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Autore: Darth Ploly    25/03/2018    1 recensioni
Dopo aver tentato invano di conquistare Ponyville con l'aiuto dell'Amuleto dell'Alicorno, Trixie attraversa Equestria con il suo carro, divorata da paure e demoni interiori. Una notte, mentre vaga in un bosco alla ricerca di sostanze per i suoi spettacoli, fa un incontro con un pegaso misterioso che la segnerà nel profondo.
Storia scritta per il concorso letterario del Cutie Mark Crusaders Forum. Per via di limiti nel numero dei caratteri, i capitoli saranno più brevi rispetto a quelli delle mie altre fanfiction.
Mi auguro che la apprezzerete ugualmente.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Trixie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza perdere tempo, corro al mio carro, metto in ordine tutto e parto, dando un’ultima occhiata alla foresta.
Il mio viaggio dura quattro mesi. Durante questo periodo, attraverso piccoli villaggi e grandi città, cercando ovunque informazioni sulla piccola Amber Lily o sui suoi parenti, facendo un piccolo passo avanti ogni dieci buchi nell’acqua. Intanto, gli unici altri due pony a cui riesco ancora a pensare sono Cloud e Twilight Sparkle, alle prese con le sue attività da principessa.
Alla fine, la guida di un’anziana bibliotecaria che si dice amica della famiglia di Lily mi conduce alla periferia di Manehattan. Presto mi ritrovo in un elegante viale pieno di villette e raggiungo quella che dovrebbe essere la casa di Lily. In realtà, i pony a cui ho chiesto non mi sembravano convintissimi, alcuni mi hanno guardato come se non capissero.
Busso delicatamente alla porta e, quando si apre, penso di aver fatto centro: di fronte a me c’è una puledrina dell’età di Cloud dal manto dorato. Ma la sicurezza svanisce presto: Cloud mi aveva parlato di una pony di terra, mentre questa è una unicorno, per giunta con gli occhi verdi invece che blu. La somiglianza con la descrizione però è innegabile, perciò penso sia una parente.
“Ciao, piccolina” Le dico con tutta la dolcezza che posso “Abita qui Amber Lily?”
Senza rispondere, la puledrina corre in casa lasciandomi da sola all’ingresso, ma poco dopo vengo raggiunta da una pony della mia età con il manto rossiccio.
“Salve! Posso aiutarla?”
“Sto cercando una puledrina di nome Amber Lily, occhi blu e manto dorato”
La ragazza fa una faccia stupita mentre continuo la spiegazione: “Parlo in nome di un suo amico, un piccolo pegaso di nome Silver Cloud”
“È uno scherzo, per caso?” Chiede infastidita.
“Perché dovrebbe? L’ho incontrato in una foresta lontana qualche mese fa. Ha il manto verde, la criniera turchese ed è un…”
“…Gran chiacchierone…” Conclude lei coprendo la mia voce. Mi zittisco e la guardo portarsi uno zoccolo alla bocca e tremare vistosamente.
Alla fine, mi invita a entrare con voce flebile, guidandomi verso il salone illuminato. Mentre mi fa accomodare, la guardo prendere una scatolina da un cassetto mentre mi spiega: “Non pensavo che avrei più sentito quel nome: è passato tanto tempo…”.

La luna illumina la radura senza trovare troppa resistenza dalle foglie degli alberi. Cloud aveva ragione: questo spazio tondo pieno di fiori è veramente affascinante.
Il pegaso mi sorride mentre lo raggiungo.
“Quindi l’orso ti ha riconosciuto?”
“Sì, senza problemi. Gli ho detto che volevo vederti e mi ha guidato qui” Poi faccio un cenno col muso a indicare un punto alle sue spalle e dico “Dunque è lì che vivi”
“Sì. È piccola, ma accogliente” Risponde con una nota di orgoglio “Mi hanno aiutato gli animali. Ma ora raccontami tutto, dai! L’hai vista?”
“Purtroppo no, ma ho parlato con sua nipote, la figlia della sorella. Mi ha raccontato di lei, di quel che ha fatto dopo essersi trasferita. Sembra che abbia conservato il suo interesse per l’esplorazione e che l’abbia unito a una nuova passione per la scrittura, diventando molto nota come autrice di libri per puledrini. C’è una storia che però ha raccontato solo alle nipoti: quella di un piccolo pegaso conosciuto in un bosco” Spiego facendogli un occhiolino. Per la prima volta lo vedo imbarazzato.
“Diceva che le sarebbe piaciuto tornare, ma ormai erano passati tanti anni e non ricordava il percorso per raggiungere la radura. Sembra che ogni tanto, ripensando a questo posto, piangesse”
“L’avrei trovata io! L’avrei sentita appena avesse messo zoccolo nel bosco!” Dice lui con forza. Sono sicura che abbia ragione, ma Lily non poteva saperlo. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere.
“E adesso…dov’è?” Mi domanda infine titubante, forse immaginando la risposta.
“Ha lasciato la sorella e le nipoti circa tre anni fa, ormai anziana. Non ti ha mai dimenticato” Rispondo piano porgendogli una scatolina presa dalla borsa. Lui mi guarda stupito.
“È quello che avrebbe voluto regalarti quella notte. C’è anche il suo”
Cloud spalanca la bocca mentre solleva un piccolo ciondolo con un petalo di giglio rosso cristallizzato.
“Lily li portò alla sorella unicorno per chiederle di ricorrere alla sua magia. Purtroppo non ebbe mai il tempo di consegnartelo”
Il ragazzo prende anche l’altro e se li porta al petto, perdendosi nei singhiozzi; io mi tengo in disparte, lasciando che si goda il momento.
Dopo qualche minuto, si asciuga le lacrime e torna a guardarmi con gratitudine.
“Trixie, io…” Tenta di dire, ma lo interrompo subito alzando uno zoccolo.
“Ora sei libero, Cloud. Torna dai tuoi genitori e scusati con loro, poi resta con Lily: avete aspettato troppo a lungo”
Cloud sembra esitare, poi, d’improvviso, corre verso di me e mi abbraccia in silenzio. Mi stringo con gioia al suo corpo freddo, cercando di non far vedere le lacrime che iniziano a scendermi lungo le guance.
Quando finisce, si gira e si avvia verso la sua casa. Prima di entrare, dice: “Avrai fatto delle cose sbagliate, ma non sei cattiva, Trixie. Ritrova te stessa, perché voglio vedere quando diventerai la più grande maga di Equestria”
Io riesco solo ad annuire, mentre lui mi sorride dolcemente. Infine scompare in casa, un piccolo mucchio di terra smossa vicino a una roccia simile a un gufo, probabilmente una specie di totem in pietra realizzato in un lontano passato.
Resto a guardare la tomba di Cloud per un po’, immersa nel frastornante silenzio della radura. Non si sente il verso di nessun animale, nemmeno dei gufi di cui mi aveva parlato. Forse nidificano qui solo in certi periodi, oppure Cloud li trovò per caso. Potrebbero anche aver semplicemente lasciato questa zona, dopo tanti anni.
Ripensando alle ultime parole di Cloud, mi siedo davanti alla roccia e mi sforzo di fare un incantesimo. Il corno non si illumina, rilascia solo delle scintille che scompaiono prima di toccare terra. Digrigno i denti quando la testa inizia a dolermi, ma non demordo.
Resto lì quasi fino all’alba, resistendo alla stanchezza e alla rabbia. Alla fine, riesco a spedire un sottile raggio rosa contro la statua e quella inizia a cantare, diffondendo il verso del gufo nella radura.
Cado a terra distrutta, respirando affannata ma fiera di me. Mentre recupero le forze a occhi chiusi, sento la voce di una puledrina sussurrare: “Grazie”.
Mi sollevo stupita, ma intorno a me non c’è nessuno. I petali di giglio, posti sulla testa del gufo, sembrano brillare con intensità.
Sorrido un’ultima volta alla tomba prima di lasciarmi alle spalle la radura, diretta verso il mio carro.
   
 
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