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Autore: _Lightning_    02/04/2018    7 recensioni
Quell'inconveniente sarebbe stato molto più sopportabile, se il suo cervello non avesse deciso di trasformarsi in un dance floor anni '90 coi brani della sera prima in loop da quando si era svegliato. E adesso gli toccava girare mezzo Charles de Gaulle alla ricerca di un biglietto per il prossimo volo nel suo francese stentato, il tutto coi neuroni che galleggiavano in un mare di champagne non ancora smaltito, a ritmo con l'ultimo singolo delle Spice Girls o dei Daft Punk, a scelta.
[Pre-Iron Man // Pre-Pepper]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Intermezzi comico-musicali firmati Stark'
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Grafica: Fuuma

Di brutta musica e coincidenze (mancate)

 

"Girl, you really got me now
You got me so I don't know what I'm doin'
Girl, you really got me now
You got me so I can't sleep at night"


[You Really Got Me - Van Halen]

 

 

I'm blue, da ba dee da be dye...

"Oh, per l'amor del cielo, basta."

Tony gettò la testa all'indietro in un gesto esasperato, ottenendo un sonoro scricchiolio di protesta da parte delle sue vertebre. Scrutò il tabellone delle partenze da dietro le ampie lenti scure dei suoi Ray Ban, nella vana speranza di aver letto male a causa della penetrante emicrania da doposbornia. La fastidiosa voce che blaterava dagli altoparlanti dell'aeroporto rintronandolo non era d'aiuto. 
Si lasciò sfuggire un lungo sospiro a denti stretti nel trovare conferma dei suoi timori: evidentemente, aveva davvero perso la sua coincidenza per Los Angeles. Maledisse per l'ennesima volta il suo jet privato in avaria e socchiuse appena gli occhi massaggiandosi la nuca nel tentativo di sciogliere i muscoli indolenziti.

I'm blue, da ba dee da be dye...

Imprecò a mezza voce. Quell'inconveniente sarebbe stato molto più sopportabile, se il suo cervello non avesse deciso di trasformarsi in un dance floor anni '90 coi brani della sera prima in loop da quando si era svegliato. E adesso gli toccava girare mezzo Charles de Gaulle alla ricerca di un biglietto per il prossimo volo nel suo francese stentato, il tutto coi neuroni che galleggiavano in un mare di champagne non ancora smaltito, a ritmo con l'ultimo singolo delle Spice Girls o dei Daft Punk, a scelta. 
Tutto ciò perché aveva brillantemente deciso di ritardare la sua partenza da Berna di un paio d'ore per testare più approfonditamente la tenuta dei letti svizzeri. 
Almeno ne era valsa la pena. Forse anche troppo, in effetti.
Ripensò alla movimentata notte appena trascorsa scoprendo che gli aveva lasciato l'amaro in bocca, oltre a un nauseante retrogusto di alcol.
Sospirò di nuovo e si decise a dirigersi a passo svelto e un po' incerto verso la biglietteria più vicina, trascinandosi dietro con indolenza la sua costosa borsa da viaggio.
Mezz'ora e molti equivoci linguistici dopo era finalmente abbandonato su una poltroncina nella sala d'attesa business class, con un milkshake al caffè in una mano, un esorbitante biglietto last-minute nell'altra e sei ore d'attesa davanti a sé causa maltempo.

I'm blue, da ba dee da be dye...

E quella maledetta canzone piantata in testa.
Quell'anno 2000 iniziava veramente bene e non era sicuro che il mancato millennium bug fosse una consolazione sufficiente. 
Recuperò il cellulare, risolvendosi a scrivere un SMS ad Happy, probabilmente già in dirittura d'arrivo a Malibu, per avvertirlo del suo ritardo, mentre sorseggiava il milkshake con espressione sempre più disgustata – perché tutto doveva sapere di vodka?
Abbandonò il bicchiere sul portabevande.

Ricevette risposta poco dopo: come sempre Happy aveva preso la cosa con filosofia, ma aveva comunque ritenuto opportuno ribadire che secondo lui assumere un assistente personale avrebbe potuto evitare o almeno limitare inconvenienti simili. Il telefono vibrò di nuovo: gli aveva appena inviato una mail con in allegato i curriculum dei potenziali candidati che aveva ritenuto adatti a quel compito. 
Si lasciò sfuggire un lamento irritato: erano almeno sei mesi che il suo autista lo assillava con quell'assurda storia dell'assistente, come se non avesse già schiere di segretari addetti al lavoro d'ufficio. Era già abbastanza seccante doversi fare vivo alle Industries per i briefing mensili, quando se ne ricordava, per non parlare delle riunioni coi matusa del consiglio d'amministrazione che avevano il potere di conciliargli il sonno nel giro di dieci minuti.
Per fortuna poteva contare su Obie, che era sempre stato più che entusiasta di farsi carico di tutta la macchina amministrativa e burocratica, costringendolo a presenziare solo se strettamente necessario. Col tempo aveva sviluppato una straordinaria abilità nel sottrarsi a tutti gli impegni che gli sembrassero anche solo lontanamente noiosi. Gli venne quasi da ridere nel ripensare a come la sera prima fosse riuscito a svicolare quel tale Al-... come si chiamava? Albert? Era stato troppo sbronzo per fare caso a lui e nonostante ciò era riuscito ad ingannarlo magistralmente.
Sbuffò appena, soddisfatto di essere riuscito a non farsi rovinare la serata e tornò a soppesare con lo sguardo il messaggio appena ricevuto.

"Un assistente... Happy sta decisamente diventando paranoico."

Il solo pensiero di dover intrattenere ogni giorno delle relazioni sociali con qualcuno di assolutamente superfluo che con tutta probabilità avrebbe finito per diventare la sua ombra lo atterriva.
Chiuse il cellulare con uno scatto, ignorando l'e-mail.

Incassò la testa nelle spalle e sprofondò nella poltrona, rifugiandosi dietro la penombra degli occhiali da sole pur sapendo che difficilmente sarebbe riuscito ad addormentarsi.

I'm blue, da ba dee da be dye...

"Appunto."

Ripescò gli auricolari dalla tasca, piantandoseli con decisione nelle orecchie nella speranza che un po' di sano hard rock riuscisse a dissipare quell'accozzaglia di bassi ridondanti e melodie elettroniche.
Le note squillanti di Rock you like a hurricane colpirono come un balsamo i suoi timpani, facendolo riemergere dalla sua discoteca mentale corredata da luci stroboscopiche e lightstick fluorescenti.
Inserì la riproduzione casuale e prese a sfogliare distrattamente il suo taccuino di appunti, a corto di altri diversivi.
Si limitò a leggere sommariamente le ultime pagine, scribacchiando di tanto in tanto qualche correzione sugli schizzi del prototipo su cui si era arenato ormai da mesi. Di solito non si interessava personalmente della parte tecnica, soprattutto se si trattava di commissioni dirette da parte di quei pagliacci degli alti gradi; si limitava a buttare giù qualche idea e schizzo approssimativo per poi delegare il progetto al team di sviluppo, così da poter tornare a dedicarsi alle sue auto, robot e software.

Questa volta però la cosa aveva stuzzicato la sua curiosità: l'esercito auspicava lo sviluppo di una tecnologia in grado di eliminare o attenuare gli effetti dello stress post-traumatico, così da offrire supporto psicologico ai soldati. Era sicuramente qualcosa di più impegnativo rispetto ai suoi congegni bellici e aeronautici, ma anche stranamente stimolante.
Come sempre, immergersi nella progettazione alleviò il suo cerchio alla testa e i sintomi della sbronza cominciarono a scemare a poco a poco; di tanto in tanto si fermava a riflettere, facendo ondeggiare la penna tra le dita a tempo con la musica.
Non stava facendo grossi passi avanti ma almeno teneva occupata la mente, impedendosi di pensare troppo alla sera prima.

Stava giusto abbozzando con poca convinzione un modello di un ipotetico congegno, dandogli per puro vezzo la forma di un paio d'occhiali da sole, quando si accigliò repentinamente.
L'outro lugubre di Enter sandman era appena scemata per lasciare il posto alla morbida e familiare chitarra di Try to remember.
Rimase paralizzato per appena qualche istante, fissando con improvvisa consapevolezza ciò che stava disegnando e le sue implicazioni.
Chiuse il taccuino con uno schiocco secco e f
issò con immotivato astio il suo telefono, chiedendosi perché diavolo non avesse ancora eliminato quella canzone e non riuscendo comunque a imporsi di farlo ora. Cambiò in fretta brano, interrompendolo prima che iniziasse la parte cantata e tornando su un più rassicurante Don't fear the reaper
Ripose il taccuino nella borsa chiudendo la zip con un gesto rabbioso e si alzò di scatto sentendo il bisogno impellente di una decisa dose di caffeina, visto che l'alcol era per il momento fuori discussione.
Vagò senza meta per l'aeroporto per una buona dozzina di minuti quasi a passo di marcia, con la musica assordante che lo aiutava ad estraniarsi da ciò che lo circondava e soprattutto dai suoi pensieri.
Solo quando si sentì più calmo si concesse con sollievo una generosa tazza di caffè e tornò nella sala d'attesa che cominciava a sembrargli una gabbia, considerando che mancavano ancora quattro ore al suo imbarco e aveva ormai esaurito i passatempi.
Il suo sguardo fu catturato dalla notifica che continuava a lampeggiare con insistenza sul telefono.

"Va bene, Happy, stavolta hai vinto tu..."

Si decise ad aprire la sua e-mail con lo stesso entusiasmo che avrebbe riservato a una delle sue riunioni aziendali, scoprendo di avere la bellezza di quarantadue curriculum da visionare. A volte, rimpiangeva di possedere un telefono futuristico targato Stark, che supportava quel tipo di file e dalla memoria pressoché illimitata grazie al suo cloud privato – roba che gli altri a malapena potevano sognarsi. Prese un sorso di caffè per incoraggiarsi, si scrocchiò le dita e concluse che c'erano modi peggiori per ingannare il tempo.
Doveva ammettere che Happy lo conosceva fin troppo bene: la maggior parte dei candidati da lui scelti erano donne, quasi tutte decisamente avvenenti. Aveva probabilmente pensato che potesse essere un incentivo per convincerlo e non poteva dargli torto: adesso si sentiva molto più tentato dall'idea di avere un'assistente simile in casa.
Cominciò a fare una cernita dei documenti iniziando con lo scartare gli uomini, per poi passare ad eliminare chiunque avesse lavorato per le Hammer Industries: gli sembravano due criteri assolutamente ragionevoli e degni della massima priorità.
Fissò dubbiosamente le candidate rimaste, chiedendosi se leggere davvero tutte quelle scartoffie o se affidarsi piuttosto al suo istinto.
Si soffermò su un fascicolo, attratto dalla foto di una giovane donna dai grandi occhi scuri, prendendola seriamente in considerazione dopo aver dato un'occhiata ai suoi precedenti impieghi.
Guardò meglio la foto scostando leggermente gli occhiali da sole, riscontrando infine una decisa somiglianza con Maya. 
Storse la bocca in una smorfia di disappunto ed eliminò anche quel profilo prima che potesse soffermarcisi troppo.
Prese a scansionare gli altri, che gli sembrarono in verità tutti piuttosto scialbi, tanto che tendeva a concentrarsi sempre più sulla musica che gli risuonava nelle orecchie e sempre meno sui profili stessi.

Bei visi, presumibilmente bei fisici, qualche esperienza lavorativa in campo pseudo-scientifico... era solo al decimo allegato e già aveva la tentazione di tirare un dado e lasciar decidere a lui.

I'm blue, da ba dee da be dye...

Sospirò quando il suo cervello annoiato a morte decise di interporre qualche residuo della musica orribile della sera prima tra lui e il suo amato rock. Alzò distrattamente il volume mentre saltava da un documento all'altro senza un ordine logico, rimpiangendo il momento in cui aveva deciso di impelagarsi in quel compito ingrato.
Aprì l'ennesimo profilo, che aveva anche stabilito essere l'ultimo, e fu contemporaneamente assordato dal riff spaccatimpani di You really got me, registrata per qualche motivo a un volume insostenibile anche per le sue orecchie allenate.
Trasalì facendosi quasi sfuggire di mano il telefono e non trattenne un'esclamazione sorpresa; si sfilò rapidamente un auricolare, abbassando frenetico il volume prima di essere completamente assordato.

Girl, you really got me now...

Poggiò le mani sulle orecchie doloranti mentre la canzone proseguiva imperterrita in sottofondo e recuperò il telefono, chiedendosi se dovesse interpretare l'energica intrusione dei Van Halen come un non troppo velato suggerimento.
Si illuminò appena nel vedere il volto fine di una ragazza dai capelli ramati ricambiare il suo sguardo dallo schermo, con gli occhi di un azzurro chiaro incorniciati da tenui lentiggini.
Si tolse gli occhiali da sole, iniziando a scorrere i suoi dati personali con un entusiasmo più vivo di quanto ritenesse sensato, visto che era dettato solo da una pura casualità... oltre che dal suo storico debole per le rosse, di cui era certo Happy fosse al corrente.

You got me so I don't know what I'm doin' now...

Si ritrovò a canticchiare a labbra chiuse seguendo la melodia, sempre più convinto di non potersi opporre al volere di Eddie Van Halen.
Fece per aprire il curriculum vitae, per poi ripensarci con un mezzo sorrisetto; non aveva comunque voglia di passare in rassegna le altre candidate per fare confronti razionali e quel punto dubitava che avrebbe potuto cambiare idea.
Di colpo, avere un'assistente personale non gli sembrava più così terribile, anzi, poteva rivelarsi decisamente più interessante di quanto avesse pensato.
Selezionò con un gesto deciso l'allegato per inoltrarlo ad Happy e confermare la sua scelta, leggendo finalmente il nome della donna.

"Virginia Potts, mh?"

Il suo sorriso si allargò, assumendo una piega furbetta: si sarebbe divertito un mondo a trovarle un soprannome...


 

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Note dell'Autrice:

Hallo!

Sto diventando una grande fan delle storie senza troppe pretese, ed eccone un altro ottimo esempio.
Non c'è un vero e proprio nucleo centrale, piuttosto una volontà di riassumere il Tony Stark pre-Iron Man/pre-Pepper, portando alla luce i lati più negativi della sua personalità attraverso i suoi gesti e atteggiamenti ed evitando le mie solite supercazzole mentali.

A questo punto Tony è solo un uomo dissoluto, arrogante e del tutto incapace di affrontare ciò che lo turba... ho voluto coglierlo al suo punto più basso, senza giustificare troppo il suo comportamento e cercando comunque di rimanere in chiave leggera e ironica (a parte la parentesi pseudo angst coffcoff), condita dalla mia solita fissa per l'accoppiata Tony&musica
Spero che l'intento sia chiaro e apprezzabile :)

Grazie a chiunque leggerà/recensirà
<3

-Light- 

P.S. Le frecciatine a Blue degli Eiffel 65 derivano dal mio storico astio verso le scelte musicali per Iron Man 3, nonostante apprezzi la canzone in sé in contesto goliardico. Detto ciò, dubito fortemente che sia un tipo di musica gradito a Tony e mi sono divertita a rompergli le scatole :P
P.P.S. Ovviamente, 42.




 
Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, né l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie altrove, anche se creditate e anche con link all'originale su EFP, né quella a rielaborarne passaggi, concetti o trarne ispirazione in qualsivoglia modo senza mio consenso esplicito.

©_Lightning_

©Marvel
   
 
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