Equivoci
d’amore
Capitolo I
Gray
non riusciva a crederci.
Era la terza volta che rileggeva
quella lettera. In un certo senso gli aveva sconvolto la giornata, a
metà tra
il positivo e il negativo: non aveva ancora deciso verso quale stato
emotivo propendere.
Era una strana sensazione quella che provava mentre scorreva di nuovo
le poche
righe di testo.
Quella che aveva sotto gli occhi era
una grafia corposa e dolce. Non c’erano dubbi che la mittente
fosse Lucy. Per
non parlare di quanto fosse cristallino il contenuto!
Gray sorrise. Aveva sempre nutrito un
affetto particolare per quella ragazza e sì, le voleva un
mondo di bene. Perciò
leggere quella lettera scritta a cuore aperto non poteva non farlo
felice,
anche se con una punta di fastidio. Erano davvero belle parole, quelle
vergate
dalla giovane scrittrice.
-Cosa leggi?-.
La voce gli arrivò alle spalle,
cogliendolo di sorpresa. Si voltò di scatto e vedendo la
sottile figura di
Lluvia fare capolino dalla porta appena socchiusa della sua camera
aprì in un
baleno il primo cassetto della scrivania e vi infilò dentro
il foglio.
-Niente di importante- si affrettò a
rispondere, tornando a rivolgere lo sguardo alla ragazza. -Sono cose
che…-.
Non finì la frase. Lluvia entrò come
una furia nella stanza, spalancando la porta e raggiungendo Gray a
grandi
falcate. Un’aura oscura l’aveva improvvisamente
avvolta e il Devil Slayer
corrugò la fronte, preoccupato.
-Non puoi nascondere nulla a Lluvia-,
replicò lei con freddezza. -Se c’è
qualcosa che riguarda Gray, allora riguarda
anche Lluvia-.
-Tzé, nemmeno fossimo sposati!-.
-Presto lo saremo. Lluvia lo sa-.
-Lluvia sembra sapere un sacco di cose
che io continuo a ignorare-, sentenziò lui con aria funerea.
-Per favore, esci
da qui-.
-Prima Gray mi farà leggere ciò che lo
teneva così assorto. Dammi quel foglio-.
-Lluvia, no. Fraintenderesti come al
solito-.
-Fammi vedere-. La ragazza tese il
braccio, tenendo il palmo della mano bene aperto. Non aveva alcuna
intenzione
di andarsene.
-Ti ho detto che…-.
-LO VOGLIO LEGGERE!-.
Si lanciò verso il cassetto e lo
strattonò così forte da estrarlo dalla scrivania.
Gray spalancò gli occhi,
incredulo, e impiegò una frazione di secondo di troppo prima
di intervenire.
-Lluvia, stai esagerando! Si può
sapere che accidenti ti prende?-.
Ma la ragazza non lo stava ascoltando.
Aveva rivoltato tutto il contenuto del cassetto sul pavimento e ora era
inginocchiata a terra, cercando il foglio della discordia nel mare di
carta e
cartaccia che le si allargava intorno.
-Deve essere qui, da qualche parte-,
si ripeteva, senza smettere di frugare. Gray era come sparito, talmente
era
presa da quella sua strana missione.
-Ti ho già spiegato che non è nulla di
importante. E comunque non capiresti, o meglio, capiresti solo quello
che vuoi
tu. Perché invece non scendiamo al piano di sotto con tutti
gli altri? Magari
potremmo assumere un incarico insieme e spartirci la ricompensa, che ne
dici?-.
In realtà il giovane non aveva alcuna
intenzione di andare in missione con lei, anzi. Ma avrebbe detto
qualsiasi cosa
in quel momento pur di distogliere l’interesse della compagna
dalla lettera.
-Sai cosa? Forse hai ragione. Dovremmo
sposarci. Sei l’amore della mia vita e ti ho fatta aspettare
e soffrire fin
troppo. Ma mi sono reso conto che non posso vivere senza di te. Capisci
cosa
dico? Ehi?-.
-ECCOLA!-.
L’urlo trionfante di Lluvia riempì la
stanza. Gray trasalì nel vederla sorridere con sguardo
diabolico e rialzarsi
pian piano, stringendo la lettera. E come muovendosi al rallentatore si
gettò
su di lei, abbracciandola in vita. Caddero entrambi, sollevando onde di
carta e
polvere.
-Non leggerla!-, esclamò. Provò ad
afferrare il foglio, ma Lluvia, sorpresa dall’irruenza del
ragazzo, continuò a
farlo passare da una mano all’altra, disinnescando ogni suo
tentativo. Poi, con
straordinaria forza, riuscì a sottrarsi alla sua presa e si
rialzò, mentre
Gray, ancora a terra, la vedeva muovere qualche passo a ridosso della
scrivania
e declamare ad alta voce.
-“Caro”-, iniziò,
-“è strano chiamarti
così. Eppure è questo il modo di aprire una
lettera. Sai, sono le regole alla
base di un buono scritto. Ma a te non importa e spero che non ti
dispiacerà se,
quindi, mi rivolgerò a te usando questa parola. Caro. Molto
più caro di quanto
tu possa immaginare”-.
Lluvia si interruppe. Gray la vide
sollevare un sopracciglio, sempre più sospettosa man mano
che andava avanti. Il
sorriso diabolico che poco prima le aveva illuminato il volto si
trasformò pian
piano in una smorfia di astio e, infine, di dolore. Dopo le prime righe
aveva
smesso di leggere ad alta voce.
-…Lluvia?-.
Dalla ragazza non giunse risposta. I
suoi occhi erano incollati al foglio ormai spiegazzato e lentamente si
riempirono di lacrime.
-Lluvia, non è…-.
-LA ODIO! LLUVIA ODIA LA SUA RIVALE IN
AMORE!-.
Gray si precipitò verso di lei,
stavolta per tapparle la bocca ed evitare che urlasse ancora
più forte. La maga
della pioggia, però, zittì senza che ci fosse
bisogno di ulteriori interventi e
lo spiazzò appallottolando il foglio e tirandoglielo
addosso. La pallina rimbalzò
sul torace di Gray e finì per terra, rotolando vicino al
letto.
-Lo vedi? Cosa ti avevo detto?-,
ripeté lui, allargando le braccia. -Non hai capito niente-.
-Ah, davvero?-, una piccola risatina
isterica proruppe dalle labbra di Lluvia. -Gray ha il coraggio di dire
questo
quando invece è tutto chiarissimo? Quando questa-, e
andò a raccogliere la
lettera malridotta per sventolargliela davanti alla faccia,
-è una
dichiarazione della mia rivale?-.
-Le cose non stanno così, dannazione!
Non è per me!-.
-Tu menti-.
-Accidenti, Lluvia, sei impossibile!-.
Gray si voltò, dandole le spalle e intrecciando le mani
dietro alla nuca per
l’esasperazione. -Sì, è una lettera di
Lucy, ma il destinatario non sono di
certo io-.
-Lluvia non consegna lettere d’amore a
Lyon se non è interessata a lui-, ribatté lei e
nel farlo alzò il mento, come a
voler dare maggiore enfasi alla sua affermazione.
-Certo che no. E nemmeno Lucy lo fa-.
-Ma questa…-.
-Ascoltami, per una volta!-, esclamò
Gray, esausto. -È per Natsu. Non può essere
indirizzata a nessun altro-.
-Allora perché è in questa stanza?
Perché la stavi leggendo tu?-.
-Perché… Oh, è una storia un
po’ lunga
da spiegare. Ora, però, ridammela, così la
consegnerò a chi…-.
-NO!-.
Lluvia corse via dalla stanza senza
dire altro. Gray si limitò ad affacciarsi oltre la soglia
della porta e a
richiamarla indietro, ma a quel punto la maga era già
sparita, come
volatilizzata nel nulla.
-Odio la sua testardaggine-, borbottò
fra sé e sé, rientrando nella propria stanza. Si
accovacciò e prese a
recuperare tutti i fogli sparsi sul pavimento, imprecando al pensiero
che
Lluvia potesse combinare un guaio più grosso di quanto non
avesse già fatto
lui. Nonostante il fastidio provato, però, una fitta di
colpa gli pungolò
comunque il cuore: le era parso che la ragazza, correndo via, avesse
ricominciato a piangere.
***
-Contento
del giorno di pausa,
Happy?-.
-Aye! Ci voleva proprio una bella gita
in santa pace-.
Il sole stava tramontando su Magnolia.
I rossi raggi morenti si riflettevano sulle mura bianche della
cattedrale di
Caldia, irradiando nell’aria primaverile un calore
inaspettato. Fino a pochi
giorni prima la pioggia si era abbattuta sulla capitale del Regno di
Fiore
facendo straripare i torrenti e costringendo gli abitanti delle
campagne a ritirarsi
in luoghi più sicuri; ora, invece, il peggio non solo era
passato, ma sembrava
non aver mai raggiunto Magnolia.
-È stato semplice pescare, dopo tutta
quell’inondazione-, continuò a dire il gatto,
appollaiato sulla spalla sinistra
del padrone.
-Ti sei fatto una bella scorpacciata,
eh, piccoletto?-, sorrise Natsu. Con la coda dell’occhio vide
Happy sbavare un
po’ al pensiero dell’abbondante mangiata che aveva
tenuto entrambi impegnati
per una buona porzione di pomeriggio.
-Aye! Sono proprio contento. Però…-.
L’entusiasmo dell’exceed si spense di
colpo. Natsu si accorse del suo improvviso mutismo e domandò
se stesse bene.
-Mh, io sì… Stavo solo pensando-.
-A cosa?-.
Happy non rispose subito. Prese a
giocherellare con la sua lunga cosa azzurra, tradendo un certo disagio.
-D’accordo, come vuoi. Se non ti va di
parlarne per me va bene. L’importante è che tu non
ti senta…-.
-Non trovi strano che Lucy non sia
voluta venire con noi?-.
La vocetta sottile del gatto lo
interruppe e Natsu, dopo averci riflettuto su per meno di mezzo
secondo, fece
spallucce.
-No, perché? Dopotutto è molto
impegnata. Sta scrivendo un nuovo libro, se non sbaglio. Insomma, non
può certo
perdere tempo con noi-.
-E questo non ti dispiace nemmeno un
po’? Non è che…-.
-Cosa?-.
-…Che non ci voglia più bene?-.
Stavolta Natsu si ritrovò a ridere di
gusto, senza rendersi conto di urtare la sensibilità di
Happy, tornato molto
serio dopo il modo irruento in cui aveva interrotto l’amico
poco prima.
-Che assurdità!-, esclamò il Dragon
Slayer, asciugandosi una lacrima di ilarità. -È
più facile che torni Zeref
piuttosto che Lucy si stanchi di noi-.
-Ma allora-, cercò di fargli notare
l’exceed, -perché ci sta evitando? Ultimamente si
dilegua in tutta fretta
quando ci vede arrivare. Sta sempre insieme a Levy, in
quell’enorme biblioteca…
Possibile che non ti importi?-.
Natsu non replicò. Aveva ascoltato
attentamente tutto il discorso di Happy e sì, effettivamente
dovette concordare
con lui che nell’ultimo periodo Lucy si era dimostrata
distante. Un po’ troppo,
forse.
-Be’, certo, mi è dispiaciuto che non
sia venuta con noi, oggi-, assentì alla fine. -Ma questo non
significa nulla.
Te l’ho detto, è impegnata-.
-Sarà-, continuò testardo il gatto,
-ma a me non la conta giusta. E nemmeno tu-.
-Io? Che c’entro io?-, Natsu sollevò
le sopracciglia, sorpreso.
-Lo so benissimo che tieni tanto a
Lucy, però fai finta che non ti importi. Quando le dirai
quella cosa?-.
-Va bene, ho capito, meglio cambiare
discorso-.
-Eh, no!-.
Happy spiccò il volo e iniziò a
sventolargli le ali davanti alla faccia nel vano tentativo di fermare
la sua
marcia spedita.
-Dai, smettila! Torniamocene a casa in
santa pace, non voglio più parlarne-.
-È qui che sbagli. Glielo devi dire e
basta-.
-Quando avrà meno impegni, magari-,
disse vago Natsu, spostando lo sguardo verso un punto lontano alla sua
sinistra.
-Questo non succederà. Da quando ha
pubblicato il primo libro Lucy è sempre colma di cose da
fare e se continui a
rimandare non le parlerai mai-, lo rimproverò il gatto.
-Ah, ma che importanza ha? Stiamo bene
anche così-.
-Se non glielo dirai tu, lo farò io-.
-Non ti azzardare!-.
Natsu provò a rincorrere il gatto,
levatosi più in alto quando aveva capito che
l’amico era sul punto di
afferrarlo per tenerselo buono tra le braccia. Spediti, si ritrovarono
alle
porte di Magnolia impiegandoci meno del previsto.
-Vado subito da lei e le racconto
tutto!-, continuava a dire Happy, ridendo nel vedere il compagno
sbracciarsi
qualche metro più in basso. -Entro stasera le cose
cambieranno!-.
-Smettila di comportarti come un
gattaccio…!-.
Le parole gli morirono pian piano in
gola. L’exceed planò allarmato, virando sulla
destra nel riconoscere una tra le
facce a loro più familiari.
-Lluvia!-.
Si avvicinarono in tutta fretta. La
maga della pioggia se ne stava in piedi contro la balaustra di un ponte
e
guardava intensamente le acque scintillanti che scorrevano sotto di
lei.
Superata la larga passerella di legno si giungeva alle porte della
capitale, ma
in quel momento non c’era anima viva nei dintorni, eccezion
fatta per loro tre.
-Lluvia-, la chiamarono ancora,
stavolta con fare circospetto nel capire che la ragazza non era in
sé, -ti
senti bene?-.
Natsu le poggiò lievemente la mano su
una spalla e la giovane si voltò, gli occhi rossi e gonfi di
pianto. Anche il
naso era arrossato, segno che doveva averlo asciugato più e
più volte prima del
loro arrivo.
-S-siete... Voi-, singhiozzò e si
portò una mano alla bocca per cercare di controllarsi.
-I-io... S-sto b-b-bene,
n-nooon vi p-preocc-cupa-te-.
-Non è vero, chissà da quanto stai
piangendo!-, disse Happy, in piedi sulla balaustra.
-Calmati, Lluvia-, intervenne Natsu,
-respira. Coraggio-.
La prese per mano, stupendosi del
fatto che la ragazza non si fosse ritratta come in altre circostanze, e
l'aiutò
a compiere qualche passo verso il centro del ponte, giusto per
assicurarsi che
non le venisse in mente di buttarsi in acqua. Poi riprese a parlare con
lei,
nel tentativo di capire cosa le fosse successo.
-N-Nat-su, io... Non c-ce la fac-cio.
È su-success-a una co-sa t-terri-bi-le-, balbettò
la maga.
-Si è fatto male qualcuno?-, domandò
allarmato il Dragon Slayer. -La Gilda è stata attaccata? E
gli altri? Erza,
Lucy...?-.
-AH, NON DIRE QUEL NOME!-.
Lluvia si coprì istintivamente le
orecchie e Natsu la guardò con perplessità.
-...Cosa?-.
-Lluvia odia quel nome, quella faccia,
QUELLA RIVALE IN AMORE!-.
-Non capisco-, il ragazzo piegò
impercettibilmente la testa, come se questo piccolo gesto potesse
aiutarlo a
cambiare prospettiva, -si può sapere perché ce
l'hai con Lucy? Non mi sembra
che...-.
-NON DIFENDERLA, NON SAI COSA HA
FATTO!-.
-E allora dimmelo tu!-, sbottò lui,
spazientito.
Lluvia smise di tirare su con il naso
e guardò l'amico attraverso una nuova ondata di lacrime.
Sembrava che stesse
decidendo quali parole usare per esprime il suo disappunto.
-Ha scritto una lettera-.
-Quindi?-.
-Al mio amato Gray-.
Natsu corrucciò la fronte: -E?-.
-Leggi cosa ha scritto e dimmi se
Lluvia non deve odiarla!-.
Estrasse da una tasca della giacca che
indossava un pezzo di carta completamente sgualcito e glielo
passò. -Guarda.
Vuole averlo tutto per sé-.
Con fare scettico Natsu afferrò il
foglio e lesse il contenuto. Ciò che vide lo fece di colpo
infuriare.
-Sei proprio sicura che questa lettera
sia stata scritta da Lucy?-, chiese brusco, pur avendo riconosciuto la
grafia
elegante dell'amica.
-Da chi altro? È la mia unica rivale
in amore-.
-E tu come hai fatto ad averla?-.
-L'ho presa a Gray. Ce l'aveva lui e
mi ha supplicato di non leggerla-. Lluvia si interruppe per asciugarsi
un'altra
volta il naso e detergere le ultime lacrime. -Il mio amato Gray mi
tradisce con
quella, capito? E quella ha scritto
tutte queste smancerie solo per portarmelo via!-.
-Ma non è possibile-, provò a dire
Happy, che si era spostato sulla spalla di Natsu per leggere la lettera
incriminata. -O non l'ha scritta lei o non è per Gray. Lucy
non farebbe mai
nulla di simile. Io... Non può essere. Vero, Natsu?-.
L'amico, però, non lo stava
ascoltando. Il suo sangue ribolliva e con lui la fiamma d'ira che
brillava nel
suo sguardo.
-Cos'è che dicevi poco fa, Happy?-,
parlò con estrema serietà. -Che ultimamente ci
evita e non ne vuole sapere di
noi? Be', forse non avevi poi torto. E il motivo sta in questa lettera-.
Strinse il foglio nel pugno e lo
accartocciò, resistendo all'impulso di farlo a pezzi e
incenerirlo. Se lo
cacciò nella tasca del gilet e si rivolse di nuovo a Lluvia:
-Torniamo alla
Gilda. Ci sono parecchie cose di cui discutere-.
-Natsu-, intervenne il gatto, -non
essere affrettato come al solito. Ci deve essere un equivoco, non...-.
-Andiamo-, il compagno lo ignorò.
-Come hai detto tu stesso, Happy, entro stasera le cose cambieranno. E
stavolta
per sempre-.
***
-Sicuro
che non vuoi niente da bere?-.
-No, Mira, ti ringrazio. Me ne sto qui
solo perché sto aspettando-.
-Se ti riferisci a Lluvia, l'ho vista
correre via almeno un paio d'ore fa. Sembrava... Strana-.
-Più strana del solito, intendi? Oh,
sì, hai avuto la giusta impressione-.
Gray aveva finito di sistemare il caos
in cui era precipitata la sua stanza dopo l'arrivo dell'uragano Lluvia
e
adesso, concessosi una camminata lungo le vie del centro nella vana
speranza di
poter rintracciare la maga, era in sua attesa al bancone gestito
dall'esperta
Mirajane. Una volta rientrato alla Gilda si era detto che era inutile
continuare a cercarla: la ragazza sarebbe dovuta tornare per cena o
comunque
per andare a dormire. Non c'era nulla di cui preoccuparsi, quindi. O
almeno
questo era quello che si era continuato a ripetere nell'auspicio che il
suo
senso di colpa svanisse una volta per tutte.
-Non scherzare, era davvero
sconvolta-, continuò Mira. -Cosa le hai fatto, stavolta?-.
-...Possibile che debba essere sempre
accusato ingiustamente quando si tratta di lei?-.
-Be', di solito quello che le spezza
il cuore sei tu-.
-Tanto per essere chiari, non spezzo
il cuore di nessuno-, precisò lui. -E poi, scusami,
è lei che deve smetterla di
farsi i viaggi mentali. Sai cosa mi ha detto oggi?-.
-No-.
-Che presto ci sposeremo. Ma nemmeno
nel mio peggiore incubo!-.
Mirajane rise e afferrò un boccale da
asciugare: -I ragazzi dicono sempre così, quando non si sono
ancora resi conto
di quanto sia importante per loro la ragazza di cui parlano-.
-No, ti prego, non mettertici anche
tu, adesso. Sono stufo di questa situazione assurda, senza contare
che...-.
-Oh, bentornati!-.
Gray si voltò per riconoscere i nuovi
arrivati e non celò un accenno di sorriso nel riconoscere le
nere figure di
Natsu e Happy stagliarsi contro la luce che trapelava dalla porta della
Gilda.
-Ce l'avete fatta, finalmente-, li
accolse ancora Mira. -Iniziavo quasi a pensare che avreste pernottato
fuori-.
I due non risposero. Il Dragon Slayer
si avvicinò con passi pesanti e andò a prendere
posto accanto a Gray, senza
rivolgergli il minimo sguardo.
-La pesca è andata male?-, chiese
Mira, iniziando a strofinare un altro boccale. -Volete qualcosa da bere
che vi
tiri su il morale?-.
-Ci vorrà ben più di una bevuta-,
ribatté Natsu. Con quella risposta aveva gelato non solo la
ragazza, ma anche
Gray.
-Fiammifero, va tutto bene? È strano
vederti così-, il mago del ghiaccio provò a
tastare il terreno.
-Se va tutto bene, dici? Prova a
chiederlo a lei-.
Con un cenno della testa, Natsu indicò
qualcuno alle proprie spalle. Il Devil Slayer volse lo sguardo verso la
porta
nel momento in cui questa si apriva. Lluvia fece la sua apparizione, le
braccia
incrociate sul petto e gli occhi abbassati a terra. Gray
trasalì nel capire ciò
che doveva essere successo.
-Natsu-, cominciò, -forse è il caso di
parlarne da un'altra parte-.
-No, stupido Ghiacciolo!-.
Il Dragon Slayer batté il pugno sul
bancone con tutta forza, facendo sobbalzare una fila di boccali sporchi
ancora
in attesa di essere lavati. Mirajane restò ad osservare i
due ragazzi senza
pronunciare parola.
-Qualsiasi cosa ti abbia detto Lluvia,
ti assicuro che non è così-.
-E cosa avrebbe dovuto dirmi Lluvia,
mh? Sentiamo-.
-Non so, qualsiasi cosa!-.
-Bene. Allora spiegami che cos'è
questa-.
Per la seconda volta nell'arco di
poche ore la lettera di Lucy rimbalzò sul petto di Gray,
depositandosi sulle
sue ginocchia.
-Lo sapevo-, sospirò il mago del
ghiaccio. -Non avrai creduto che sia indirizzata a me?-.
-A chi altro? Non hai letto quello che
dice?-.
-Certo che l'ho letto, purtroppo-,
aggiunse il ragazzo. -E posso affermare in tutta sicurezza che se
Lluvia è una
stupida nell'aver pensato che possa essere per me, tu sei ancora
più idiota nel
non accorgerti che queste parole sono rivolte a tutt'altra persona-.
-Ma come ti permetti?!-.
In un secondo Natsu afferrò il bavero
della giacca di Gray, che rispose all'attacco bloccandogli il braccio e
allontanando anche l'altra mano.
-Smettetela!-, gridò Happy,
svolazzando sulle teste dei due rivali. -Vi state comportando da
scemi!-.
-È il tuo amico che ha iniziato-,
ribatté Gray, senza mollare la presa. -Si fa prendere
così tanto dai bollenti
spiriti che anche il cervello, se mai l'ha avuto, è andato a
fuoco!-.
-Ha parlato quello che prima illude
una ragazza e poi corre da un'altra!-.
-Ma se con Lluvia non c'è niente!-.
-Con Lucy sì però, vero?-.
La rappresaglia li fece finire a
terra. Si assestarono un pugno o due nella speranza di avere l'uno la
meglio
sull'altro; poi, di colpo, furono separati.
-Si può sapere che accidenti vi è
preso? Perché state litigando?-.
La voce imperiosa di Erza li bloccò
momentaneamente. A dividerli era stata lei, afferrandoli entrambi sul
retro dei
rispettivi colletti.
-È tutto un malinteso-, disse Gray,
spolverandosi le ginocchia. -Natsu non capisce la sua stessa lingua e
se la
prende con me-.
-Chiudi il becco! Stavi nascondendo
quella lettera di proposito, me lo ha detto Lluvia-.
-ANCORA CREDI A TUTTO QUELLO CHE
S'INVENTA QUELLA PAZZA?-.
-Lluvia sa quello che ha visto e
adesso ha capito che Gray e la rivale in amore complottano contro di
lei-,
intervenne la maga della pioggia, avvicinandosi di qualche passo al
bancone.
-Se voi due mi deste la possibilità di
spiegare come stanno le cose, magari capireste tutto, invece di saltare
a
stupide conclusioni!-, sbottò Gray.
-Silenzio, adesso-, disse Erza. Lasciò
andare le giacche dei suoi amici e spostò gli occhi dall'uno
all'altro,
rivolgendosi infine a Happy: -Fammi vedere questa lettera di cui
parlano-.
L'exceed non se lo fece ripetere una
seconda volta. Volteggiò a mezz'aria e rintracciò
la pallina di carta, caduta
ai piedi del bancone quando Natsu e Gray si erano accapigliati sul
pavimento.
Afferrò il foglio e lo poggiò sul palmo aperto di
Titania, che lo spiegò con
attenzione per evitare di strapparlo. Lesse il tutto e poi diede la
parola al
mago del ghiaccio: -Come e perché è venuta in tuo
possesso?-.
Il ragazzo inspirò profondamente,
felice che qualcuno fosse disposto ad ascoltarlo. Spostò lo
sguardo da Natsu a
Lluvia e infine su Erza: -C'è stato un errore. Diciamo pure
che questa lettera
è stata sicuramente consegnata da e alla persona sbagliata-.
-Spiegati meglio-, lo invitò a
continuare Scarlet.
-Subito dopo pranzo sono tornato nella
mia stanza. Volevo riposare un po', l'ultima missione è
stata un vero
inferno... Comunque, quando ho aperto la porta mi sono accorto che
c'era
qualcosa che frusciava sul pavimento. Il foglio era stato piegato a
metà e
spinto sotto la fessura della porta. Sicuro che fosse per me ho letto
quello
che c'era scritto e, be', era evidente che non fossi io il
destinatario. La
grafia è quella di Lucy, ma non può essere stata
lei a infilare la lettera
sotto la porta. Deve essere stato qualcuno di discreto a cui lei ha
affidato la
consegna. Qualcuno di insospettabile, ma che non sapeva che io e Natsu
da un
paio di settimane ci siamo scambiati le stanze-.
-Non c'è nessuno che non lo sappia-,
sbottò il Dragon Slayer. -Anche perché ne abbiamo
discusso con le buone e con
le cattive in presenza dell'intera Gilda-.
-LLUVIA AVEVA RAGIONE, GRAY LA
TRADISCE!-.
-Aspettate un secondo-.
Questa volta a parlare fu Mira. Gli
occhi di tutti i presenti si volsero nella sua direzione e la ragazza,
dopo un
momento di silenzio, disse: -In effetti ci sarebbe qualcuno a cui non
è giunta
la notizia-.
-E chi?-, domandò Natsu.
Le voci di Happy, Erza e Mirajane si
levarono in coro: -Wendy e Charle!-.
Il mago del fuoco guardò i tre amici,
incredulo. La stessa espressione era stampata sulla faccia attonita di
Lluvia e
su quella sollevata di Gray.
-Sono andate a trovare Chelia e sono
state via per più di un mese. Ci avevano fatto recapitare un
messaggio la
settimana scorsa dicendo che sarebbero rientrate entro un paio di
giorni-,
continuò Mira, -ma poi ci hanno impiegato più del
previsto e...-.
-Sono arrivate qui in tarda mattinata.
Non hanno pranzato con noi perché erano stanche e hanno
preferito riposare-,
concluse Lluvia, gli occhi sbarrati per l'orrore di aver commesso un
clamoroso
errore di valutazione.
-Esatto-, concluse Erza. -Nessuno di
voi le ha ancora viste proprio perché voi due eravate in
giro-, disse,
indicando prima il Dragon Slayer e Happy, poi Gray, -tu eri ancora a
zonzo per
via della missione e Lluvia... Possibile che non le hai incrociate?-.
La maga della pioggia abbassò lo
sguardo sui propri stivali. Non teneva più le braccia
incrociate sul petto, ma
le aveva lasciate scivolare lungo i fianchi e aveva preso a
intrecciarsi le
dita subito dopo aver realizzato la sua terribile svista. -A dire la
verità...
Sì, le ho viste-, pronunciò in un soffio.
-COSA?!-. L'urlo di Gray fece trillare
perfino i boccali disposti sulla mensola alle spalle di Mira.
-Ma come potevo pensare che loro...-,
Lluvia tentò di difendersi, ma un solo cenno della mano di
Erza li fece zittire
di nuovo.
-Quindi...-, provò a dire Natsu,
riprendendosi dopo il momentaneo choc causato dalla scoperta.
-Quindi sei davvero stupido, caro
mio-, lo bloccò Scarlet. -Per due motivi, essenzialmente:
innanzitutto perché
sei l'unico – o forse siete in due?-, aggiunse, guardando la
maga della
pioggia, -a non aver capito che Lucy è cotta di te dal primo
momento in cui ti
ha visto; e poi perché, a prescindere dall'errore commesso
da chi ha consegnato
questa lettera, è assolutamente impossibile che quello che
ha scritto si possa
riferire a Gray. Dico, ma l'hai letta bene?-.
Gli passò con fare brusco il foglio
appassito e Natsu, stavolta con un batticuore ben diverso da quello da
cui si
era fatto prendere a una prima lettura, scorse una seconda volta quanto
era
stato scritto dalla maga stellare.
Caro. È
strano chiamarti così. Eppure
è questo il modo di aprire una lettera. Sai, sono le regole
alla base di un
buono scritto. Ma a te non importa e spero che non ti
dispiacerà se, quindi, mi
rivolgerò a te usando questa parola. Caro. Molto
più caro di quanto tu possa
immaginare.
Quante ne
abbiamo passate insieme?
Be', è difficile contare le volte in cui ci siamo salvati
l'un l'altra. Però,
sai, con un po' d'impegno sarei capace di elencarle tutte. Ti direi
quello che
ho pensato e provato in quei momenti, in ogni occasione in cui le
nostre mani
si sono congiunte. Mi hai fatto penare non poco, sai? Però
non cancellerei
niente di quello che abbiamo vissuto, perché ogni piccolo
passo mi ha portato
esattamente dove sono e voglio essere. O quasi.
Mi manca
qualcosa, lo ammetto. È
complicato parlartene ad alta voce, perciò ho preferito
affidare i miei
pensieri a questa lettera. E sono, sì... Confusi, ma, ti
prego, non ridere di
quello che leggerai più avanti. Sii serio.
Ci
conosciamo da undici anni – sì,
conto anche quelli passati sull'isola di Tenrou. Credo che il nostro
primo
incontro possa diventare uno di quegli episodi divertenti che si
raccontano
intorno al caminetto quando si è in compagnia di amici o
figli. OK, dimentica
pure quest'ultima parola. Comunque, dicevo: è stato in quel
giorno che la mia
vita è cambiata. E l'artefice di questo cambiamento non
potevi che essere tu.
Nonostante i modi a volte un po' bruschi e affrettati, mi sei entrato
nel cuore
grazie a quel sorriso gioioso che ti contraddistingue sempre, perfino
quando la
situazione pare essere disperata. Un sorriso che spesso mi ha fatto
piangere
per la felicità di vederti salvo, altre volte ha asciugato
quelle stesse
lacrime che stavo versando per la preoccupazione che fosse tutto
perduto.
Non credo
che ci sia nessun altro a
cui potrei dire queste parole. Sei l'unico, sei
unico.
E mi manchi. Ogni giorno di più.
Credevo che
alla fine della guerra le
cose sarebbero cambiate tra di noi. Ho pregato, sperato, supplicato che
i tuoi
sentimenti per me mutassero almeno un po'. Che mi vedessi non
più come una
semplice amica, ma come la ragazza da tenere sempre al tuo fianco. Non
è andata
così e questa mancanza non fa altro che acuirsi di giorno in
giorno. Non riesco
nemmeno più a sostenere il tuo sguardo. È
doloroso sapere che per te resterò
sempre e solo Lucy, l'amica su cui contare, quella disposta a seguirti
in una
qualsiasi delle tue avventure. Sì, non smetterò
mai di percorrere i tuoi stessi
passi, ma vorrei poterlo fare tenendoti per mano e senza la paura che
tu possa
andare via da un momento all'altro.
Il giorno
in cui Zeref è stato
sconfitto ha sancito un'unione che forse ai tuoi occhi è
invisibile. Abbiamo
riscritto la storia di E.N.D. e fatto sì che tutto si
risolvesse per il verso
giusto. Non avrei sopportato di perderti, non dopo aver sofferto la tua
mancanza quando la Gilda è stata sciolta. Poi è
tornata la pace, ma tra noi è
rimasto tutto come prima. Perché? Forse nel tuo cuore non
c'è posto per
nient'altro, se non l'avventura?
La
verità è che sono stanca. Ti
aspetto da secoli, ormai, eppure continui a non capire. A volte mi dico
che, in
fondo, stiamo bene anche così, ma è solo una
bugia. Io voglio averti per me.
Voglio essere tua. Voglio abbracciarti come non ho mai fatto prima e
dirti che
sei tutto il mio mondo.
...Stavo
per scrivere altre due
parole, ma mi sono fermata in tempo. Mi piacerebbe trovare il coraggio
di
pronunciarle ad alta voce e guardandoti negli occhi, ma temo proprio
che sarà
arduo riuscirci. Fino ad allora, questa lettera sarà la sola
testimone di ciò
che provo per te. E anche se tu non dovessi provare nulla di simile nei
miei
confronti, sarò comunque libera dalla catena che mi
opprimeva il cuore.
Tua, sempre
-Non
so cosa dire-, fiatò appena il
Dragon Slayer.
-Potresti iniziare con lo scusarti con
me-, ribatté Gray.
-Perdona Lluvia, si è comportata da
stupida!-, la maga della pioggia gli si gettò ai piedi,
avvinghiandosi alle sue
ginocchia in un mare di lacrime. -È tutta colpa...!-.
-Possiamo anche smetterla con tutte
queste storie. E, Natsu-, il tono di comando di Erza lo riscosse dalla
nuova
trance in cui era caduto nel fissare la lettera, -sarà il
caso che tu faccia
qualcosa, non credi?-.
Il mago del fuoco annuì con un debole
cenno della testa. Piegò il foglio e lo infilò
nella tasca del gilet, poi si
rivolse a Mira: -Lucy è in biblioteca?-.
-Come sempre, del resto-, gli sorrise
lei.
-Ottimo. Vieni, Happy-.
Con passo sicuro e animo sollevato,
attraversò a grandi passi la sala principale della Gilda e
uscì nella luce
morente del tramonto, con l'exceed che volava a mezz'aria alla sua
destra.
-Ora che tutta questa faccenda ti ha
spaventato, glielo dirai?-, domandò il gatto.
Natsu si
prese un momento per rispondere. Con un sorriso furbo,
replicò: -Farò molto di
più, Happy. Molto, molto di più-.