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Autore: Darth Ploly    24/03/2018    1 recensioni
Dopo aver tentato invano di conquistare Ponyville con l'aiuto dell'Amuleto dell'Alicorno, Trixie attraversa Equestria con il suo carro, divorata da paure e demoni interiori. Una notte, mentre vaga in un bosco alla ricerca di sostanze per i suoi spettacoli, fa un incontro con un pegaso misterioso che la segnerà nel profondo.
Storia scritta per il concorso letterario del Cutie Mark Crusaders Forum. Per via di limiti nel numero dei caratteri, i capitoli saranno più brevi rispetto a quelli delle mie altre fanfiction.
Mi auguro che la apprezzerete ugualmente.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Trixie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Casa mia, quella vecchia, in realtà non è molto lontana da qui: se attraversi il bosco ed esci dal lato opposto a quello da dove vieni tu, puoi raggiungerla in trenta minuti di cammino. Il mio interesse per il bosco nacque presto, data la sua vicinanza: questo luogo sembrava chiamarmi. Ogni giorno, uscendo da scuola, volavo qui a tutta velocità e ci passavo l’intero pomeriggio.
Un giorno decisi di spingermi oltre i miei soliti confini e, a furia di vagare, mi addentrai in questo lato della foresta. A un certo punto sentii una voce e iniziai a seguirla, finendo per incontrare una pony di terra dal manto dorato e dagli occhi di un blu acceso. Dopo un po’ di sorpresa, iniziammo a parlare e capimmo che entrambi avevamo la stessa passione per l’esplorazione. Lei si chiamava Amber Lily e viveva proprio nel villaggio dove ti sei fermata. Non ci volle molto perché nascesse l’amicizia.
Iniziammo a frequentarci costantemente: ogni giorno ci incontravamo al centro della foresta e da lì ci mettevamo in cammino per visitare quei luoghi che ancora ci mancavano.
Passammo così poco più di un anno. Un giorno però trovai Lily che piangeva nella radura. Mi disse che, per via del lavoro di suo padre, si sarebbe trasferita lontano, non sapeva bene dove, e che sarebbero partiti il giorno successivo. La notizia mi intristì molto, ma non volevo che l’ultimo nostro incontro si limitasse a essere soltanto un saluto tra le lacrime. Decisi di mostrarle un posto che avevo trovato qualche giorno prima, il più bello dell’intera foresta. Era una radura circolare delimitata da enormi alberi e ricoperta da gigli rossi, i suoi fiori preferiti. È molto difficile da raggiungere, l’avevo scoperto per caso seguendo il suono dei gufi. Infatti lì non si sentiva alcun rumore, fatta eccezione per il canto dei gufi posti in alto tra i rami.
Lily ne fu estasiata, le sue lacrime lasciarono presto il posto al suo sorriso più bello. Passammo lì un po’ di tempo, poi ebbe un’idea: stacco due petali da un fiore e mi disse che sarebbe corsa subito al villaggio, ma che sarebbe tornata quella notte stessa alla radura. Ci demmo appuntamento per mezzanotte. Sarebbe stato difficile allontanarmi da casa, ma era l’ultima occasione che avevo per vederla.
Così, mezz’ora prima dell’appuntamento, ero già lì sul posto, in attesa. Mezzanotte arrivò presto, ma di lei non c’era traccia. Aspettai ancora a lungo, ma presto iniziai ad avere sonno e finii per addormentarmi. Quando mi svegliai la mattina dopo, mi resi conto che non riuscivo a stare alla luce del sole, nemmeno per un minuto. Mi rifugiai nel folto della foresta e da allora non mi sono mosso. Non so perché non si presentò quella notte, ma io devo aspettarla, non importa quanto ci vorrà. Sono sicuro che un giorno manterrà la sua promessa”.

La drammatica storia di Cloud mi lascia senza fiato. Sono stupita dalla fiducia che ancora continua a mostrare verso la sua amica, così come dall’aver scoperto che il male di cui soffre è comparso in maniera improvvisa.
“Pensavo avessi una malattia dalla nascita” Gli dico, cercando di fare ordine nei miei pensieri.
“No, è nato tutto qui. Avrò mangiato qualcosa di strano: sai che questa foresta racchiude molta magia”
Questo è vero, ma non credevo a tal punto: non ho mai sentito nulla del genere. Ripenso anche a Lily, che immagino sia stata costretta a partire prima del previsto: non avrebbe mai abbandonato Cloud così all’improvviso. Sposto lo sguardo da Cloud, perché l’idea di lasciarlo qui da solo di nuovo mi fa star male.
“Potremmo cercarla” Suggerisco “Ci fermeremo dove vorrai”
Lui ridacchia e mi ringrazia: “Sei gentile, Trixie, ma non saprei da dove partire. E se poi dovesse tornare? No, preferisco aspettare qui”
È commovente vedere tanta fiducia e amore in un puledrino come lui. Io non ho mai provato nulla di così forte nei confronti di altri: ho sempre pensato solo a me stessa.
Finora.
“Cloud, lascia che anche io ti faccia una promessa!” Esclamo facendolo trasalire “Giuro che la troverò e le dirò di te! Farò in modo che torni qui a spiegarti tutto o lo farò io stessa! In fondo sono in debito con te, dovrò pur provare a ripagarti. Sei disposto ad attendermi?”
Cloud è stupito come non mai, gli occhi sembrano volergli uscire dalle orbite. Alla fine sorride, di nuovo sereno dopo ricordi tanto dolorosi, e risponde: “Non mi muoverò da qui. Ci sto, Trixie”.
   
 
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