la sua bocca trepidante.
Quel bacio assunse molte sfumature diverse.
Lily si era finalmente lasciata andare, sentendosi libera di cedere al cuore.
James aveva coronato il suo sogno, e si beava di lei ogni secondo.
Entrambi si resero conto di essere pazzamente felici, completi, amati.
Quando a tutti e due girò vagamente la testa si staccarono per respirare, assaporando l’ossigeno mischiato ai rispettivi profumi: i loro volti rimasero comunque uniti e i loro corpi sigillati l’uno a quello dell’altra, incapaci di opporsi a quella irresistibile attrazione.
«Hai smesso di odiarmi?» sussurrò James contro le labbra di Lily, tese in un sorrisetto.
«Non smetterò mai di odiarti» rispose con un filo di voce. «Non sarebbe divertente altrimenti, no?»


Well I found a woman, stronger than anyone I know
She shares my dreams, I hope that someday I'll share her home
I found a love, to carry more than just my secrets
To carry love, to carry children of our own
We are still kids, but we're so in love




Dicembre 1979


«James!»
Lily fissava in ansia il marito, completamente abbandonato tra le coperte, e continuò a percuoterlo nella speranza di riuscire a svegliarlo dal suo sonno decisamente troppo profondo.
«JAMES POTTER!» sbraitò, tirandogli una cuscinata in testa.
L’uomo bofonchiò qualcosa di incomprensibile, riemergendo con il viso assonnato dal cuscino, e cercò di mettere a fuoco la moglie nonostante gli occhi gonfi e l’assenza degli occhiali.
«Dobbiamo parlare».
Quando una donna in generale proferiva quelle parole non erano mai buone notizie.
Quando Lily Potter in particolare svegliava James così poteva voler dire solo una cosa: guai seri in vista.
«Non ho fatto niente» disse prontamente Ramoso, risvegliatosi improvvisamente dal suo torpore, e prese gli occhiali sul comodino per capire quanto fosse grave la situazione.
Lily lo fissava con un’espressione strana, un misto di ansia e preoccupazione.
«Cosa c’è?» chiese James, mettendosi a sedere esitante ancora coperto dal morbido piumone.
La donna temporeggiò qualche secondo, inginocchiandosi vicino a lui, e sospirò profondamente.
«Senti Evans, non puoi svegliarmi così di prima mattina e tenermi sulle spine con quella faccia» commentò James, piuttosto indispettito dal suo atteggiamento misterioso e temporeggiante.
«Ho scoperto una cosa» mormorò Lily, guardando le coperte con inspiegabile interesse.
«Cosa?» la incalzò Ramoso, sbadigliando appena.
«Non so proprio come dirtelo…» borbottò lei, tremendamente a disagio.
«Fammi indovinare» incominciò l'altro, improvvisamente irritato. «Sirius ha disdetto ancora la cena vero? Quel piccolo cane rognoso, quando lo becco…»
«No James, niente del genere!» lo rassicurò Lily, sedendosi a cavalcioni su di lui per guardarlo bene negli occhi.
Il ragazzo interpretò malamente quella mossa, sorridendole insolente.
«Ah adesso ho capito, potevi dirmelo subito…»
«Sono incinta».
Lily guardò piuttosto esitante la reazione del marito, che sembrava guardarla senza vederla veramente: dopo almeno cinque minuti buoni di silenzio, la ragazza sospirò scocciata e gli diede una sberla sul braccio.
«Quindi!?»
«Ma…» iniziò James, guardandola impietrito. «Com’è possibile?»
Lily inarcò freddamente un sopracciglio, incredula di fronte a quell’assurda domanda.
«Sei serio?» sibilò, incrociando le braccia al petto. «Mi stai davvero chiedendo come sia possibile che io aspetti un bambino?»
«No cioè lo so» si affrettò a precisare lui, insinuando nervosamente una mano tra i capelli. «Solo che credevo, cioè…»
«Cosa? Che i bambini li portassero gli Ippogrifi!?» sbraitò Lily, assolutamente sgomenta di fronte all’infantilità del marito.
James scoppiò a ridere, abbracciandola così forte da lasciarla senza fiato, e la costrinse ad accasciarsi completamente su di lui: quando fu abbastanza vicino al suo viso le lasciò un tenero e dolcissimo bacio sulle labbra, cingendole la vita con entrambe le braccia.
«Lily ma ti rendi conto che diventeremo genitori?» mormorò poi, senza smettere di sorridere.
«Credi che sia una bella cosa?» chiese lei, fissandolo inspiegabilmente triste. «Non è esattamente il momento migliore per far nascere un bambino…»
«Sciocchezze» replicò prontamente James, stringendola più forte a sé. «Al piccolo Harry non succederà mai niente».
«Harry?» ripeté Lily, abbozzando un sorrisetto divertito. «Quando abbiamo deciso un nome maschile per un figlio di cui non conosciamo ancora il sesso?»
«Io e Sirius lo abbiamo scelto l’anno scorso» la informò subito, nonostante l’espressione incredula sul suo volto. «Ovviamente il padrino deve avere voce in capitolo».
«La madre invece serve solo a partorirlo?» chiese Lily, abbastanza contrariata, mentre gli lanciava un altro cuscino addosso.
James scoppiò a ridere, lasciandola fare e senza reagire minimamente, per poi atterrarla sul loro enorme letto con delicatezza: la fissò con un amore infinito, accarezzandole il viso, per poi baciarle dolcemente la punta nel naso.
«Siamo una famiglia» le sussurrò, scostandole una ciocca rossa dalla guancia.
Lily gli sorrise raggiante e annuì, senza riuscire a trattenere le lacrime di gioia, e Ramoso appoggiò il capo contro al suo ventre: le mani affusolate della moglie si insinuarono tra i suoi capelli corvini, stringendolo a sè, con la consapevolezza che loro non sarebbero mai cambiati infondo.


Fighting against all odds
I know we'll be alright this time
Darling, just hold my hand
Be my girl, I'll be your man
I see my future in your eyes




Ottobre 1981


«Lily ti prego basta».
James osservava esitante la moglie piangere sul letto, abbracciata ai cuscini, lo stesso luogo dove un paio di anni prima aveva trascorso la mattinata più bella della loro vita.
«Lily» ripeté l’uomo, raggiungendola per stringerla a sé. «Harry ti cerca».
«Io… come abbiamo potuto?» mormorò la Rossa, senza riuscire a guardarlo. «Abbiamo fatto nascere un bambino in un mondo orribile».
«Non dirlo nemmeno per scherzo» disse James, costringendola a voltarsi. «Dobbiamo essere forti, molto presto sarà tutto finito».
Lily lo guardò esitante, asciugandosi le lacrime con la manica della felpa, e cercò di abbozzare un piccolo sorriso suo malgrado.
«Ne sei davvero convinto?»
«Certo» le disse James, incatenandola tra le sue forti braccia. «Presto potremo andare con Harry al parco, io gli insegnerò giocare a Quidditch e faremo lunghe passeggiate insieme».
La Rossa sorrise al pensiero di quel futuro, così surreale e rincuorante: la guerra aveva portato via tanto ad entrambi, ma la speranza era una cosa che viveva finché riuscivano ad essere uniti.
Finché il loro amore rimaneva più forte del male.
James sapeva che era un momento di debolezza, anche lui ne aveva, ma non poteva permettersi di cedere alla tristezza con lei: quando Lily era giù era suo compito farla sorridere, era la promessa che si era fatto dal primo giorno in cui aveva conosciuto la bellezza del suo sorriso.
«Domani andrà meglio vedrai» mormorò poi baciandola. «Harry adorerà festeggiare Halloween».




   
 
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