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Autore: Inikos DS    27/02/2018    0 recensioni
Vi siete mai chiesti come si sono svolti gli Hunger Games di Clove?
Cosa avranno passato lei, Cato e gli altri tributi favoriti nell'arena dei 74 Hunger Games? Se vuoi saperlo non ti resta che addentrarti nella mente della temibile ragazza del distretto 2, tutta coltelli e arroganza.
Dal testo:
Mentre infilo i coltelli nella giacca individuo con la coda dell'occhio la ragazza del distretto 12. Si sta dibattendo con un ragazzo per uno zaino. Ottimo, è la mia occasione. La eliminerò nell'immediato dimostrando così a tutti che quell'undici non l'ha meritato per davvero.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Enobaria, Favoriti, Thresh
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Saga: Hunger Games.

Disclaimer: Le vicende della storia e (quasi) tutti i personaggi presenti in questa FF appartengono all'autrice Suzanne Collins.

Avvertenze: La storia segue le vicende e il filo logico del libro Hunger Games. Alcune scene sono tratte per iscritto proprio da quest'ultimo.

In alcuni punti viene utilizzato un linguaggio forte, se non volete imbattervi in esso siete liberi di non proseguire la lettura.

Se non avete letto tutto il primo libro della saga non continuate per evitare spoiler.

Oggetto della storia: Racconto dei 74 Hunger Games dal punto di vista di Clove, ragazza del distretto 2.

Note: La storia è divisa in due capitoli.

 

 

 

 

 

Sono pronta, ormai manca poco. Ancora alcune ore e potrò finalmente dimostrare a tutti il frutto dei miei anni di allenamento, potrò perseguire il mio obiettivo principale: offrirmi volontaria e vincere i settantaquattresimi Hunger Games.

 

La piazza davanti al palazzo di giustizia si riempie nell'immediato ed io mi porto in prima fila proprio di fronte al palco sistemato in occasione della mietitura. Elear Dirb l'accompagnatrice del distretto 2 è seduta accanto al sindaco Forrest che, scattate le due in punto, si alza in piedi per raccontare la storia di Panem e dei distretti. Arrivato alla fine dell'ormai ripetitivo racconto, prende la lista dei passati vincitori del distretto 2. In settantaquattro anni siamo il distretto che più ha sfornato vincitori. Orgogliosa ascolto i nomi di coloro che prima di me hanno ottenuto la gloria e non posso fare a meno di pensare che l'anno prossimo vi sarà anche il mio. I vincitori ancora in vita si alzano dalle sedie, per ricevere gli applausi che gli spettano. Tra tutti, quella che più ammiro è Enobaria. Sadica, spietata e senza paura, esattamente come me.

Finalmente Elear Dirb si avvicina alla pedana con aria altezzosa e prende parola:

<< Un nuovo anno, un nuovo vincitore dal distretto 2! >> dice con tono solenne. Poi continua, parlando di quanto sia felice di essere qui, di quante gioie noi tributi del 2 le abbiamo regalato nel corso degli anni. Ed è vero, essere l'accompagnatrice del nostro distretto è il massimo per quelle che intraprendono quel tipo di carriera.

Con aria preoccupata osservo la boccia di vetro contenente una miriade di bigliettini e la paura di essere pescata, seppur remota, mi fa stringere i denti dalla rabbia. Se dovessi essere presa, non potrei offrirmi come tributo e, perderei parte del mio onore una volta tornata a casa come vincitrice.

<< Bene, cominciamo! >> esclama Elear, avvicinandosi alla boccia contente i nomi delle ragazze. Infila dentro la mano e dopo aver rovistato un po', estrae una strisciolina di carta. << Ifgenia Honda! >>

Una ragazza che non ho mai visto prima sale sul palco. Avrà si e no la mia età, ma dalla sua espressione non mi sembra molto contenta di esser stata pescata.

<< Bene. >> dice a quel punto Elear, << Ci sono volontarie? >> chiede.

La paura di esser preceduta mi fa scattare come una molla e nell'immediato alzo il braccio.

<< Io, mi offro volontaria come tributo. >> dico con voce ferma e sicura.

Elear sorride compiaciuta, quasi si aspettasse una risposta dalla platea. Con passo deciso mi avvio sul palco, mentre Ifgenia scende le scale e torna a mischiarsi nella folla.

<< Complimenti. >> esclama, appena l'ho raggiunta. << Qual'è il tuo nome? >>

<< Clove Sharp. >> rispondo, mentre con la coda dell'occhio vedo alcuni vincitori sorridere orgogliosi del mio gesto.

<< Ottimo, allora facciamo tutti un grande applauso al nostro nuovo tributo. >> dice, con un tono di voce che si alzato di almeno un ottava.

Mi godo così la mia prima piccola vittoria personale; il pubblico in delirio per me, lo sguardo fiero dei miei genitori e di mio fratello, che mi starà guardando da qualche altro distretto nella sua uniforme di pacificatore.

Concluso l'applauso, Elear si dirige verso la boccia contente i nomi dei ragazzi e con un movimento lento ma deciso afferra un bigliettino.

Chissà chi verrà a farmi compagnia, penso.

<< Cato Gallagher. >>

Cato! Tra tutti non mi aspettavo lui. Questo era il suo ultimo anno da sorteggiato.

Con uno sguardo che non ammette repliche ci raggiunge sul palco e attende che Elear abbia finito con le sue litanie. No, naturalmente nessuno osa offrirsi come volontario, non al posto di Gallagher. La sua forza è conosciuta in quasi tutto il distretto.

I nostri sguardi si incontrano per un attimo, ma entrambi li distogliamo nell'immediato e rimaniamo a fissare la folla di ragazzi, ragazze e famiglie che possono tornare alle loro abitazioni senza pensieri.

Il sindaco comincia a leggere il trattato sul tradimento, del tutto inutile ma necessario e, una volta concluso quello e l'inno, ci facciamo strada all'interno del palazzo di giustizia. Elear ci indica due porte, una di fronte all'altra, dove potremo salutare i nostri cari. Entro in quella di sinistra e mi accomodo su una sedia, in attesa. Alcuni minuti dopo entrano mio padre e mia madre.

<< Tesoro, sono così fiera di te. >> squittisce mia madre correndomi ad abbracciare.

<< Grazie mamma. >> rispondo, lasciandomi riscaldare dal calore delle sue braccia.

<< Mi raccomando piccola, distruggili tutti. >> dice mio padre, dandomi un bacio sulla fronte.

<< Puoi contarci papà. >> confermo, abbracciando anche lui.

<< Ah tieni. >> aggiunge poi, passandomi un biglietto, << è di tuo fratello Augusteo. >>

Afferro il piccolo biglietto bianco e lo apro.

“Cara sorellina confido nella tua forza e nel tuo ardore, ci rivediamo tra un paio di settimane. Fatti valere in onore della famiglia.”

Dentro di me ringrazio anche lui e stringo il biglietto vicino al cuore.

Lo farò, giuro che tornerò.

 

Una volta saliti sul treno io e Cato veniamo ufficialmente presentati da Elear ai due mentori che hanno deciso di seguirci; uno dei quali è, per mia infinita gioia, Enobaria.

<< Siamo sicuri che riusciremo a fare un ottimo lavoro con voi due. >> dice Brutus, squadrandoci dalla testa ai piedi. Enobaria di rimando annuisce, << Assolutamente, entrambi avete tutte le carte in regola per essere vincitori. >>

Sentire quelle parole mi riempie di gioia, ma non posso mostrarmi eccessivamente esaltata o finirei per fare la figura della bambina immatura. Anche Cato sembra abbastanza soddisfatto da quelle parole e quando Elear ci congeda, si abbandona completamente al sonno.

Mi piacerebbe scambiare qualche parola con lui, ma da quel che so, ci aspettano ancora diversi momenti insieme, quindi mi siedo anch'io su una poltrona e mi limito ad osservare i panorami che sfrecciano fuori dal treno ad una velocità inimmaginabile.

Circa un oretta più tardi, Elear viene a svegliarci e ci invita a preparaci dal momento che siamo quasi arrivati.

<< Mi raccomando, mostratevi fieri e tutti impazziranno per voi. >> ci dice scomparendo dietro una porta scorrevole.

Cato sbuffa leggermente infastidito e si alza per avvicinarsi ai finestrini. E' circa due spanne più grosso di me ed averlo così vicino mi da un lieve senso di imbarazzo.

<< Allora sei pronta? >> mi chiede, mentre il vagone si fa buio, segno che stiamo attraversando la lunga galleria che risale fino a Capitol City attraverso le montagne, una barriera naturale tra la capitale ed i distretti. Annuisco e quando torna la luce, rimango per un attimo abbagliata dallo splendore di Capitol City e dalla miriade di volti che non attendono altro che l'arrivo del treno.

Nei pressi della stazione il veicolo comincia a rallentare e una volta fermo, Elear viene a chiamarci, seguita da Brutus ed Enobaria.

<< Ci rivediamo dopo la sfilata. >> ci dicono i due mentori, scendendo dal treno.

<< Seguitemi. >> esclama invece la nostra accompagnatrice. Scesi dal treno avverto un gran vociare, sicuramente i cittadini della capitale si sono riuniti fuori dalla stazione nella speranza di poterci vedere, ma Elear ci scorta in un sottopassaggio tramite delle scale mobili. << Una volta arrivati al centro di addestramento, lo staff di preparatori si occuperà di voi. >> spiega con euforica impazienza, mentre vedo Cato scuotere la testa come fosse infastidito dai suoi commenti.

 

 

I miei preparatori mi accolgono con estrema professionalità e dopo avermi squadrata da capo a piedi, danno il via ai loro rituali di bellezza. Rimango così ferma per alcune ore in attesa che i tre finiscano il prima possibile. Sinceramente questa è la parte che odio di più, non importa minimamente dei miei peli o della cicatrice che ho sulla caviglia; dimostrerò chi sono davvero nell'arena con le mie armi in mano. Non qui con trucco e parrucco, come se dovessi partecipare ad una sfilata di moda. Ma so che anche questo fa parte dello spettacolo, quindi evito di fare scenate di alcun tipo e mi limito ad assecondare questi tre, sorridendo ogni tanto.

<< Bene tesoro, puoi andare adesso. Xyu ti sta aspettando nell'altra stanza. >> mi dice la donna che credo si chiami Rouge, accompagnandomi davanti ad una porta.

<< Grazie. >> dico cercando di non suonare troppo acida, ed entro.

Una donna sulla cinquantina mi sta aspettando appoggiata su un ripiano in vetro. Come tutti quelli della capitale appare abbastanza stramba. Capelli verde acqua a caschetto, enormi occhiali da sole a forma rombica e labbra ricoperte da borchie appuntite.

<< E' così sei tu Clove Sharp, piacere di conoscerti. >> mi dice, dandomi la mano, ha delle unghie lunghe ed affilate. << Io sono Xyu la tua stilista. >>

<< Piacere mio. >> le rispondo cercando di scorgere i suoi occhi dietro quelle enormi lenti.

<< Allora Clove, hai intenzione di vincerli questi Hunger Games? >> mi domanda mentre mi impone con un gesto di fare una giravolta.

<< Certo che si, altrimenti non mi sarei offerta come volontaria, non crede? >> le dico con un tono che forse suona un po' troppo arrogante.

Vedo le sue labbra piegarsi in un lieve sorriso.

<< Ottimo, davvero ottimo. Allora dimmi Clove, sai qual'è stato il popolo più grande a livello bellico? >>

Cos'è un interrogazione di storia? Penso, mentre cerco di ricordare.

<< I romani. >> rispondo anche se non ne sono del tutto sicura.

<< Proprio così! >> si esalta lei. << Ed è proprio una guerriera romana quel che interpreterai. Vestirai come il popolo per eccellenza, come la vincitrice indiscussa e sta pur certa che tutti gli sponsor verranno a te. >>

 

 

 

Qualche ora dopo io e Cato finalmente ci rincontriamo. Lui è perfetto nella sua divisa da gladiatore. Sul suo fisico imponente, l'armatura sembra assumere un aspetto quasi regale. Per un attimo lo immagino con la spada in mano e... cavoli farebbe una strage, non solo di morti.

Ma cerco subito di scacciare via questi pensieri, non è né il momento né tantomeno il luogo adatto per coltivarli.

<< Ei guerriera. >> mi dice lui, quando i nostri stilisti hanno finito di sistemarci un copricapo con delle ali attaccate ai bordi. << Sei pronta? >>

Io annuisco prendendo posto sul carro e con gli occhi lo invito a salire.

Quando è il nostro turno, la folla esplode in urla e schiamazzi eccitati. Io mi tengo ben dritta e mi limito a fissare tutti con aria truce. E' così che voglio che mi vedano gli altri tributi. E' questa l'essenza del distretto 2, l'essere temuti, l'essere considerati forti, invincibili e spietati. Per un attimo la mia mano e quella di Cato si sfiorano e con un scatto, forse non del tutto naturale, allontano subito la mia. Non perché mi faccia schifo, anzi, ma quel piccolo contatto ha bruciato come una fiamma.

Dopo alcuni minuti sento la folla aumentare le grida e mentre la mia carrozza si ferma nell'anfiteatro cittadino, butto uno sguardo verso gli enormi schermi che ci trasmettono in diretta. A quanto pare a fare tanto scalpore sono i due tributi del dodici, strano dal momento che sono uno dei distretti più scadenti di tutta Panem. Ma credo che l'effetto sia dovuto a delle finte fiamme che escono dai loro abiti ed al fatto che si tengano per mano.

Peccato che queste strategie non serviranno a nessuno dei due nell'arena, penso.

Nel frattempo il presidente Snow si alza dal suo trono e dopo aver ricomposto la folla, ormai presa dal delirio totale, ci intrattiene con uno dei suoi discorsi. E' la prima volta che lo vedo dal vivo, e sinceramente non mi sembra granché. Nell'arena durerebbe neanche cinque secondi.

Quando le porte si chiudono alle nostre spalle, mi accorgo che Cato è particolarmente attratto dai due del dodici.

<< Come mai quello sguardo? >> gli chiedo.

<< Beh li hai visti no? Sai quanto sponsor otterranno per questa semplice buffonata delle fiamme? >> chiede, quasi mi stesse accusando.

<< Si che li ho visti, li hanno visti tutti. Ma sinceramente non mi preoccupo di due provenienti dal distretto più debole di Panem. >> ribatto, mentre i nostri stilisti ci raggiungono. << Vedremo quanto valgono davvero a tempo debito. >> concludo, mentre Xyu ed Elear iniziano a complimentarsi per la nostra splendida e fredda esibizione.

<< Fantastici, siete stati semplicemente fantastici... >>

Ma in realtà non sto ascoltando nemmeno una parola di quello che dicono, troppo impegnata a tenere d'occhio Cato che fissa con aria quasi omicida la ragazza del 12.

 

 

 

Più tardi arriviamo alla torre del centro di addestramento. Sarà la nostra casa fino all'inizio degli Hunger Games. Ogni distretto dispone di un intero piano, raggiungibile tramite un ascensore.

Quando entriamo nel nostro appartamento, Enobaria, Elear e Brutus sono con noi e ci avvisano che hanno già avuto modo di concludere alcuni affari con coloro che contano a Capitol City.

<< Avrete gli sponsor che meritate. >> dice Elear mentre ci mostra le nostre stanze. << Adesso però preparatevi per la cena. >>

Io e Cato ci salutiamo e la porta scorrevole della mia camera si chiude dietro di me. Questa stanza è circa il triplo della mia e facendo un giro di perlustrazione, scopro che dispone di tecnologie mai viste prima.

C'è un pannello sulla parete principale che cambia paesaggio tramite un telecomando. Imposterei volentieri la piazza del mio distretto o l'enorme montagna rocciosa che vi si staglia, ma devo accontentarmi dei paesaggi capitolini. Senza troppe cerimonie mi spoglio e mi infilo sotto la doccia, ho bisogno di eliminare il trucco che mi sta facendo pizzicare la pelle. Imposto un getto a cascata bollente con olio al profumo di sandalo e chiodi di garofano.

L'aria si fa speziata e per un attimo avverto il profumo di casa. Immagini confuse vorticano su di me, come gli scrosci d'acqua che scivolano sulla mia pelle...

 

<< Clove sai perché ti abbiamo chiamata così? >> stava domandando l'uomo alla piccola bambina dalle codine nere.

<< Si papà, me l'hai già raccontato almeno dieci volte. >> le aveva risposto quella mentre sbuffava impaziente.

<< Allora adesso vai tu a raccontalo alla mamma. >>

La bimba si era avvicinata ad una donna sorridente che stava affilando la lama di alcuni coltelli.

<< Dimmi tesoro. >>

<< Mi avete chiamata Clove perché un giorno tu mamma, hai perso un coltello in un bosco e per non prendere la sgridata dai nonni sei rimasta fino a notte fonda a cercarlo. E in quel momento hai incontrato papà, che ti ha aiutato a ritrovarlo, proprio tra le fronde di un albero di chiodi di garofano. >>

<< Esatto piccola. >> si era complimentata la donna, stampandole un bacio sul volto. << Ed è così che ci siamo sposati e siete nati tu e Augusteo. >> aveva concluso.

<< Adesso posso avere il mio coltellino? >> aveva domandato la bimba con un broncio irresistibile.

<< Eccolo qua, ma sta attenta a non farti male mi raccomando. >> l'aveva messa in guardia, consegnandogli un coltello da lancio.

Da quel giorno in poi sua madre era sempre stata solita tenere una manciata di chiodi di garofano in dei vasetti posti in varie zone della casa e Clove aveva imparato ad amare quell'odore più di ogni altro.

 

Uscita dalla doccia mi ritrovo un tappetino sotto i piedi che, una volta azionato, mi asciuga rilasciando aria calda. Posso persino far scegliere all'armadio cosa indossare ed opto per una comoda tuta nera abbastanza elegante ma non troppo.

Non voglio rischiare di fare brutta figura davanti ad Enobaria e gli altri. Mi sistemo i capelli in una coda alta e appena l'orologio batte le otto in punto, esco dalla stanza per raggiungerli nella sala da pranzo.

Entrata trovo Elear che conversa con Xyu e Epe, lo stilista di Cato. Enobaria e Brutus entrano proprio in quel momento, seguiti a ruota da Cato. Prendiamo tutti posto, io accanto a Cato.

La tavola è imbandita da ogni tipo di prelibatezza, piatti invitanti mai visti prima; ne riconoscono giusto alcuni, che ho avuto modo di assaggiare al matrimonio di mio fratello.

Senza troppe cerimonie comincio da una sorta di mousse verde che il cameriere mi porge da un vassoio in argento.

<< La vostra è stata una performance unica. >> ammette Elear tra una portata e l'altra. << Gran parte del merito naturalmente va all'eccellente lavoro di Xyu ed Epe. >> dice poi cercando consenso negli altri.

<< Assolutamente. >> conferma Enobaria, che coglie al volo la sua richiesta. << Ricordo ancora il mio splendido abito da amazzone. >> confessa, sorridendo agli stilisti.

Rimango quasi ipnotizzata dai suoi denti taglienti come lame. Vorrei poterle chiedere di raccontarci la sua vittoria negli Hunger Games, ma temo di essere inopportuna, così mi limito a lasciare che il mio sguardo divaghi tra lei, il pesce grigliato e Cato.

Dopo il dolce ci portiamo tutti nel piccolo salotto accanto e prendiamo posto su una poltrona in velluto blu. La trasmissione della cerimonia d'apertura comincia ed io osservo il nostro ingresso sul carro dorato.

Quasi non mi riconosco vestita in quel modo, ma il mio sguardo è lo stesso di sempre; agguerrito e vittorioso.

Quando però appare il carro del distretto dodici, posso chiaramente vedere il visibilio eccitato del pubblico, che urla, strepita e lancia persino fiori.

<< Immagino che Effie stia facendo i salti di gioia. >> commenta con tono acido Elear.

<< Effie e chi sarebbe? >> mi lascio sfuggire.

<< L'accompagnatrice del distretto dodici. >>

A quel punto anche Epe si unisce al discorso, commentando qualcosa di poco carino su due, che chiama con il nome di Cinna e Portia...

<< Forse hanno attirato l'attenzione degli sponsor. >> dice Brutus, che tra tutti è sempre il più taciturno. << Ma con il mentore idiota che hanno, state pur certi che non concluderanno niente. >>

In quel momento il mio pensiero torna alla trasmissione della cerimonia della mietitura e ricordo per un attimo l'uomo sbronzo precipitato giù dal palco. E nonostante questo mi tranquillizzi un poco, lo sguardo che Cato mi lancia, mi fa capire che lui non è poi così rincuorato dalle parole di Brutus.

<< Venite. >> dice Enobaria appena la trasmissione è conclusa.

<< In quanto mentori del distretto due, abbiamo il permesso di mostrarvi il centro di addestramento prima degli altri tributi. >>

 

Quando l'ascensore si apre, rimango affascinata dall'enorme luogo che mi si presenta davanti. Ci sono una serie di postazioni, ognuna delle quali è dedicata all'apprendimento di uno campo specifico. Tiro con l'arco, combattimento con la spada, angolo botanico e così via.

<< Allora fateci vedere cosa sapete fare. >> ci ordina Brutus, con aria quasi di sfida.

Non ho intenzione di fare brutta figura davanti a loro, così senza troppi tentennamenti mi reco davanti ad una parete che straripa di coltelli di tutte le forme e grandezze.

Ne scelgo cinque con estrema accuratezza e mi pongo ad una buona distanza dai bersagli. Enobaria si avvicina e con la coda dell'occhio vedo Cato accennare un sorriso.

Un attimo dopo le lame sono conficcate perfettamente nel centro dei manichini.

<< Beh complimenti. >> dice Enobaria, mentre Brutus annuisce visibilmente soddisfatto. << E tu invece, come te la cavi? >> chiede poi rivolta a Cato.

Come so già, lui si avvicina alla postazione delle spade e si esibisce in una perfetta e letale combinazione tra forza, agilità ed estrema precisione. Pezzi mutilati dei bersagli giacciono a terra intorno a lui.

Due senza voce si avvicinano per ripulire tutto, ed evitare così che gli altri tributi si accorgano del fatto che qualcuno sia già stato qui prima del tempo.

 

Risaliti al nostro piano, Enobaria e Brutus si congedano, consigliandoci di andare a riposare.

<< Beh allora buonanotte. >> dico a Cato aprendo la porta della mia stanza.

<< A domani Clove, love. >> risponde lui per le rime.

<< Come hai osato chiamarmi? >> domando indignata.

Lui fa spallucce,

<< Avanti Love non prendertela. >> continua a canzonarmi, in memoria dei vecchi tempi.

<< Sono anni che nessuno mi chiama più con quello stupido soprannome. >> sussurro per timore che gli altri possano sentirci.

<< Si, più o meno da quando hai minacciato mezzo distretto con un coltello in mano. >> dice Cato, divertito dalla mia reazione.

Esasperata alzo gli occhi al cielo ed entro nella stanza, ma improvvisamente, sento Cato infilarsi dietro di me, poco prima che la porta si richiuda.

<< Ma che fai? Sai che non puoi stare qui. >> lo rimprovero.

<< Un vincitore può avere tutti i privilegi che desidera. >> ribatte lui, prendendo a gironzolare per la stanza.

<< Ottimo, allora ti ordino di andartene. >> lo rimbecco con tono autoritario.

Cato scoppia a ridere,

<< Ho detto “vincitore”, non semplice tributo... >> esclama alla fine.

<< Beh io non rientro tra i “semplici tributi” dal momento che in ogni caso la vittoria sarà mia. >> ribatto, nel riverbero buio della stanza.

<< E' per questo che ti sei offerta come volontaria? >> mi chiede lui, avvicinandosi lentamente.

<< Certo che si. >> dico, mentre sento il battito aumentare più del dovuto.

Lui sta per contestarmi di nuovo, ma in quel momento la porta si apre ed un senza voce fa il suo ingresso. Appena ci vede insieme, fa per uscire ma Cato gli ordina di restare, ed esce dalla stanza senza aggiungere altro.

 

 

Il mattino seguente siamo di nuovo diretti nelle profondità del centro di addestramento, scortati da Elear che ci saluta appena l'ascensore si apre per farci scendere.

Quasi contemporaneamente a noi arrivano i tributi del distretto 1, che abbiamo finalmente modo di conoscere.

Si presentano con il nome di Marvel e Lux... nessuno dei due mi ispira particolarmente in realtà, soprattutto la ragazza che, mi da l'aria di essere una stupida che si diverte a fare gli occhi dolci ai ragazzi.

Qualche minuto dopo anche gli altri tributi arrivano e la sala inizia a riempirsi.

In quel momento una donna fa il suo ingresso, ci ordina di disporci a cerchio e giusto un attimo dopo fanno il loro ingresso i tributi del 12. Mi limito a lanciar loro un occhiata carica di disprezzo per poi soffermarmi a guardare gli altri miei avversari.

Come immaginavo nessuno sembra rappresentare una reale minaccia, solo il ragazzo del distretto 11, che con quel fisico, sarebbe in grado persino di tenere testa a Cato. Mi appunto quindi mentalmente di chiedere agli altri di farlo entrare tra i favoriti, prima del tempo, in modo tale da non avere problemi poi.

La donna si presenta con il nome di Atala e dopo una breve spiegazione inizia a leggere l'elenco delle varie postazioni.

Appena conclude il discorso, mi dirigo nella postazione delle armi da taglio e inizio a far roteare qualche coltello. Tutti devono capire che sarà meglio star lontani da me una volta iniziati i giochi.

Cato di rimando inizia ad allenarsi con un l'istruttore di combattimento con la spada, mentre vedo Marvel prendere in mano una lancia e Lux arco e frecce. Allo spettacolo si aggiunge anche Arve, la ragazza del distretto 4, che si cimenta con una sciabola.

Con sollievo vedo gli altri tributi guardarci di sottecchi terrorizzati. Il loro timore nutre la mia forza.

Vi eliminerò tutti. Penso, mentre lancio alcuni coltelli contro i bersagli.

Dopo circa quattro ore di allenamento, ci concedono una pausa per pranzare. Insieme agli altri favoriti mi riunisco intorno ad un tavolo e siedo tra Cato e Marvel.

<< Come mai il ragazzo del tuo distretto siede da solo? >> chiede Lux.

<< Lui odia il dover essere considerato una favorito. >> risponde Arve come se fosse la cosa più stupida di questo mondo. E tecnicamente lo è.

<< Beh se ne pentirà molto presto allora. >> commenta Cato lanciando in direzione del ragazzino uno sguardo truce.

<< Oh si. >> gli fa eco Lux portando indietro i fluenti capelli biondi.

<< Cos'hanno quei due da ridere così? >> mi intrometto io, indicando i due tributi del 12 che sembrano essere nel bel mezzo di una scampagnata.

Tutti si voltano verso la loro direzione,

<< Forse con la loro grottesca entrata in scena credono di essere stati i migliori. Ecco perché ora hanno anche il coraggio di mostrarsi così tranquilli. >> risponde Lux, con un riferimento carico d'invidia alla parata dei tributi.

<< Saranno i primi che faremo fuori. >> la consola Marvel.

<< Qualcosa mi dice che non sarà così semplice. >> dice però Cato, afferrando un pezzo di pollo.

<< Staremo a vedere. >> ribatto però io, che non ho alcuna intenzione di farmeli scappare.

Con l'arrivo dell'ora di cena si conclude anche il nostro allenamento. Io e Cato ci ritroviamo soli in ascensore, così trovo finalmente l'occasione per parlargli;

<< Posso sapere perché temi così tanto i due del 12? >> chiedo quasi con tono accusatorio.

Lui rimane colpito da quella improvvisa domanda, ma dopo qualche secondo parla,

<< Non li temo, io non temo nessuno e lo sai. >> risponde in un tono che non ammette repliche.

<< Allora dov'è il problema? >>

<< Non c'è nessun problema Clove, semplicemente loro hanno già attirato un sacco di sponsor e se anche la prova con gli strateghi e l'intervista gli andranno bene, capisci che saremo abbastanza nella merda. >>

<< Dubito fortemente che otterranno un punteggio alto, nessuno dei due sembra particolarmente bravo in niente. E ti ricordo che stiamo parlando del distretto dodici, quello che ha come unico vincitore un fallito ubriaco. >> dico, mentre l'ascensore si apre.

<< Spero sia così, perché io intendo vincerli questi giochi. >> conclude superandomi e chiudendosi nella sua stanza.

 

 

Il giorno seguente siamo di nuovo nel centro di addestramento e dopo averne discusso tutti insieme, decidiamo che ci conviene chiedere al ragazzo del distretto 11 di unirsi a noi. Per assicurarsi di ottenere una risposta positiva gli altri decidono di mandare Lux, anche se io non credo che quel ragazzo sia così stupido da lasciarsi abbindolare da un paio di occhi azzurri e un visetto dolce.

Infatti qualche minuto dopo, la bionda torna visibilmente irritata dalla risposta negativa del ragazzo.

<< Riproveremo domani. >> decide Cato, mentre si prepara a scagliare una lancia.

Anche questa sera dopo cena, devo vedermi con Enobaria per allenarmi nel portamento e nelle strategie da adottare all'interno dell'arena.

Trascorro più di un ora a camminare avanti ed indietro con i tacchi, come se dovessi prepararmi ad una sfilata di moda. Enobaria percepisce il mio nervosismo fin da subito;

<< Sai tu mi ricordi molto me. >> confessa ad un certo punto.

Io mi blocco quasi orgogliosa di sentirle dire quelle parole,

<< Anch'io trovavo inutile lo stare lì a rendermi bella a camminare su tacchi vertiginosi ed imparare battute a memoria, ma poi capisci che infondo è questo l'allenamento più importante. >> ammette quasi con dolcezza. << Clove loro vogliono spettacolo e solo una brava attrice riceve i dovuti meriti. >>
Le sue parole mi colpiscono abbastanza e per la prima volta forse inizio a rendermi conto del vero significato di questi allenamenti che ritenevo stupidi e privi di senso fino a qualche secondo fa.

<< Come ti mostrerai nell'intervista? >> mi domanda quando abbiamo finito l'allenamento sul portamento.

<< Sinceramente non ci ho ancora pensato. >> confesso quasi abbassando lo sguardo. Non so perché ma ho una terribile paura di poter deludere questa donna in qualche modo.

<< Sei fortunata allora, perché l'ho fatto io per te. >>

 

 

Il terzo giorno siamo tutti in attesa di poter finalmente dimostrare agli strateghi quanto valiamo davvero.

Purtroppo neanche Cato e Marvel sono riusciti a convincere il tributo dell'undici. Ormai è troppo tardi, ma peggio per lui. In ogni caso non riuscirà mai ad eliminarci tutti insieme.

Marvel è il primo ad essere chiamato e dopo diversi minuti tocca a Lux.

<< Mi raccomando. >> dico a Cato poco prima che la ragazza esca.

Lui mi fa l'occhiolino,

<< Saremo i migliori in ogni caso. >> mi rassicura.

Quando viene chiamato il mio nome mi alzo sicura e con passo fermo raggiungo il centro della sala. Gli strateghi siedono tutti insieme su comode poltrone mentre mangiano e bevono come fossero ad un ricevimento di un matrimonio.

Accanto a me sono stati sistemati ben dieci coltelli, proprio come avevo richiesto, mentre nove bersagli sono posizionati a differenti distanze e angolazioni l'uno dall'altro.

<< Clove Sharp, distretto 2. >> dico, anche se sanno già chi sono, ma Elear ha insistito fino alla fine sul fatto che ci presentassimo.

Forse ho fatto bene a seguire il suo consiglio dato che ho ottenuto l'attenzione di tutti i presenti.

Bene Clove, adesso non puoi mancare neanche un bersaglio, mi dico mentre faccio un lungo respiro.

Dentro di me conto fino a cinque e poi afferro il primo coltello che si conficca dritto nel collo del bersaglio più lontano. Il secondo va sulla fronte del bersaglio alla mia destra. Lancio il terzo e il quarto contemporaneamente negli occhi del bersaglio più vicino. Faccio una giravolta e lancio tre coltelli di seguito che prendono la spalla, il braccio e lo stomaco di altri tre bersagli. Il settimo e l'ottavo colpiscono rispettivamente la gamba e il piede dei due manichini alla mia sinistra e infine colpisco dritto nel cuore l'ultimo bersaglio.

Una goccia di sudore scende lungo la mia fronte, mentre un senso di euforia invade il mio cuore. C'è l'ho fatta. Penso mentre mi volto verso gli strateghi che battono le mani visibilmente colpiti.

Mando loro un ultimo sguardo fiero ed esco per raggiungere Cato.

 

<< Allora, com'è andata? >> mi domandano tutti appena entro nell'appartamento.

<< Bene, senza nessun dubbio. >> rispondo quasi con un sorriso.

<< Ottimo. >> si esalta Elear, << Anche Cato ha proposto un'ottima sessione. >>

<< Adesso non ci resta che aspettare. >> dice Xyu, prendendo posto sulla grande poltrona in velluto rosso posta al centro del salotto.

Passata una lunga attesa, finalmente appare il sigillo di Panem e subito dopo il logo del distretto 1. Compare così il volto di Marvel che prende un punteggio di nove. A ruota Lux che scende ad otto, poi Cato che supera entrambi con un dieci. In cuor mio prego di aver preso un punteggio superiore anche a lui, ma devo accontentarmi anch'io di un dieci. In ogni caso siamo i due ad aver preso il punteggio più alto, Arve anche ha preso un otto e il ragazzo dell'undici nove, tutti gli altri sono fermi intorno al cinque. Stiamo già per festeggiare con del buon spumante, quando a sorpresa la ragazza del 12 prende un punteggio di undici. E a quel punto la rabbia mi divampa nel cuore.

Quasi nessuno di noi può crederci e quando la trasmissione finisce, per un attimo rimane solo il silenzio.

<< Complimenti ad entrambi. >> dice finalmente Elear alzando il suo bicchiere. << Dieci è un punteggio ottimo. >>
<< Ma undici lo è ancora di più. >> ribatte Cato, che sono sicura si starà sempre più convincendo della sua teoria.

<< Non importa. >> lo riprende Brutus. << Lei è solo una ragazzina, senza alcun allenamento alle spalle, non perdetevi in problemi ed uccidetela ancora prima del tempo. In tal modo anche gli sponsor che ha ottenuto non potranno comunque fare nulla. >> conclude con tono risoluto.

Vorrei ribattere dicendogli che siamo tutti dei ragazzini, ma ha ragione quando dice che non ha alcun allenamento alle spalle. Noi abbiamo passato quasi ben dieci anni ad allenarci nelle accademie private. Sappiamo come affrontare situazioni estreme e di pericolo, cose che gli altri tributi possono solo immaginare.

 

 

 

La mattina seguente vengo svegliata da Elear che dopo avermi accompagnata a fare colazione, mi consegna nelle mani dello staff dei preparatori. Di nuovo i tre si dedicano completamente al mio corpo, spalmando oli profumati sulla mia pelle, levigando le mie unghie e giocando con i miei capelli corvini. E quando sono perfettamente pulita come una bambola, entra in gioco Xyu.

<< Allora sei pronta? >> mi domanda con un sorriso a trentadue denti.

Cerco di mostrarmi un minimo eccitata annuendo con vivacità.

<< Dopo aver interpretato la guerriera romana, questa notte sarai l'imperatrice. >> annuncia mentre mi aiuta ad infilare un fluente abito color pesca.

Appena finisce di legare gli ultimi lacci dei vertiginosi sandali a tacco che indosso, mi volto verso la parete degli specchi e rimango piacevolmente colpita dalla mia figura.

Sono davvero maestosa, i capelli sono intrecciati in un'elaborata acconciatura che esalta il mio volto. Gli occhi sono dipinti così come le labbra, mentre l'abito cade perfettamente sul mio corpo.

<< Dunque? >> domanda Xyu intrepida.

<< Sono davvero fantastica. >> dico, forse in tono fin troppo dolce per i miei standard . << Grazie. >>

<< Oh mia cara, non immagini quanto sarò felice di vederti salire su quel palco. Il mio abito sarà l'invidia di tutti gli altri stilisti. >> confessa con tono eccitato.

Raggiunti gli altri tutti si complimentano con noi, persino Brutus che per l'occasione indossa un elegante smoking nero con la giacca borchiata.

<< Mi raccomando, ricorda quel che ti ho detto. >> mi dice Enobaria poco prima di salire sull'ascensore.

Quando questo si apre, troviamo gli altri tributi che vengono schierati in modo da attirare l'attenzione. Tutti e ventiquattro sediamo in un ampio semicerchio per l'intera durata delle interviste. Io sarò la terza, visto che, per ogni distretto, la ragazza precede sempre il ragazzo.

Prendo posto tra Marvel e Cato limitandomi ad osservare l'enorme Anfiteatro cittadino, illuminato a giorno e gremito di persone. Per gli ospiti di prestigio è stata allestita una tribuna sopraelevata, in cui gli stilisti occupano i posti in prima fila. Le telecamere gireranno verso di loro quando il pubblico mostrerà le sue reazioni di fronte alla loro opera. L'ampio balcone di un edificio sulla destra è stato riservato agli strateghi. Le troupe televisive hanno reclamato la maggior parte degli altri balconi.

Improvvisamente un'inquietante musica riempie l'intero palco e una luce su tutte illumina un tendono rosso dal quale viene fuori Caesar Flickerman, l'uomo che conduce le interviste da più di quarant'anni. Credo sia fissato con i colori, perché in ogni edizione cambia quello dei capelli; mi chiedo se si ispiri agli arcobaleni o cosa. Fatto sta che quest'anno ha i capelli azzurro polvere, così come le palpebre e le labbra. E' molto bravo ad intrattenere il pubblico, dopo qualche minuto infatti, tutti stanno ridendo in evidente visibilio.

La prima ad essere chiamata è Lux che esibisce un abito dorato semitrasparente. Proprio da puttana. Penso, mentre la vedo sorridere con malizia al pubblico che pare estasiato dalla sua figura. Caesar le fa complimenti su complimenti e lei crede già di essere la primadonna indiscussa, peccato che al momento giusto, pianterò un coltello anche sul suo bel faccino.

Star seduta dritta mi sta facendo venire il mal di schiena, ma per fortuna non mi tocca aspettare molto. Appena Marvel si alza per godersi gli applausi infatti, Caesar urla il mio nome.

<< Benvenuta Clove. >> dice stringendomi la mano.

<< Grazie. >> rispondo mettendomi a sedere sulla poltrona, ancora prima che Caesar mi abbia invitato a farlo.

<< Vedo che ci sentiamo già a casa. >> commenta infatti scoppiando in una delle sue rumorose risate.

<< Beh la voglia di salire su questo palco era tanta, quindi in un certo senso si, questa poltrona mi spetta di diritto. >> rispondo con un mezzo sorriso, mentre il pubblico si esibisce in vari: ooooh e aaaah un mix tra ammirazione e il divertimento.

Anche Caesar rimane per un attimo senza parole:

<< Uao che donna gente! >> esclama poi, << Mi chiedo se non sia stata la tua lingua a farti ottenere un punteggio così alto. >>

Io scuoto la testa con sicurezza,

<< Se avessi usato quella avrei ottenuto il punteggio massimo. >> ribatto.

Di nuovo la platea scoppia a ridere,

<< Oh, oh, oh non incontravo una tosta come te dai molti anni ormai. >> confessa Caesar, << Non siete forse d'accordo? >> domanda poi al pubblico che esplode in una serie di assensi.

<< Devo dire che questo abito centra nel pieno la tua essenza >> dice facendo cenno di alzarmi. << Eri perfetta nelle vesti di guerriera romana, ma direi che lo sei ancora di più in quelle di imperatrice. >> mi elogia.

<< Grazie, ma è il merito è tutto di Xyu. >> rispondo rivolgendomi direttamente alla mia stilista.

Le telecamere la inquadrano per un attimo e la vedo sorridere come una bambina nel giorno del suo compleanno.

<< Non ho alcun dubbio. >> dice Caesar, accompagnandomi di nuovo alla poltrona.

Io sorrido chinando di lato la testa.

<< Ma dimmi Clove tu che sei abituata alle montagne rocciose, cosa ti ha più colpito di Capitol City? >> chiede.

Faccio finta di pensarci un po' su, ma in realtà so già cosa dire,

<< Il calore. >> rispondo. << Il calore che tutti hanno dimostrato nei miei confronti, dalla mia accompagnatrice fino ai miei mentori. >>

Caesar si finge colpito portandosi una mano al cuore.

<< Così come quello che mi state dimostrando tutti voi questa sera, davvero grazie di cuore. >> continuo aumentando il carico di dolcezza.

E cavoli non vedo l'ora che questa sceneggiata finisca perché sto per mettermi a vomitare, ma Enobaria è stata molto chiara a riguardo.

Dal pubblico si levano gemiti di tenerezza e sincera riconoscenza.

<< Questo per noi è un onore. >> dice Caesar, accarezzandomi una spalla.

<< Si, me ne ricorderò e vi prometto che riuscirò a trionfare, per me, per il mio distretto e per tutti voi. >> esclamo alzando fiera lo sguardo verso il pubblico, mentre con la coda dell'occhio riesco a cogliere la figura di Enobaria che sorride soddisfatta.

<< E tutti noi terremo le dita incrociate per te allora. >> dice lui. Poi si fa leggermente più vicino, quasi come se volesse confidarmi un segreto:

<< Ma dicci Clove, come ha reagito la tua famiglia quando ti sei offerta volontaria come tributo per gli Hunger Games? >>

<< Oh sai come sono i genitori Caesar, si preoccupano sempre. >> dico con fare affabile, << Ma di base sono rimasti molto soddisfatti della mia scelta, d'altronde non è forse un onore parteciparvi? >> chiedo come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

<< Assolutamente si! >> urla lui cercando assenso nel pubblico. << E se posso chiederlo... >> aggiunge un secondo dopo, << il tuo ragazzo come l'ha presa? >> domanda.

<< Caesar avanti, davvero credi che io abbia un ragazzo? >> chiedo quasi con fare sconvolto.

<< Non vedo perché non dovresti averlo. >> ribatte lui, nuovamente preso alla sprovvista.

<< Perché io sono nata per vincere e in amore in un modo o nell'altro si perde, sempre. >> rispondo enfatizzando l'ultima parola.

<< Dura, sveglia e persino saggia, signore e signori ecco chi è Clove. >> urla a quel punto Caesar, segno che il tempo a mia disposizione è finito. << Salutiamola tutti con caloroso applauso! >>

La platea scoppia in un boato e io alzo un braccio in segno di vittoria, abbraccio poi Caesar e torno a sedermi con il timore di inciampare e rovinare tutta la mia performance.

Fortunatamente però riesco ad arrivare sana e salva alla mia postazione, dove intravedo Cato alzarsi per raggiungere a sua volta Caesar.

Anche lui riesce ad ottenere l'attenzione del pubblico fin da subito, e sinceramente non avevo dubbi a riguardo. E' quasi statuario nel suo abito e nel suo modo di essere. Se io sono un imperatrice lui allora è un dio...

Nelle ore a seguire sono costretta a dovermi subire tutte le false sceneggiate dei vari tributi, dal ragazzo timido del distretto sei alla ragazza dall'aria ottusa del distretto otto.

In un modo o nell'altro tutti cercano di darsi un minimo di contegno per ottenere l'attenzione del pubblico, ma alcuni sono del tutto negati.

La mia attenzione si risveglia un minimo quando a parlare è il ragazzo del distretto dodici, l'ultimo. Il quale confessa di avere una cotta per la ragazza del suo distretto, che prima si è messa a trotterellare come una cretina.

A quanto pare gli idioti si attraggono penso, mentre ci alziamo tutti insieme per l'inno. Concluso possiamo finalmente tornare nei nostri appartamenti. Lungo il corridoio incontriamo Elear e tutti gli altri che ci vengono incontro per complimentarsi con noi.

<< Davvero enormi complimenti ad entrambi. >> esclama Elear con un sorriso a trentadue denti.

Enobaria mi stringe una mano,

<< Ottima come immaginavo. >> mi dice, mostrandomi i suoi fantastici denti.

Sono felice delle sue parole, ma per qualche strano motivo mi sento inquieta e vorrei solo poter chiudermi nella mia stanza e star lì in compagnia di me stessa. Ma la cena ci chiama e sono costretta a dover abbandonarmi al cibo e alla compagnia degli altri.

Fortunatamente scopro di essere affamata, quindi tutto sembra più buono e sopportabile. Mentre rivediamo le interviste mangiamo un dolce dal gusto speziato che mi fa impazzire il palato.

Concluse anche quelle, ci apprestiamo ai saluti; ad accompagnarci fino alla fine saranno solo i nostri stilisti, Elear e gli altri si recheranno al Quartier Generale per continuare il loro lavoro con gli sponsor.

Elear ci abbraccia entrambi e si complimenta per l'ennesima volta, Brutus si limita ad augurarmi buona fortuna, mentre Enobaria si avvicina a me e inaspettatamente mi abbraccia,

<< Quando tornerai capirai il vero significato di tutto questo. >> mi sussurra ad un orecchio.

Vorrei chiederle una spiegazione per quelle parole, ma non penso mi darebbe una risposta certa qui davanti a tutti, così mi limito a guardarla per un ultima volta negli occhi.

Imbocco così il corridoio fino alla mia stanza, mentre vedo Cato raggiungermi,

<< Cosa ti avevo detto? I due del dodici sono una minaccia bella e buona. >> dice, quasi come se non stesse aspettando altro.

<< Cato domani ogni cosa sarà una minaccia. E sinceramente quell'undici non mi spaventa per niente. >> rispondo ponendomi a braccia conserte.

Lui alza lo sguardo,

<< Quindi ti senti già perfettamente pronta a tutto, immagino. >>

<< Si, perché io sono nata pronta. E tu? >> rispondo guardandolo negli occhi. Lo sto quasi sfidando e lui lo sa.

<< Quando hai detto che in amore si perde sempre, lo credi davvero? >> mi domanda invece inaspettatamente.

<< E questo cosa c'entra? >> gli chiedo confusa.

<< Avanti rispondimi, lo credi veramente? >>

Scuoto la testa, non sono nelle condizioni di subire un altra intervista.

<< Io non lo so... >> rispondo vaga, e non lo so davvero.

<< Clove perché ti sei offerta volontaria? >> mi chiede ancora.

<< Cato si può sapere cosa ti prende? Basta con tutte queste domande. >> sbotto infastidita. Vorrei solo togliermi questi maledetti tacchi e buttarmi nel letto.

Lui sorride quasi amareggiato,

<< Sai Clove, vincerò questa edizione e se tu non ci fossi stata avrei vinto comunque, ma poi sarei tornato a casa... da te. Invece adesso non ci sarà nessun dopo. >> ammette entrando nella sua stanza e sbattendo la porta.

Io rimango pietrificata da quelle parole.

E al posto di seguirlo per chiedere una spiegazione scivolo nella mi stanza e mi precipito dentro la doccia. Mi riempio di bagnoschiuma ai chiodi di garofano e mi lascio soffocare da quel profumo. Mentre l'acqua lava via gli strati di trucco ma non i pensieri.

Cosa intendeva dire Cato con quel sarei tornato a casa, da te? Mi chiedo, quasi non volendo cogliere quel che in realtà so già dentro di me.

La sua casa è il distretto due si, le sue due sorelle, i suoi genitori e sua nonna. Non io, non di certo io.

Ricordo ancora alcuni momenti in accademia, la prima volta che ci siamo visti.

 

Eravamo i migliori della nostra classe e il maestro ci aveva assegnato il titolo di caposquadra degli uomini e caposquadra delle donne.

O ancora quella volta che ci eravamo affrontati in una lotta nel fango o quando eravamo andati a correre fino al tramonto.

Momenti tranquilli, momenti tra due ragazzi che si allenavano per combattere, per andare a combattere. Tutto qui, nulla di più o forse no...

 

Cercando di non farmi venire una crisi, bevo una tisana rilassante che mi ha fatto arrivare Elear e mi butto nel letto, dopo alcuni minuti la mia mente si spegne e con lei tutte le mie paranoie sul domani.

 

Xyu viene a recuperarmi dal buio della notte appena trascorsa. Fortunatamente non ho sognato nulla o altre cose del genere, ma in realtà credo sia tutto grazie al composto che Elear mi ha dato da bere.

Dopo avermi fatto indossare un vestito leggero, la mia stilista mi accompagna fino alla terrazza dell'edificio. Una brezza fresca mi scompiglia i capelli e dal sole nascente capisco che è appena l'alba. Qualche secondo dopo vedo un hovercraft sbucare dal cielo terso, vedo una scaletta scendere e Xyu mi fa cenno di salire. Ma nel momento stesso in cui vi metto piede è come se il mio corpo fosse stato congelato. Non capisco il perché di questa precauzione, hanno forse paura che io mi lanci dal palazzo o cosa?

In ogni caso quando la scaletta viene risalita del tutto, mi ritrovo all'interno dell'abitacolo. Un uomo si avvicina, tiene due siringhe in mano e indossa un camice.

<< Clove adesso inserirò il tuo localizzatore. >> mi dice con voce calma. Il secondo dopo, sento l'ago infilzarsi sotto la pelle del mio braccio che rilascia il dispositivo metallico di localizzazione. Da questo momento in poi Capitol City vedrà ogni mio minimo spostamento.

<< Quest'altra invece contiene un liquido che bloccherà il tuo ciclo mestruale per il prossimo mese. >> spiega, indicando la seconda siringa contenente un liquido azzurro.

Ottimo mi ero già chiesta come avrei fatto a cambiarmi gli assorbenti ed a lanciare un coltello contemporaneamente in caso di bisogno. Perlomeno adesso non corro il rischio di sporcare le mie armi di sangue mestruale. Penso.

Anche quando Xyu è salita sull'hovercraft, sento la strana energia che mi teneva ancorata come in una roccia evanescere dal mio corpo. Una senza voce uscita da chissà dove, ci guida in una saletta dove è stata preparata la colazione. Fortunatamente il sonno mi ha messo una gran fame, così non mi faccio problemi ad ingozzarmi di frittelle alla rosa e bignè alla vaniglia. Xyu mi osserva silenziosa mentre sorseggia una tisana dall'odore decisamente forte e sgradevole.

<< E' dietetica. >> mi dice, quando nota la mia espressione stranita.

E per il resto del viaggio, che dura circa mezz'ora, nessuna delle due aggiunge altro. Arrivate la scaletta ci fa scendere direttamente nelle profondità dell'arena. E adesso che me la ritrovo praticamente sopra la testa, non posso fare a meno di chiedermi come potrebbe essere fatta. In che tipo di paesaggio mi ritroverò? Spero nulla a che fare con il caldo e i deserti, se c'è una cosa che non tollero infatti, sono proprio le alte temperature.

Xyu mi fa entrare in un piccolo bagno immacolato e mi ordina di lavarmi. Faccio un ultima rilassante doccia, cercando di non pensare a nulla, anche se la mia mente continua a tornare a Cato, che non sono riuscita neanche più a vedere da ieri notte.

Sarei dovuta andare a parlargli, ma in ogni caso adesso è troppo tardi per pensarci, tra meno di un'ora sarò nell'arena e non posso permettere a nessun pensiero di distrarmi, no, neanche a lui. Sono qui per un motivo ben preciso e d'ora in poi non mi sono concessi errori. Devo vincere ad ogni costo.

Mi asciugo con un panno in spugna e raggiungo Xyu che mi fa indossare gli abiti già decisi dagli strateghi; un paio di semplici pantaloni fulvi, una casacca verde chiaro, una robusta cintura marrone e una sottile giacca nera. Ai piedi degli scarponi che, dal modo in cui calzano, sembrano ottimi per correre. Faccio una piccola prova sotto lo sguardo attento e vigile di Xyu, che trova la tenuta completamente priva di grazia. Come se importasse a qualcuno del mio vestito nell'arena. Penso, mentre faccio un piccolo giro per la stanza, al fine di vedere se riesco a muovermi senza problemi.

Attendiamo in silenzio l'annuncio di una voce femminile che avvisa di prepararsi al lancio. Xyu mi saluta con un abbraccio,

<< Spero di rivederti, viva. >> mi dice mentre un cilindro di vetro cala intorno a me. Per un attimo sento il brivido dell'eccitazione percorrermi la schiena e quando i miei occhi vengono abbagliati dalla luce del sole, capisco che ormai è arrivato il tanto atteso momento.

 

FINE PARTE 1

* * *

  
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