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Autore: Danail    30/03/2018    2 recensioni
In un mondo dove esistono individui di serie Z, una giovane Koxol nonostante il suo retaggio definito "demoniaco" riesce a lavorare in maniera quasi tranquilla all'interno di un grande laboratorio sperimentale.
La scoperta di cosa si nasconda al di sotto del piano terra, di cosa celi il sotterraneo, di cosa alimenti il suo lavoro e le sue scoperte apriranno a lei e ai discriminati orizzonti che non avrebbero mai preveduto.
[515 parole | Veris liberi ]
Genere: Drammatico, Guerra, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Elisyum


N el mezzo di una foresta, al calar del giorno, un gruppo di sette avventurieri s'accampa in mezzo a una radura. Erano appena usciti da una città sconvolta da lotte intestine, la stanchezza pesa sui loro corpi.
Acceso il falò, sistemate le tende, dopo l'ora della cena uno dei sette si alza per avvicinarsi al falò e, viola in mano, comincia a cantare verso i compagni, disposti a semicerchio attorno a lui.


...


Una giovane Koxol viaggia per nuove strade
Nascondendo la sua natura fra le ombre.
Una volta aprì la porta sbagliata,
Entrando in un luogo proibito.
In fondo al suo laboratorio scoprì un mondo nuovo:
Attorno a lei creature nemiche della purezza
Che non avevan colpa se non esser nate.
Lei sentì un canto in mezzo alla disperazione
E conobbe il ragazzo del Simbionte.
Vieni con me, non esser più schiavo.
Venite con me, rivoltiamoci contro gli oppressioni
”.
Lui si sporse per osservare quella giovane fiamma:
Vide la sofferenza di un popolo schiacciato e la sua flebile speranza di riscatto.
Guardami ora, figlia del Fuoco e del Sangue.
Guardami ora: la vendetta e il ricordo sono troppo freschi in te.
Guardaci ora: non possiamo raggiungere l'esterno, non lo meritiamo
”.


Una giovane Koxol corre su e giù per le strade.
La lotta è appena cominciata: aberrazioni e ibridi la seguivano entusiasti.
Una giovane Koxol e un gruppo di emarginati chiedono giustizia:
Ma lei è femmina, giovane, mutaforma, reietta.
Chi mai, tra i puri, l'avrebbe mai ascoltata?A spingerla verso il futuro è solo il ricordo.
Una volta esisteva un laboratorio con cavie innocenti.
Lei lo ricordava bene: il suo amore era sempre lì in fondo, giorno dopo giorno.
Lui aveva la colpa d'esser nato mezzosangue, con un essere avviluppato sul braccio.
Lei andava segretamente su e giù e invitava i suoi a unirsi alla ribellione.
Lui la guardava con triste serenità e scuoteva solo la testa.
Guardaci, nata della tempesta: noi non possiamo andarcene.
Guardaci, custode dei vulcani: i macchinari ci alimentano.
Guardaci: non resisteremo mai là fuori, moriremo entro poco.
Guardaci bene: non puoi farci nulla, non meritiamo di farci vedere
”.


Una giovane Koxol corre a capo di una folla.
Col sangue e col fuoco schiacciati da un potere distante.
Con ira e disperazione urlano e si rivoltano.
Con artigli e fiamme lei si fa strada
Con consigli e ricerche ha trovato il nuovo laboratorio
Che un tempo l'abbandonò in strada
Portandosi via tutte le sue speranze.
Il canto della libertà raggiunge quegli inferi di vetro.
I prigionieri riuscirono fatalmente a rompere le proprie prigioni di vetro,
spegnendosi dopo qualche istante.
È meglio morire liberi o vivere ancora dentro una capsula di vetro?
Una Koxol corre giù furiosa, lercia del sangue delle sue vittime, una volta colleghe.
Sfonda la porta, frantuma il vetro e con sé porta via il ragazzo del Simbionte,
che tra le lacrime canta.
Ascoltami, o guardiana della foresta: senti questi colpi? Senti queste urla?
Ascoltami, o figlia del magma: il mondo ci rifiuta e rifiuterà.
Ascoltami, o sole morente: l'esterno non ci vorrà mai. Né ora, né poi, né mai
.
La giovane Koxol collassa sotto i proiettili d'argento, dove tutti possano vederli.
E muoiono assieme, in mezzo alla gente, stretti fra loro.


A sera, i ribelli non vincono la battaglia.
Il potere centrale trema fino alle fondamenta, lasciando aperta una breccia.
Tutte le aberrazioni e gli umani muoiono,
Ma il canto dei martiri eterno resterà.



Note Autrice.

Ci sono tante cose che dovrei portare a termine. E ne sono consapevole (...circa).
Tipo storie che mi trascino da un anno e passa.
Tipo completare schemi di storie che devono vedere la luce da eoni.
Tipo... uhm, tante cose.
Tuttavia, tra queste cose da completare c'è anche questa breve storiella, scritta a mo di ballata. Sembrerà un po' "oscura", in un certo senso. Ma inizialmente è partita come testo per un fumetto che in questi giorni sto completando per un corso. È brevissimo, di appena cinque pagine, vista la "particolare" organizzazione del corso stesso.
Evvabbè, ci può stare la prima volta. E poi per essere gratuito è andato tutto sommato molto bene.
In ogni caso se mai riuscirò, dopo l'inchiostrazione e la consegna, a perfezionarlo e scannerizzarlo, magari editerò la storia con un link fra queste note per i curiosi che vogliano vedere l'opera com'è stata concepita in origine.
E niente, qui vi saluto. Torno a infognarmi su Skyrim e a procrastinare il resto delle cose.
...
Dovahkiin Dovahkiin
naal ok zin los vahriin
wah dein vokul mahfaeraak ahst vaal
   
 
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