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Autore: Son of Jericho    28/02/2018    2 recensioni
Reboot della già esistente "Dream 2 Fly".
Il Trio si trova ad affrontare un nemico assetato di potere, che non sembra avere punti deboli. Il legame tra le sorelle verrà messo a dura prova, e tutte le loro certezze cadranno in frantumi, quando nemmeno il Libro delle Ombre sembrerà in grado di aiutarle.
Dopo l'attacco di un demone, Phoebe si risveglia in soffitta, dolorante e senza memoria.
La battaglia per il predominio della Terra sta per iniziare, e gli inferi sono pronti a scatenare tutta la potenza di fuoco che hanno a disposizione.
Riuscirà il Potere del Trio a contrastarli anche stavolta?
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cole Turner, Leo Wyatt, Paige Matthews, Phoebe Halliwell, Piper Halliwell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01. Awaken

 

Sentiva l’intera città sotto di lei.

Un volo verso la linea dell’orizzonte, un senso di libertà e di supremazia a pervaderla.

Sospesa nel vuoto fendeva l’aria come un’aquila, mentre il vento le sferzava i capelli e un brivido le correva lungo la schiena.

Dall’alto, riscaldata dai raggi del sole, si ritrovò ad osservare il tetto di villa Halliwell. Un ultimo sguardo e ripartì, a tutta velocità.

Il potere di levitare le permetteva di fare qualsiasi cosa, di andare in qualsiasi posto. Senza chiedere niente a nessuno, bastava desiderarlo.

Il Golden Gate Bridge si ergeva maestoso sullo specchio d’acqua della Baia di San Francisco, offrendo una visuale mozzafiato.

Più in là, seduto sull’angolo di una delle torri di sospensione, c’era un ragazzo. Bello, tenebroso, con gli occhi profondi della madre. Sembrava volesse nascondersi. Un angelo fuori luogo e al di là del tempo, fissava il traffico inseguendo i suoi pensieri.

Poi apparve l’oscura presenza che le impediva di raggiungerlo. Una figura imponente, misteriosa, circondata da un’aura di fuoco. Le dava le spalle e si rifiutava di mostrarsi in viso.

Eppure, c’era qualcosa di familiare in quell’ombra. La malvagità della Sorgente, la violenza di un demone, un magnetismo a cui sembrava impossibile resistere.

Tanto era sufficiente a richiamare un ricordo, che faceva male come una pugnalata al petto.

All’improvviso, si sentì afferrare alle spalle da una forza invisibile, sopraggiunta per ricacciarla indietro. Trascinata da una parte all’altra, senza controllo. Fino alla caduta in picchiata verso il tetto di villa Halliwell.

Un impatto devastante. E fu il buio.

Il suo corpo tornò a toccare la terra, dove realmente si trovava.

Distesa, priva di sensi, al suolo.

 

Phoebe aprì lentamente gli occhi, risvegliandosi dal pesante torpore.

Sbatté un paio di volte le palpebre, nel tentativo di smaltire quel senso di smarrimento che la possedeva. Un sonno disturbato, che aveva avvolto la sua mente in una fitta coltre di nebbia.

Era tutto così confuso. Non riusciva ancora a capire dove fosse, e la vista appannata rendeva ogni sagoma distorta e informe.

Si sentiva male, debole. Gli occhi bruciavano, e poteva a stento controllare i suoi movimenti, come se fosse separata dal suo stesso corpo.

Le dita tastarono istintivamente il suolo, percependo un tessuto spesso e morbido. Un tappeto?

Phoebe rimase, per alcuni interminabili secondi, immobile, rannicchiata in posizione fetale, fino a che l’ambiente intorno a lei non cominciò ad acquistare dei contorni ben definiti.

Riconobbe un baule, una vecchia sedia a dondolo, le travi di legno delle pareti. E infine, il treppiede che custodiva il Libro delle Ombre.

Provò un certo sollievo, nella consapevolezza di essere in soffitta, nella sua soffitta.

Ma come ci era finita in quelle condizioni?

Fece appello alle poche forze che aveva e si tirò su in ginocchio. La testa le stava scoppiando, un bombardamento continuo contro le pareti del cranio.

Si portò le mani alle tempie e chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi. Trasse dei profondi respiri.

Non si ricordava assolutamente nulla.

D’un tratto, Phoebe si sentì travolgere da un tanfo pestilenziale, che le causò un attacco di nausea e le fece smarrire il senso dell’orientamento. Un odore aspro, che si insinuò nelle narici incendiandole la gola e accentuando l’irritazione agli occhi. Un odore che lei conosceva molto bene.

Zolfo.

Sapeva cosa significava. Aveva imparato a riconoscere lo zolfo nell’aria, ogni volta che un demone veniva dato alle fiamme.

Che diavolo era successo?

Ma stavolta, fu un rumore ad interrompere bruscamente la sua ricerca di risposte. Lo squillo furioso di un clacson, nel panico della strada. Il silenzio, poi un boato. Il fragore di vetri rotti, lamiere accartocciate, le grida disperate dei passanti che avevano assistito ad un pericoloso incidente.

Phoebe si piegò in avanti e serrò i denti, mentre il mal di testa si intensificava.

In quel momento, dei passi frettolosi rimbombarono per le scale, sempre più vicini.

- Phoebe! –

Si voltò di scatto verso la porta. Sulla soglia erano comparse Piper e Paige, visibilmente agitate e col fiatone. Spaventate, le due si precipitarono immediatamente da lei.

- Phoebe! – ripeté Piper, accovacciandosi di fronte a lei. – Come stai? –

Phoebe si guardò intorno, frastornata ma felice di sentire la voce apprensiva della sorella maggiore. – Non… non lo so. – balbettò.

Piper le accarezzò i capelli con tenerezza, cercando di calmarla. – Tesoro… - mormorò.

Le prese la mano per stringerla tra le sue, ma nel compiere quel gesto, un sottile lamento sfuggì dalla bocca di Phoebe.

Una fitta al braccio sinistro, e solo allora, notò una macchia di sangue che spuntava dalla camicetta, poco sotto la spalla.

Piper sgranò gli occhi, allarmata. – Ma tu sei ferita! –

Phoebe aggrottò la fronte. Evidentemente sì, era stata ferita, ma se non fosse stato per la sorella, non se ne sarebbe neanche accorta. Non doveva essere niente di grave.

- E’ solo un graffio. – dichiarò, ostentando sicurezza. Il dolore non era intenso, e non la preoccupava certo quanto non sapere come se lo fosse procurato.

- Ma è pur sempre sangue. – insistette Piper.

– E tu non farci caso. –

- Stai scherzando? E come dovrei fare? – poi si rivolse a Paige. – La puoi guarire, vero? –

La minore si avvicinò per dare un’occhiata. - Certamente. -

- Piper, ti ho detto di non preoccuparti. –

- Impossibile. – roteò gli occhi. - Pronto? Con chi credi di parlare? Avanti, Paige, cura questa testona. –

Phoebe abbozzò un sorriso affaticato. – Io, eh… -

Paige si inginocchiò accanto a lei e impose le mani sopra la ferita, emanando un caldo bagliore dorato. Trascorsi alcuni secondi, però, l’espressione della ragazza si fece alquanto dubbiosa. – E’ strano. –

Piper la guardò ansiosa. – Che c’è? Non sta funzionando? –

- Sì, ma ci sta mettendo più del solito. –

Fu necessario un ulteriore sforzo, per completare l’intervento. Ancora perplessa per la parziale inefficienza del suo potere, Paige aiutò la sorella a rimettersi in piedi, sorreggendola per la vita.

Adesso Phoebe si sentiva meglio, ma era ancora a secco di memoria e con il fiato corto. – Potete raccontarmi cos’è successo? –

Piper contrasse le labbra. – In che senso? –

- Voglio dire, come ci siamo ritrovate qui… così. –

- Non lo ricordi? – le chiese, stupita.

Phoebe scosse il capo.

- Lo dicevo io, che avevi preso una bella botta. –

- Siamo state attaccate da un demone. – intervenne Paige con un bisbiglio.

- E dove sarebbe la novità? – replicò Phoebe nello stesso modo.

- Che stavolta avevi previsto tutto. –

Il sopracciglio balzò in alto. – Sul serio? –

- Già. – fece Piper. – Avevi avuto una premonizione sull’attacco di quel demone. E da come l’avevi descritta, non era così che doveva andare. –

Phoebe cercò chiarezza negli sguardi di entrambe. – Ovvero? –

- Ci è apparso alle spalle, in soggiorno. – proseguì Paige. – Ci ha colto di sorpresa e ci ha assalito. Era feroce e molto forte, e prima che potessimo difenderci, ha scaraventato me e Piper contro il muro. Per fortuna, tu sei riuscita a schivare il colpo. Lo sentivamo lanciare urla atroci, ben più rabbiose di quelle delle solite creature degli inferi. Sei corsa su in soffitta per combatterlo, e in qualunque modo tu abbia fatto, se con le arti marziali, con un incantesimo o con una pozione, a quanto pare l’hai sconfitto. –

Phoebe ascoltò la storia con particolare attenzione. Aveva senso.

Il demone l’aveva seguita in soffitta, dove avevano avuto un primo scontro e lui l’aveva ferita al braccio.

Poi, lei doveva essere riuscita a raggiungere il Libro delle Ombre e pronunciare un incantesimo per eliminarlo. Questo spiegava l’odore di zolfo.

Infine, per qualche strana ragione, forse era svenuta. Era caduta, aveva battuto la testa e aveva perso la memoria.

Ed eccoci qua.

- Quello che non capisco. – riprese la maggiore. – E’ perché non sia stato rispettato ciò che veniva mostrato nella premonizione. Ci aspettavamo un attacco frontale, ai piedi delle scale, e per giunta tra un paio d’ore. So che è già accaduto in passato, ma eravamo sempre state noi a modificare il corso degli eventi, mai un demone. –

Paige annuì convinta, fino a quando un lampo di genio non le fece spalancare gli occhi. L’espressione speranzosa era rivolta tutta verso Phoebe. – Perché non provi a rievocare la visione? –

Chiamata in causa, Phoebe risollevò il sopracciglio. – Ricordo a malapena perché fino a venti minuti fa stavo dormendo sul tappeto, e dovrei ricordarmi cosa c’era nella premonizione? –

- Non è una brutta idea. – la esortò anche Piper, posandole una mano sulla spalla. – Prova a concentrarti, potrebbe essere importante. –

Un po’ controvoglia, Phoebe chiuse gli occhi.

C’erano stati dei precedenti, in realtà. E ogni volta che la linea temporale era stata sfalsata, erano finite ad affrontare esseri estremamente potenti.

Cercò di focalizzarsi solo sul suo potere. Come aveva imparato qualche anno prima, durante lo scontro con il demone dei dejà-vu, il dono di vedere nel passato e nel futuro era in grado di resistere a qualsiasi manipolazione della memoria.

Per cui, se Paige aveva ragione, quella premonizione doveva essere lì, da qualche parte.

Si preparò a trasalire, ma anziché una sequenza di immagini, ciò che riuscì ad ottenere fu soltanto un fulmineo senso di vertigine.

Respirò a fondo, prima di fare un secondo tentativo. Ma brancolava nel buio, e anche questo andò miseramente a vuoto.

Phoebe tornò a incrociare lo sguardo delle sorelle. Stavano aspettando qualcosa da lei, qualcosa che però al momento non era in grado di dare. Scosse il capo, rassegnata e delusa.

- Va bene così, non ti affaticare troppo. – la rincuorò Piper.

Nella testa di Paige, invece, era balenata un’altra idea. – Il Libro delle Ombre! – esclamò.

- E' lì, dov’è sempre stato. – fece la maggiore, indicandoglielo col dito.

- Ma no, intendevo che Phoebe ha avuto la premonizione mentre sfogliava il Libro. – si voltò verso di lei. – Ricordi? –

Phoebe ci pensò un attimo. C’era ancora troppa nebbia. – Purtroppo no. –

- Allora perché non ci riprovi? Potrebbe funzionare. –

Anche Piper sembrò interessata. – Te la senti? –

Phoebe scrollò le spalle. – Perché no. –

Tanto, ormai, peggio di così non poteva andare.

Barcollante, si diresse verso il treppiede. Il Libro delle Ombre era aperto sugli incantesimi del destino, con beffarda ironia.

Non ce la faceva proprio, a condividere la fiducia delle sue sorelle.

Appoggiò il palmo della mano sulla carta e svuotò la mente.

Niente.

Sfogliò un paio di pagine, cambiando punto, e ripeté il gesto.

Niente, per l’ennesima volta.

- Ragazze… – rialzò lo sguardo, mentre un inarrestabile brivido di paura si impadroniva di lei. Si era rifiutata di crederci fino alla fine, ma era esattamente come temeva.

- Il mio potere non funziona. -

 

*****

 

Era diventato facile osservarle.

Spezzate le catene, rientrato in pieno possesso degli antichi poteri, sentiva di non avere più barriere a ostacolarlo.

A scaldarlo, solo le fiamme dell’inferno.

Era finalmente libero di muoversi lungo quella dimensione tormentata, che per un essere come lui, si sarebbe rilevata ben presto troppo stretta.

La sua unica ragione, la caccia ai sogni di gloria perduti, ai desideri infranti. Ai rancori del mondo e ai propri rimpianti, per quell’immensità che non aveva mai raggiunto.

Nessun limite.

La sua strada avrebbe incrociato quella delle Sorelle, solenni paladine della giustizia. Era destino che fosse così, fino all’ultimo dei suoi giorni.

Studiava le loro mosse. Niente era cambiato.

Vedeva un’opportunità.

Conosceva la minaccia che stava per abbattersi su San Francisco, il flagello che avrebbe travolto e rovinato le Halliwell.

E sapeva che, stavolta, non sarebbero state forti abbastanza da sopravvivere.








A.d.A. - In occasione del reboot della serie, previsto per il 2018, ho deciso anch'io di fare la stessa cosa con una storia già completata. Sono particolarmente affezionato a Dream 2 Fly, per tanti motivi, per cui riprenderla in mano significa innanzitutto cercare di migliorarla, e rivivere ciò che ho provato mentre la stavo scrivendo la prima volta. Spero di fare un buon lavoro.
Un ringraziamento in particolare va a Syriana94, che mi ha sostenuto personalmente nel portare avanti questa idea.
Buona lettura a tutti!

Il vostro,

S.o.J.

 
   
 
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