Libri > Classici greci e latini
Ricorda la storia  |      
Autore: Manto    18/03/2018    3 recensioni
Si dice che Tarpea, la Traditrice, abbia venduto la sua patria per avidità d’oro; la bramosia la fece precipitare, ancor prima del giudizio di Roma.
Si dice che sia stata ingannata, derisa, battuta dai nemici che lei credeva alleati e che, alla fine, meritò ciò che ebbe.
Ma, quando la Storia aveva già decretato, giunse un poeta che ignorò l’oro è instillò nella ragazza non cupidigia di ricchezze, ma desiderio d’amore.
E se non la sua storia, almeno la sua anima fu colma di diverse pulsioni, e inganni ancora più spietati.
Genere: Angst, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Volubile, Uguale Luna




No, non mi guardare in quel modo: la confusione non può proteggerti, non lha fatto nemmeno la tua furia – e poi, sapevi che un giorno sarei tornata.
Una volta la tua morte era l
incubo che mi scuoteva petto e sguardo, terrorizzava le stelle che timidamente bagnavano la mia pelle di peccato e allentavano, almeno un poco, il morso della carne; ora sono qui a guardarti amoreggiare con la polvere e il tuo stesso sangue, ad assistere – come hai fatto tu con me; hai avuto questo coraggio, vero? – alle ultime grida della tua invincibile ombra.
Sarebbe bastato così poco, così poco, continuavo a ripetermi nei primi istanti da
uccisa: perché non mi hai amato, Tazio? Perché mi hai stretto a te e promesso un matrimonio, e poi gettata lontano con un sorriso incurante, tenendo il mio cuore tra le mani?
Da allora Roma mi chiama traditrice della patria, della dea
1, dellamore filiale2, mi definisce folle e scellerata; e sì, fui davvero tutto ciò, per causa tua. Avevo una casa allora, un cuore sicuro tra le mani infuocate di Vesta e un onore; questo, e solo i Numi sanno quanto ancora, te lo sei preso fino allultimo frammento, dimenticando poi ogni cosa.
La gente dice che fu l’oro a corrodermi le idee, e tu non hai smentito nulla: temevi forse il giudizio della gente, mia e tua?
È vero, non negare – ora non ne sei più capace –: che uomo saresti stato, se tutti avessero saputo la verità? Non ci si può fidare di lui; se ha tradito una ragazza cieca damore in modo così feroce, quale dio lo potrebbe fermare dallinfliggerci i peggiori tormenti, dal vendere noi e lintera città al nemico più danaroso?
Ci hai sempre disprezzato, tutti noi: l’hai fatto con me, con Romolo.
Ma se la mia ira non mi avrebbe mai potuto ripagare neppure di una tua lacrima, morta e disonorata quale sono, Romolo ha saputo valutare la tua sorte con attenzione; e tu hai giocato come uno sciocco con il figlio di Marte, senza riuscire a vedere nemmeno una delle spade che ha piantato al suolo, tutt’intorno a te. Così, hai presieduto a un sacrificio senza sapere che saresti stato tu il toro da immolare; perché nulla, dicevi e pensavi, ti sarebbe stato precluso.
È curioso, sai? Sei precipitato come me, con la stessa violenza e disperazione. Quanto fa male, Tazio?
Quanto costa questa morte, questo nome, questa caduta?
È ora di andare, mio re. Avanti, alzati in piedi e lascia che ti accompagni.

Ma non temere: non dovrai sopportare la mia visione per molto, perché il motivo che mi spinse a donarti Roma mi impedisce di guardare il tuo volto ignobile con piacere, comprensione o compassione.
Lascia che ti accompagni per un poco, e poi vattene: presto sarò soddisfatta della tua rovina e non ti vorrò mai più vedere.
Mi maledici? Fai pure: Roma ha deciso per me, Roma deciderà per te; e tra le sue spire rimarrai per sempre, oltre il tempo, oltre questa morte.





INFORMAZIONI DOVEROSE


Questo episodio fa parte della più antica storia romana, ed è situato nella guerra tra Sabini e Romani. Qui si dice che, a un certo punto della vicenda, per penetrare a Roma i primi chiesero aiuto a una fanciulla, Tarpea appunto, che accettò di aiutarli in cambio di ciò che i guerrieri portavano al braccio: bracciali doro. Questa aprì dunque loro la porta della rocca, e sempre qui ricevette il suo compenso: insieme ai bracciali i Sabini sostenevano con quel braccio il proprio scudo, e questo le donarono, gettandolo sopra la ragazza e in tal modo uccidendola.
Il poeta a cui si fa riferimento nell
intro è Properzio, che nellelegia IV, 4 – al quale questa storia si ispira – cambia il motivo del tradimento: la passione che prese Tarpea quando vide per la prima volta il re sabino Tito Tazio. Ciò che nella versione poetica successe è accennato nella fic: facendo finta di acconsentire alle proposte della giovane, luomo le promise di renderla la propria moglie, salvo poi ingannarla crudelmente.
La morte di Tazio come tradimento è invece presente nelle fonti storiche: poiché si rese colpevole di un tradimento verso Roma favorendo la sua gente in un delicato caso di abuso diplomatico, a sua volta a tradimento venne ucciso dai romani. Inventata è invece la faccenda che Tarpea gli sia apparsa al momento della morte e gli abbia parlato.
Ora passiamo al titolo
Volubile, Uguale Luna; con quale criterio è stato scelto? Partiamo dicendo che si rifa a un testo dei Carmina Burana, dove si associa la Fortuna alla luna: questa cambia come cambia la prima, non è mai uguale; proprio quando è piena/si è al culmine del successo, ecco che cala/la situazione cambia, arrivando poi a svanire completamente ma, in seguito, a ritornare, in un circolo infinito.
Questo succede qui: la sorte di Tarpea non poteva essere migliore, in quanto i suoi desideri stavano – così almeno sembrava – per avere soddisfazione; ma poi giunse la morte, la condanna di Roma, il nome infamante con cui ancora oggi la conosciamo. Con questo fatto si spiega il primo aggettivo.
E il secondo? La contraddizione con il termine precedente è solo apparente, perché
uguale si riferisce alla sorte di Tazio: traditore e tradito, come Tarpea, ugualmente disprezzato (la sua figura è storicamente malvista), e quindi partecipe della medesima luna, dicendola poeticamente.




NOTE


1 Secondo la tradizione, Tarpea era una sacerdotessa di Vesta, il cui focolare doveva rimanere sempre acceso. Le Vestali dovevano restare vergini, pena la morte, e per questo la ragazza viene considerata molteplice traditrice: della patria e delle regole sacre che le imponevano la lontananza dalle passioni amorose.

2 La leggenda ci dice che il custode della Rocca, da dove Tarpea fece entrare i nemici della sua gente, era proprio il padre della fanciulla.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Classici greci e latini / Vai alla pagina dell'autore: Manto