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Autore: _ Arya _    22/03/2018    3 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Allora, avrei voluto modificare la OS per renderla una long, ma a quanto pare non si può: quindi ecco il link al primo capitolo, per chi non lo avesse letto.
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3749952&i=1
 

Time traveller

 

KILLIAN POV

Uno schiaffo.
Un altro schiaffo.
Fu al terzo schiaffo che afferrai la mano che mi stava colpendo il viso. Che cosa diavolo era appena successo? Ricordavo di avere toccato una pietra di Drombeg, dopodiché era accaduto qualcosa di strano... qualcosa che forse mi ero sognato. Forse avevo semplicemente avuto delle allucinazioni e avevo perso i sensi.
-Ehi! Lasciatemi andare immediatamente o vi farò veramente male!
Di chi diavolo era quella voce? Era quella di una ragazza e nonostante fosse minacciosa la trovai anche piuttosto melodiosa; tuttavia il mio istinto mi disse di eseguire la sua richiesta.
Lasciai dunque andare il polso che avevo stretto con le poche forze che avevo e mi stropicciai gli occhi, fino a che non fui in grado di aprirli.
Ero... morto?
A scrutarmi c'era un viso d'angelo con occhi color smeraldo, pelle bianca come la neve e lunghi capelli dorati che scivolavano fin quasi ad accarezzarmi il volto.
Fui colto dal panico.
Alice! La mia Alice! Non potevo essere morto, non potevo abbandonare la mia bambina così! O forse il mio desiderio era stato esaudito ed ora lei era sveglia al posto mio?
Iniziai a fare fatica a respirare. Avevo bisogno d'aria, avevo bisogno di capire cosa fosse successo e soprattutto avevo bisogno di correre da mia figlia!
Cercai quindi di mettermi in piedi, solo che l'angelo dai capelli dorati che avevo davanti mi colpì violentemente e si mise a cavalcioni sopra di me, bloccandomi le braccia a terra.
Non la trovai una posizione così spiacevole...
-Vi ho detto di stare fermo. Niente movimenti bruschi. Chi siete?
-Killian... Jones... credo... perché mi date del voi? E dove siamo?
-Drombeg. Vi ho appena trovato mezzo tramortito in mezzo al cerchio di pietre. Da dove venite? Il vostro abbigliamento è molto strano.
Che cosa? Iniziavo veramente a non capirci nulla; così cercai di studiare quella splendida ragazza, anche se averla così vicino mi destabilizzava molto. Era fuggita da qualche manicomio? Insomma, come se niente fosse mi aveva colpito in faccia e poi mi era piombata addosso dicendo cose senza alcun senso...
Indossava un abito blu, decisamente senza reggiseno sotto, e per quel che riuscii ad intravedere era piuttosto lungo... le arrivava probabilmente fino alle caviglie. Era strano, non l'avevo mai vista a Rosscarbery, e sì che durante l'ultimo anno avevo frequentato il villaggio piuttosto spesso. Una ragazza così bella, me la sarei ricordata senz'altro.
-Rispondete invece di fissarmi. O avete preso una botta in testa? Non c'è sangue intorno quindi non credo la caduta sia stata così rovinosa. Parlate.
-Io non... io sono di Cork... ero venuto qui a... riflettere. Poi tutto ha iniziato a girare e... mi hai... mi avete trovato... voi?
Era davvero strano dare del “voi” a una ragazza visibilmente più giovane di me, doveva avere giusto qualche anno più di Alice, ma mi sembrò la mossa migliore per qualche motivo.
-Non siete di Cork, non mentite! Noi non vestiamo in modo così strano! E se foste di Cork sapreste chi sono. Siete una spia per caso?
-Una... spia? Senti ragazzina, smetti di... prendermi in giro. Non sto capendo proprio nulla di quello che dici...
-Ah, la mettiamo così allora, eh?! Mi dispiace forestiero, ma sono la Principessa della contea di Cork e del Regno di Munster e lo sapete molto bene! Visto che sembrate aver perso la lingua verrete con me a palazzo! Forse una notte in cella vi aiuterà a recuperarla.
-Che cosa?! Ma sei pazza?!
-Non osate rivolgervi così a me. Sappiate che i vostri occhioni azzurri non mi fanno alcun effetto.
-Ah davvero? Ma intanto li hai notati...- mi ritrovai a provocarla -E questa posizione non si addice a una “principessa”, anche se capisco di essere piuttosto attraente. Non posso biasimarti.
Uno schiaffo. Decisamente più violento dei primi. A che gioco stava giocando questa ragazzina?
-Ve la faccio passare io la voglia di scherzare. Non solo siete uno sbruffone, continuate anche a fare il finto tonto!
In un attimo fu in piedi, e nonostante la bizzarra situazione non potei che fermarmi un istante ad ammirarla in tutto il suo splendore. L'abito blu, legato in vita con un cordino dorato, fasciava alla perfezione delle forme più che perfette, e come avevo pensato le scopriva a malapena i piedi. La stoffa però sembrava abbastanza leggera e la temperatura era bassa... da dove diavolo era sbucata? E dava dello sbruffone a me!
-Alzatevi. Sono armata e non esiterò a trafiggervi col mio pugnale se non fate quello che vi ordino.
D'accordo, sarei stato al gioco. almeno per capire dove mi avrebbe portato quella storia. In fondo cosa poteva farmi una ragazza, sicuramente con qualche rotella fuori posto, che credeva di vivere in chissà quale epoca passata?
Almeno non ero morto. Alzatomi riconobbi subito il cerchio di Drombeg: allora non mi ero mosso e, come pensavo, dovevo semplicemente essere svenuto. C'era qualcosa di diverso nel prato e sembrava che la foresta si fosse ingrandita... ma era buio ed io non ero ancora del tutto in me. Però... però dov'era la mia auto? Non ero venuto a piedi... per quanto intontito fossi, almeno di quello ero assolutamente certo. E i campi... perché non c'erano più i campi? L'erba formava un'unica radura che si estendeva a vista d'occhio e...
C'era qualcosa che non andava.
-Scusate, tesoro... ma dov'è la mia macchina?
-La vostra cosa?
-La macchina. Sai, quella cosa a quattro ruote che funge da trasporto...
-La carrozza? Siete venuto in carrozza?
-Che cosa? No, sono venuto in macchina e... cosa mi avete fatto? Mi avete drogato? Non ci capisco più niente, la radura era divisa in campi e ora non più...
Iniziai ad innervosirmi, cercando un qualsiasi punto di riferimento che avrebbe potuto calmarmi. Ma non c'era, non c'era assolutamente niente! A parte il cerchio di pietre, nulla sembrava essere come me lo ricordavo. Che razza di stregoneria era questa?
-Sembrate davvero drogato, ma di certo non vi ho drogato io!
-No ragazzina, devi lasciarmi andare. Devo tornare a Cork da mia figlia, potrebbe avere bisogno di me... e mi serve la mia macchina!
Presi la giovane per le spalle, guardandola con disperazione: non era il momento per giocare alla principessa e il forestiero! Nonostante l'aspetto di una principessa lo avesse davvero.
Certo, non mi sarei mai aspettato che a quel gesto, da sotto il vestito avrebbe tirato fuori un vero pugnale: me lo puntò alla gola con sguardo assassino.
-Voi lasciate andare me. Immediatamente. Vi posso assicurare di avere sventrato decine di farabutti con quest'arma e non ho paura di usarla su di voi. Ora vi porto a palazzo e lì decideremo cosa fare di voi. E non osate mai più toccarmi.
D'accordo, adesso era riuscita a spaventarmi. Quel pugnale sembrava antico ma molto affilato: come vi aveva avuto accesso, era un mistero. Tuttavia mi restava poco da fare e speravo che seguendola avrei ottenuto qualche risposta. Sembrava tutto assurdo per essere vero, eppure ero quasi certo di non stare sognando...
Lasciai quindi che la giovane mi legasse le mani con una fune che sbucò da chissà dove e, nonostante avesse stretto un po' troppo, non osai fiatare. Non avevo alcuna voglia di finire sventrato da una pazza.
-Adesso andate avanti e non provate a fare il furbo se ci tenete alla pelle.
Eseguii, anche se non mi faceva piacere essere legato praticamente come un cane.
Più avanzavo, e più quel luogo che ormai credevo di conoscere come le mie tasche appariva del tutto nuovo. Cosa avevano fatto quelle pietre? Dove mi avevano portato? Forse, dopotutto, non era stata un'allucinazione... forse era successo davvero. Semplicemente perché quella era la spiegazione più ovvia ed al momento anche l'unica.
Entrammo nel bosco, molto più fitto e selvaggio di come lo ricordavo, ma la ragazza sembrò più che convinta della direzione da prendere. Mi dava ordini, spiegandomi dove girare e perfino dove fare attenzione per non cadere in diverse trappole. No, le trappole decisamente non c'erano nel bosco che conoscevo e che avevo percorso decine di volte.
Tuttavia il luogo appariva davvero magico e nonostante fosse buio, la luce della luna riusciva a trovare spazio tra i rami degli alberi. Si udivano rumori di uccelli, animali selvatici... ma nulla si avvicinava. Era davvero bellissimo. Magico.
-Posso farvi una domanda?
-E fatela. Non posso promettere di rispondervi, però.
-In che anno siamo?
La ragazza rimase in silenzio e si fermò, costringendo anche me a fare lo stesso in quanto teneva stretta la corda che legava le mie mani. Mi voltai.
-State scherzando?
-No, io... sono un viaggiatore. E...
-17 Gennaio 1518. Ma...- e ora fu lei a spalancare la bocca -Venite per caso dal Nuovo Mondo? Siete tornato dall'America?!
-State scherzando.
Il sangue mi gelò nelle vene.
1518.
Allora forse il mio non era solo un presentimento: forse non ero pazzo. E forse nemmeno lei lo era. Ma... era davvero possibile una cosa del genere?
Avevo viaggiato tanto, ero arrivato ai confini del mondo, avevo assistito ad avvenimenti incredibili... ma i viaggi nel tempo?
No... no. Forse, dopotutto, mi ero davvero drogato. Per sbaglio. Forse nella radura c'erano erbe che avevo inalato e che mi stavano facendo uno strano effetto... no. Assolutamente no. Non poteva essere vero, non potevo essere stato catapultato indietro nel tempo di 500 anni! E la mia Alice! Come avrei fatto a tornare dalla mia Alice!
-Dovete lasciarmi tornare al cerchio di pietre. Dovete... io devo tornare a casa. Devo tornare da mia figlia... Alice... Io non posso stare qui... adesso...
-Vi sentite bene? State farneticando cose senza senso...
La testa aveva preso a girarmi, la vista iniziò ad annebbiarsi sempre di più.
L'ultima cosa che vidi, fu la bellissima principessa del 1500 che lasciò andare la corda e accorse da me. E poi nulla.


***


Più il tempo passava e più diventavo nervosa.
Ero rientrata alle 3 del mattino, ma i miei genitori si erano risparmiati la predica una volta accortisi che non fossisola. Non era stato facile trasportare quello straniero fino a casa, ma mi ero arrangiata improvvisando una barella di rami, rametti e radici varie. Avrei quasi preferito che avessero mandato qualcuno a cercarmi, almeno avrei avuto un aiuto, ma ormai sapevano che amavo sparire per lunghe ore, a volte rientrando anche all'alba. Non ne erano contenti, ma se ne erano fatti una ragione. Per sbollire la rabbia avevo bisogno di tempo e solitudine.
Ad ogni modo, una volta rientrata, avevo cercato di raccontare loro l'accaduto e visto che il nostro ospite non si svegliava, avevano deciso di chiamare d'urgenza il medico del villaggio.
-Sei un'incosciente Emma! Lo vedi perché non vogliamo che vaghi da sola la notte? Adesso ti è andata bene, ma se ti avesse aggredito?
-Andiamo, padre! Non ha nemmeno avuto le forze per stare in piedi, figuriamoci aggredirmi! E comunque sarei stata in grado di difendermi.
-Tu sfidi la sorte! Il fatto che sia una brava guerriera, non ti rende invincibile! Sei una ragazza giovane, lui un uomo grande e grosso... avrebbe potuto prenderti alla sprovvista e sopraffarti! Approfittarsi di te!
-Ma ti senti?! Gli avrei tagliato i genitali prima ancora di lasciarlo avvicinare, se solo ci avesse provato! Non era neanche armato, io avevo il pugnale! L'avevo anche legato, solo che poi ha perso i sensi e ho dovuto trovare un modo per portarlo qui.
Mio padre scosse la testa, ma non replicò. E nemmeno mia madre. Non era facile per loro ammetterlo, ma erano ben consapevoli che sapessi badare a me stessa alla grande. Tante volte avevo sopraffatto uomini molto più grossi di quel Killian Jones! E più che in cerca di guai, mi era sembrato fosse in cerca di aiuto. Era confuso, il che mi faceva pensare che potesse effettivamente aver battuto la testa, informazione che avevo condiviso anche col dottore.
Ancora non riuscivo a spiegarmi da dove fosse sbucato... ma in fondo eravamo nell'estremo sud dell'Irlanda. Magari era davvero arrivato via mare, proprio dal Nuovo Mondo. Questo avrebbe spiegato tantissime cose... compreso quello strano abbigliamento che, a dire la verità, sembrava piuttosto comodo. In America doveva essere tutto diverso! Come mi sarebbe piaciuto avere la possibilità di esplorarla...
Ad interrompere i miei pensieri fu il cigolio della porta che si apriva, e ne uscì il dottor Viktor Frank Stein. Era il migliore, ed era esattamente il motivo per cui ci eravamo spostati a Rosscabery per le ultime due settimane. A me aveva controllato una vecchia frattura, dandomi la conferma che fosse definitivamente guarita, mentre mia madre aveva avuto bisogno di un consulto perché non riusciva a rimanere incinta. Era stato un caso che mi fossi trovata al cerchio di Drombeg proprio ora, visto che l'indomani pomeriggio saremmo partiti per rientrare a Cork.
-Allora dottore, come sta il ragazzo?
-Il ragazzo sta bene, Altezza. È rinvenuto. Non presenta lesioni, malattie... assolutamente nulla. È sano come un pesce, solo molto confuso, ma può essere dovuto ad un fattore psicologico. Continua a borbottare qualcosa su sua figlia, una certa Alice... forse è successo qualcosa alla bambina ed è provato. Penso sia meglio che gli parliate voi. Io gli ho fatto bere un infuso di erbe che lo aiuterà a rilassarsi, ma non ha bisogno d'altro.
-D'accordo, vi ringrazio dottor Stein. Mi scuso per avervi fatto chiamare ad un'ora così tarda. Chiedete pure di farvi riaccompagnare a casa con una carrozza!
-Non vi dovete preoccupare, Vostra Altezza! Col mio lavoro sono abituato a questi orari. Buonanotte!
Lo salutammo tutti, e prima ancora che scendesse le scale entrammo tutti nella stanza di Jones.
Non era la prima volta che mi trovavo davanti ad un uomo a petto nudo, ma per la prima volta arrossii, e per poco non mi andò di traverso la mia stessa saliva! Il suo corpo era bello in proporzione al suo viso! I muscoli addominali erano ben marcati, così come i bicipiti.
Mi ritrovai a pensare che forse non sarebbe stata una tragedia se avesse voluto approfittarsi di me... ma per fortuna cancellai subito quell'orribile pensiero dalla mente!
-Jones, mettetevi a letto per favore. Il dottore ha detto che siete provato.
-Senta, signore, come ho già detto al dottore, io sto benissimo. Ma dovete lasciarmi andare, devo tornare a casa dalla mia Alice...
-E di grazia, dov'è vostra figlia? Le è successo qualcosa?
Fu subito chiaro dalla sua espressione che anche mio padre rimase sorpreso dallo strano modo di parlare del giovane. Anch'io avevo reagito allo stesso modo... era tutto così strano!
-Io... io non lo so dov'è... è... non lo so. Non ho nulla da dire.
-Da dove venite, Sir Jones?
-Io non... non lo so.
Alzai gli occhi al cielo.
-Di nuovo con questa storia? Pensate davvero di darcela a bere?!- gli domandai, sperando che indossasse in fretta quella strana camicia che aveva appena recuperato dalla sedia accanto al letto.
-Emma, per favore, diamogli modo di raccontarci la sua versione dei fatti.
Ovviamente mia madre doveva sempre vedere il meglio in tutti! Qualche volta la sua bontà esagerata mi dava quasi la nausea. Le sembrava normale che un uomo sbucato dal nulla apparisse nel mezzo di Drombeg, delirante? Forse era davvero una spia della provincia di Connacht... anche se al momento le acque erano calme, eravamo tutti convinti che le aree nordiche stessero organizzando una nuova rivolta. Erano tutti troppo stupidi ed assetati di potere per rendersi conto che l'unico modo per combattere gli inglesi ed ottenere definitivamente la nostra indipendenza, fosse coalizzarsi. Magari era tutto studiato a puntino...
-Io... mi dispiace. Non so cosa dire. Non ho nulla da dire.
-Mi dispiace, in questo caso temo che l'unico modo per farvi rinfrescare la memoria sia una notte in cella.
-Ma James!
-Non possiamo rischiare, Snow. Emma, vai a chiamare una delle guardie, per favore. Domani mattina parleremo tutti con calma... e rivestitevi, Sir Jones. Le nostre celle non sono fredde ma sicuramente sono molto meno confortevoli di questa stanza. Che potrebbe ospitarvi, se solo parlaste.
Finalmente indossò quella stramaledetta maglia con lo strano soprabito di pelle, ma non disse nulla. Dal canto mio, ero dalla parte di mio padre e quindi mi diressi a passo svelto verso l'entrata principale. Con lui non sembrava funzionare con le buone, quindi ero d'accordo: una notte in cella, forse, avrebbe potuto smuoverlo. E se non avesse funzionato, lo avremmo portato con noi a Cork dove ne avrebbe passate tante altre e molto meno confortevoli, visto che sarebbe stato in compagnia di criminali accertati.
Prima o poi avrebbe parlato, se quella figlia esisteva davvero e desiderava tornare da lei. Altrimenti, tanto peggio per lui.
-Ehi Graham!
-Emma. Stai bene? Sei ferita? Chi era quello sconosciuto...
-Sto bene, Graham. E per quanto riguarda lo sconosciuto, ancora non lo sappiamo... per questo mio padre mi ha mandata a chiamarti. Ha deciso di fargli passare una notte in cella per rinfrescargli le idee!
-Mi sembra un'ottima idea. Comunque, la passeggiata notturna ti ha aiutata a rinfrescarti le idee?
-Intendi dire se ho trovato il modo per convincere i miei a non sprecare tempo a convincermi di sposarmi uno stupido principino di Connacht?
Il ragazzo sorrise, poi ridemmo insieme. Graham era un grande amico, aveva solo otto anni più di me ma era lui che mi aveva insegnato a combattere! Ci eravamo molto avvicinati, quando io avevo quindici anni, c'era anche stato un bacio... ma nient'altro. Non mi importava del suo rango, ma eravamo stati d'accordo che si fosse trattato di un bacio di circostanza e che fossimo felici da amici. Avevamo appena finito una lezione di lotta a mani nude, eravamo stanchi, sudati, accaldati... il tutto era stato istintivo. Ma nonostante ciò, ero felice di aver dato il mio primo bacio proprio a lui. Gli volevo un gran bene e lui ne voleva a me: quell'unico momento di tenerezza era rimasto il nostro piccolo segreto. Adesso eravamo praticamente come fratello e sorella.


***


KILLIAN POV

Non protestai quando la bionda arrivò con la guardia perché mi accompagnasse in cella. Non sapevo davvero cosa dire per non sembrare pazzo, quindi non avevo alternative. Avrei potuto inventare una storia sul momento... ma cosa potevo dire? Senza avere un minimo di contesto mi sarei fregato da solo e probabilmente sarebbe andata anche peggio.
La cella era buia, ma non gelida e orrenda come mi sarei aspettato. C'era un giaciglio che aveva un aspetto abbastanza comodo, con tanto di cuscino e coperta, e un grosso secchio d'acqua con dei boccali vicino... ed uno vuoto, che probabilmente sarebbe stato il mio bagno. Se avessero esaudito la mia unica richiesta, sarei addirittura stato bene. Per quanto potessi star bene in una situazione tanto surreale.
Avevo sempre creduto nella magia. Fin da piccolo. E la convinzione era cresciuta insieme a me, man mano che avevo scoperto nuovi luoghi e nuove realtà.
Ma accettare di aver viaggiato nel tempo non era così facile. Una parte di me era ancora convinta di stare sognando, o di essere stato intrappolato in un malato gioco di ruolo...
Anche se, in questo caso, la magia era la spiegazione più sensata. Me lo sentivo fin dentro le ossa di non essere nel mio mondo, lo percepivo nell'aria... in tutto.
Dovevo solo trovare il coraggio di accettarlo.
-Mi permetto di darvi un consiglio.
La guardia che mi aveva appena chiuso a chiave mi guardò, inaspettatamente. Fino a quel momento si era comportata come se non esistessi, limitandosi a portarmi verso i sotterranei.
-Non so chi siate, cosa vogliate e da dove venite... ma per il vostro stesso bene, sfruttatela al meglio questa notte. Il Re e la Regina sono persone rispettabili e di buon cuore, così come la principessa. Negli anni del loro regno, non hanno mai condannato a morte o torturato nessuno a meno che non fosse strettamente necessario, e parlo del periodo di guerra. Se siete una persona per bene e vi decidete ad aprir bocca, vi assicuro che entro domani sarete già libero. Altrimenti temo dovrete trascorrere molto tempo in cella...
Cosa dovevo rispondergli? Grazie? Che non fossi capitato nelle mani di tiranni lo avevo capito, al massimo potevano essere persone troppo fissate col gioco di ruolo tanto da convincersi di provenire da un altro secolo. Ma non ero sicuro che la cosa mi tranquillizzasse. I fanatici, a mio avviso, potevano diventare molto pericolosi.
-D'accordo. Grazie.- dissi comunque, non avendo tante alternative. Quello si limitò a squadrarmi ancora una volta, poi voltò le spalle e se ne andò in silenzio.
Decisi quindi di studiare l'ambiente circostante, piuttosto lugubre a mio avviso. Le celle potevano non essere terribili come quelle dei film storici, ma rimanevano comunque inquietanti... ad illuminare l'ambiente c'erano soltanto delle torce disposte lungo il corridoio, le quali emanavano un po' di calore. Ciò che mi sorprese maggiormente fu di essere l'unico prigioniero... era strano. E soprattutto, era possibile una cosa del genere nel XVI secolo? Una prigione vuota, un castello quasi disabitato... non aveva senso, maledizione.
Era così frustrante non riuscire a capire in che diavolo di situazione mi fossi cacciato! Durante i miei viaggi, tante volte ero ripartito senza riuscire a dare una spiegazione a ciò che avevo visto. Però mi ero sempre trovato nella condizione di avere la libertà di provarci, perlomeno.
Forse se mi fossi messo a battere la testa contro le sbarre della cella mi sarei svegliato... era il caso di provare. Se esisteva anche una piccola possibilità che quello fosse solo uno strano incubo, valeva la pena tentare.
Fui lì lì per decidermi, ma il rumore dell'uscio della porta che si apriva mi costrinse a fermarmi.
-Ehi straniero!
-Altezza!- feci con fare teatrale, pur essendo sorpreso -Non mi aspettavo che la principessa in persona si sarebbe degnata di venirmi a trovare... soprattutto dopo avermi sbattuto in cella.
La ragazza si avvicinò roteando gli occhi, ma solo in quel momento notai un grosso tomo in una mano, ed una ciotola nell'altra.
-La cena. Era avanzato un bel po' di tacchino con patate, ma ho fatto notare alla cuoca che siete un prigioniero... quindi ecco qua. Minestra al brodo di tacchino e pane raffermo. Buon appetito!
Glielo si leggeva negli occhi che godesse di quella situazione, infatti si lasciò sfuggire un sorriso furbo mentre lasciava scivolare la ciotola ai miei piedi. Diedi una veloce occhiata al suo contenuto, e nonostante l'aspetto non fosse dei migliori, dovetti ammettere che l'odore fosse abbastanza piacevole. O forse era semplicemente la fame a farmelo dire. Fino a quel momento neanche ci avevo pensato, ma ero davvero affamato.
-Grazie, suppongo.
-E vorrei ben vedere! Potevo decidere di lasciarvi senza cibo! Ad ogni modo sono venuta per portarvi questo volume. Non ho la minima idea di cosa sia un giornale, ma da ciò che avete detto sembra abbiate bisogno di un registro degli eventi...
-Un... certo.- un registro degli eventi. Assurdo! E magari avrei anche scoperto che quel grosso librone fosse scritto a mano.
-Questo è il registro dello scorso anno. I miei genitori hanno deciso che leggere non può farvi certo male... quindi tenete pure. Ma badate bene a riconsegnarmelo completamente integro, è chiaro?
-So rispettare le cose altrui tesoro, tranquilla. E grazie ancora.
-Tesoro? Provate ancora a prendervi una tale libertà e vi butto in una cella ben peggiore! Con nient'altro che il pavimento e le sbarre a farvi compagnia!
-Mammamia come vi scaldate, per così poco... non lo farò più.- sghignazzai. Sembrava davvero indignata, la biondina! Neanche le avessi fatto una qualche proposta indecente!
-Sarà meglio per voi. E sappiate che sono venuta io stessa solo perché mi incuriosite. Siete un grande sbruffone ma ammetto che ci sono molte cose che non mi spiego di voi.
-La cosa è reciproca, credetemi.
Probabilmente ero io quello che ci capiva di meno! Se non altro, se non mi fossi presentato né all'ospedale né a lavoro, i miei genitori mi avrebbero cercato... avrebbero sicuramente trovato delle tracce. La mia macchina, almeno. Avevo detto loro dov'ero andato. Certo, non quando...
La principessa intanto non disse altro e fece scivolare l'antico libro tra le sbarre e per afferrarlo sfiorai per la prima volta la sua mano.
Una potente scossa elettrica sorprese entrambi, ed il volume finì a terra tra il nostro sconcerto. Non seppi come spiegarlo, ma non fu una banale scossa, come quelle che ogni tanto capitavano per i principi della fisica... fu qualcosa di più potente. E lo avvertì anche lei, lo lessi nei suoi occhi.
-D'accordo- si riscosse tuttavia, raccogliendo subito il volume e questa volta posandolo dentro senza aspettare che lo prendessi dalle sue mani -Buon appetito. E buona lettura. Ci vediamo domani, nella speranza che abbiate recuperato la lingua.
Prima di lasciar andare la strana ragazza, comunque, decisi di togliermi almeno un dubbio... quel luogo mi era sembrato fin dal primo momento molto familiare. Solo che non riuscivo a collegarlo con nulla di ciò che avessi visto.
-Buonanotte, Principessa. Un'ultima domanda. Dove siamo?
-Al Palazzo di Downeen. Ma questo ovviamente lo immaginate visto dove vi ho trovato. Altrimenti dovreste rivedere le vostre conoscenze in ambito geografico. Buonanotte!
Detto questo girò sui tacchi e com'era entrata uscì, lasciandomi nuovamente solo e con una risposta che aveva scatenato altre mille domande. Guardai il librone ai miei piedi, dovevo cercare di leggerne il più possibile prima che il fuoco delle torce si spegnesse e mi lasciasse completamente al buio. Ma avevo quasi paura di aprirlo.
Downeen.
Certo che conoscevo il castello di Downeen, era uno dei luoghi più incantevoli d'Irlanda, a mio parere... ma era completamente in rovina, non erano rimaste che le macerie di un'unica torre, situata su una scogliera in mare. Almeno, così era stata l'ultima volta che vi ero stato.
Nella mia epoca.
Ma non ero più nella mia epoca, per quanto la ragione cercasse di combattere quella realtà che neanche nei sogni più profondi avrei immaginato di poter vivere.
Presi freneticamente a rovistare nelle tasche della mia giacca ed incredibilmente trovai ancora lì non solo il cellulare, senza campo ma col 50% di batteria ancora disponibile, ma anche il taccuino destinato ad Alice.
La prima pagina segnava “17 Gennaio 1518. Inizio della ricerca della risposta al più grande desiderio”. E non ero stato io a scriverlo.
Il mio desiderio era stato esaudito.
Mi trovavo nel tempo e nel luogo in cui avrei trovato il modo per riavere mia figlia.
Per farlo, avevo bisogno di trovare una maniera per sopravvivere.
Sopravvivere ad un viaggio che nessuno mai avrebbe potuto anche solo sognare di poter realmente vivere.


Angolo dell'autrice;
Ciao! Eccomi moolto prima del previsto, ma diciamo che sto facendo un rewatch di Outlander che mi ha dato ispirazione... ed ecco qua.
Come ho detto su, speravo di poter modificare direttamente la One shot per renderla una long, ma nulla... si può trasformare al massimo in una raccolta di OS. Vabbé!
Premetto che non so con quale regolarità posterò... penso seguirò l'ispirazione! L'altra invece proseguirà regolarmente perché ho almeno un'altra ventina di capitoli già mezzi pronti.
Come vi pare il primo incontro tra Killian ed Emma? Lei è sorpresa, ma lui molto di più. Fatemi sapere come trovate la descrizione dei pensieri di lui... ho cercato di descrivere al meglio lo stato confusionale e l'accettazione di una situazione che sembra incredibile... e non sono del tutto convinta di esserci riuscita. Mi fa sempre piacere ricevere qualche opinione!
Buonanotte, perché è ora che vada a dormire ahahaha e a presto! :) Ringrazio in anticipo chi deciderà di seguire questo mio nuovo "esperimento" (chiamiamolo così, perché non ho mai scritto una ff storica. Anche se ci saranno diversi elementi fantasy e quindi non tutto corrisponderà esattamente alla realtà del XVI secolo).
 
   
 
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