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Autore: Nimiunee    24/03/2018    3 recensioni
Dopo la morte dei genitori, Thrain trovò Isil e si prese cura di lei; crescendo e vivendo insieme ai nani, divenne una brava guerriera. Viveva felicemente a Erebor ma la calma fu squarciata dall'arrivo di Smaug. Ella accompagnerà Thorin alla riconquista della montagna solitaria insieme a Gandaf, Bilbo e la compagnia di Thorin scudo di quercia.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo nono: Ricordi 2°parte
 

Quando Isil si accasciò lentamente a terra, l'unica cosa che riuscì a vedere fù un cielo colmo di nuvole nere e minacciose. La guerra, il nemico e gli stessi nani sparirono dalla sua vista, neutralizzando qualsiasi rumore intornò a se.

I muscoli intorpiditi, erano scossi da un forte tremito e un dolore lancinante si espandeva in tutto il suo corpo, immobilizzandola.  Nella sua testa, pensò che tutto era finito e anche la sua vita; D'altronde, aveva compiuto il suo unico dovere: proteggere Thorin.

Uno scambio equo il suo: la sua vita per quella di un re; L'unica persona che abbia mai amato veramente, in tutta la sua vita.

I suoi occhi diventarono sempre più pesanti quando si accorse che Thorin la raggiunge, inginocchiandosi accanto a se. Una pozza di sangue rosso cremisi, si formò sotto il suo corpo privandole, pian piano, delle ultime forze che le rimanevano. 

Con un toccò leggero si sentì accarezzare le guancie, ormai private del loro colorito roseo, da due mani calde e grandi; Una delicatezza quasi inosuale per un nano di Erebor, abituato a maneggiare il ferro, con enorme forza.

"È FERITAAA!!" gridò Thorin verso i suoi compagni, strappando un lembo di stoffa e fasciadole accuratamente la ferita "Non ti addormentare, rimani cosciente.. Isil.. ti prego.." disse chinandosi verso il suo viso.

Thorin, affranto, appoggiò la fronte su quella di lei ed, afferrandole il viso con entrambi le mani, chiuse gli occhi.

"Dovevo starti vicino.. sè lo avessi fatto non ti sarebbe successo niente..!" disse accarezzandole gli zigomi con le punte delle dita, scostandole alcune ciocche, di capelli, dal viso madido di sudore "È colpa mia.. dovevo starti vicino.." ripetè a voce bassa. 

Lei aprì gli occhi cercando, con tutte le sue forze, di non lasciarsi sconfiggere dal dolore che stava provando.

"L'importante e che tu sia vivo.. il nostro popolo è perso senza di te.. era la scelta più ovvia.."

"Come puoi dirlo.."

"Perchè la mia vita non conta.."

Udendo quelle parole, Thorin si staccò dalla fronte di lei ed, incrociando le sue iridi blu con quelle di lei, la guardò in modo serio. Fù in quel momento che le frasi del padre ebbero un senso: ogni dubbio e tirtubanza, si dissolse al suono di quelle parole che lo colpirono come una lama infuocata.

'Lei si sbaglia' pensò Thorin.

Per lui, Isil, non era solo una semplice combattente o un orfana recuperata per buon senso; Era molto, molto di più. 
Fin da quando Smaug si impossesso di Erebor Thorin cercò, in tutti i modi, di aprirsi una piccola via che portasse nel suo cuore e sapeva che non sarebbe mai riuscito a vivere senza la sua Isil, accanto; Era talmente abituato ad averla vicina che non si era mai immaginato una vita diversa da quella che aveva.

'Una vita, senza di lei, non vale la pena di essere vissuta' pensava sprofondando ne suoi occhi blu notte.

"Conta per me!" ammise appoggiando le sue labbra contro lei sue, assaporandole lentamente.

'Era come pensavo.. è come sentire il sole caldo sulla pelle, brucia ma riscalda ogni parte del mio corpo' pensò poco prima di vederla svenire tra le sue braccia.


§§§§


Erano passati alcuni giorni da quando Thorin portò Isil nella casa di Bofur. Il forte nano, cercò in  tutti i modi di guarirla con infusi e erbe mediche ma una forte febbre insisteva su di lei; Bofur, dopo attente ricerche, scoprì che la lama era impregnata da un veleno creato dai goblin per torturare i loro nemici; Fortunatamente non era nulla di letale ma provocava allucinazioni e incubi.

Albe gelide e tramonti oscuri passavano  davanti agli occhi di Thorin come se il tempo, invece di rallentare, aumentasse di velocità ad ogni secondo che passava a guardarla inerme. Le sue grida disperate, che accompagnavano i suoi incubi, lo portarono a sentirti in colpa per quello che gli stava capitando; Più udiva i nomi dei suoi genitori, più la vedeva soffrire e più si sentiva, il mondo, cadergli addosso.
Ogni attimo vedeva la speranza di un suo risveglio, sciogliersi come la neve al sole; Ormai rassegnato, si stava preparando alla cosa peggiore che potesse mai affrontare.
Aveva perso tutto: la sua casa, la sua famiglia, antichi legami spezzati e gettati nell'oblio; Non poteva perdere anche lei, non poteva perdere l'unica persona che c'è stata, nonostante il suo carattere, e lo ha amato fin dal primo giorno che i loro destini si erano legati.

Un nano quando ama veramente è per tutta la vita' pensò Thorin accarezzandole le dita fredde; Il suo errore era di averla amata troppo tardi e si malediva per non averlo fatto prima, donandole tutto se stesso.

-----

Era un tardo pomeriggio, quando Balin entrò nella stanza, scorgendo Thorin seduto su una sedia.

"Come sta?" chiese Balin.

"Ha dormito.. niente incubi ma il suo corpo scotta ancora.." riferì prendendo un panno bagnato per appoggiarlo sulla fronte di lei.

"Almeno quelli..".

"Riuscirà mai a guarire? me lo domandò ogni singolo secondo e maledico me stesso per non avergli evitato tutto questo.. ha già sofferto abbastanza..".

"Thorin.. mio caro ragazzo, hai fatto il possibile! lei è forte e lo vedi anche tu.. sta combattendo.. dagli forza di cui ha bisogno!" gli disse stringendogli la spalla "La febbre scenderà..".

Con un cenno, forzato, Thorin disse si. 

"Dis?" chiese a bassa voce.

"Capisce cosa stai affrontando e anche egli è preoccupata.. ha perso un padre e un nonno.. prega i Durin per la vita di Isil".

"Digli che va tutto bene.. non voglio che stia male.. ci basto io..".

"Mi prenderò cura io di lei.. " disse avvicinandodi alla porta "Tu riposa.. sono giorni ormai che non lo fai.." finì di dire Balin lasciando la stanza con l'animo un pò più leggero.

Thorin si avvicinò sul letto e, distendendosi accanto a lei, la strinse a se.

"Ritorna da me Isil.." disse immergendo il viso nei suoi capelli "Ho bisogno che tu ritorna da me.." finì dire prima di addormentarsi profondamente.


§§§§§


Aprendo gli occhi, inizialmente Isil non  si accorse di dove era; L'unica cosa che percepì fu che, i suoi muscoli, erano pesanti quanto un macigno ed erano terribilmente doloranti.
Sentiva mille spine conficcarsi in ogni parte della sua pelle e un vuoto totale affliggeva la sua mente, annebbiandola.
Un folta barba solleticava il suo collo: morbida e profumata ed, lei, riconobbe subito quel odore tanto familiare.

'Thorin..' pensò cercando di guardarlo.

Dormiva accanto a se e, per lei, era la persona più bella che i suoi occhi abbiamo mai visto; Il suo re era vivo e non l'aveva mai abbandonata. Cercò di alzare la mano per potergli accarezzare il viso eliminando ogni distanza fra loro ripensando che, in tutti i suoi incubi, Thorin era li per illuminarle il suo cammino e riportarla fuori dal quel buco nero, dove fù imprigionata.
Era la luce della sua vita e si sentiva felice nel rivederlo sano e salvo.

Pian piano, a voce bassa, chiamò il suo nome come se cantasse una dolce melodia.

"Thorin.. Thorin.."

Anche egli si svegliò dal suo sonno ricercando, con lo sguardo, chi lo avesse svegliato; Poco dopo, si sentì toccare il dorso delle mani e guardandole vi ritrovò quelle di Isil.
Di scatto, si voltò verso di lei con sguardo meravigliato.

"Neanche un goblin e riuscito ad uccidermi" gli riferì facendogli un largo sorriso.

Thorin, inizialmente scosso, non seppe cosa dire; Ci vollero alcuni secondi prima di capire che non era solo un sogno e che la sua Isil era ritornata.

"PER TUTTI I DURIN!!!" gridò a squarcia gola sollevandosi dal letto.

"Sai.. mi sto quasi pentendo.." disse con scherzoso, toccandosi le orecchie.

"Non pensarci nemmeno!" Thorin l'abbracciò e Isil si sentì stupita di quel contatto "Non ho più nessuna intenzione di lasciarti andare" ammise a voce bassa.

Isil era scossa dal tutta quella situazione: Thorin non si era mai spinto cosi tanto con le parole e con i gesti ma invece era li, ad esprimere tutto ciò che provava come se fosse la cosa più normale che potesse esistere in questo pazzo mondo.

"Thorin.. cosa è successo?"

"Non ti ricordi?" domandò corrugando la sua larga fronte.

"Mi ricordo di vostro nonno e di Azog.."

"E poi.."

"Nulla.. non ricordo nemmeno come io sia arrivata qui..".

Thorin, ripensò al loro baciò e si senti afflitto nel sapere che, lei, non ne avesse un vago ricordo.

"Thorin.." lo richiamò accarezzandogli la guancia.

"Hmm.."

"Cosa è successo?".

"Un goblin ti ha ferito con una lama avvelenata.. Bofur ha fatto il possibile per aiutarti ma quel veleno era sconosciuto per noi e non sapevamo cosa fare quando il tuo corpo iniziava a bruciare e, durante la notte, gridavi scossa dagli incubi e dalle allucinazioni che perseguitavano il tuo sonno" disse alzandosi dal letto per prendergli un bicchiere di acqua.

"E poi.."

"Ti ho portato qui.. sui monti azzuri" mentì "Non potevo lasciarti morire dopo quello che hai fatto per me.." aggiunse porgendogli l'acqua.

"Sei rimasto qui tutto questo tempo?"

"Si.."

"Perchè lo hai fatto? hai un popolo da guidare! non hai nessun dovere verso di me.. lo sai, la mia vita non può essere paragonata a quella di un re.."

"È LA SECONDA VOLTA CHE LO DICI!" gridò scontrando le mani sul tavolo.

Quella reazione la colse impreparata.

"Quando capirai che non è cosi e che ti sbagli.." ammise avvicinandosi alla porta spazientito.

"M-mi dispiace.." aggiunse Isil con tono triste.

"Hai ragione.. io non ho nessun dovere verso di te.. ma ho un dovere verso il mio cuore.." finì di dire lasciandola da sola con mille dubbi che affollavano la sua testa.

'Che cosa voleva dire con quelle..' pensò Isil volgendo il suo sguardo sulle montagne.


§§§§§§ 


Ci vollerò alcuni giorni prima che le forze di  Isil, ritornassero; Thorin la obbligava a rimaner nel letto per riposare lasciandola, occasionalmente, avvicinarsi alla finestra; Nonostante i muscoli doloranti, lei non si faceva sconfiggere dal dolore ed era intenzionata a rimettersi il prima possibile per aiutare il popolo di Durin.
Finalmente dopo varie discussioni, Thorin, la lasciò uscire di casa e ciò che vi ritrovò soprese anche lei: ogni nano che conosceva era li, ad acclamarla ed rigraziarla; Inizialmente non riusciva a ricordare il perchè lo stessero facendo ma alla fine capì.

"Sono tutti qui per te.. erano preoccupati ed hanno contribuito ad aiutarti!" disse Thorin avvicinandola a sè.

"M-ma io non ho fatto niente.. non mi merito questo..!".

"E INVECE SI!" gridò Dis correndo verso di lei per abbracciarla "Hai fatto qualcosa di più prezioso!! hai salvato il mio amato fratello e non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per avvergli fatto trovare la forza!" disse Dis abbracciandola più forte.

"Dis.. non riesco a respirare.." le disse sorridendo.

"Avanti un pò di affetto non può farti del male!"

"Hai ragione!" ammise ricambiando il gesto sua volta.

------

Passeggiando tra le verdi colline, Thorin e Isil si fermarono in un prato ricco di erba verde, pieno di margherite gialle e bianche. Thorin aiutò Isil a sedersi su una roccia, portandosi poco più avanti di lei e, dandogli le spalle,  guardava il cielo ricco di mille sfumature.
Mille emozioni percorrevano il corpo di Thorin rendendolo ansioso: era la prima volta che si sentiva in quel modo e si era ripromesso, a se stesso, che avrebbe fatto di tutto pur di stare accanto a lei, anche di andare contro al suo carattere rude e chiuso.

Tutto per una mezz'elfa che aveva rapito ogni fibra della sua anima; Spinto da questo coraggio, incominciò a parlarle trapelando quell'emozione che cercava di nascondere.

"Isil.." la richiamò con voce tremante.

"Hm.." rispose debolmente.

"Devo dirti una cosa.. per favore ascoltami..".

L'ansia l'avvolgeva per paura che ci fosse qualcosa che non andava; Alla fine erano riusciti in ciò che volevano, nonostante le perdite erano ancora li ed il resto era passato.

"C'è una cosa che non ti ho detto.. dopo quello che è successo a Moria e poco prima di svenire, io ti ho baciato e da li ho capito tante cose.. Isil.. vederti in quello stato e l'ansia nell'aspettare, che tu ti risvegliarsi, mi rendeva immensamente triste. Il pensare una vita senza te mi faceva impazzire" Thorin si girò camminando lentamente verso di lei.

"Ho avuto paura.. paura di non poterti vivere ogni singolo giorno della mia vita" si inginocchiò davanti a lei prendendole delicatamente le sue piccole mani.

"Non sono mai stato quel tipo di nano dolce e affettuoso ma su una cosa sono certo.. tu sei la mia aria, la mia esistenza, il mio mondo e voglio che tu divida il tempo, che ci resta, con me e per sempre".

"Thorin.." lo richiamò Isil emozionata.

"Isil.. ti chiedo, con l'anima e il cuore, di essere mia moglie e la regina della mia vita" finì di dire tutto ad un fiato.

Udendo quelle parole, Isil non riuscì più a trattener le lacrime; Ogni emozione si stava concentrando in quell'attimo e lei si sentì, finalmente, immesamente felice. Ormai, erano anni che aveva rinunciato ai suoi sentimenti, per lui, ma l'aver aspettato ha ripagato ogni desiderio, espresso alle chiare stelle notturne.

"Certo che lo voglio!! non aspettavo altro, Thorin!" gli disse sorridendo.

Colmò di felicità, la sollevò, facendola girare tra i petali di fiori che volavano trasportati dal soffice vento caldo, accompagnati dal suono delle loro risate.

Nota dell'autrice: Salve di nuovo! finalmente ho pubblicato il nuovo capitolo e che spero che sia di vostro gradimento. Il racconto è di pochi capitoli perchè il prossimo sarà più massiccio e profondo. Gazie per chi leggera la mia storia e per chi lascerà anche solo una visualizzazione in più. Arrivederciii!!

   
 
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