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Autore: Shanley    02/03/2018    24 recensioni
Goku e Vegeta pensano sempre ad allenarsi e spesso scordano gli impegni di famiglia. In questa OS i due sayan scorderanno una promessa fatta ai loro figli ma questa volta non se la caveranno con un semplice "mi dispiace".
Tratto dalla storia:
I due sayan si scambiarono un’occhiata significativa prima di raccogliere il coraggio e raggiungere l’ampio salotto dove sapevano esserci quattro aure fin troppo familiari ad attenderli. Sbucarono titubanti dall'ingresso del soggiorno e li trovarono lì, seduti sul divano con le braccia conserte e le sopracciglia corrugate. Non appena si accorsero che i due sayan avevano palesato la loro presenza, quattro paia di occhi furibondi li inchiodarono sul posto, terrorizzandoli peggio di Zamasu dopo la fusione con se stesso.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Goten, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diavoletti sotto mentite spoglie
 
 
 
-Bene ragazzi. Per oggi è tutto.- Whis guardò i suoi due allievi soddisfatto dei progressi. -Questa settimana sarò molto impegnato con Lord Beerus quindi non potrete venire qui ad allenarvi. Approfittatene per passare del tempo con le vostre famiglie.- Concluse l’angelo con un sorriso divertito sulla faccia.
Lui, a differenza loro, ricordava bene l’impegno che i due sayan avevano preso con i loro figli e quel pomeriggio, dopo aver parlato con una Bulma alquanto adirata, aveva accettato di rimandare a casa i ragazzi, ridendosela sotto i baffi per la sfuriata che si sarebbe abbattuta su di loro una volta rientrati sulla Terra. Aveva sempre trovato molto singolare, e alquanto divertente, il bizzarro rapporto che quegli uomini avevano con le loro consorti. Nonostante fossero senza ombra di dubbio gli esseri mortali più potenti dell’intero universo, non negavano di essere terrorizzati dalle loro donne che dal canto loro non ci pensavano due volte a mettere in riga i loro mariti, infischiandosene di avere di fronte qualcuno che poteva eliminarle usando solo la punta del dito indice.
-Una settimana senza allenamenti?- Protestò Goku. -Che cosa dovete fare di così importante lei e Lord Beerus da non avere tempo da dedicarci?-
-Non sono affari tuoi, Goku.- Rispose pacato Whis senza smettere di ghignare sotto i baffi e guadagnandosi un’occhiata inquisitrice da Vegeta che, silenzioso come sempre, lo osservava con sospetto. -Ora andate!- Ordinò l’angelo perentorio. -Non ho altro tempo da perdere con voi.-
-Io voglio allenarmi ancora!- Si lagnò Goku che non aveva nessuna voglia di fare una pausa.
Whis sospirò seccato. Questi sayan sono proprio insistenti! Pensò.
-Perché non vi allenate nella gravity room di Vegeta?- Propose incoraggiante.
-Urca! Non ci avevo pensato!- Goku si voltò entusiasta verso il compagno che, per tutto il tempo, non aveva fatto altro che fissare con sospetto Whis. -A te sta bene, Vegeta?-
-Sì.- Rispose il principe dei sayan senza staccare lo sguardo dal ghigno dell’angelo.
C’era qualcosa di strano in quella situazione. L’improvviso termine degli allenamenti dopo la lunga conversazione avuta dall’angelo tramite il suo scettro. Che stesse succedendo qualcosa di grave all’universo? Whis gli era parso agitato mentre parlava col suo misterioso interlocutore. Prima che potesse porre all’immortale la domanda che tanto lo turbava in quel momento, sentì Goku stringergli la spalla distraendolo dal flusso dei suoi pensieri.
-Allora andiamoci subito!- Annunciò allegro il buon sayan portando due dita alla fronte e sparendo l’istante successivo.
Whis sospirò. Scampato pericolo! Vegeta stava per porgli una domanda a cui lui non avrebbe saputo come rispondere. Il principe dei sayan era troppo perspicace e aveva capito subito che qualcosa non andava. Per fortuna l’ingenuità di Goku lo aveva salvato. Whis puntò lo sguardo verso il palazzo di Lord Beerus e soddisfatto constatò che la divinità stava ancora dormendo. Bene, avrebbe avuto tutto il tempo per guardare quello che, ne era certo, sarebbe stato uno spettacolo esilarante. Seduto sotto le fronde di un albero avvicinò lo scettro al volto. L’immagine della Terra e più precisamente della Capsule Corporation, apparve nitida nel piccolo globo. Un sorriso entusiasta si allargò sul volto dell’angelo. Perfetto, erano già sul piede di guerra. Una risata giuliva gli sfuggì dalle labbra al pensiero dell’imminente spettacolo. Non se lo sarebbe perso per nulla al mondo!
 
***
 
Apparvero l’istante successivo nel giardino della Capsule Corporation. Il silenzio innaturale di quella casa solitamente confusionaria e sempre piena di risate paralizzò Vegeta sul posto. Che cosa stava succedendo? Cos’era questa sensazione negativa che percepiva già da prima, quando ancora si trovavano sul pianeta delle divinità?
-Forza Vegeta! Andiamo nella gravity room. Non abbiamo tempo da perdere!- Gli disse Goku allegro prendendolo per un braccio e tentando invano di trascinarlo nella stanza dove si sarebbero potuti allenare. Goku si accorse dell’immobilità del compagno, non lo aveva spostato di mezzo centimetro, e seccato dall’atteggiamento di Vegeta chiese:
-Che ti prende?-
-Non la senti?- Chiese l’altro senza distogliere lo sguardo dalla grande casa a cupola.
-Che cosa?- Chiese l’ingenuo sayan.
-Questa aura negativa provenire dalla casa.-
Goku si concentrò sulle auree presenti all’interno della Capsule Corporation e un gran sorriso si allargò sul suo viso.
-Non c’è nessuna aura negativa. Chichi, Bulma e i ragazzi sono dentro!- Affermò sicuro Goku. -Andiamo a salutarli.- Fiondandosi, senza essersene reso conto, nella tana del lupo.
Nello stesso istante in cui misero piede nella casa, i due sayan rabbrividirono. Ora pure Goku percepiva quella strana sensazione che aveva provato Vegeta dopo essere apparsi nel grande giardino.
-Ehilà!- Salutò palesando la sua presenza, nonostante fosse certo che, se non le loro mogli, almeno i ragazzi, avessero già percepito la loro presenza.
Nessuna risposta. I due sayan si scambiarono un’occhiata significativa prima di raccogliere il coraggio e raggiungere l’ampio salotto dove sapevano esserci quattro aure fin troppo familiari ad attenderli. Sbucarono titubanti dall’ingresso del soggiorno e li trovarono lì, seduti sul divano con le braccia conserte e le sopracciglia corrugate. Non appena si accorsero che i due sayan avevano palesato la loro presenza, quattro paia di occhi furibondi li inchiodarono sul posto, terrorizzandoli peggio di Zamasu dopo la fusione con se stesso.
-T…Tesoro, Goten.- Iniziò Goku, trovando il coraggio di parlare. -Che bello vedervi.-
Nessuno rispose. Chichi si limitò ad alzarsi e raggiungere il marito, che invano tentò di indietreggiare trovandosi a sbattere la schiena contro il muro, e gli si posizionò di fronte con le mani sui fianchi e uno sguardo così temibile che Goku iniziò a sudare freddo.
-Non avete forse dimenticato qualcosa?!- Chiese la mora furibonda.
-D…Dimenticato?- Chiese il buon sayan deglutendo. -V…Vegeta.- Chiamò in soccorso Goku. -Tu sai di cosa la mia dolce e bella mogliettina stia parlando?-
-Non mettermi in mezzo nei tuoi drammi matrimoniali, Kakaroth!- Lo riproverò Vegeta convinto di essere fuori dalla bufera che di lì a poco li avrebbe colpiti in pieno.
-Non penserai davvero di non centrare nulla?!-
La voce di Bulma gli provocò un brivido gelato lungo tutta la schiena. Deglutendo, spostò lo sguardo sulla consorte che si era alzata e lo fissava fulminandolo con lo sguardo. Strinse i pugni per mitigare il tremore che quegli occhi di ghiaccio puntati nei suoi gli stavano provocando. Lui era il principe dei sayan e nessuno poteva intimidirlo. Spavaldo incrociò le braccia al petto e con aria di sfida affermò:
-Certo, io non ho fatto nulla!-
Quelle poche parole ebbero l’effetto di un Final Flash in piena faccia, portando allo scoppio di due bombe sotto forma di donne terrestri.
-Siete i soliti irresponsabili!- Gli gridò contro Bulma avvicinandosi e posizionandosi a fianco alla mora, sul piede di guerra. -Non ci si può fidare di voi!-
-Quali padri dimenticano una promessa fatta ai propri figli?!- Rincarò la dose Chichi. -Pensate solo agli allenamenti senza tener conto dei sentimenti dei vostri cari!-
-Promessa?- Chiesero all’unisono i due sayan confusi.
-Ve ne siete proprio dimenticati, eh?- Li accusò Bulma con uno sguardo poco raccomandabile sul volto. -Davvero tipico di voi!-
-Avevate promesso ai ragazzi di passare un’intera giornata con loro portandoli al luna park!- Spiegò Chichi assottigliando lo sguardo diventando, se possibile, ancora più spaventosa. -Vi hanno aspettato invano per ore!-
I due sayan spostarono la loro attenzione sui due bimbetti imbronciati seduti in silenzio sul divano con le braccia incrociate.
-Ragazzi ci dispiace molto.- Disse loro Goku tentando di farsi perdonare. -Prometto che rimedieremo in qualche modo.-
I bambini non risposero ma si limitarono a girare la testa nella direzione opposta offesi.
-Quante storie!- Protestò Vegeta stanco di quella sciocca situazione. -Vi ci portiamo adesso al luna park, contenti?-
Goten si voltò verso i due sayan con un sorriso entusiasta e gli occhi che gli brillavano dall’emozione.
-Davvero?- Chiese speranzoso il bimbetto.
-Certo.- Rispose Goku, credendo che la situazione si sarebbe risolta così facilmente. -Una promessa è una promessa.-
-No grazie, non ci interessa.- La voce glaciale di Trunks spostò l’attenzione di tutti, compresa quella di un delusissimo Goten, su di lui. -Abbiamo altri programmi.- Concluse Trunks fulminando l’amico di mille avventure con lo sguardo.
-Già, infatti.- Concordò Goten tornando serio e incrociando di nuovo le braccia al petto.
-Andiamo a giocare.- Propose Trunks tirandosi dietro l’amico senza degnare di uno sguardo i due sayan rimasti interdetti.
 
***
 
Diverse ore dopo, e più precisamente dopo cena, a casa Son…
 
Goku era tornato a casa con un senso di inquietudine che non accennava a lasciarlo in pace. La sensazione che quella storia non fosse affatto finita lo assillava impedendogli di pensare ad altro. Per tutto il corso della cena Goten non gli aveva rivolto la parola fuggendo poi nella sua stanza non appena ebbe terminato di mangiare. Qualcosa non andava. Goten non gli aveva mai tenuto il muso per tanto tempo, non era nella sua indole. Basta, non ce la faceva più. Doveva sapere! Salì le scale fino a raggiungere la stanza di suo figlio. Senza bussare entrò. Goten si coprì con le coperte fingendo di dormire.
-Goten, possiamo parlare?- Chiese il buon sayan con un sorriso divertito dal tentativo di suo figlio di evitarlo.
-No, sto già dormendo.- Rispose il bambino.
-Se stai dormendo come mai mi rispondi?-
Silenzio. Goku poteva percepire la tensione del suo secondogenito che colto in fallo non sapeva come liberarsi da quella situazione. Sbuffando, il piccolo Son decise di sbucare dalle coperte e incontrare lo sguardo del padre. Goku si avvicinò mettendosi a sedere a fianco a Goten.
-Mi dispiace di essermi scordato della promessa.- Iniziò il sayan felice che lo sguardo imbronciato del bambino si stesse rasserenando. -Se per te va bene potremmo andarci domani al luna park.- Propose certo che il figlio avrebbe accettato. Goten lo guardò a lungo prima di rispondere. Una miriade di emozioni si palesarono sul suo volto. Poi il suo sguardo si indurì e incrociando le braccia al petto disse:
-No. Non voglio!-
-Non vuoi?- Chiese Goku incredulo. -Ma perché?-
-Perché tu dimentichi sempre le promesse che mi fai e questa volta Trunks ha detto che voi due vi meritate uno scherzetto.- Consapevole di essersi lasciato sfuggire qualcosa di troppo, Goten si portò le mani alla bocca tappandola anche se ormai era troppo tardi. Il danno era fatto.
-Scherzetto?- Un brivido corse lungo la schiena del sayan. -Di quale scherzo parli?- Goten si limitò a scuotere la testa deciso a non parlare ma suo padre non si sarebbe arreso. Doveva sapere. -Goten, se non mi dici subito di che scherzo si tratta ti faccio il solletico.- Concluse sapendo che quello era il punto debole di suo figlio. Goten scosse ancora il capo deciso a rimanere in silenzio a qualsiasi costo. -L’hai voluto tu.- Goku iniziò a solleticare il bambino che in appena due secondi iniziò a ridere così tanto che quasi gli mancò il fiato. -Dimmi di che si tratta e smetto subito.- Ghignò suo padre che tutto sommato si stava divertendo a giocare con suo figlio.
-No!- Gridò il bambino tra una risata e l’altra.
-Posso andare avanti per ore.- Lo minacciò Goku, certo che presto suo figlio avrebbe ceduto e vuotato il sacco.
Goten non sapeva che fare. Se avesse continuato a subire quella tortura era certo che prima o poi avrebbe ceduto e Trunks non gli avrebbe mai perdonato un tale tradimento. Prese la decisione di usare una carta che, lo sapeva bene, suo padre temeva più di ogni altra cosa al mondo. Ma come dice quel vecchio detto, in amore e in guerra tutto è lecito.
-Mamma!- Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.
-Come mamma?- Chiese confuso Goku che smise di fargli il solletico tanto era rimasto perplesso.
In due secondi Chichi entrò nella stanza. Lo sguardo che andava da padre a figlio, confuso. Goku non ebbe nemmeno il tempo di parlare che Goten iniziò a piangere disperato.
-Il mio povero bambino!- Chichi si fiondò nella stanza prendendo subito tra le braccia Goten che a squarciagola piangeva disperato. -Che cosa hai fatto a mio figlio?!- Gli urlò contro la donna.
-Ecco io veramente…-
-Papà mi ha fatto paura!- Disse Goten tra un singhiozzo e l’altro.
-Non è vero io…- Tentò Goku indietreggiando ma lo sguardo assassino di sua moglie gli fece morire le parole in gola.
-Quale padre spaventa il proprio bambino prima di andare a dormire?!-
-Ma veramente io…-
-Fuori di qui!- Lo aggredì Chichi. -E non ti azzardare a disturbare ancora il piccolo Goten!-
Goku decise di uscire dalla stanza, Chichi era spaventosa con quello sguardo furioso, ma non prima di aver tirato un’occhiataccia a Goten che con un ghigno arrogante gli fece una linguaccia. Deciso a scoprire cosa i bambini stessero tramando alle loro spalle, Goku si fiondò al telefono e digitando il numero che sapeva a memoria attese che dall’altra parte rispondessero.
-Che c’è?- La voce burbera di Vegeta all’altro capo del telefono gli fece trarre un sospiro di sollievo. Sperava fosse lui a rispondere.
-Abbiamo un problema.- Annunciò con voce tesa e preoccupata.
 
***
 
Nel frattempo a casa Brief…
 
Vegeta osservava sospettoso sua moglie e suo figlio confabulare. Li aveva studiati per tutto il corso della cena e non aveva potuto non notare le occhiatine divertite e sadiche allo stesso tempo che i due gli avevano lanciato in quelle ore. Anche in quel momento lo fissavano parlottando. Stufo, ma soprattutto spaventato, da quella situazione in cui era certo i due stessero tramando qualcosa contro di lui, decise di tagliare la testa al toro.
-Trunks, vieni qui.- Ordinò Vegeta. Il bambino obbedì raggiungendolo. -So che sei ancora arrabbiato per la storia del luna park.- Disse burbero. -Se vuoi ti ci porto domani.- Concluse il principe dei sayan speranzoso.
-No, ti ringrazio.- Un sorriso così inquietante da farlo rabbrividire si allargò sulla faccia di suo figlio. -Non sono più arrabbiato, non preoccuparti.- Concluse il bambino trasformando quel sorriso in un ghigno così sadico che lo rendeva tale e quale a sua madre.
-Insisto.- Tentò ancora Vegeta sempre più terrorizzato.
-Davvero papà. Non importa.- Il tono mellifluo di Trunks non gli piacque affatto. -Sono a posto così.- Concluse il bambino dirigendosi poi nella sua stanza pronto per coricarsi.
Vegeta lo osservò salire le scale. Il ghigno divertito di Trunks non prometteva nulla di buono. Spostò lo sguardo su Bulma che se la rideva sotto i baffi. Prima che potesse chiedere spiegazioni alla donna, il telefono squillò. Con due falcate raggiunse la cornetta e con un tuffo al cuore vide il numero di Kakaroth.
-Che c’è?- Chiese rispondendo alla chiamata.
-Abbiamo un problema.- Disse l’altro fermandogli il cuore nel petto per un istante.
-Spiegati.- Lo esortò Vegeta.
-Goten è ancora arrabbiato con me e quando ho cercato di parlargli per risolvere la questione mi ha detto che questa volta ci meritavamo uno scherzetto.-
-Scherzetto? Di che genere?- Chiese il principe sempre più allarmato.
-Non lo so. Non sono riuscito a scoprirlo e ora Chichi fa la guardia alla sua stanza impedendomi di entrare. Speravo tu potessi scoprire qualcosa direttamente da Trunks.-
-Impossibile.- Affermò sicuro il sayan. -Bulma sta dalla sua parte e Trunks è troppo furbo per lasciarsi sfuggire qualcosa.- Ci pensò su qualche secondo. -Facciamo così. Domani vieni qui con la scusa dell’allenamento e mentre siamo nella gravity room decidiamo un piano per far loro sputare il rospo.-
-Va bene, a domani.-
I due chiusero la telefonata senza essersi resi conto che qualcuno aveva ascoltato la loro conversazione. Qualcuno che non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla sua piccola vendetta e che pregustava la riuscita del suo subdolo piano. Trunks prese il cellulare e digitando rapido sui tasti, informò l’amico della decisione presa dai loro papà, intimandolo di venire a casa sua insieme a Goku e la madre. Il giorno seguente la loro vendetta si sarebbe consumata. Rise di gusto prima di mettersi a dormire.
 
***
 
Vegeta attendeva con impazienza l’arrivo del suo compare camminando avanti e indietro nella sua camera. Quella mattina non aveva avuto nemmeno il coraggio di scendere a fare colazione. Non voleva affrontare quei due demoni che si fingevano la sua famiglia. Non prima di aver pianificato il suo contrattacco. Aveva detto a Kakaroth di venire a casa sua appena si fosse svegliato, allora perché ci metteva così tanto tempo per arrivare? Quando finalmente l’aura dell’altro sayan si palesò nel giardino di casa, con un tuffo al cuore Vegeta constatò che non era da solo. Chichi e Goten erano venuti con lui… Perché? Scese di corsa le scale col cuore che gli martellava nel petto. Non era stato così agitato nemmeno prima di partire per affrontare il Torneo del Potere, e lì c’era in gioco il destino dell’universo! Arrivato in giardino li trovò tutti lì. Le due donne e i bambini guardavano Kakaroth con un ghigno stampato in faccia. Il buon sayan ricambiava lo sguardo visibilmente a disagio e col sudore che gli imperlava la fronte. Kakaroth trasse un sospiro di sollievo non appena lo vide. Il suo unico alleato in quella funesta situazione.
-Vegeta! Meno male! Che ne dici se andassimo nella gravity room?- Propose Goku che non vedeva l’ora di sfuggire a quegli sguardi affamati di vendetta.
Vegeta annuì senza smettere di osservare le loro famiglie che ghignanti e in silenzio li osservavano allontanarsi. Con una sensazione di terrore a farli tremare fin dentro le ossa, i due sayan raggiunsero la navicella adibita agli allenamenti e rimasero in piedi sulla rampa di accesso a fissare l’interno della stanza senza avere il coraggio di entrare. Mai quel luogo gli era sembrato così tetro. Era sempre stato così buio ed inquietante?
-Che cosa aspetti Kakaroth?! Entra!-
-Non ci penso proprio ad entrare per primo.- Rispose Goku terrorizzato. -Entra tu.-
-Sono il tuo principe e ti ordino di entrare!-
-È casa tua e devi entrare prima tu!- Protestò Goku infischiandosene della gerarchia. Nemmeno a lui erano sfuggiti gli sguardi di quei quattro demoni mentre si dirigevano nella gravity room e non promettevano nulla di buono.
Vegeta assottigliò lo sguardo puntandolo in quello del compagno. Erano in una situazione di stallo e non ne sarebbero usciti tanto facilmente. C’era una sola soluzione.
-Va bene.- Concesse alla fine il principe. -Entriamo insieme. Al mio tre. Uno, due… Tre!-
Con un balzo i due furono all’interno. Atterrarono in posizione d’attacco trasformati in super sayan blu, pronti a difendersi da qualunque scherzo quei due furbetti avessero architettato alle loro spalle. Nulla. Non era successo nulla. Rilassandosi e sciogliendo la trasformazione, i due si guardarono negli occhi accennando appena ad un sorriso ma prima che potessero dire una parola, il portellone di accesso si chiuse con un tonfo, bloccandoli all’interno. Lo schermo che Bulma anni prima aveva installato all’interno della gravity room si accese rivelando i volti ghignanti dei loro due bambini.
-Che cosa c’è?- Chiese burbero Vegeta tentando di mantenere un certo contegno nonostante la strizza che gli attanagliava lo stomaco.
-Vorrei dirti che mi dispiace, papà.- Disse Trunks mellifluo. -Ma non voglio mentirti.- E così dicendo premette un pulsante del pannello di controllo che aveva davanti.
Tutto successe così in fretta che il principe non ebbe nemmeno il tempo di comprendere le parole che il suo primogenito gli aveva rivolto. Una botola sul soffitto della gravity room si aprì e qualcosa di non identificato gli cadde sulla testa. Qualcosa di viscido che la sua mente non capiva, o meglio, non voleva comprendere. Vegeta rimase immobile, paralizzato in una calma innaturale che gli impediva di guardare cosa gli fosse piovuto addosso.
-T…tutto bene Vegeta?- Chiese Goku al suo fianco che invece aveva capito benissimo il malvagio piano dei bambini.
-Kakaroth.- Disse il principe con un filo di voce. -Dimmi che non è quello che penso.-
-Vorrei tanto Vegeta.- Rispose il compagno.
Solo in quel momento il sayan si costrinse ad abbassare lo sguardo su se stesso. Una quantità industriale di orrendi vermi striscianti lo ricoprivano interamente. Un grido di terrore uscì spontaneo dalle sue labbra.
-TOGLIMELI DI DOSSO!-
-Va bene Vegeta stai calmo!-
-IO NON LE SOPPORTO LE COSE CHE STRISCIANO!-
Goku si avvicinò al compagno che saltellante cercava invano di scacciare quella piccole creature dal suo corpo, terrorizzato come mai lo aveva visto. Un sorriso si allargò sul volto di Goku divertito dalla situazione. A lui non facevano per nulla impressione quegli esserini quindi gli era andata bene, no? Ma come si sa, ride bene chi ride ultimo…
-Sta fermo così te li tolgo!-
-Credi non abbiamo pensato anche a te, papà?-
La voce divertita di Goten lo paralizzò sul posto. Ebbe appena il tempo di guardare il figlio negli occhi, occhi che non promettevano nulla di buono, che decine di braccia meccaniche si allungarono dal soffitto circondandolo in tutte le direzioni. Una lenta goccia di sudore scese lungo la tempia del sayan, paralizzato a quella vista. Ogni braccio meccanico teneva stretta tra le dita metalliche una siringa corredata da ago luccicante e pronto all’uso. Le braccia iniziarono a muoversi palesando l’intendo di pungere il mal capitato.
-KYAAAAAAAA!!!- L’urlo di terrore di Goku riempì la stanza e mischiandosi alle imprecazioni sempre più colorite del principe dei sayan, creò una tale confusione da attirare l’attenzione delle loro mogli. -NON VOGLIO FARE LA PUNTURA! HO PAURA!-
Le risate dei bambini gli riempirono le orecchie ma la voce della sua dolce mogliettina accese la speranza nel suo cuore.
-Che succede qui?- Chiese Chichi falsamente stupita.
-Tesoro falli smettere. Ti prego!-
Bulma e Chichi guardarono la scena che avevano davanti scoppiando a ridere.
-BULMA! AIUTAMI!-
Vegeta ormai disperato guardò sua moglie in cerca di un sostegno. Quelle orrende creature non ne volevano sapere di staccarsi dal suo corpo. Per fortuna che non aveva fatto colazione altrimenti avrebbe vomitato.
-Guardali lì, Chichi.- Iniziò Bulma con un sorriso a trentadue denti. -I due super sayan leggendari, i guerrieri più potenti dell’intero universo, tenuti in scacco da vermi e siringhe.-
-Davvero imbarazzante.- Commentò la mora con un ghigno. Poi voltandosi verso i bambini e addolcendo i toni aggiunse: -Vi va di fare merenda, tesorini?-
-Si!- Risposero all’unisono Trunks e Goten e così dicendo se ne andarono.
-Tornate qui!- Gridarono i due sayan terrorizzati. -Trunks, ti dimezzo la paghetta!- Aggiunse il principe nella speranza di convincere il figlio a venire in suo aiuto e fermare quell’insensata follia.
Poi tutto accadde in un attimo. Goku, nella sua folle fuga dalle siringhe riuscì ad afferrare il braccio di Vegeta e teletrasportarsi direttamente nel lago vicino a casa sua sui Monti Paoz. Vegeta ne approfittò per togliersi di dosso le orrende creature che lo ricoprivano facendo il giro del lago sott’acqua almeno cento volte per essere sicuro di non avere più nessun verme addosso. Gettandosi poi sulla riva a fianco a Goku, esausto.
-Ci è mancato poco.- Commentò il buon sayan sospirando sollevato. Aveva rischiato grosso! Quei due erano dei folli. E se fosse stato punto?!
-Quei due piccoli mostri!- Inveì Vegeta. -Me la pagheranno!-
-Ci hanno proprio fregato.- Ammise Goku ridendo. -Certo che non li credevo così terribili quei due piccoletti.-
-Sono diavoli nel corpo di bambini!- Affermò Vegeta fissando il compagno con un brivido. -Trunks ha senza dubbio preso tutto da sua madre!- Concluse Vegeta incrociando le braccia al petto. -È lei la mente malvagia della famiglia!-
Rimasero sulla riva del lago in silenzio per molto tempo a rimuginare sull’accaduto. Fu Vegeta a rompere quel silenzio.
-Come facevano a sapere che detesto le cose che strisciano?- Chiese il principe dei sayan pensieroso al compagno. -Sono stato attentissimo a non farmelo scappare mai con nessuno.- L’illuminazione lo colpì come uno schiaffo in piena faccia. Puntò il suo sguardo più temibile sul compagno al suo fianco che, capita la piega che avrebbero potuto prendere gli eventi, tentava di filarsela.
-Fermo lì furbetto!-
Goku si paralizzò sul posto.
-C…che cosa c’è, Vegeta?- Chiese Goku titubante.
-Nel corpo di Majin Buu c’eravamo solo io e te.- Vegeta assottigliò lo sguardo senza distoglierlo dal compagno che tentava in tutti i modi di trovare un posto dove nascondersi.
-Ecco… io… vedi… io…-
-Che cosa Kakaroth?- Lo esortò Vegeta avvicinandosi minaccioso e sembrando addirittura più alto agli occhi spaventati del povero Goku.
-Mi è scappato, va bene!- Confessò il buon sayan incapace di mantenere la bocca chiusa sotto pressione. -Chichi e Bulma sono così minacciose a volte e non ce l’ho fatta a resistere!-
-Tu.- Vegeta si trasformò in super sayan blu, tremante di rabbia. -Traditore!- Rapido il sayan portò le mani davanti a sé. -Final Flash!- Gridò prima di attaccare l’avversario.
Goku riuscì a teletrasportarsi per un soffio.
-Dai Vegeta!- Protestò il buon sayan contrariato. -Mi è scappato, quante storie! Potresti anche metterci una pietra sopra. Siamo amici, no?-
-Amici un corno!- Rispose Vegeta attaccandolo di nuovo.
Vegeta rincorse Goku per svariate ore cercando invano di afferrare il suo eterno rivale e fargli pagare caro quel tradimento, continuando involontariamente a regalare uno spettacolo alquanto esilarante alle varie divinità che in quel momento li stavano osservando, dopo essere state contattate da Whis che aveva promesso loro un divertimento assicurato.
   
 
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