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Autore: Anmo    26/03/2018    6 recensioni
Questa FanFiction č incentrata sul mondo Pokémon ma la storia non ha nulla a che fare nč con i manga, nč con gli anime e tanto meno con i giochi. L'ho incluso tra i crossover soltanto perchč ho usato nomi di personaggi di tante opere diverse, spero riusciate ad individuarli tutti!
Entrerete in un nuovo mondo scoprendo una storia totalmente inedita. L'ho scritta circa due anni fa (per questo i "720 Pokémon") e mensilmente veniva pubblicata sulla rivista PikaMania, venduta in edicola. Oggi sono venuta a conoscenza della chiusura della rivista, per questo motivo proporrň a voi la mia FF! Fino ad adesso ho ricevuto critiche positive da amici ma anche da sconosciuti, sono curiosa di ricevere anche le vostre. Di seguito la trama:
"Peeta č un ragazzo di 20 anni che, per colpa di un incidente nei boschi, ha perso la gamba sinistra sostituendola con una protesi. Per questo motivo, perse l'occasione che hanno tutti i ragazzini della sua regione dai 10 ai 16 anni: avere l'abilitazione per diventare Allenatore Pokémon! Peeta vide frantumare il suo sogno, ma il destino gli offrirŕ un'altra opportunitŕ..."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Capitolo 1

Sospirava mentre guardava fuori la finestra della sua camera. Un piccolo Pidgey, posatosi sul balcone della sua stanza, beccava allegramente le mollichine di pane che erano cadute dalla tovaglia, dopo essere stata sbattuta fuori, proprio per eliminare il piů.
-Perchč non esci a prendere una boccata d’aria?
-Lo sai che faccio fatica…
-Fai fatica perchč hai deciso di non camminare abbastanza per abituarti alla protesi!
-Vuoi veramente che esca fuori combinato cosě?
-Sě.
-Allora sai cosa devi fare!
-Ne abbiamo giŕ parlato. Per diventare allenatori, qui l’etŕ minima č dieci anni, quella massima sedici. Tu ne hai venti ormai…
-Non č colpa mia!
-Non č colpa di nessuno, se non delle stelle. Ora alzati, e vai a fare una passeggiata.
-Posso prendere Ponyta?
Riflettč un po’ prima di rispondere.
-Ok, puoi uscire con Ponyta, ma attento alla gamba!
-Alla mia NON gamba…
Uscě zoppicando fino al box. Ponyta, vedendolo arrivare, nitrě ancor prima che si avvicinasse al recinto. Peeta salě sui tre scalini, creati appositamente per lui e, saltato in groppa al Pokemon, insieme incominciarono ad avviarsi verso il paese. Durante il cammino incontrarono Susan, una vecchia amica d’infanzia.
-Ehi! Ciao Peeta! Che ci fai da queste parti?
-Indovina.
-Tua mamma.
-Mia mamma.
-Dove vai di bello?
-Faccio fare un giro a Ponyta, nel frattempo le ore passano e anche mia madre si sentirŕ realizzata. Tu?
-Sto andando al Centro Pokémon, ho appena vinto una lotta con il mio Wartortle, ma č sempre meglio farlo visitare, non si sa mai. Perchč non fai lottare il tuo Ponyta?
-Lo sai che per quel motivo non ho potuto registrarmi nell’elenco degli allenatori. Se lo facessi lottare senza essere iscritto, infrangerei delle leggi…
 
Poi, con lo sguardo verso il cielo, come se lo stesse rimproverando, aggiunse:
 
-… sia dello Stato che di mia madre, dato che il Pokémon č suo.
I due ragazzi si salutarono e Peeta continuň la sua passeggiata. In lontananza vide un lampo dissolversi velocemente nei pressi del cespuglio. Piů si avvicinava, piů notava che c’era qualcosa che non andava. Dei ragazzetti sembravano accaniti proprio con quel cespuglio, o meglio, con chi c’era dentro, mentre obbligavano i propri topi elettrici a scaricare elettricitŕ.
-Ehi, che succede!
I ragazzi si girarono verso di lui.
-Che ti interessa? Fatti gli affari tuoi!
-Non vorrei che steste facendo qualcosa di male. State catturando un Pokémon per caso?
Ad un certo punto, il cespuglio cominciň a tremare, fece un gemito quando poi si sciolse in una fanghiglia blu.
-Ma che…
-Ah ah! Ti sei sciolto finalmente! Ora te ne daremo delle altre!
-Cosa diamine state facendo? Cos’č quel coso?
Continuava ad emettere gemiti, sempre piů deboli. Peeta scese velocemente da Ponyta e fece appena in tempo a proteggere la fanghiglia blu da un’altra scarica di un Raichu, facendogli da scudo col proprio corpo.
-Oddio, squagliamocela!
Peeta rimase a terra, inerme ed incoscente. Riaprě gli occhi quando era giŕ sera, si sentiva dondolare, come se qualcuno di molto forte lo stesse trasportando. Aveva la vista offuscata, ma riuscě a notare Ponyta nitrire e girarsi piů avanti, come se stesse dando indicazioni a qualcuno. Alzň lo sguardo e vide una testa molto strana, per colpa della scarica elettrica continuava a vedere annebbiato, perň dall’ombra sembrava proprio la testa di un Machamp. Forse qualche allenatore si era accorto di lui?
Si sentě appoggiare a terra, Ponyta nitrě forte, colpě la porta con gli zoccoli e dopo poco fu aperta dalla madre di Peeta sconvolta alla vista del figlio a terra. Riperse conoscenza alla sua vista. Si risvegliň il giorno seguente in una stanza d’ospedale, con la madre accanto.
-Peeta! Tesoro! Oddio, aspetta che vado a chiamare il dottore e papŕ!
Dopo pochi secondi, entrarono tutti per accertarsi delle condizioni del ragazzo
-Hai qualche dolore particolare?
-No, dottore, mi sento solo un po’ stordito.
-Ma che cosa č successo! Tua madre mi ha detto che ti ha ritrovato a terra davanti casa! Sei caduto da sella forse?
-Veramente sono stato colpito da un Raichu e qualcuno mi ha riportato a casa… qualche vicino ha per caso un Machamp?
-Sei stato colpito da un Raichu selvatico?? Che ti avevo detto a proposito dei boschi!
-Non era selvatico e non vado nei boschi da… lo sai da quando.
-Un allenatore ti ha attaccato??
-Non fatemi domande azzardate, vi prego. Ero in sella quando ad un certo punto ho trovato dei ragazzetti che stavano seviziando una sorta di Pokémon, molto strano a dirvi la veritŕ… Ho cercato di fermarli, ma all’ennesimo attacco, ho fatto da scudo. Sono svenuto e mi sono risvegliato quando il sole era giŕ tramontato. Mi č sembrato di vedere che mi stesse trasportando un Machamp. Ah, Ponyta dava indicazioni per portarmi a casa, perciň doppia razione di frutta questa settimana
-Ah! Il mio tesoro! Per fortuna ti ho consigliato di uscire con lui! E’ piů fidato di una persona!
-Č normale, č un Pokemon!
Disse sorridendo il padre. Il dottore controllň un’altra volta il ragazzo, senza trovare nulla di particolare. Disse che poteva tornare a casa, ma doveva riposare a letto per una decina di giorni. Ma, visto la pigrizia di Peeta, non c’era pericolo che lo contraddicesse. Stese nel suo letto a leggere libri, disegnare ed a giocare al PC. Ma non poteva non pensare a ciň che era successo, al Pokémon seviziato e a quello che gli aveva salvato la vita. Dieci giorni dopo, prima che la madre ricominciasse ad assillarlo per farlo uscire fuori, prese Ponyta e uscě, con la speranza di saziare quegli interrogativi che, da dieci giorni,  lo tormentavano.
   
 
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