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Autore: Nao Yoshikawa    03/04/2018    8 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
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Note importantissime da leggere:
Salve a tutti. Dunque, so che scrivere questa storia sarà un casino, a causa della sua complessità, ma io sono testarda e ci voglio provare. Saranno più di tre anni che voglio scrivere qualcosa del genere, e finalmente mi sono decisa.
Vi avverto subito che la storia è ambientata dopo la fine del manga e che molto probabilmente ci saranno spoiler. Se non avete finito di leggere, non proseguite! Seconda cosa: ho tenuto ovviamente in considerazione il finale originale, tuttavia credo che alcune cose la cambierò. Dico "credo" perché la storia la scrivo man mano, quindi è ancora tutto da vedere. Ci saranno molti nuovi personaggi, tuttavia non voglio rovinarvi la sorpresa.
Altra cosa importantissima. Per scrivere questa storia, mi sono ispirata al concept di Once upon a time, una serie tv che amo molto, ma chi la conosce penso che l'avrà già capito. Dopo ciò, non aggiungo altro. Ci risentiamo nelle note finali.

1 - Dodici anni

 

È  risaputo che a dodici anni tutte le ragazze tendono ad odiarsi. Non si reputano abbastanza carine, abbastanza intelligenti, abbastanza sveglie. 
Fiamma, per esempio, odiava indiscutibilmente i suoi capelli rosati, che erano sempre stati motivo di scherno da parte dei suoi coetanei. 
Ma Fiamma non li avrebbe mai tagliati. Non avrebbe dato soddisfazione alcuna a coloro che tanto si divertivano a prenderla in giro.
Avere dodici anni poteva fare davvero schifo alle volte. Ma mai quanto avere dodici anni ed essere orfana.
Orfana e quasi completamente sola.
Perfino quel giorno. Diamine, era il suo compleanno!
E ogni compleanno, sin da quando riusciva a ricordare, era sempre stato uguale.
Pensierosa, giocherellò con la chiave che teneva legata al collo.
Non aveva idea di quale fosse l’origine di quell’oggetto, sapeva solo di averlo sempre avuto, sin da quando, in fasce, era stata abbandonata in quell’orfanotrofio.
Da quel momento la sua vita era stata segnata. Lei non era nessuno.
Lei era semplicemente Fiamma L. Stars, un’adorabile orfanella che nessuno avrebbe mai adottato. Perché, dopotutto, quale coppia sana di mente avrebbe voluto averla nella propria famiglia?
“FIAMMA!”.
Una voce a lei familiare la distrasse dai suoi pensieri. La sua migliore amica e sua coetanea, Yuki, la distrasse.
“Ciao, Yuki”, salutò con un tono di voce incolore.
“Su, su, ma cos’è quella faccia?”, con le mani poggiate sui fianchi, fece ondeggiare i capelli legati in due lunghe codine. “Oggi compi gli anni. Dovresti essere felice!”
“Come posso essere felice? Oggi è il giorno in cui tu… te ne andrai”.
L’amica passò da un’espressione felice ad una tremendamente triste in un battibaleno.
“Mi dispiace doverti lasciare. Vorrei che adottassero anche te. Forse… forse potrei rimanere qui con te”
“Non dirlo neanche per scherzo. Non te lo perdonerà mai se adesso rimani qui! Sei fortunata, tu. Hai trovato una famiglia a cui piaci, sono sicura che sarai felice”.
Yuki allora le si avvicinò, gli occhi azzurri erano ora umidi.
“Se hanno adottato me, non vedo perché non dovrebbero volere te che sei così fantastica. Oh, Fiamma. Noi saremo sempre migliori amiche, qualsiasi cosa accada”, sussurrò stringendole una mano.
“Sempre. Non dimenticarmi”
“Io non potrò mai dimenticarmi di te”.
Dopodiché, le due si abbracciarono. Fu un abbraccio lungo, quasi esasperato. Fiamma e Yuki erano sempre state insieme sin da piccole, separarsi era come lasciare dietro di sé un pezzo del proprio cuore. Ma Fiamma non era egoista. Era davvero felice che, almeno lei, avesse finalmente trovato una famiglia.
L’unica cosa a renderla triste era la consapevolezza che da quel momento sarebbe stata sola per davvero. Perché, lì in orfanotrofio, non c’era nessuno che poteva essere considerato amico.
“Ah, a proposito. Guarda che cosa ho fatto!”, Yuki si staccò dall’abbraccio, prendendo a frugare nello zainetto che teneva in spalla. “Avrei voluto farti un regalo migliore, ma spero che possa piacerti”.
Tra le mani stava tenendo quello che doveva essere un cupcake ben incartato, dalla colorata glassa rosa.
“L’hai… l’hai fatto tu?”, domandò l’altra sorpresa.
“Già”, annuì. “E non sai che guai ho passato, è vietato per noi anche solo entrare nelle cucine. Ci ho messo anche la granella a forma di stelline, non è adorabile? Dentro c’è una candelina”, le sue labbra si curvarono in un triste sorriso. “Così potrai spegnerla”
“Ma non c’è niente da festeggiare”
“Suvvia, piantala!”, fece porgendole il suo dono. “Guarda che passerò a trovarti prima di quanto immagini”
“Va bene, va bene, sta tranquilla. Spegnerò la candelina”
“E non dimenticarti di esprimere il desiderio”
“Sì, me ne ricorderò”, sospirò alzando gli occhi al cielo.
Yuki era proprio incorreggibile. Ma quanto le sarebbe mancata, questo nessuno avrebbe mai potuto capirlo.
Poco dopo, Fiamma si ritrovò ad osservare l’amica dalla finestra, mentre si trascinava dietro una valigia e si dirigeva verso quelli che sarebbero stati i suoi nuovi genitori. Avvertì poi una stretta al cuore nel vederla sorridere e infine salire in macchina, allontanandosi per chissà dove.
Dopo la stretta al cuore, arrivò la sensazione di vuoto. Yuki era l’unico motivo per cui ancora teneva duro. Ricordava bene quando, qualche settimana prima, la sua amica dai capelli color cielo era arrivata tutta entusiasta, dicendole: “Finalmente ho trovato una famiglia che vuole adottarmi!”.
Lei aveva sorriso, si era sentita davvero felice, ma anche tanto triste. Adesso non le rimaneva più nulla, se non la promessa che presto si sarebbero riviste e un cupcake incartato poggiato sul comodino.
Si avvicinò a quest’ultimo, iniziando a scartare il regalo che l’amica le aveva fatto.
Glassa rosa. E pensare che odiava il rosa, Yuki doveva averlo fatto di proposito.
Dopodiché afferrò la candelina, affondandola nel morbido pan di Spagna.
Tutto quello che le serviva adesso era un accendino, peccato che oggetti come quelli fossero fuori dalla sua portata. Si inginocchiò, guardando il dolce e poggiando il viso su una mano. Chiuse gli occhi, e immediatamente il pensiero dei giorni di inferno che le sarebbero aspettati, le attraversò la mente.  
Si lasciò andare ad un sospiro. Chissà perché aveva avuto la sfortuna di nascere lì, in quel contesto così disastrato.
Poi aprì gli occhi, e nelle sue iridi scure si riflesse la calda luce di una fiammella.
La candelina adesso era accesa, ma non era di certo stata lei, come avrebbe potuto?
Si guardò intorno, con gli occhi sgranati. A volte, aveva l’impressione che le cose accadessero quasi per magia.
Ma subito dopo abbandonava quel pensiero infantile.
Fece spallucce.
“Desiderio… tutto quello che vorrei è non essere più sola”.
Infine soffiò. Se fosse stato per lei, avrebbe anche evitato quella manfrina, ma lo aveva promesso a Yuki.
Si sollevò, stiracchiandosi e prendendo il cupcake in mano. Diede un piccolo morso, e in seguito la sua espressione mutò in una smorfia. Non aveva esattamente un gran sapore, ma apprezzava il gesto dell’amica. Dopodiché fece per darne un’altro, ma questa volta non riuscì mai a portare a termine quel gesto.
“TI HO TROVATA!”
Sentì una voce acuta provenire alla sua destra, dalla finestra aperta. Un ragazzino dai grandi occhi, le orecchie da gatto e con un paio d’ali sulla schiena, stava svolazzando tranquillamente davanti la sua finestra.
Fiamma batté le palpebre, indietreggiando e facendo cadere il malcapitato dolce a terra.
“AH! UN MOSTRO! UN DEMONE! UN LADRO! SCIO’, VATTENE!”.
Quello, però, anziché andar via, si infilò dentro con assai poca grazia.
“Ma io non sono un demone, faccio così paura?”.
La ragazzina si guardò intorno, afferrando una delle sue scarpe poggiate ai piedi del letto.
“Se non te ne vai ti colpisco in testa!”
“No, no, no!”, lui portò le mani in avanti, come per difendersi. “Niente scarpe sulla mia testa! Ascoltami, io devo parlarti Fiamma, sono anni che ti cerco”
“Eh… eh?”, sussurrò con il braccio sospeso a mezz’aria. “Come fai a sapere il mio nome?”.
Subito dopo udì dei passi dietro la porta. Probabilmente, le sue urla dovevano aver attratto l’attenzione della direttrice.
“Via, via, va sotto il mio letto, sbrigati!”.
Qualche secondo più in là e una donna dall'espressione severa e acida la stava guardando con sospetto. Fiamma cercò di sorridere.
“Che succede, signorina Stars?”
“Emh, niente”
“Ma l’ho sentita urlare”
“Non stavo urlando. Stavo solo, emh… stavo solo cercando di scacciare un’ape. Sa, io detesto gli insetti”.
La direttrice la squadrò, come se non fosse del tutto convinta.
“Non combini guai. E chiuda quella finestra”
“Sì, signora”, rispose subito.
Aspettò che la donna se ne andasse, per poi tirare un sospiro di sollievo.
“Ahi. Si sta stretti qui sotto”, si lamentò lo strano tipo alato, uscendo a fatica da sotto il letto.
“Oh, ma insomma. Cosa sei tu?! Sei tipo scappato da un circo?!”
“Cosa sono io? Io sono Happy e sono un Exceed. Odio questa forma pseudo umana, ma non potevo andarmene in giro con l’aspetto di un gatto”
“Mi dispiace, non capisco cosa dici”, Fiamma indietreggiò agitata. “Che cosa vuoi? Hai detto che mi stavi cercando?”
“Certo! Da anni, per la precisione!”, Happy si avvicinò a lei eccessivamente. “Come sei diventata carina e grande. Eri uno scricciolo l’ultima volta che ti ho vista e...”.
Per tentare di zittirlo e allontanarlo, Fiamma gli lanciò uno schiaffo.
“Ahi! Ehi….”
“Lontano!”, esclamò lei. “Stai lontano e buono. Mio Dio, proprio il giorno del mio compleanno dovevo incontrare un pazzo?”
“Ah, è oggi il tuo compleanno? Ma che coincidenza. Dai, andiamo Fiamma, ti porto via di qui”, fece afferrandola per un polso.
“Ma dove vuoi portarmi?”
“A Magnolia”
“Cosa… è Magnolia”?
“Ti basti sapere che è una città, ma è un po’ più complicato di così”
“Fermo!”, riuscì a staccarsi da lui. “Io non posso venire. Non so chi sei, potresti essere un pazzo, un assassino o qualsiasi altra cosa. E poi, non so se te ne sei accorto ma… sono in un orfanotrofio”
“Bene, qual è il problema?! A nessuno piace stare in posti come questo. Riuscirei a convincerti se ti dicessi che io posso portarti dalla tua vera famiglia?”.
Happy sapeva di aver detto la cosa giusta al momento giusto, poiché l’espressione di Fiamma era infatti cambiata.
Quest’ultima non sapeva se fosse saggio fidarsi del primo pazzo-ragazzino-alato che gli capitava a tiro. Questo non era normale e, d’altro canto, neanche lei si era mai sentita normale. E poi, lui l’aveva colpito nel vivo con quell’affermazione.
“Ma io non ho una famiglia”
“Ce l’hai, ma non puoi ricordarla. Ti dirò tutto, ma ti prego, seguimi. È veramente importante”.
Fiamma lo guardò a lungo. L’idea di scappare via da lì la allettava, era l’idea di farlo con lui che proprio non le piaceva. Non era neanche certa che Happy le stesse dicendo la verità, ma forse sarebbe stato meglio rischiare.
“E va bene, preparo le mie cose e arrivo!”, esclamò alla fine. 
Iniziò a gettare dei vestiti alla rinfusa in una borsa, mentre pensava: aveva espresso come desiderio quello di non essere più sola, ed ecco che le appariva davanti un semi angelo-demone con le orecchie da gatto.
“Sono impazzita, sì. Sono impazzita. Che cosa stai facendo?”.
La sua attenzione si era spostata su Happy, ora in piedi sul davanzale.
“Volando faremo prima!”
“V-volando?”, balbettò. “No-no-no. Sì, ora è ufficiale, sono pazza”.
“Signorina Stars, con chi sta parlando?!”, ad averla chiamata era stata la sua arcigna direttrice. Proprio il momento più adatto.
“E va bene, andiamo!”, spazientita afferrò Happy per mano. Quest’ultimo sorrise, per poi guardarla.
“Reggiti forte. Uno… due… TRE!”.
Istintivamente, Fiamma aveva chiuso gli occhi e aveva saltato nel vuoto. Era sicura che di lì a poco avrebbe sentito dolore, duro asfalto contro la pelle. Invece non sentì niente. Fu solo la curiosità a portarla a spalancare gli occhi. Sotto di lei vi era il nulla più totale, praticamente era sospesa a mezz’aria, mentre Happy la reggeva forte, sopra di lei.
“AH!”, urlò. “SVEGLIATEMI DA QUEST’INCUBO!”.
Lui rise.
“Buon compleanno, Fiamma!”

Dopo vari minuti di volo sul vuoto, minuti che a Fiamma parvero infiniti, Happy planò letteralmente al suolo, una volta assicuratosi di essere abbastanza lontano da occhi indiscreti. Poggiata a terra la ragazzina, prese a stiracchiarsi.
“Ah, mi è venuta una fame. Non è che per caso sai dove posso trovare del pesce?”.
Ma Fiamma, dal canto suo, stava gattonando in uno stato di shock totale. Aveva appena volato assieme ad un tipo dalle ali bianche e le orecchie da gatto.
“Yuki deve aver messo qualcosa dentro quel dolce, ecco perché aveva quel sapore, deve essere questo!”
“Farfugli ancora?”.
Lei assottigliò lo sguardo.
“Certo che farfuglio ancora! Sono uscita di senno. Tu devi essere frutto della mia immaginazione malata”
“Non direi proprio, Fiamma. E poi, di cosa ti lamenti? Sei libera adesso”.
Talmente era stata presa dalla frenesia, che non si era neanche resa conto della cosa più importante: era stata portata via da quel luogo in cui era cresciuta e che tanto detestava. Il pensiero la elettrizzò e la spaventò al contempo. Cosa avrebbe fatto adesso?
“Cavolo, è vero”, poi guardò Happy, puntandogli il dito contro. “Comunque sia, tu non mi hai ancora spiegato nulla. Hai detto che conosci la mia famiglia e a quanto pare… conosci anche me, in qualche modo”
“Certo”, rispose lui sorridendo. “Fiamma, tu sei una maga”
“I-io sono cosa?”*
“Una maga! E, cosa più importante, sei una maga di Fairy Tail, ma probabilmente questo dovrei spiegartelo dopo. Andiamo, su”
“Fermo! Io non mi muovo se non mi spieghi immediatamente cosa sta succedendo. Perché mi cercavi? Cosa vuoi da me?”.
Happy allora sospirò, prendendo a frugare nel suo zaino.
“Ti ho cercato perché sei l’unica che può salvare la tua famiglia. Ma devi venire con me a Magnolia, lì capirai tutto. Per favore, è importante. Se non mi credi, è tutto scritto qui”.
Dopodiché le porse un libro dalla copertina rigida, il cui titolo era “The adventures of Irin”.
Fiamma batté le palpebre.
“Io non lo conosco, questo è solo uno stupido libro”
“È molto più di un semplice libro!”, fece spazientito. “Senti, giuro sul mio onore che capirai, ma devi venire con me. Per favore”.
Lei non era troppo convinta della cosa, ma quel tipo le sembrava davvero disperato e poi, per qualche strano motivo, le veniva difficile non fidarsi.
“Accidenti, va bene. Ma ci andiamo a piedi, niente più voli!”
“Aye, va bene!”, esclamò lui allegramente.

Fiamma non poteva credere di essersi cacciata in un guaio simile. Se fosse stata una persona normale, avrebbe piantato in asso Happy alla prima occasione, ma ovviamente lei non era normale. E così era rimasta con lui, anche quando quest’ultimo le aveva offerto del pesce crudo – come diamine faceva a mangiare del pesce crudo? - o quando aveva preso a chiacchierare senza sosta. Parlava senza però dirle assolutamente niente. 
“… Devi venire con me a Magnolia, lì capirai tutto, è scritto tutto in questo libro” “… sei l’unica che può salvare la tua famiglia”, erano queste le cose che lui le aveva detto, ma per il momento ci capiva sempre meno.
Dopo cinque interminabili ore di cammino – e lì forse Fiamma si pentì della sua decisione di andare a piedi – i due arrivarono su una strada in cui non c’era traccia di anima viva. Vi era un cartello con su scritto: “Welcome to Magnolia”.
“Ah”, si lamentò Happy. “Siamo arrivati”
“Questa è Magnolia? Mi sembra una città come le altre”
“Credimi, è molto di più di quello che puoi credere. Coraggio, seguimi!”
“Aspe… ah, va bene”, sbuffò, sistemandosi lo zaino sulle spalle.
Aveva avvertito una sensazione strana nell’avvicinarsi a quel confine che delimitava Magnolia dal resto del mondo. Stava facendo una pazzia, si stava gettando completamente in qualcosa che non conosceva, ma la sua curiosità era fin troppa.
Così si fece coraggio e seguì Happy.
Magnolia era davvero una città molto piccola ma carina. Le case erano tutte uguali, dai tetti colorati, e la prima cosa che Fiamma notò entrando, fu il municipio, con il suo gigantesco orologio che a quanto pare doveva essere rotto, poiché le lancette erano immobili.
Per quella che era in realtà l’unica via principale, c’era un gran via vai di persone che, nel vederla, iniziarono ad osservarla con curiosità.
“Emh… non mi sento molto a mio agio. E poi cosa stiamo cercando?”
“Tuo fratello. Deve essere qui nei dintorni”
“Aspetta, cosa? Ho un fratello?!”
“Certo che ce l’hai. Maledizione, perché se lo perdo di vista un secondo si caccia nei guai?”
Fiamma aveva spalancato gli occhi e la bocca. Era finita in una gabbia di matti, ne era certa!.
Indietreggiò lentamente, andando a sbattere contro qualcosa o, per meglio dire, qualcuno.
“Ah, scusa io...”.
Nel vedere di chi si trattasse, per poco non le mancò il fiato. Da come era vestito, sembrava un giovane poliziotto, peccato che la faccia e l’espressione suggerivano tutt’altro.
“Mh? E tu chi dovresti essere, ragazzina? Non mi pare di averti mai visto in questa città”
“Io… io… ecco… veramente io sono appena arrivata”
“Ah, una turista. Da dove mai vieni, tu con questi capelli così strani? Qui c’è solo un’altra persona che li ha di quel colore”, la schernì.
“C-C-COSA?! BEH, E TU ALLORA? SEI UN POLIZIOTTO, MA DALLA TUA FACCIA DIREI CHE SEMBRI PIÙ UN TOSSICO!”
“Come osi?! Ora basta, ti dichiaro in arresto!”.
Altro che gabbia di matti, quello era perfino peggio.
“Oh, santo cielo, Gajeel. Ma cosa stai combinando?!”.
In aiuto di Fiamma era arrivata una graziosa ragazza, anche lei vestita da poliziotta, ma con un’espressione più dolce.
“Io non sto facendo niente, è che questa qui è un tipo sospetto”
“Mh?”, lei guardò la ragazzina. “Ma è una bambina! E così facendo la stai spaventando. Stai bene, tesoro? Ti prego di scusare Gajeel, qui non succede mai niente e alla minima scusa si fa prendere dall’euforia. Come ti chiami?”.
Sentendosi più tranquillizzata, la piccola parlò.
“Mi chiamo Fiamma”
“Piacere di conoscerti ,Fiamma, io sono l’agente Levy Mcgarden. Se ti serve qualcosa non esitare a chiedercelo, saremo ben felici di darti una mano”
“Vuol dire che non l’arrestiamo?”, domandò l’altro.
“No, Gajeel. Non l’arrestiamo”.
Fiamma sorrise, più tranquilla. Senza che se ne rendesse conto, il suo malumore e il suo scetticismo stavano iniziando a sparire.
“EHI, FIAMMA!”, Happy sventolò una mano per attirare la sua attenzione. “Li ho trovati!”
“Eh? Ma hai trovato chi? Emh, scusate. Io adesso devo andare. Vi ringrazio”
“Non c’è di che, piccola”, rispose Levy. “Non la trovi adorabile?”
“Tsk, affatto”, concluse Gajeel.

Chissà cosa aveva in mente quel matto di Happy? Fiamma sapeva soltanto che l’aveva afferrata per un polso e l’aveva trascinata con sé di fronte una casetta.
“Che facciamo qui?”
“Aspetta e vedrai”.
I due attesero, e dopo alcuni secondi si udì un urlo acuto, probabilmente da parte di una ragazza.
Effettivamente, era proprio una ragazza quella che in seguito uscì, rincorrendo altri due tipi che se la ridevano alla grande.
“VI HO DETTO MILLE VOLTE CHE NON DOVETE ENTRARE IN CASA MIA! QUESTA È VIOLAZIONE DELLA PRIVACY!”
“Su, Lucy, ormai dovresti esserci abituata, no?”
“NON SIGNIFICA NIENTE!”
“Dai, non fare la difficile, disse a quel punto un altro ragazzo. “È evidente che hai un debole per me e Natsu”.
A quella visuale così caotica, Fiamma era rimasta nuovamente sconvolta. E poi sentì qualcosa vicino al cuore, una sorta di calore che però non seppe spiegarsi.
“Emh, emh”, Happy si fece avanti. “Ciao, ragazzi”.
A quel punto, i tre smisero di litigare.
“Happy, sei tornato, ma dove sei stato?”, domandò Natsu.
“Ah, vi ho portato una nuova amica. Vi presento Fiamma”.
Quest’ultima sussultò imbarazzata.
“Eh… salve...”, salutò.
“Oh, ciao!”, fece a quel punto l’altro ragazzo, dai biondi capelli. “Io mi chiamo Igneel, da dove vieni piccolo fiore di ciliegio? Sei carina. Quanti anni hai?”
“Su, su, Igneel”, lo rimproverò Lucy. “La stai mettendo in imbarazzo. Benvenuta a Magnolia, Fiamma. Da dove vieni?”.
La ragazzina rimase molto sorpresa. Le piaceva quella biondina, era molto dolce, esattamente come l’agente Levy.
“Io in realtà vengo da un orfanotrofio”
“No, non mi dire!”, esclamò Natsu. “Sei un’orfana? Anche Igneel lo è!”
“Sì beh, grazie per averlo fatto presente”, borbottò quest’ultimo.
L’attenzione di Fiamma, però, si spostò proprio su Natsu, il quale si rese conto di essere osservato. Lei non poté fare a meno di notare che avevano lo stesso colore di capelli, identico! Ciò la turbò molto, era sempre stata convinta di essere l’unica al mondo.
Chinò la testa di mezzo lato.
“Tu mi somigli”, disse chiaramente.
“Io somiglio a te? Forse sarebbe meglio dire che tu somigli a me, sono più grande”
“Probabilmente lei è più matura di te, sciocco”, sbuffò Lucy a braccia conserte.
Di lì in poi fu di nuovo discussione aperta. Fiamma era rimasta davvero molto colpita, ma ancora non capiva che ci facesse lì.
“Happy”, chiamò. “Ma chi sono loro?”
“Semplice, no? Igneel è tuo fratello maggiore, quei due matti invece sono i vostri genitori”
“Eh?! Ma non è possibile, sono troppo giovani! Mi stai prendendo in giro!”
“Assolutamente no! Ah, Lucy!”, si rivolse poi alla bionda. “Visto che Fiamma è una tenera orfanella che ho salvato da una miserabile vita, può stare da te per un po’?”
“TENERA ORFANELLA A CHI?!”.
Lucy ridacchiò nel vedere quella reazione.
“Per me sarà un piacere ospitarla. Ti va bene, Fiamma?”
“Eh… io credo di sì”
“Possiamo rimanere anche noi?”, domandò Natsu.
“SPARITE DI QUI, SUBITO!”

Fiamma si sentiva esausta. Era stata sballottata da un posto all’altro senza ricevere la minima spiegazione. Ma il giorno dopo gliene avrebbe cantate quattro ad Happy. Per adesso era solo felice di poter godere di un bagno caldo. Quella ragazza, Lucy, si era mostrata subito gentile con lei, accogliendola in casa propria come se nulla fosse.
Questo l’aveva portata a chiedersi come potesse della gente che neanche conosceva essere gentile con lei.
Sospirò, godendo della sensazione dell’acqua calda sulla pelle. Adesso che non si trovava più in orfanotrofio, poteva fare quello che voleva, forse avrebbe dovuto ringraziare Happy.
“Col cavolo”, borbottò. “Mi ha fatto esaurire. Scommetto che se Yuki fosse qui non ci crederebbe”.
Dopodiché si lasciò sprofondare nella vasca.
Nella camera accanto, Lucy stava cambiando le lenzuola. Quello stupido di Natsu era incorreggibile, veniva sempre a disturbarla. Ogni qualvolta se lo ritrovava in casa propria con Happy e Igneel. Quel ragazzino avrebbe fatto una brutta fine nel rimanere accanto a quei due, ne era certo.
“Emh… sono qui”.
La bionda si voltò, osservando la bambina, alla quale aveva prestato uno dei suoi pigiami che in verità le veniva un po’ grande. Malgrado ciò, era così carina che quasi non riuscì a trattenersi dal pizzicarle le guance.
“Ah, ma sei adorabile!”, esclamò. “Ti sta proprio bene quel pigiama”
“Grazie”, rispose lei timidamente. “E grazie per avermi ospitata, non eri tenuta a farlo”
“Io lo faccio volentieri. Che bella collana, posso vederla?”.
Fiamma afferrò la chiave che aveva al collo, avvicinandosi.
“Ti piace? Ce l’ho da quando sono nata. Però non ho idea di chi me l’abbia data. Forse me l’ha lasciata la mia famiglia prima di abbandonarmi”.
A quel punto l’espressione di Lucy cambiò.
“Mi spiace, deve essere terribile. Ma magari non ti hanno abbandonata. Insomma, non puoi saperlo, no?”
“E quale altro motivo potrebbe esserci?”, sbuffò. “Insomma, se non fosse stato per questa loro scelta, adesso avrei una vita normale. Happy mi ha portato qui, e sono contenta di essere andata via dall’orfanotrofio però… adesso che faccio? Sono sola al mondo”.
La ragazza corrugò la fronte, poggiandole le mani sulle spalle.
“Per quel che mi riguarda, puoi rimanere qui quanto vuoi”
“Posso?”, domandò guardandola negli occhi. “Ma tu non mi conosci neanche”
“Però sento di conoscerti, Fiamma. E poi, che razza di persona sarei se lasciassi una ragazzina da sola nel momento del bisogno?”.
Fu in quel momento che le tornarono in mente la parole di Happy. Ma sicuramente doveva averla presa in giro, quella ragazza non poteva essere sua madre, era impossibile.
“Grazie”, sussurrò commossa, facendo cadere poi lo sguardo sulla sua mano. “Scommetto che una ragazza carina come te fa un lavoro tipo… tipo la modella”.
Lucy allora sorrise.
“In realtà io faccio la scrittrice. Cioè, non esattamente. Ho scritto un racconto, ma non ho ancora avuto il coraggio di pubblicarlo. S’intitola “The adventures of Iris”.
La ragazzina sussultò. 
“L’hai scritto tu?!”, urlò senza accorgersene.
“Lo conosci?”
“Emh… in verità no”, fece imbarazzata. “È stato Happy a mostrarmelo. Dice tante cose strane”
“Sì… è vero. Ma è un bravo ragazzo, ed è il mio fan numero uno”.
Fiamma sorrise. Si stava proprio bene lì con Lucy. Magari sarebbe potuta rimanere per qualche giorno.
“Sai, è strano...”
“Cosa?”
“Oggi compio dodici anni. Avevo desiderato di non essere più sola. E Happy mi ha portata qui”
“Compi gli anni? Tanti auguri allora! A quanto pare il tuo desiderio si è avverato”.
Lei fece spallucce, sorridendo appena.
"Chissà...".



NDA
Ebbene sì, questo è il primo capitolo, cosa ne pensate? Vi ha incuriositi? E' bello? Orribile? L'ho riletto e rivisto un milione di volte, speriamo bene. Sarà un casino assurdo, spero di poter far tornare tutto alla fine.. Spiegherò pian piano tutto, promesso.
Purtroppo, per il momento temo che non potrò aggiornare più di una volta a settimana, per il semplice fatto che ho tante sorie in lavorazione, tuttavia, non appena mi libererò, aggiornerò circa tre volte a settimana.
Questo è quanto. Inoltre, per darvi un'idea di come sono i personaggi nuovi, ecco qui degli "avatar".
                                        

 

Queste sono, più o meno, Fiamma, Yuki e Igneel.
Per curiosità, domande, insulti a gratis, non esitate a lasciarmi due righe, vi risponderò. Spero possa essere una bella, oltre che incasinata, avventura.
A martedì prossimo! * non avete visto male, è proprio una citazione da Harry Potter. E' stato più forte di me.

 

   
 
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