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Autore: Kuruccha    07/03/2018    0 recensioni
#1 - È buona educazione ascoltare quando chi ti sta davanti ripete qualcosa per te [Kondo, Shinsengumi, Otae]
#2 - Certi fantasmi si nascondono dove meno te lo aspetti [Katsura, Elizabeth]
#3 - Non era una casa molto carina, pur col soffitto e senza cucina [Hasegawa, Gintoki]
#4 - Le macchie di sangue sono le più persistenti [Takasugi, Matako]
#5 - Sta' attento a non perderti nelle tue fantasie [Jirochou/Otose]
#6 - L'importante è che se muori me lo dici prima [Yorozuya]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'importante è che se muori me lo dici prima

 

C’è una cosa che Shinpachi, dall’alto della sua lunga (e travagliata) esperienza come tuttofare, può dire di aver davvero capito dal suo mestiere: che non bisogna mai fidarsi della prima impressione.

Se lo ripete spesso anche in momenti che con il suo mestiere non c’entrano niente: ad esempio, quando qualcuno lo spintona per strada (sarà di fretta, poverino, pensa), quando la cassiera del minimarket non gli dà la busta di plastica (sarà un’amante della natura, la giustifica), quando sua sorella carbonizza le uova al tegamino (ci mette tanto amore, dopotutto, si dice) quando Gintoki non lo paga per il terzo mese di seguito (abbiamo lavorato davvero poco in queste ultime settimane, ragiona, o forse no? Aspetta, cinque giorni fa abbiamo ripavimentato un intero capannone, dove sono finiti tutti quei soldi?).

Se lo ripete - o, per meglio dire, se lo augura - anche in quel preciso momento, nell’intravedere oltre la soglia dell’Agenzia la figura di Gintoki a terra, immerso in una pozza rossastra, con Kagura distesa alla sua destra e Sadaharu accucciato alla sua sinistra.

«Ed è questo l’insegnamento che voglio lasciarvi prima di morire» dice Gintoki in tono melodrammatico, e Shinpachi sente nascere in lui un istinto fortissimo a lanciargli dietro uno degli stivali che lui ha lasciato all’ingresso (fuori posto, ovviamente). «Una storia. La storia di un uomo capace di compiere imprese che nessun’altro prima di lui era riuscito a portare a termine!»

Da lì dov’è, Shinpachi non riesce a vedere l’espressione di Kagura, eppure è abbastanza convinto che sia attenta e interessata, proprio come ogni volta che Gintoki attacca con una delle sue frottole.

«La storia di un uomo capace di difendere la sua terra da qualsiasi malintenzionato» continua Gintoki. «La storia di un uomo capace perfino...»

S’interrompe inscenando una fintissima crisi di tosse, tanto per attirare l’attenzione - ma Kagura non è in grado di decifrare quel suo ovvio stratagemma, così la vede precipitarsi al suo capezzale e afferrargli la mano tra le sue. «Gintoki! Uomo essere persino capace di fare cosa?»

«Capace perfino di...» Altro crisi di tosse convulsa, persino più falsa della precedente. «Capace perfino di sconfiggere la morte!»

«La morte!» grida Kagura

«Ebbene sì, la morte! È inutile che ti dica che ho sempre ammirato quell’uomo e quella sua capacità, cioè, altrimenti non sarei affatto in questa situazione, ti pare?»

«Quindi Gintoki non essere quell’uomo di cui tu tanto parlare.»

«Purtroppo no, con grande rammarico. Però c’è una cosa che quell’uomo mi ha insegnato. Qualcosa che la sua storia mi ha svelato.»

«Quale essere questa cosa, Gintoki?»

Gintoki rimane muto per un po’, come a voler accrescere la tensione drammatica. A ben vedere, pensa Shinpachi, il suo scopo è senz’altro quello, perché dubita che quell’uomo ci abbia lasciato le cuoia solo per essere scivolato su una pozza di sciroppo alla fragola (che, tra l’altro, in tutta probabilità è stato lui stesso a versare per terra).

«Ebbene, questa è la storia di un uomo leggendario, capace di sconfiggere la morte.»

«Tu avere già detto.»

«Un uomo che ci ha lasciato un insegnamento. Un’eredità.»

«Tua storia noiosa.»

«Il racconto delle sue avventure. In quattrocentoquarantaquattro episodi. C’è da dire però che solo nella prima serie c’è un vero e proprio insegnamento, mentre da lì in avanti ci si scazzotta senza tregua, e la storia delle Sfere del Drago diventa un po’ troppo abusata.»

«Ma allora io avere già sentito questa storia!» esclama Kagura. «Io però avere una migliore da raccontare.»

«Non ho intenzione di ascoltarla.»

«È bellissima storia di uomo di gomma che diventare Re dei Pirati!»

«Senti, questo è il mio letto di morte, non cercare di rubarmi la scena. E poi in One Piece non crepa mai nessuno, perciò devi scegliere un altro anime.»

«Nessuno morire proprio perché One Piece potere sconfiggere la morte!»

«One Piece non può essere più forte di Dragon Ball!»

È in quel momento che entrambi vengono colpiti alla testa da un paio di stivali volanti. Gintoki un po’ più forte, a onor del vero. Non è ben chiaro come le calzature siano riuscite a decollare dall’ingresso; nessuno ne ha notato il movimento, e quando Gintoki e Kagura riescono a rialzarsi per andare a controllare l’atrio lo trovano deserto e silenzioso.

Di comune accordo, senza interrogarsi oltre sul perché e percome, decidono che sia molto più interessante ritornare ognuno al proprio letto di morte per continuare a litigare sugli anime della Toei.

E così Shinpachi, dall’alto della sua lunga (e travagliata) esperienza come tuttofare, può dire di aver imparato anche quel giorno qualcosa dal suo mestiere: poco importano le sfere del drago e i frutti del diavolo, perché tra i tre grandi di Shonen Jump lui sceglie di gran lunga di seguire Naruto.

 
 
   
 
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