Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Rebi_7_24    08/04/2018    1 recensioni
Se avesse saputo a cosa stava andando incontro, se qualcuno le avesse detto in anticipo cosa sarebbe venuto poi, se avesse potuto prevedere anche un singolo frammento di ciò che sarebbe diventata la sua vita....
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°°°°°°°°°Dal°°primo°°capitolo°°°°°°°°°°°°
「Quell'amore, si era promessa, avrebbe fatto in modo di guardarlo dritto in faccia almeno una volta. Voleva che lui sapesse. Doveva sapere che, tra l'infinità di gente che lo acclamava, che lo supportava e lo amava, c'era anche lei.」
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....avrebbe desiderato che accadesse molto prima.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
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La folla era immensa, gente proveniente dall’intera Londra per avere la possibilità di ritrovarselo davanti agli occhi anche solo per un secondo.
“Basterebbe per tutta la vita.”
Questo pensava Frisk, una ragazzina di nove anni che, una volta rimasta quasi del tutto da sola, aveva trovato in un’unica persona un riparo, una via d’uscita, un distacco dal mondo. Ed era strano, non si trattava di certo di una presenza in carne ed ossa. Ma stavolta era diverso. Lui era diverso.
La sua musica, le sue parole, la passione che metteva in ogni suo gesto, tutto ciò che faceva le trasmetteva amore. E quell’amore, si era promessa, avrebbe fatto in modo di guardarlo dritto in faccia almeno una volta.
Voleva che lui sapesse. Doveva sapere che, tra l’infinità di gente che lo acclamava, che lo supportava e lo amava, c’era anche lei.
Si faceva strada tra i corpi insieme alla persona che aveva reso possibile tutto ciò.
“Facciamo in tempo, vero?” le chiese.
“Certo che facciamo in tempo”, le sorrise Diana, tenendola sotto braccio per non perderla tra migliaia di estranei.
Raggiunsero la ringhiera che separava il pubblico dal palco, e Frisk strinse la foto del suo eroe tra le mani, con le braccia avvinghiate attorno alle sbarre di metallo e il visino schiacciatoci contro. Diana la guardava con un misto di tenerezza e soddisfazione. Le aveva promesso che prima o poi l’avrebbe portata da lui, e finalmente aveva trovato l’occasione di tener fede alle sue parole.
Infinite voci squarciarono l’aria quando Michael Jackson fece la sua comparsa da dietro le quinte. Oltre ai soliti occhiali da sole, che mise via giunto alla postazione del microfono, e i suoi abiti iconicamente eccentrici, indossava come sempre il suo miglior sorriso. Lo stesso immortalato nella stampa in bianco e nero che la bambina aveva portato con sé.
Le mancava il fiato, non poteva credere di essere davvero lì, insieme a lui. Spesso le star sono percepite quasi inevitabilmente come immagini astratte, ammirabili soltanto dallo schermo del proprio cellulare, di un pc o un televisore. Ma ognuno di loro esiste, è reale, e Frisk adesso poteva sentire a pieno la concretezza di ciò che da sempre bramava.
Il Re del Pop fece l’ultimo di una lunga serie di saluti con la mano, dopodiché accennò una prima frase al microfono, col suo fare timido e completamente opposto a ciò che mostrava nello spettacolo.
Alla sua voce seguirono tutte le altre, in coro, che però si calmarono poco dopo così da lasciarlo iniziare.
Frisk lo ascoltava incantata, rapita. Era un sogno ad occhi aperti. L’argomento principale era il concerto che avrebbe tenuto il giorno dopo alla 02 Arena, prima di tornare in America.
Tra spiegazioni, ringraziamenti e “I love you” in italiano, il discorso giunse al termine e il cantante salutò tutti per poi ritirarsi.
La folla iniziò a disperdersi, molto lentamente, ma Frisk non si muoveva.
Era andata lì con un obiettivo preciso, e finora l’aveva raggiunto solo a metà. “Tesoro, non possiamo farlo, te l’ho già detto tante volte”, fece la ragazza dai capelli dorati, nella speranza di distoglierla da quella fissazione purtroppo impossibile da soddisfare.
Ma mancava ancora una cosa, e lei si rifiutava categoricamente di tornare indietro senza. Diana sospirò, rassegnata ad aspettare che si stancasse da sola.
Attesero minuti su minuti, forse passò mezz’ora, ma quando finalmente gli ultimi gruppetti di persone si allontanarono, la bambina oltrepassò la ringhiera dirigendosi verso le scalette laterali del palco. Alla più grande per poco non venne un colpo.
“Frisk!” Scavalcò la recinzione, raggiungendola.
La piccola ignorava i suoi richiami, e avanzava lenta, ora che c’era quasi.
Sapeva che non avrebbero dovuto trovarsi lì. Ma non aveva avuto scelta, si era convinta di questo. Diana le mise un braccio davanti per fermarla.
“Che hai intenzione di fare? Non si può stare qui!”
“Ma io-“
 “Ma che- Ehi voi!”
Le due si pietrificarono sul posto, e la bionda mormorò tra sé e sé una delle famose parole che Frisk non doveva dire.
Un uomo di colore, alto e un po’ in carne le raggiunse, visibilmente nervoso.
“Cosa state facendo? Questa è un’area privata.”
“Chiedo scusa, signore”, esordì Diana. “La bambina qui si è emozionata un po’ troppo. Stavamo per andarcene”, spiegò imbarazzata.
Lui puntò lo sguardo sulla bimba che invece teneva la testa bassa, gli occhi fissi sulla foto che, ormai era certo, sarebbe rimasta soltanto una foto.
“Beh”, riprese, ma con tono più calmo, intenerito da quella scena, “Mi dispiace, davvero, ma non posso far nulla al riguardo.”
“Qualcosa non va, Bill?” Domandò qualcuno avvicinandosi, e Diana quasi si strozzò con l’aria. Anche Frisk sgranò gli occhi. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille altre.
“Signor Jackson”, rispose l’uomo senza scomporsi. “Va tutto bene, le stavo mandando via.”
“Oh, non importa. Sono da sole, falle restare”, disse sorridendo, rivolgendosi poi alla maggiore delle due intruse. “Come ti chiami?”
Lei boccheggiò per un istante, ma poi prese fiato. “I-Io.. Mi chiamo Diana.”
“Piacere di conoscerti! E tu, piccola?”
Per la prima volta, i loro occhi si incontrarono.
“Io.. Eh?” Mormorò disorientata.
“Come ti chiami?” le ripeté l’amica.
“Oh, ehm.. Frisk”, disse indicandosi da sola.
“Ma che bel nome!” Commentò allegro, e andò avanti a conversare con Diana, che gli spiegava come ci erano arrivate lì. La ragazza si sciolse subito nel parlare, sembrava una normalissima chiacchierata tra amici.
Michael si rabbuiò, però, quando venne a sapere da dove venivano quelle due.
“Faccio volontariato nel suo orfanotrofio da qualche anno”, spiegò la bionda, quasi sottovoce. “Le avevo promesso da tempo di portarla ad incontrarti.. Ed eccoci qui”, concluse con un sorriso, che il cantante ricambiò.
“Ah sì?”, le rispose, e guardò Frisk. “Allora ditemi, a questa signorina piacerebbe passare un po’ di tempo assieme?”
 
 
 
 
 
   
 
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