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Autore: Amor31    24/03/2018    4 recensioni
Cosa ci fa una lettera di Lucy nella stanza di Gray? E perché lui non vuole che nessuno la legga?
Lluvia è sconvolta. Proprio quando pensava di aver conquistato il cuore dell'amato, ecco nuvole nere addensarsi all'orizzonte.
Se poi a fraintendere è anche Natsu, i guai raddoppiano.
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Storia vincitrice del contest "Il chiosco dei fiori" indetto da meryl watase sul Forum di EFP.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Equivoci d’amore

 

Capitolo I

Gray non riusciva a crederci.
Era la terza volta che rileggeva quella lettera. In un certo senso gli aveva sconvolto la giornata, a metà tra il positivo e il negativo: non aveva ancora deciso verso quale stato emotivo propendere. Era una strana sensazione quella che provava mentre scorreva di nuovo le poche righe di testo.
Quella che aveva sotto gli occhi era una grafia corposa e dolce. Non c’erano dubbi che la mittente fosse Lucy. Per non parlare di quanto fosse cristallino il contenuto!
Gray sorrise. Aveva sempre nutrito un affetto particolare per quella ragazza e sì, le voleva un mondo di bene. Perciò leggere quella lettera scritta a cuore aperto non poteva non farlo felice, anche se con una punta di fastidio. Erano davvero belle parole, quelle vergate dalla giovane scrittrice.
-Cosa leggi?-.
La voce gli arrivò alle spalle, cogliendolo di sorpresa. Si voltò di scatto e vedendo la sottile figura di Lluvia fare capolino dalla porta appena socchiusa della sua camera aprì in un baleno il primo cassetto della scrivania e vi infilò dentro il foglio.
-Niente di importante- si affrettò a rispondere, tornando a rivolgere lo sguardo alla ragazza. -Sono cose che…-.
Non finì la frase. Lluvia entrò come una furia nella stanza, spalancando la porta e raggiungendo Gray a grandi falcate. Un’aura oscura l’aveva improvvisamente avvolta e il Devil Slayer corrugò la fronte, preoccupato.
-Non puoi nascondere nulla a Lluvia-, replicò lei con freddezza. -Se c’è qualcosa che riguarda Gray, allora riguarda anche Lluvia-.
-Tzé, nemmeno fossimo sposati!-.
-Presto lo saremo. Lluvia lo sa-.
-Lluvia sembra sapere un sacco di cose che io continuo a ignorare-, sentenziò lui con aria funerea. -Per favore, esci da qui-.
-Prima Gray mi farà leggere ciò che lo teneva così assorto. Dammi quel foglio-.
-Lluvia, no. Fraintenderesti come al solito-.
-Fammi vedere-. La ragazza tese il braccio, tenendo il palmo della mano bene aperto. Non aveva alcuna intenzione di andarsene.
-Ti ho detto che…-.
-LO VOGLIO LEGGERE!-.
Si lanciò verso il cassetto e lo strattonò così forte da estrarlo dalla scrivania. Gray spalancò gli occhi, incredulo, e impiegò una frazione di secondo di troppo prima di intervenire.
-Lluvia, stai esagerando! Si può sapere che accidenti ti prende?-.
Ma la ragazza non lo stava ascoltando. Aveva rivoltato tutto il contenuto del cassetto sul pavimento e ora era inginocchiata a terra, cercando il foglio della discordia nel mare di carta e cartaccia che le si allargava intorno.
-Deve essere qui, da qualche parte-, si ripeteva, senza smettere di frugare. Gray era come sparito, talmente era presa da quella sua strana missione.
-Ti ho già spiegato che non è nulla di importante. E comunque non capiresti, o meglio, capiresti solo quello che vuoi tu. Perché invece non scendiamo al piano di sotto con tutti gli altri? Magari potremmo assumere un incarico insieme e spartirci la ricompensa, che ne dici?-.
In realtà il giovane non aveva alcuna intenzione di andare in missione con lei, anzi. Ma avrebbe detto qualsiasi cosa in quel momento pur di distogliere l’interesse della compagna dalla lettera.
-Sai cosa? Forse hai ragione. Dovremmo sposarci. Sei l’amore della mia vita e ti ho fatta aspettare e soffrire fin troppo. Ma mi sono reso conto che non posso vivere senza di te. Capisci cosa dico? Ehi?-.
-ECCOLA!-.
L’urlo trionfante di Lluvia riempì la stanza. Gray trasalì nel vederla sorridere con sguardo diabolico e rialzarsi pian piano, stringendo la lettera. E come muovendosi al rallentatore si gettò su di lei, abbracciandola in vita. Caddero entrambi, sollevando onde di carta e polvere.
-Non leggerla!-, esclamò. Provò ad afferrare il foglio, ma Lluvia, sorpresa dall’irruenza del ragazzo, continuò a farlo passare da una mano all’altra, disinnescando ogni suo tentativo. Poi, con straordinaria forza, riuscì a sottrarsi alla sua presa e si rialzò, mentre Gray, ancora a terra, la vedeva muovere qualche passo a ridosso della scrivania e declamare ad alta voce.
-“Caro”-, iniziò, -“è strano chiamarti così. Eppure è questo il modo di aprire una lettera. Sai, sono le regole alla base di un buono scritto. Ma a te non importa e spero che non ti dispiacerà se, quindi, mi rivolgerò a te usando questa parola. Caro. Molto più caro di quanto tu possa immaginare”-.
Lluvia si interruppe. Gray la vide sollevare un sopracciglio, sempre più sospettosa man mano che andava avanti. Il sorriso diabolico che poco prima le aveva illuminato il volto si trasformò pian piano in una smorfia di astio e, infine, di dolore. Dopo le prime righe aveva smesso di leggere ad alta voce.
-…Lluvia?-.
Dalla ragazza non giunse risposta. I suoi occhi erano incollati al foglio ormai spiegazzato e lentamente si riempirono di lacrime.
-Lluvia, non è…-.
-LA ODIO! LLUVIA ODIA LA SUA RIVALE IN AMORE!-.
Gray si precipitò verso di lei, stavolta per tapparle la bocca ed evitare che urlasse ancora più forte. La maga della pioggia, però, zittì senza che ci fosse bisogno di ulteriori interventi e lo spiazzò appallottolando il foglio e tirandoglielo addosso. La pallina rimbalzò sul torace di Gray e finì per terra, rotolando vicino al letto.
-Lo vedi? Cosa ti avevo detto?-, ripeté lui, allargando le braccia. -Non hai capito niente-.
-Ah, davvero?-, una piccola risatina isterica proruppe dalle labbra di Lluvia. -Gray ha il coraggio di dire questo quando invece è tutto chiarissimo? Quando questa-, e andò a raccogliere la lettera malridotta per sventolargliela davanti alla faccia, -è una dichiarazione della mia rivale?-.
-Le cose non stanno così, dannazione! Non è per me!-.
-Tu menti-.
-Accidenti, Lluvia, sei impossibile!-. Gray si voltò, dandole le spalle e intrecciando le mani dietro alla nuca per l’esasperazione. -Sì, è una lettera di Lucy, ma il destinatario non sono di certo io-.
-Lluvia non consegna lettere d’amore a Lyon se non è interessata a lui-, ribatté lei e nel farlo alzò il mento, come a voler dare maggiore enfasi alla sua affermazione.
-Certo che no. E nemmeno Lucy lo fa-.
-Ma questa…-.
-Ascoltami, per una volta!-, esclamò Gray, esausto. -È per Natsu. Non può essere indirizzata a nessun altro-.
-Allora perché è in questa stanza? Perché la stavi leggendo tu?-.
-Perché… Oh, è una storia un po’ lunga da spiegare. Ora, però, ridammela, così la consegnerò a chi…-.
-NO!-.
Lluvia corse via dalla stanza senza dire altro. Gray si limitò ad affacciarsi oltre la soglia della porta e a richiamarla indietro, ma a quel punto la maga era già sparita, come volatilizzata nel nulla.
-Odio la sua testardaggine-, borbottò fra sé e sé, rientrando nella propria stanza. Si accovacciò e prese a recuperare tutti i fogli sparsi sul pavimento, imprecando al pensiero che Lluvia potesse combinare un guaio più grosso di quanto non avesse già fatto lui. Nonostante il fastidio provato, però, una fitta di colpa gli pungolò comunque il cuore: le era parso che la ragazza, correndo via, avesse ricominciato a piangere.

 

 

***

 

 

-Contento del giorno di pausa, Happy?-.
-Aye! Ci voleva proprio una bella gita in santa pace-.
Il sole stava tramontando su Magnolia. I rossi raggi morenti si riflettevano sulle mura bianche della cattedrale di Caldia, irradiando nell’aria primaverile un calore inaspettato. Fino a pochi giorni prima la pioggia si era abbattuta sulla capitale del Regno di Fiore facendo straripare i torrenti e costringendo gli abitanti delle campagne a ritirarsi in luoghi più sicuri; ora, invece, il peggio non solo era passato, ma sembrava non aver mai raggiunto Magnolia.
-È stato semplice pescare, dopo tutta quell’inondazione-, continuò a dire il gatto, appollaiato sulla spalla sinistra del padrone.
-Ti sei fatto una bella scorpacciata, eh, piccoletto?-, sorrise Natsu. Con la coda dell’occhio vide Happy sbavare un po’ al pensiero dell’abbondante mangiata che aveva tenuto entrambi impegnati per una buona porzione di pomeriggio.
-Aye! Sono proprio contento. Però…-.
L’entusiasmo dell’exceed si spense di colpo. Natsu si accorse del suo improvviso mutismo e domandò se stesse bene.
-Mh, io sì… Stavo solo pensando-.
-A cosa?-.
Happy non rispose subito. Prese a giocherellare con la sua lunga cosa azzurra, tradendo un certo disagio.
-D’accordo, come vuoi. Se non ti va di parlarne per me va bene. L’importante è che tu non ti senta…-.
-Non trovi strano che Lucy non sia voluta venire con noi?-.
La vocetta sottile del gatto lo interruppe e Natsu, dopo averci riflettuto su per meno di mezzo secondo, fece spallucce.
-No, perché? Dopotutto è molto impegnata. Sta scrivendo un nuovo libro, se non sbaglio. Insomma, non può certo perdere tempo con noi-.
-E questo non ti dispiace nemmeno un po’? Non è che…-.
-Cosa?-.
-…Che non ci voglia più bene?-.
Stavolta Natsu si ritrovò a ridere di gusto, senza rendersi conto di urtare la sensibilità di Happy, tornato molto serio dopo il modo irruento in cui aveva interrotto l’amico poco prima.
-Che assurdità!-, esclamò il Dragon Slayer, asciugandosi una lacrima di ilarità. -È più facile che torni Zeref piuttosto che Lucy si stanchi di noi-.
-Ma allora-, cercò di fargli notare l’exceed, -perché ci sta evitando? Ultimamente si dilegua in tutta fretta quando ci vede arrivare. Sta sempre insieme a Levy, in quell’enorme biblioteca… Possibile che non ti importi?-.
Natsu non replicò. Aveva ascoltato attentamente tutto il discorso di Happy e sì, effettivamente dovette concordare con lui che nell’ultimo periodo Lucy si era dimostrata distante. Un po’ troppo, forse.
-Be’, certo, mi è dispiaciuto che non sia venuta con noi, oggi-, assentì alla fine. -Ma questo non significa nulla. Te l’ho detto, è impegnata-.
-Sarà-, continuò testardo il gatto, -ma a me non la conta giusta. E nemmeno tu-.
-Io? Che c’entro io?-, Natsu sollevò le sopracciglia, sorpreso.
-Lo so benissimo che tieni tanto a Lucy, però fai finta che non ti importi. Quando le dirai quella cosa?-.
-Va bene, ho capito, meglio cambiare discorso-.
-Eh, no!-.
Happy spiccò il volo e iniziò a sventolargli le ali davanti alla faccia nel vano tentativo di fermare la sua marcia spedita.
-Dai, smettila! Torniamocene a casa in santa pace, non voglio più parlarne-.
-È qui che sbagli. Glielo devi dire e basta-.
-Quando avrà meno impegni, magari-, disse vago Natsu, spostando lo sguardo verso un punto lontano alla sua sinistra.
-Questo non succederà. Da quando ha pubblicato il primo libro Lucy è sempre colma di cose da fare e se continui a rimandare non le parlerai mai-, lo rimproverò il gatto.
-Ah, ma che importanza ha? Stiamo bene anche così-.
-Se non glielo dirai tu, lo farò io-.
-Non ti azzardare!-.
Natsu provò a rincorrere il gatto, levatosi più in alto quando aveva capito che l’amico era sul punto di afferrarlo per tenerselo buono tra le braccia. Spediti, si ritrovarono alle porte di Magnolia impiegandoci meno del previsto.
-Vado subito da lei e le racconto tutto!-, continuava a dire Happy, ridendo nel vedere il compagno sbracciarsi qualche metro più in basso. -Entro stasera le cose cambieranno!-.
-Smettila di comportarti come un gattaccio…!-.
Le parole gli morirono pian piano in gola. L’exceed planò allarmato, virando sulla destra nel riconoscere una tra le facce a loro più familiari.
-Lluvia!-.
Si avvicinarono in tutta fretta. La maga della pioggia se ne stava in piedi contro la balaustra di un ponte e guardava intensamente le acque scintillanti che scorrevano sotto di lei. Superata la larga passerella di legno si giungeva alle porte della capitale, ma in quel momento non c’era anima viva nei dintorni, eccezion fatta per loro tre.
-Lluvia-, la chiamarono ancora, stavolta con fare circospetto nel capire che la ragazza non era in sé, -ti senti bene?-.
Natsu le poggiò lievemente la mano su una spalla e la giovane si voltò, gli occhi rossi e gonfi di pianto. Anche il naso era arrossato, segno che doveva averlo asciugato più e più volte prima del loro arrivo.
-S-siete... Voi-, singhiozzò e si portò una mano alla bocca per cercare di controllarsi. -I-io... S-sto b-b-bene, n-nooon vi p-preocc-cupa-te-.
-Non è vero, chissà da quanto stai piangendo!-, disse Happy, in piedi sulla balaustra. 
-Calmati, Lluvia-, intervenne Natsu, -respira. Coraggio-.
La prese per mano, stupendosi del fatto che la ragazza non si fosse ritratta come in altre circostanze, e l'aiutò a compiere qualche passo verso il centro del ponte, giusto per assicurarsi che non le venisse in mente di buttarsi in acqua. Poi riprese a parlare con lei, nel tentativo di capire cosa le fosse successo.
-N-Nat-su, io... Non c-ce la fac-cio. È su-success-a una co-sa t-terri-bi-le-, balbettò la maga.
-Si è fatto male qualcuno?-, domandò allarmato il Dragon Slayer. -La Gilda è stata attaccata? E gli altri? Erza, Lucy...?-.
-AH, NON DIRE QUEL NOME!-.
Lluvia si coprì istintivamente le orecchie e Natsu la guardò con perplessità.
-...Cosa?-.
-Lluvia odia quel nome, quella faccia, QUELLA RIVALE IN AMORE!-.
-Non capisco-, il ragazzo piegò impercettibilmente la testa, come se questo piccolo gesto potesse aiutarlo a cambiare prospettiva, -si può sapere perché ce l'hai con Lucy? Non mi sembra che...-.
-NON DIFENDERLA, NON SAI COSA HA FATTO!-.
-E allora dimmelo tu!-, sbottò lui, spazientito. 
Lluvia smise di tirare su con il naso e guardò l'amico attraverso una nuova ondata di lacrime. Sembrava che stesse decidendo quali parole usare per esprime il suo disappunto.
-Ha scritto una lettera-.
-Quindi?-.
-Al mio amato Gray-.
Natsu corrucciò la fronte: -E?-.
-Leggi cosa ha scritto e dimmi se Lluvia non deve odiarla!-.
Estrasse da una tasca della giacca che indossava un pezzo di carta completamente sgualcito e glielo passò. -Guarda. Vuole averlo tutto per sé-.
Con fare scettico Natsu afferrò il foglio e lesse il contenuto. Ciò che vide lo fece di colpo infuriare.
-Sei proprio sicura che questa lettera sia stata scritta da Lucy?-, chiese brusco, pur avendo riconosciuto la grafia elegante dell'amica.
-Da chi altro? È la mia unica rivale in amore-.
-E tu come hai fatto ad averla?-.
-L'ho presa a Gray. Ce l'aveva lui e mi ha supplicato di non leggerla-. Lluvia si interruppe per asciugarsi un'altra volta il naso e detergere le ultime lacrime. -Il mio amato Gray mi tradisce con quella, capito? E quella ha scritto tutte queste smancerie solo per portarmelo via!-.
-Ma non è possibile-, provò a dire Happy, che si era spostato sulla spalla di Natsu per leggere la lettera incriminata. -O non l'ha scritta lei o non è per Gray. Lucy non farebbe mai nulla di simile. Io... Non può essere. Vero, Natsu?-.
L'amico, però, non lo stava ascoltando. Il suo sangue ribolliva e con lui la fiamma d'ira che brillava nel suo sguardo.
-Cos'è che dicevi poco fa, Happy?-, parlò con estrema serietà. -Che ultimamente ci evita e non ne vuole sapere di noi? Be', forse non avevi poi torto. E il motivo sta in questa lettera-.
Strinse il foglio nel pugno e lo accartocciò, resistendo all'impulso di farlo a pezzi e incenerirlo. Se lo cacciò nella tasca del gilet e si rivolse di nuovo a Lluvia: -Torniamo alla Gilda. Ci sono parecchie cose di cui discutere-.
-Natsu-, intervenne il gatto, -non essere affrettato come al solito. Ci deve essere un equivoco, non...-.
-Andiamo-, il compagno lo ignorò. -Come hai detto tu stesso, Happy, entro stasera le cose cambieranno. E stavolta per sempre-.

 

 

***

 

 

-Sicuro che non vuoi niente da bere?-.
-No, Mira, ti ringrazio. Me ne sto qui solo perché sto aspettando-.
-Se ti riferisci a Lluvia, l'ho vista correre via almeno un paio d'ore fa. Sembrava... Strana-.
-Più strana del solito, intendi? Oh, sì, hai avuto la giusta impressione-.
Gray aveva finito di sistemare il caos in cui era precipitata la sua stanza dopo l'arrivo dell'uragano Lluvia e adesso, concessosi una camminata lungo le vie del centro nella vana speranza di poter rintracciare la maga, era in sua attesa al bancone gestito dall'esperta Mirajane. Una volta rientrato alla Gilda si era detto che era inutile continuare a cercarla: la ragazza sarebbe dovuta tornare per cena o comunque per andare a dormire. Non c'era nulla di cui preoccuparsi, quindi. O almeno questo era quello che si era continuato a ripetere nell'auspicio che il suo senso di colpa svanisse una volta per tutte.
-Non scherzare, era davvero sconvolta-, continuò Mira. -Cosa le hai fatto, stavolta?-.
-...Possibile che debba essere sempre accusato ingiustamente quando si tratta di lei?-.
-Be', di solito quello che le spezza il cuore sei tu-.
-Tanto per essere chiari, non spezzo il cuore di nessuno-, precisò lui. -E poi, scusami, è lei che deve smetterla di farsi i viaggi mentali. Sai cosa mi ha detto oggi?-.
-No-.
-Che presto ci sposeremo. Ma nemmeno nel mio peggiore incubo!-.
Mirajane rise e afferrò un boccale da asciugare: -I ragazzi dicono sempre così, quando non si sono ancora resi conto di quanto sia importante per loro la ragazza di cui parlano-.
-No, ti prego, non mettertici anche tu, adesso. Sono stufo di questa situazione assurda, senza contare che...-.
-Oh, bentornati!-.
Gray si voltò per riconoscere i nuovi arrivati e non celò un accenno di sorriso nel riconoscere le nere figure di Natsu e Happy stagliarsi contro la luce che trapelava dalla porta della Gilda.
-Ce l'avete fatta, finalmente-, li accolse ancora Mira. -Iniziavo quasi a pensare che avreste pernottato fuori-.
I due non risposero. Il Dragon Slayer si avvicinò con passi pesanti e andò a prendere posto accanto a Gray, senza rivolgergli il minimo sguardo.
-La pesca è andata male?-, chiese Mira, iniziando a strofinare un altro boccale. -Volete qualcosa da bere che vi tiri su il morale?-.
-Ci vorrà ben più di una bevuta-, ribatté Natsu. Con quella risposta aveva gelato non solo la ragazza, ma anche Gray.
-Fiammifero, va tutto bene? È strano vederti così-, il mago del ghiaccio provò a tastare il terreno. 
-Se va tutto bene, dici? Prova a chiederlo a lei-.
Con un cenno della testa, Natsu indicò qualcuno alle proprie spalle. Il Devil Slayer volse lo sguardo verso la porta nel momento in cui questa si apriva. Lluvia fece la sua apparizione, le braccia incrociate sul petto e gli occhi abbassati a terra. Gray trasalì nel capire ciò che doveva essere successo.
-Natsu-, cominciò, -forse è il caso di parlarne da un'altra parte-.
-No, stupido Ghiacciolo!-.
Il Dragon Slayer batté il pugno sul bancone con tutta forza, facendo sobbalzare una fila di boccali sporchi ancora in attesa di essere lavati. Mirajane restò ad osservare i due ragazzi senza pronunciare parola.
-Qualsiasi cosa ti abbia detto Lluvia, ti assicuro che non è così-.
-E cosa avrebbe dovuto dirmi Lluvia, mh? Sentiamo-.
-Non so, qualsiasi cosa!-.
-Bene. Allora spiegami che cos'è questa-.
Per la seconda volta nell'arco di poche ore la lettera di Lucy rimbalzò sul petto di Gray, depositandosi sulle sue ginocchia.
-Lo sapevo-, sospirò il mago del ghiaccio. -Non avrai creduto che sia indirizzata a me?-.
-A chi altro? Non hai letto quello che dice?-.
-Certo che l'ho letto, purtroppo-, aggiunse il ragazzo. -E posso affermare in tutta sicurezza che se Lluvia è una stupida nell'aver pensato che possa essere per me, tu sei ancora più idiota nel non accorgerti che queste parole sono rivolte a tutt'altra persona-.
-Ma come ti permetti?!-.
In un secondo Natsu afferrò il bavero della giacca di Gray, che rispose all'attacco bloccandogli il braccio e allontanando anche l'altra mano.
-Smettetela!-, gridò Happy, svolazzando sulle teste dei due rivali. -Vi state comportando da scemi!-.
-È il tuo amico che ha iniziato-, ribatté Gray, senza mollare la presa. -Si fa prendere così tanto dai bollenti spiriti che anche il cervello, se mai l'ha avuto, è andato a fuoco!-.
-Ha parlato quello che prima illude una ragazza e poi corre da un'altra!-.
-Ma se con Lluvia non c'è niente!-.
-Con Lucy sì però, vero?-.
La rappresaglia li fece finire a terra. Si assestarono un pugno o due nella speranza di avere l'uno la meglio sull'altro; poi, di colpo, furono separati.
-Si può sapere che accidenti vi è preso? Perché state litigando?-.
La voce imperiosa di Erza li bloccò momentaneamente. A dividerli era stata lei, afferrandoli entrambi sul retro dei rispettivi colletti.
-È tutto un malinteso-, disse Gray, spolverandosi le ginocchia. -Natsu non capisce la sua stessa lingua e se la prende con me-.
-Chiudi il becco! Stavi nascondendo quella lettera di proposito, me lo ha detto Lluvia-.
-ANCORA CREDI A TUTTO QUELLO CHE S'INVENTA QUELLA PAZZA?-.
-Lluvia sa quello che ha visto e adesso ha capito che Gray e la rivale in amore complottano contro di lei-, intervenne la maga della pioggia, avvicinandosi di qualche passo al bancone.
-Se voi due mi deste la possibilità di spiegare come stanno le cose, magari capireste tutto, invece di saltare a stupide conclusioni!-, sbottò Gray.
-Silenzio, adesso-, disse Erza. Lasciò andare le giacche dei suoi amici e spostò gli occhi dall'uno all'altro, rivolgendosi infine a Happy: -Fammi vedere questa lettera di cui parlano-.
L'exceed non se lo fece ripetere una seconda volta. Volteggiò a mezz'aria e rintracciò la pallina di carta, caduta ai piedi del bancone quando Natsu e Gray si erano accapigliati sul pavimento. Afferrò il foglio e lo poggiò sul palmo aperto di Titania, che lo spiegò con attenzione per evitare di strapparlo. Lesse il tutto e poi diede la parola al mago del ghiaccio: -Come e perché è venuta in tuo possesso?-.
Il ragazzo inspirò profondamente, felice che qualcuno fosse disposto ad ascoltarlo. Spostò lo sguardo da Natsu a Lluvia e infine su Erza: -C'è stato un errore. Diciamo pure che questa lettera è stata sicuramente consegnata da e alla persona sbagliata-.
-Spiegati meglio-, lo invitò a continuare Scarlet.
-Subito dopo pranzo sono tornato nella mia stanza. Volevo riposare un po', l'ultima missione è stata un vero inferno... Comunque, quando ho aperto la porta mi sono accorto che c'era qualcosa che frusciava sul pavimento. Il foglio era stato piegato a metà e spinto sotto la fessura della porta. Sicuro che fosse per me ho letto quello che c'era scritto e, be', era evidente che non fossi io il destinatario. La grafia è quella di Lucy, ma non può essere stata lei a infilare la lettera sotto la porta. Deve essere stato qualcuno di discreto a cui lei ha affidato la consegna. Qualcuno di insospettabile, ma che non sapeva che io e Natsu da un paio di settimane ci siamo scambiati le stanze-.
-Non c'è nessuno che non lo sappia-, sbottò il Dragon Slayer. -Anche perché ne abbiamo discusso con le buone e con le cattive in presenza dell'intera Gilda-.
-LLUVIA AVEVA RAGIONE, GRAY LA TRADISCE!-.
-Aspettate un secondo-.
Questa volta a parlare fu Mira. Gli occhi di tutti i presenti si volsero nella sua direzione e la ragazza, dopo un momento di silenzio, disse: -In effetti ci sarebbe qualcuno a cui non è giunta la notizia-.
-E chi?-, domandò Natsu.
Le voci di Happy, Erza e Mirajane si levarono in coro: -Wendy e Charle!-.
Il mago del fuoco guardò i tre amici, incredulo. La stessa espressione era stampata sulla faccia attonita di Lluvia e su quella sollevata di Gray.
-Sono andate a trovare Chelia e sono state via per più di un mese. Ci avevano fatto recapitare un messaggio la settimana scorsa dicendo che sarebbero rientrate entro un paio di giorni-, continuò Mira, -ma poi ci hanno impiegato più del previsto e...-.
-Sono arrivate qui in tarda mattinata. Non hanno pranzato con noi perché erano stanche e hanno preferito riposare-, concluse Lluvia, gli occhi sbarrati per l'orrore di aver commesso un clamoroso errore di valutazione.
-Esatto-, concluse Erza. -Nessuno di voi le ha ancora viste proprio perché voi due eravate in giro-, disse, indicando prima il Dragon Slayer e Happy, poi Gray, -tu eri ancora a zonzo per via della missione e Lluvia... Possibile che non le hai incrociate?-.
La maga della pioggia abbassò lo sguardo sui propri stivali. Non teneva più le braccia incrociate sul petto, ma le aveva lasciate scivolare lungo i fianchi e aveva preso a intrecciarsi le dita subito dopo aver realizzato la sua terribile svista. -A dire la verità... Sì, le ho viste-, pronunciò in un soffio.
-COSA?!-. L'urlo di Gray fece trillare perfino i boccali disposti sulla mensola alle spalle di Mira. 
-Ma come potevo pensare che loro...-, Lluvia tentò di difendersi, ma un solo cenno della mano di Erza li fece zittire di nuovo.
-Quindi...-, provò a dire Natsu, riprendendosi dopo il momentaneo choc causato dalla scoperta.
-Quindi sei davvero stupido, caro mio-, lo bloccò Scarlet. -Per due motivi, essenzialmente: innanzitutto perché sei l'unico – o forse siete in due?-, aggiunse, guardando la maga della pioggia, -a non aver capito che Lucy è cotta di te dal primo momento in cui ti ha visto; e poi perché, a prescindere dall'errore commesso da chi ha consegnato questa lettera, è assolutamente impossibile che quello che ha scritto si possa riferire a Gray. Dico, ma l'hai letta bene?-.
Gli passò con fare brusco il foglio appassito e Natsu, stavolta con un batticuore ben diverso da quello da cui si era fatto prendere a una prima lettura, scorse una seconda volta quanto era stato scritto dalla maga stellare.

 

Caro. È strano chiamarti così. Eppure è questo il modo di aprire una lettera. Sai, sono le regole alla base di un buono scritto. Ma a te non importa e spero che non ti dispiacerà se, quindi, mi rivolgerò a te usando questa parola. Caro. Molto più caro di quanto tu possa immaginare.
Quante ne abbiamo passate insieme? Be', è difficile contare le volte in cui ci siamo salvati l'un l'altra. Però, sai, con un po' d'impegno sarei capace di elencarle tutte. Ti direi quello che ho pensato e provato in quei momenti, in ogni occasione in cui le nostre mani si sono congiunte. Mi hai fatto penare non poco, sai? Però non cancellerei niente di quello che abbiamo vissuto, perché ogni piccolo passo mi ha portato esattamente dove sono e voglio essere. O quasi.
Mi manca qualcosa, lo ammetto. È complicato parlartene ad alta voce, perciò ho preferito affidare i miei pensieri a questa lettera. E sono, sì... Confusi, ma, ti prego, non ridere di quello che leggerai più avanti. Sii serio.
Ci conosciamo da undici anni – sì, conto anche quelli passati sull'isola di Tenrou. Credo che il nostro primo incontro possa diventare uno di quegli episodi divertenti che si raccontano intorno al caminetto quando si è in compagnia di amici o figli. OK, dimentica pure quest'ultima parola. Comunque, dicevo: è stato in quel giorno che la mia vita è cambiata. E l'artefice di questo cambiamento non potevi che essere tu. Nonostante i modi a volte un po' bruschi e affrettati, mi sei entrato nel cuore grazie a quel sorriso gioioso che ti contraddistingue sempre, perfino quando la situazione pare essere disperata. Un sorriso che spesso mi ha fatto piangere per la felicità di vederti salvo, altre volte ha asciugato quelle stesse lacrime che stavo versando per la preoccupazione che fosse tutto perduto.
Non credo che ci sia nessun altro a cui potrei dire queste parole. Sei l'unico, sei unico. E mi manchi. Ogni giorno di più. 
Credevo che alla fine della guerra le cose sarebbero cambiate tra di noi. Ho pregato, sperato, supplicato che i tuoi sentimenti per me mutassero almeno un po'. Che mi vedessi non più come una semplice amica, ma come la ragazza da tenere sempre al tuo fianco. Non è andata così e questa mancanza non fa altro che acuirsi di giorno in giorno. Non riesco nemmeno più a sostenere il tuo sguardo. È doloroso sapere che per te resterò sempre e solo Lucy, l'amica su cui contare, quella disposta a seguirti in una qualsiasi delle tue avventure. Sì, non smetterò mai di percorrere i tuoi stessi passi, ma vorrei poterlo fare tenendoti per mano e senza la paura che tu possa andare via da un momento all'altro.
Il giorno in cui Zeref è stato sconfitto ha sancito un'unione che forse ai tuoi occhi è invisibile. Abbiamo riscritto la storia di E.N.D. e fatto sì che tutto si risolvesse per il verso giusto. Non avrei sopportato di perderti, non dopo aver sofferto la tua mancanza quando la Gilda è stata sciolta. Poi è tornata la pace, ma tra noi è rimasto tutto come prima. Perché? Forse nel tuo cuore non c'è posto per nient'altro, se non l'avventura?
La verità è che sono stanca. Ti aspetto da secoli, ormai, eppure continui a non capire. A volte mi dico che, in fondo, stiamo bene anche così, ma è solo una bugia. Io voglio averti per me. Voglio essere tua. Voglio abbracciarti come non ho mai fatto prima e dirti che sei tutto il mio mondo. 
...Stavo per scrivere altre due parole, ma mi sono fermata in tempo. Mi piacerebbe trovare il coraggio di pronunciarle ad alta voce e guardandoti negli occhi, ma temo proprio che sarà arduo riuscirci. Fino ad allora, questa lettera sarà la sola testimone di ciò che provo per te. E anche se tu non dovessi provare nulla di simile nei miei confronti, sarò comunque libera dalla catena che mi opprimeva il cuore.
Tua, sempre

 

-Non so cosa dire-, fiatò appena il Dragon Slayer.
-Potresti iniziare con lo scusarti con me-, ribatté Gray.
-Perdona Lluvia, si è comportata da stupida!-, la maga della pioggia gli si gettò ai piedi, avvinghiandosi alle sue ginocchia in un mare di lacrime. -È tutta colpa...!-.
-Possiamo anche smetterla con tutte queste storie. E, Natsu-, il tono di comando di Erza lo riscosse dalla nuova trance in cui era caduto nel fissare la lettera, -sarà il caso che tu faccia qualcosa, non credi?-.
Il mago del fuoco annuì con un debole cenno della testa. Piegò il foglio e lo infilò nella tasca del gilet, poi si rivolse a Mira: -Lucy è in biblioteca?-.
-Come sempre, del resto-, gli sorrise lei.
-Ottimo. Vieni, Happy-.
Con passo sicuro e animo sollevato, attraversò a grandi passi la sala principale della Gilda e uscì nella luce morente del tramonto, con l'exceed che volava a mezz'aria alla sua destra.
-Ora che tutta questa faccenda ti ha spaventato, glielo dirai?-, domandò il gatto.
Natsu si prese un momento per rispondere. Con un sorriso furbo, replicò: -Farò molto di più, Happy. Molto, molto di più-.

   
 
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