Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: RMSG    30/06/2009    9 recensioni
Raccolta partecipante al concorso "Rainbow Challenge" indetto da Fanword.it;
Sette storie tante quanti sono i colori dell'arcobaleno;
Sette storie per rappresentare piccole scene di quotidianità di Roy ed Edward.
Avvertimenti: Possibile OOC.
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: OOC, What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Glitter Graphics


Sono seduto sul divano di casa mia, Alphonse è fuori e sulle mie gambe c'è la testa di Roy Mustang che, steso, mi guarda con i suoi occhi neri.
"Non vuoi proprio raccontarmi, Roy... ?" gli chiedo, con tono soffuso. 
Vorrei davvero che si confidasse con me, vorrei davvero che abbattesse completamente le sue difese col suo... - beh, è così e non ci posso fare niente - fidanzato.
Lo vedo scuotere il capo, senza neanche emettere fiato, non ne vuole proprio parlare.
Io sospiro e gli faccio una veloce carezza sulla guancia: "Io con te mi sono confidato, Roy" gli ricordo, giocando la carta dello scambio equivalente.
Lui solleva un sopracciglio, scettico e finalmente posso sentire la sua voce risuonare nella stanza: "Ma se sapevo già tutto di te?" volta il viso verso la sua destra per scontrare la fronte contro il mio ventre. Non lo sopporto quando smette di guardarmi!
"Ti giri?!" sbotto e gli prendo il mento tra le dita per farlo girare, lui, scocciato, obbedisce.
"Perché vuoi saperlo?" mi domanda a bruciapelo, tanto che mi lascia veramente senza parole. Decisamente non mi aspettavo questa domanda.
"Voglio..." prendo coraggio e glielo dico in faccia "Voglio saperlo perché non riesci a dormire la notte! Voglio saperlo perché quelle poche volte che chiudi occhio ti sento tremare, ti sento chiedere scusa...!" esclamo e lui volta di nuovo il capo.
Sto per prendere nuovamente parola, per arrabbiarmi perché, molto probabilmente, neanche mi ha ascoltato quando mi anticipa e comincia a parlare lui: "Davvero chiedo scusa?".
Io sospiro e mi calmo, stasera non è il caso di essere bruschi, non tanto per lo meno.
"Sì, Roy, sì... implori il perdono di qualcuno..." appoggio la mia mano d'acciaio alla sua guancia e lo vedo socchiudere gli occhi.
"E' una storia troppo lunga..." sta per cedere! Non ci credo! Quando fa così è perché vuole temporeggiare, per trovare le parole giuste...
Andiamo Roy! Parlami, su...
"Abbiamo tutto il tempo del mondo, Colonnello" lo chiamo col suo - anzi, il nostro - nostalgico grado.
Sospira di nuovo e rimane col volto girato mentre comincia a parlare: "E' un sogno ricorrente... lo faccio ogni notte da quando sono tornato da Ishbar..." mormora e la sua voce si affievolisce sempre più, come se si vergognasse di parlarne.
Visto che la mano d'acciaio è ancora sulla sua guancia, vado a poggiare la mano di carne sul suo petto, coperto dalla camicia bianca.
"Che cosa sogni Roy?" gli domando, lentamente.
Lui indugia per diversi minuti, poi, abbassando le palpebre, quasi arrendendosi all'evidenza, risponde: "Sangue... tanto tanto sangue... tutto il sangue che ho versato a Ishbar... c-cola da tutte le parti, dalle pareti..." la voce trema e balbetta leggermente.
Io sbarro gli occhi, sono scioccato. Roy soffre così e io non posso aiutarlo...
"Sale anche dal pavimento e la stanza in cui mi trovo in pochissimo tempo si riempie... alla fine... mentre sto per affogare, gridando, imploro di essere perdonato..." questa confessione lo ha decisamente provato, lo capisco dalle sopracciglia sottili che tremano.
“Io…” faccio per parlare ma Roy riparte col racconto e mi ammutolisco.
“La stanza è completamente rossa… e io… vedo solo rosso… rosso sangue…” chiude gli occhi.
Mi piego su di lui e lo stringo “Roy è solo un sogno… ciò che hai fatto a Ishbar non è colpa tua! Non è colpa di nessuno, se non di quel bastardo di Bradley!” esclamo, prendendogli il viso tra le mani.
“Hai capito!?” attendo una sua risposta. “Roy!” lo chiamo e lui apre gli occhi per guardarmi.
“Lo so… ma non posso non star male per ciò che ho fatto; questa, è la mia penitenza. Prima o poi, credo, riuscirò a scontarla del tutto…”.
Povero Roy…
“Fammi solo una promessa, Roy…” lui mi guarda, incuriosito mentre io sono estremamente serio.
“Certo…” mormora, mettendosi seduto e appoggiando la fronte alla mia.
“Devi svegliarmi, capito?! E devi mettermi al corrente di quello che provi, di ciò che senti!” lo prendo per il colletto “Giuro che se mi tieni di nuovo all’oscuro di questo io… mmhpf… !” non finisco la frase che Roy mi ha tappato la bocca con la sua.
Gli cingo il collo con le braccia e ricambio il bacio, anche se un po’ contrariato, non mi fa mai parlare.
Ci stacchiamo poco dopo e lui mi stringe; avvicina le labbra al mio orecchio e ci soffia dolcemente dentro “Promesso…”.
Io mi rassereno e appoggio il mento alla sua spalla, pensieroso: che brutto colore che era il rosso...
   
 
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