Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: yolima90    08/03/2018    0 recensioni
Benedict è un bambino di cinque anni, ha come amici un orso di nome Mike, con cui dorme ogni notte. Un elefante - cuoco di nome Mr.Ubà e due maialini rosa di nome Pam e Puff.
E questi racconti sono le loro avventure quotidiane.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Campeggio.
 
 
La notte era giunta a termine. Era mattina. E la macchinina dei pompieri era parcheggiata vicino all’armadio.
Benedict si tirò su, spinse via la pesante coperta, durante la notte aveva tenuto al caldo lui e Mike, il suo orsetto dalle orecchie tonde e dal muso color nocciola, e corse alla finestra, per cercare di capire se fuori era abbastanza buono.
Con “abbastanza buono” voleva dire: niente pioggia, niente vento e un sole che spaccava le rocce.
Invece “non abbastanza buono” voleva dire: pioggia, temporali, fulmini, e un vento che ti spazzava via, per portarti chissà dove, poi.
 
Benedict detestava la pioggia. Quando pioveva aveva il divieto assoluto di uscire. Non poteva correre nei campi del nonno o saltare in qualche pozzanghera o addirittura non poteva usare la sua amata altalena rossa.
Mentre quando c’era il sole, poteva fare tutte quelle cose elencate sopra, contemporaneamente.
 
Quella mattina primaverile, era una giornata abbastanza buona.
Il vento della notte precedente aveva portato con sé le nuvole grigie, lasciando un sole caldo e un cielo di un celeste pulito.
 
Benedict guardò fuori dalla sua finestra. Qualcuno aveva tagliato l’erba, forse era stato il nonno o papà? Scosse la testa, papà era sempre indaffarato con il lavoro, sicuramente sarà stato il nonno, pensò mentre i suoi occhi si soffermavano sugli alti cipressi, davanti a casa.
 
« Cosa guardi? » domandò curioso, il suo orsetto Mike.
 
« I cipressi» indicò uno leggermente piegato a sinistra.
 
« E sono belli? »  chiese di nuovo.
 
« Stupendi. » rispose il bambino.
 
Mike era un regalo fatto da un lontano zio inglese. L’aveva comprato in un grande centro commerciale che prendeva nome di Harrods. Mike e Benedict si conoscevano ormai da due anni ed erano inseparabili.
 
« Ieri, Mr. Ubà ha detto che oggi avrebbe preparato dei biscotti al cioccolato. Potremmo andare a vedere. » propose Mike mentre si osservava attentamente le zampe, Benedict fece una smorfia, a lui i biscotti al cioccolato gli piacevano eccome, ma questo voleva significare andare in camera di sua sorella, Anna, e rischiare di svegliarla. Era ancora troppo presto per udire le sue urla disperate di neonata.
 
« Digli di venire qua, faremmo colazione ai piedi del letto. »
 
« Sarebbe bello. Potremmo invitare anche Puff e Pam. »
 
Puff e Pam erano due maialini di un rosa acceso e rotondi come una palla di gelato. Pam era molto chiassosa mentre Puf, beh lui era un maialino molto riservato.
 
« Bell’idea! » esclamò, distogliendo per la prima volta lo sguardo dai cipressi.
 
E così Mike corse a chiamare i maialini mentre Benedict andò in bagno a lavarsi i denti, come sua madre gli aveva insegnato, all’età di due anni, prese lo spazzolino, lo passò sotto l’acqua, mise il dentifricio e se lo portò vicino alla bocca.
Lavarsi i denti lo rilassava. Anche se forse era meglio lavarseli dopo aver mangiato, ma ormai il danno era fatto. Si promise di ripassare lo spazzolino più tardi.
Si pulì la bocca nell’asciugamano a fiori e ritornò verso il letto.
Mike rientrò in camera, dietro di lui veniva Puff e Pam. La maialina rosa aveva un simpatico fiocco rosso in testa.
 
« Ciao, Benedict! Dormito bene? » domandò la maialina.
 
« Come un ghiro, Pam. » rispose con un mezzo sorriso, Benedict.
 
« Sta arrivando anche Mr.Ubà! Prima sono passato davanti alla camera di tua sorella e dovevi sentire che profumino di biscotti al cioccolato usciva da quel posto! Solo l’odore mi ha fatto venire una fame, immaginabile! » Mike si massaggiò lo stomaco con la zampa mentre Puff annuiva.
 
Dalla porta entrò un elefante grigio dalle lunghe orecchie e una lunga proboscide, l’odore di biscotti al cioccolato appena sfornati avvolse tutta la stanza, Pam annusò il dolce profumo con occhi socchiusi, Benedict la imitò, non c’era nulla di più buono dei biscotti appena sfornati.
 
Ora che c’erano tutti, potevano sedersi in cerchio e incominciare a mangiare. Toccò a Mr.Ubbà a distribuire i biscotti al cioccolato, Benedict guardò i suoi e non attese molto prima di assaggiarne uno.
 
« Wow! » disse mentre aveva la bocca ancora piena « Sono buonissimi! » esclamò.
 
« Mr.Ubà, questa volta ti sei superato! » disse una Pam dalla bocca sporca di cioccolato.
 
« Sublimi. » disse Puff prima di tornare silenzioso.
 
Mr. Ubà divenne rosso, per l’imbarazzo le sue orecchie coprirono gli occhi e la sua proboscide emise un verso strozzato. Tutti risero.  Anche Puff, che era il più timido della compagnia.
 
 
***
 
Benedict guardava fuori dalla finestra e non smetteva di domandarsi come sarebbe stato bello passare una notte fuori. Sotto le stelle. Mamma e papà l’avevano fatto, l’estate scorsa erano andati in campeggio, lasciando lui e sua sorella con i nonni.
Sapeva che si erano divertiti perché al ritorno non avevano mai smesso di parlarne.
Quando lui aveva domandato alla madre perché non l’avevano portato con loro, lei gli aveva risposto dicendo che era ancora troppo presto, era piccolo, forse l’anno prossimo, quando avrebbe compiuto sei anni.
Allora si. Sarebbe andato in campeggio con loro.
E Anna? Con i nonni.
 
Poi Benedict vide il muso nero di Rollo fare capolino dalla cuccia.
Rollo era un cane di taglia media, un segugio, così aveva sentito dire suo padre a cena, l’avevano preso in canile anni fa. Ma era ancora giovane. Lui e Rollo avevano la stessa età.
Lo vide scivolare dalla cuccia, coda dritta, e passo deciso. Ora che il vento aveva finito di soffiare, poteva anche lui andare in esplorazione.
Sarebbe stata una giornata ricca di sorprese per quel cane dal pelo scuro, pensò mentre l’osservava passare sotto la sua finestra.
 
Benedict sentì Mr.Ubà che diceva: « Ieri notte, ho sentito al telegiornale che per un po’ il vento non soffierà dalle nostre parti e le giornate si allungheranno sempre di più. »
Poi sentì Pam dire: « E’ scoppiata la primavera, e tra poco fuori farà caldissimo! »
 
Fu allora che si voltò verso i suoi amici e disse: « Potremmo fare un campeggio. »
 
Tutti, incluso Mike, lo guardarono.
 
« Mamma e papà l’hanno fatto l’anno scorso. Si sono divertiti un sacco. Sarà divertente! »
 
« E dove lo vorresti fare, questo campeggio? »
 
« Cos’è un campeggio? » domandò qualcun altro.
 
« Qualcosa di bello. » disse dando le spalle alla finestra.
 
Mike si toccò un’orecchia, Pam e Puff si scambiarono un’occhiata e Mr.Ubà mangiò un altro biscotto.
 
« Lo facciamo qui? » chiese timidamente Puff.
 
Benedict scosse la testa, certo che no! Il campeggio non lo si faceva in casa, bensì lo si faceva fuori, in un bosco, su una spiaggia, in un campo di girasoli o anche in giardino. Loro lo avrebbero fatto nel bosco.
Quando lo disse agli altri, tutti si portarono una zampa davanti alla bocca, fuori poteva essere pericoloso e poi lui era piccolo!
Sicuro che voleva farlo? Non era meglio restare in casa o in giardino a giocare?
 
« Nel bosco? Ma è pericoloso! » disse Pam mentre il suo sguardo si posava sul bambino dai capelli biondi.
 
« Ma il bosco è così buio di notte! E vicino a esso c’è il mare! Troppi pericoli, mio caro ragazzo! » fu il turno di Mr.Ubà a parlare.
 
Mr.Ubà aveva ragione, alla fine del bosco c’era il mare, una distesa di acqua infinita.
Nessuno di loro avevano mai visto il mare, escluso Benedict. Lui sapeva cosa fosse e sapeva che non era pericoloso, se stavi vicino a riva.
Il bosco poi, lo trovava affascinante. Quegli alberi alti che sembravano giganti, i suoni che udiva quando passeggiava insieme alla nonna, l’odore di foglie calpestate, Rollo che correva come un pazzo facendo zig e zag tra gli alberi, le pigne sul sentiero, grandi come la sua mano, le impronte degli animali, si il bosco era il luogo  perfetto dove fare un campeggio.
« Io ci sono stato, nel bosco. Più di una volta. Nonna ci va spesso per raccogliere la legna, eppure il nonno. E non è mai successo niente di così spaventoso.»
 
Mr. Ubà borbottò qualcosa su quanto fosse pazzo quel bambino ma nessuno lo stette ad ascoltare.
Pam, che era una giovane maialina rosa, pensò che forse, sotto, sotto, l’idea di fare un campeggio non era male.
Puff invece pensò che avrebbe preferito stare lì.
 
« E allora sia! Faremmo un campeggio nel bosco! » disse Mike, facendo contento Benedict che sorrise e lo strinse a sé.
 
 
***
 
Quella sera, Benedict chiese a suo padre, l’uomo si era seduto vicino al camino spento e stava leggendo un giornale, il suo occhio era fermo su un’immagine di un uomo in divisa, cosa fosse un campeggio.
Il padre aveva sorriso al figlio e abbassando il giornale domandò come mai lo volesse sapere.
 
« Curiosità, tutto qui. »
 
« Beh » disse il padre « Il  campeggio è un modo di trascorrere una vacanza all’aria aperta, dormendo in tenda o in un rifugio. Di solito i campeggi si fanno in estate. » si toccò distrattamente la barba.
 
« Cosa serve per fare un campeggio? »
 
« Una tenda, come quella di zio Jack, un saccopelo, dove dormire, coperta, cibo, acqua e tutto quello che vuoi portarti dietro. »
 
Benedict si sentì soddisfatto delle risposte ricevute dal padre, prese la macchinina dei pompieri e corse via.
 
***
 
Il mattino dopo, Benedict era talmente emozionato per l’avventura che stava per affrontare che si svegliò decisamente troppo presto, e dovette aspettare che si svegliasse anche il resto della famiglia per fare colazione tutti insieme.
Quando Mike spalancò gli occhi, il bambino gli chiese: « Sei elettrizzato quanto me? Per il campeggio? »
 
« Non hai dormito, eh? Stanotte ti sei girato parecchie volte…»
 
« Scusami. »
 
« Vedrai, sarà stupendo, ma prima…colazione! »
 
Lo aveva appena detto che Mr.Ubà sbucò dalla porta, in mano portava un vassoio pieno di muffin alla pesca, lo stomaco di Benedict brontolò rumorosamente quando gli occhi caddero su quei buffi muffin dalla forma strana. Mike scivolò dal letto e andò verso l’amico.
 
« Appena sfornati? » chiese.
 
« Appena usciti! »  rispose con voce squillante Mr.Ubà.
 
Dopo poco arrivarono anche Puff e Pam.
Mangiarono in silenzio i muffin tondi e paffuti di Mr.Ubà. Nessuno di loro aveva molta voglia di parlare quella mattina,  Benedict non smetteva di pensare al campeggio che avrebbero fatto, Mike era concentrato a mandare giù i suoi muffin, Mr.Ubà invece pensava a una scusa per rimanere a casa, l’idea di sporcarsi non lo rallegrava, Pam si domandò come fosse fatto un bosco, sarebbe stata la sua prima volta, e Puff aveva sonno e più di una volta si ritrovò a sbadigliare.
 
***
 
Era una mattinata soleggiata e Mike disse a Benedict
« Siamo pronti?Abbiamo tutto? »
Benedict guardò il suo zaino gonfio, ai suoi piedi, l’avevano riempito di ogni cosa, sarebbero riusciti a sollevarlo?
Si portò un dito sulle labbra e assunse un’aria pensierosa: « Mr.Ubà ha fatto abbastanza muffin? Non vorrei restarne senza, sarebbe tremendo! » continuò Mike.
« Ci sono più muffin che coperte. » replicò Benedict.
« Allora possiamo andare. »
 
Il sole splendeva luminoso e nessuno si preoccupò delle nuvole minacciose che avanzavano nel cielo azzurro dietro di loro.
Erano troppo presi per l’avventura che si dimenticarono di voltarsi e prendere un ombrello.
Neanche Mr.Ubà che era il più responsabile, si accorse delle nuvole grigie alle sue spalle. Era troppo concentrato a non inciampare per fermarsi e alzare lo sguardo.
 
Per un bel pezzo nessuno osò parlare. Gli unici rumori che udirono  erano il soffio del vento in mezzo all’erba, il cinguettio di un pettirosso, il miagolio di un gatto, il ronzio e lo sfarfallio degli insetti, il sospiro di un ape che si posava su un fiore.
Passarono in mezzo ai campi coltivati, e superarono una casa dal tetto rosso e dalle mura rosa, poi finalmente davanti a loro, si presentò il bosco.
 
Non era un bosco “grande” era di medie dimensioni, con i suoi alberi alti, alti da farti pensare se le stelle sfioravano, ogni tanto, la punta di essi oppure no.
 
« Alt! » gridò Benedict.
 
Mike si fermò. E tutti gli altri lo imitarono.  L’orsetto dalle orecchie bianche e dal muso color nocciola si arrampicò su per la schiena del suo piccolo amico e guardò.
Erano arrivati sul bordo di un fiume.
Dovevano attraversarlo se volevano continuare.
 
« Oh no…» disse Mike « Come faremmo a superarlo? »
 
Il fiume continuava fino al mare.
 
« Mi ero dimenticato di questo fiume. Di solito, con la nonna facciamo un’altra strada. » disse Benedict.
 
« Quanto sarà profondo? » domandò Mike.
 
« Lo scoprirò. » rispose Benedict. Si tolse le scarpe, poi i calzini e infine si tirò su i pantaloni, per non farli bagnare. Sarebbe stato davvero scocciante bagnarsi i jeans. Pensò. Li tirò su fino a metà ginocchio. E si preparò a entrare in acqua.
Mise un piede e poi l’altro, il fiume gli salì fino all’inizio dei polpacci, e poi fino alle ginocchia. Fece una smorfia e ritornò dagli altri che lo attendevano pazientemente sulla riva.
 
« Posso fare avanti e indietro senza problemi. Qualcuno di voi sa nuotare? » chiese alla combriccola, ci furono parecchi sguardi perplessi, nessuno di loro, escluso Benedict, sapeva nuotare. Era la prima volta che si trovavano ad affrontare un fiume.
 
« Vi porterò io. » disse il bambino « Vi prenderò in braccio e vi farò attraversare il fiume. Non vi accadrà nulla. »
 
E fu così che Benedict prese per prima Pam, la maialina dalla coda riccioluta, e Mike, li strinse a sé e attraversò, senza tanti problemi, il fiume, li posò sull’altra sponda poi ritornò indietro a prendere Mr.Ubà e Puff.
Puff, detestava l’acqua, tremò quando Benedict lo prese in braccio, aveva il terrore che il bambino cadesse e lui finisse nel fiume, e allora cosa ne sarebbe stato di lui? Non sapeva nuotare!
Ma il bambino non lo fece cadere e giunsero sani e salvi dall’altra parte.
 
***
 
Il sentiero che presero aveva la strada in salita, per Pam e Puff non era faticoso, loro camminavano a quattro zampe, mentre Mike, Benedict e Mr.Ubà, era diverso, presto si ritrovarono ad arrancare, lo zaino che portava Benedict era pesante e scomodo. Il bambino raccolse un bastone dal sentiero e si aiutò con esso. Mike e Mr.Ubà lo imitarono, migliorando di molto la loro situazione.
A quel punto il tempo cambiò, improvvisamente. Il sole venne sostituito da delle nuvole dall’aria minacciosa, che non promettevano nulla di buono. Di tanto in tanto, qualcuno del gruppo, alzava lo sguardo con fare preoccupato, ma nessuno disse una parola a riguardo.
Invece di parlare delle nuvole e dell’alta probabilità che da un momento all’altro potesse piovere, parlavano di distanze e di quello che avrebbero fatto giunti alla meta.
 
« Quanto lontano ci siamo spinti? E’ da un po’ che siamo in viaggio. » chiese Mr.Ubà appoggiandosi al suo nuovo bastone da passeggio.
« Casa non è così distante…» disse Benedict  mentre camminava davanti a tutti con fare baldanzoso.
 
« Quando ci fermiamo a mangiare? Ho un certo languorino » disse Pam.
 
« Tra poco…» rispose di nuovo Benedict che nel frattempo si era fermato per togliersi un sassolino dalle scarpe.
 
Gli avventurieri  proseguirono avanzando fra gli alberi, ogni tanto qualcuno usciva dal sentiero e si divertiva a fare zig e zag tra i pini, qualcun altro invece iniziava a cantare filastrocche che mettevano di buon umore l’intero gruppo fino a quando un altro non perdeva il filo e allora dovevano ricominciare da capo.
 
Non passò molto tempo che si fermarono a riposarsi sotto un pino verde, Benedict si tolse le scarpe e incominciò a massaggiarsi i piedi doloranti, Mike si mise accanto a lui, con la schiena che spingeva sul suo fianco destro.
I due maialini invece si sdraiarono a pochi passi da loro, vicino a una pigna caduta da un pino, Mr. Ubà decise di riposarsi su un sasso dalla forma rotondeggiante.
 
« Questo è un buon momento per tirare i muffin, Benedict. » disse con occhi sognanti Pam.
 
« Anch’io ho fame. Ho le zampe tutte doloranti, oh ti prego, tira fuori i muffin! » disse Mike con tono supplichevole.
Benedict si tolse lo zaino dalle spalle, tirò fuori il sacchetto dei muffin e iniziò a distribuirli, Puff ingoiò il muffin all’istante, poi due, tre, quattro, fino a quando non si ritrovò per terra con la schiena rivolta sul terreno umido e le zampe che si agitavano in aria.
Mr.Ubà ne mandò giù solamente due. Non voleva esagerare, da qualche giorno aveva iniziato una dieta apposta per gli elefanti, golosi, come lui.
Benedict studiava il cielo, notando come il suo colore fosse  cambiato, nel frattempo, le nuvole grigie avevano occupato tutto il cielo nascondendo così il sole.
Storse la bocca, presto sarebbe piovuto e loro avevano ancora molta strada da fare prima di arrivare alla meta.
Si sarebbero bagnati.
Sua madre, lo avrebbe sgridato se fosse ritornato con gli indumenti bagnati dalla pioggia.
Prese un muffin e lo mandò giù come se fosse una caramella, il suo stomaco lo ringraziò con un brontolio che assomigliava a un ruggito di un leone sdentato.
 
Fu difficile riprendere la passeggiata dopo aver mangiato così tanti muffin alla pesca e alla fragola, tutti si sentivano appesantiti, Mr.Ubà si ritrovò presto con la schiena contro un tronco di un pino, a russare piano.
Anche Puff si era addormentato, per non parlare di Benedict che gli venne voglia di fare un pisolino,  perciò si addormentarono tutti profondamente lì in mezzo agli alberi, neanche un tuono assai brontolone gli avrebbe potuti svegliare. Si addormentarono così, facendosi cullare dal fruscio del vento in mezzo ai pini.
 
 
***
 
Furono le gocce d’acqua a svegliarli.
Benedict aprì gli occhi per primo.
 
« Svegliatevi, ora! » gridò ai suoi amici addormentati « dobbiamo trovare un rifugio o ci bagneremmo! »
Prese lo zaino e se lo rimise in spalle, dopo aver controllato che fosse ben chiuso, guardò Mike che sbadigliò, Puff e Pam si rimisero in piedi, Mr.Ubà riprese il suo bastone e guardò il bambino.
« Dove andiamo, ora? » chiese mentre si lisciava un’orecchia addormentata.
« Avanti. Non siamo ancora arrivati. Se trovassimo una caverna, potremmo attendere la fine della pioggia, lì. »
La mancanza di luce faceva apparire il bosco come un luogo tetro e oscuro, Puff nascose un gemito mentre con le zampe raggiungeva Pam.
 
« Ci sono caverne, nei paraggi? » domandò Mike.
 
Benedict sollevò le spalle, sinceramente non lo sapeva se nel bosco c’erano delle caverne dove potersi rifugiare. Non le aveva mai incontrate  quando andava con la nonna o il nonno a raccogliere la legna.
 
« Penso di sì. » disse massaggiandosi la testa.
 
« Sbrighiamoci prima che i muffin si bagnino tutti e non possiamo più mangiarli, dopo. » disse Pam.
 
I cinque si misero di nuovo in cammino, questa volta non parlarono, erano troppo presi a non bagnarsi per scambiarsi qualche chiacchiera di troppo. Benedict prese un sentiero dalla strada stretta, dove l’erba cresceva alta e fitta. Il sentiero era segnato da due righe color bianco e rosso, fino a quando avrebbero seguito quel segnale era impossibile perdersi, si disse tra sé e se fosse capitato di smarrirsi, bastava ripercorrere i passi di prima. Forse sarebbe stato saggio fare dietro front e ritornare a casa prima che le cose si mettessero male, ma l’idea del campeggio sotto le stelle era così forte, che Benedict aumentò il suo passo costringendo gli altri a correrli dietro.
Le gocce da piccole si fecero grandi e pesanti.Poi il cielo brontolò e un fulmine divise in due una grossa nuvola.
Puff dalla paura si bloccò e Benedict lo dovette portare in braccio. Il piccolo maialino rosa, si nascose dentro alla maglia del bambino, e restò lì fino a quando il cielo, sopra le loro teste, non smise di brontolare e uscì nuovamente il sole.
 
«E’ una caverna? » chiese Mr.Ubà facendo capolino da dietro la gamba di Benedict.
Davanti a loro vi sorgeva una piccola caverna che ricordava una U rovesciata.
Mike fu il primo ad andare a curiosare, tutti gli altri rimasero dov’erano.
L’idea di mettere piede dentro a quel buco oscuro, spaventava parecchio. Pam trattenne il respiro quando Mike sparì nell’oscurità e ritornò a respirare quando lo vide uscire tutto intero.
 
Mike aveva scoperto che la caverna, dopotutto, non era così spaventosa come poteva apparire da fuori. Era piccola, si, ma accogliente. Potevano farlo lì il campeggio ma Benedict non era molto d’accordo. Lui voleva avanzare fino ad arrivare a una piccola radura.
 
« Riposiamoci»
« Di nuovo? » disse Benedict mentre era chino ad allacciarsi una scarpa.
 
« Si mangia? » chiese speranzosa Pam.
« Non ora, dobbiamo andare ancora avanti, manca poco. » disse Benedict.
« Per dove? » domandò Mr.Ubà.
« Più avanti c’è uno spazio aperto, lì faremmo il campeggio. » rispose il bambino.
 
Mr.Ubà si scrollò l’acqua di addosso, e pure Pam e Mike fecero lo stesso. L’idea di uno spazio aperto gli invogliò a seguire il bambino che camminava ben spedito.
 
 
***
 
« Qui? » chiese speranzoso Mr.Ubà.
 
Benedict si guardò intorno, era uno spazio aperto, si, ma c’era qualcosa che non andava, non era quello che aveva desiderato. C’erano troppi alberi che con i loro rami coprivano il cielo, sbadigliò, come gli altri, anche lui era stanco, così decise che si sarebbero fermati lì a fare il campeggio. Forse l’indomani avrebbero trovato un posto migliore, ma ora era arrivato il momento di riposare le zampe.
 
Che ore erano?
Casa era così distante?
E Rollo?Cosa stava facendo?
 
Il soffio, leggero, del vento lo fece rabbrividire e solo allora si accorse di avere i vestiti bagnati. Se non si fosse cambiato presto, si sarebbe preso un bel raffreddore e allora sarebbero stati guai seri.
 
Nello zaino c’erano una maglia e un pantalone, li aveva messi per sicurezza, non si sa mai che potessero servire.
Si cambiò veloce mentre con l’orecchio sentì Mike dire: « Qui è perfetto. »
 
« Mr.Ubà si potrebbe avere altri Muffin alla pesca? »
Con addosso i vestiti asciutti, Benedict, raggiunse gli altri che nel frattempo si erano tutti seduti a cerchio e stavano mangiando i muffin di Mr.Ubà.
 
« Dormiamo qui,stanotte? » chiese una dolce Pam, Puff ingoiò un altro muffin e tese l’orecchie.
 
« Si.Penso di si. » rispose Benedict mentre i suoi occhi correvano lungo i rami degli alberi, avrebbero passato la notte in quel posto, a guardare le stelle e la luna. Si sentì elettrizzato all’idea di dormire fuori.
 
Mike aiutò Benedict a tirare fuori le coperte dallo zaino,  Puff e Pam incominciarono a correre in mezzo agli alberi, Mr.Ubà invece restò seduto su un tronco caduto, si sentiva stanco e non aveva voglia d’inseguire i due maialini.
 
 
***
 
Nessuno aveva detto a loro che la notte potesse essere così buia. Per fortuna Benedict aveva con sé una pila.
La tirò fuori e l’accese.
 
« E’ sempre così buio, qui fuori? » domandò Pam.
 
« Penso di si. » rispose Mike.
 
Ognuno di loro aveva una coperta. Quella di Pam era rosa pallido, mentre quella di Puff era arancione,  e quella di Mr.Ubà era celeste.
Benedict e Mike si sarebbero divisa la coperta, la loro era di un giallo color oro.
Non passò molto tempo prima che qualcuno incominciò a lamentarsi e voler tornare indietro.
Mr.Ubà non amava stare fuori e gli mancava la sua cameretta. Pam invece sentiva il bisogno di un posto sicuro dove riposare le zampe, ora che aveva visitato il bosco, poteva tornare a casa. Mike, non parlò, ma pensò che forse l’idea di tornare indietro non era così male, dopotutto. E Puff invece restò in silenzio, come al suo solito.
Benedict, invece, voleva restare o meglio, una parte di lui voleva restare a dormire fuori, l’altra parte invece voleva essere a casa, in questo momento.
 
« Io, torno indietro. » annunciò improvvisamente Mr.Ubà a tutti gli altri. Si alzò da dov’era.
 
«Anch’io» disse Pam. Puff annuì.
 
« Forse…avete ragione, ma è buio! Ci perderemmo! » disse Benedict, allargando le braccia.
 
« Abbiamo una pila. Lei ci indicherà la strada. » disse Mike con tono calmo e paziente.
 
E così rimisero le coperte, i muffin( i pochi rimasti), dentro allo zaino e si misero in marcia.
Dopo essere rientrati fra gli alberi il buio sembrava ancora più buio, gli alberi impedivano la luce della luna di entrare, tutti e cinque si sentirono un po’ impauriti. Non troppo impauriti, comunque, perché avevano la compagnia dell’altro. È sempre facile non aver paura quando si è insieme.
 
« E se ci dovessimo perdere? Cosa ci accadrà? » chiese preoccupato Mr.Ubà mentre superava un masso, Pam conosceva la risposta a quella domanda.
« Non potremmo fare colazione, perché i muffin sono pochi. »
« Non è la fine del mondo» disse Mike guardando la maialina che gli camminava accanto « Potremmo dormire nella caverna, quella di prima, mi sembrava così accogliente. »
 
Qualcuno protestò.
 
Proseguirono un altro po’. La luce della pila gli faceva sentire meno soli.
Poi Puff, per la prima volta, gridò « Un fiume! Ecco il fiume! Non manca molto a casa! »
 
Questo fiume era abbastanza basso, l’acqua arrivava si o no alle caviglie di Benedict.
 
« Non è il fiume di prima» commentò il bambino, puntando la pila verso l’acqua vide alcuni sassi rotondi, che se ne stavano sul fondo, il fiume di prima non aveva i sassi, ma solo sabbia.
 
« Ci siamo persi! » esclamò disperato Mr.Ubà portandosi una mano sugli occhi con gesto teatrale. Ricordava tanto un personaggio di Shakespeare.
 
«Oddio!Oddio e ora? » Pam guardò Benedict, aveva ancora tutti i due piedi nell’acqua..
 
« Nessuna paura, amici miei, casa non è lontana. Lo sento. » Mike sorrise agli altri, Mr.Ubà sospirò triste, odiava perdersi, soprattutto se era buio.
Avanzarono nella notte, tutti, incluso Mike, camminavano vicino a Benedict, che sembrava l’unico non preoccupato.
Dopo il fiume presero una stradina che voltava a sinistra e scendeva, ogni tanto si sentiva un verso strano e allora qualcuno sobbalzava dalla paura o voltava le spalle per vedere se qualcuno o qualcosa li stesse seguendo.
 
« Ci siamo persi, date retta a me. Sono il più anziano del gruppo. » ripeté Mr.Ubà.
 
« Il più fifone, semmai, no il più anziano. » disse Mike e questo fece ridere tutti.
 
« Non dovete avere paura, stiamo vivendo un’avventura! Non vi sentite elettrizzati? Io si! Non smetto di chiedermi cosa potrebbe esserci dopo! » disse Benedict facendo un largo sorriso.
 
« Io credo che non dovremmo spingerci più in là. Fermiamoci, troviamo un riparo e partiamo domani mattina. Con la luce tutto è più facile. » disse Pam.
 
« Io voglio tornare a casa, Benedict, ora! » Puff sollevò la sua piccola testolina in direzione del bambino che sospirò.
 
« E ci tornerai, Puff, hai la mia parola. Infatti stiamo tornando indietro. »
 
«Non è vero, non stiamo tornando indietro, ci siamo persi come ha detto Mr.Ubà.
E poi…
 
« Una luce! » qualcuno gridò.
 
Benedict e tutti gli altri guardarono nella direzione che stava indicando il braccio di Mike e videro spuntare una casa.
 
« Una casa! Siamo salvi! Siamo salvi! » gridò Pam, saltando sul posto.
 
Senza farlo apposta, tutti si misero a correre come dei matti. Benedict, con le sue gambe lunghe, fu il primo ad arrivare alla casa dal tetto rosso.
Senza attendere troppo, bussò.
 
La porta si aprì e sbucò un gatto dal pelo rosso e dalle zampe bianche, seguito da un vecchio cane dal pelo grigio.
I piccoli avventurieri guardarono incuriositi i due animali, ma non fecero caso alla figura che venne dopo.
 
« Benedict! »
« Nonno? »
« Nonno?!! » dissero in coro gli altri, ma il nonno non li udì, era un adulto e gli adulti non sempre sentono le voci dei giocattoli.
 
« Cosa ci fai a quest’ora fuori? » chiese il vecchio uomo mentre prendeva in braccio il nipotino.
 
« Volevo fare un campeggio sotto le stelle. »
« Un campeggio sotto le stelle? Ma piove! » disse il nonno preoccupato.
« Stavamo tornando indietro, ma poi ci siamo persi…allora abbiamo continuato a camminare ed eccoci qua! »
 
Il nonno abbassò lo sguardo e vide gli amici di Benedict che lo fissavano contenti di essere al caldo e all’asciutto.
Chissà se il nonno gli avesse offerto una fetta di torta alle ciliegie o dei muffin alla pesca.
Puff sperò tanto che il nonno avesse dei muffin alla pesca, erano i suoi preferiti.
 
« Capisco. Sarà meglio che chiami la mamma e il papà. Sicuramente saranno preoccupatissimi. Vieni, nonna ha preparato un dolce al cioccolato. » disse sorridendo al bambino, Benedict venne rimesso giù, e insieme ai suoi amici seguirono il nonno in cucina dove ad attenderli c’era una bellissima torta al cioccolato su un vassoio argentato. Mr.Ubà si leccò i baffi quando vide il dolce.
Il nonno gli fece sedere e chiese a loro di raccontare la piccola avventura che avevano vissuto quel giorno, Benedict raccontò di come avevano deciso di partire, il campeggio sotto le stelle era una cosa che da tanto tempo voleva fare, sapeva bene che era stato solo rimandato per via del tempo, ma si era divertito lo stesso. Domandò al nonno se sapeva che nel bosco vi era una caverna, l’uomo rispose di si , a volte gli animali la usavano come tetto per ripararsi dal freddo e dalla pioggia, il bimbo annuì contento.
Era stato coraggioso, disse il nonno, ad andare in giro così tutto solo e non avere avuto un briciolo di paura. Benedict rispose che non era solo, c’erano i suoi amici e insieme a loro non aveva mai paura.
Mike avrebbe voluto dire che un po’ di paura, il bambino l’aveva avuta, ma era troppo occupato a mandare giù le ultime briciole della sua fetta di torta al cioccolato per aggiungere altro.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: yolima90