N el mezzo di una foresta, al calar
del giorno, un gruppo di sette avventurieri s'accampa in mezzo a una
radura. Erano appena usciti da una città sconvolta da lotte
intestine, la stanchezza pesa sui loro corpi.
Acceso il falò, sistemate le tende,
dopo l'ora della cena uno dei sette si alza per avvicinarsi al falò
e, viola in mano, comincia a cantare verso i compagni, disposti a
semicerchio attorno a lui.
...
Una
giovane Koxol viaggia per nuove strade
Nascondendo
la sua natura fra le ombre.
Una
volta aprì la porta sbagliata,
Entrando
in un luogo proibito.
In
fondo al suo laboratorio scoprì un mondo nuovo:
Attorno
a lei creature nemiche della purezza
Che
non avevan colpa se non esser nate.
Lei
sentì un canto in mezzo alla disperazione
E
conobbe il ragazzo del Simbionte.
“Vieni
con me, non esser più schiavo.
Venite
con me, rivoltiamoci contro gli oppressioni”.
Lui
si sporse per osservare quella giovane fiamma:
Vide
la sofferenza di un popolo schiacciato e la sua flebile speranza di
riscatto.
“Guardami
ora, figlia del Fuoco e del Sangue.
Guardami
ora: la vendetta e il ricordo sono troppo freschi in te.
Guardaci
ora: non possiamo raggiungere l'esterno, non lo meritiamo”.
Una
giovane Koxol corre su e giù per le strade.
La
lotta è appena cominciata: aberrazioni e ibridi la seguivano
entusiasti.
Una
giovane Koxol e un gruppo di emarginati chiedono giustizia:
Ma
lei è femmina, giovane, mutaforma, reietta.
Chi
mai, tra i puri, l'avrebbe mai ascoltata?A
spingerla verso il futuro è solo il ricordo.
Una
volta esisteva un laboratorio con cavie innocenti.
Lei
lo ricordava bene: il suo amore era sempre lì in fondo, giorno dopo
giorno.
Lui
aveva la colpa d'esser nato mezzosangue, con un essere avviluppato
sul braccio.
Lei
andava segretamente su e giù e invitava i suoi a unirsi alla
ribellione.
Lui
la guardava con triste serenità e scuoteva solo la testa.
“Guardaci,
nata della tempesta: noi non possiamo andarcene.
Guardaci,
custode dei vulcani: i macchinari ci alimentano.
Guardaci:
non resisteremo mai là fuori, moriremo entro poco.
Guardaci
bene: non puoi farci nulla, non meritiamo di farci vedere”.
Una
giovane Koxol corre a capo di una folla.
Col
sangue e col fuoco schiacciati da un potere distante.
Con ira e disperazione urlano e si rivoltano.
Con
artigli e fiamme lei si fa strada
Con
consigli e ricerche ha trovato il nuovo laboratorio
Che
un tempo l'abbandonò in strada
Portandosi
via tutte le sue speranze.
Il
canto della libertà raggiunge quegli inferi di vetro.
I
prigionieri riuscirono fatalmente a rompere le proprie prigioni di
vetro,
spegnendosi
dopo qualche istante.
È
meglio morire liberi o vivere ancora dentro una capsula di vetro?
Una
Koxol corre giù furiosa, lercia del sangue delle sue vittime, una
volta colleghe.
Sfonda
la porta, frantuma il vetro e con sé porta via il ragazzo del
Simbionte,
che
tra le lacrime canta.
“Ascoltami,
o guardiana della foresta: senti questi colpi? Senti queste urla?
Ascoltami,
o figlia del magma: il mondo ci rifiuta e rifiuterà.
Ascoltami,
o sole morente: l'esterno non ci vorrà mai. Né ora, né poi, né
mai”.
La
giovane Koxol collassa sotto i proiettili d'argento, dove tutti
possano vederli.
E
muoiono assieme, in mezzo alla gente, stretti fra loro.
A
sera, i ribelli non vincono la battaglia.
Il
potere centrale trema fino alle fondamenta, lasciando aperta una
breccia.
Tutte
le aberrazioni e gli umani muoiono,
Ma
il canto dei martiri eterno resterà.
Note Autrice.
Ci sono tante cose che dovrei portare a termine. E ne sono consapevole (...circa).
Tipo storie che mi trascino da un anno e passa.
Tipo completare schemi di storie che devono vedere la luce da eoni.
Tipo... uhm, tante cose.
Tuttavia, tra queste cose da completare c'è anche questa breve storiella, scritta a mo di ballata. Sembrerà un po' "oscura", in un certo senso. Ma inizialmente è partita come testo per un fumetto che in questi giorni sto completando per un corso. È brevissimo, di appena cinque pagine, vista la "particolare" organizzazione del corso stesso.
Evvabbè, ci può stare la prima volta. E poi per essere gratuito è andato tutto sommato molto bene.
In ogni caso se mai riuscirò, dopo l'inchiostrazione e la consegna, a perfezionarlo e scannerizzarlo, magari editerò la storia con un link fra queste note per i curiosi che vogliano vedere l'opera com'è stata concepita in origine.
E niente, qui vi saluto. Torno a infognarmi su Skyrim e a procrastinare il resto delle cose.
...
Dovahkiin Dovahkiin
naal ok zin los vahriin
wah dein vokul mahfaeraak ahst vaal