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Autore: LeaDarco    08/04/2018    1 recensioni
Ho pensato a come potesse essere Braig da ragazzo e come potesse essere suo padre.
Così ho immaginato uno spaccato della loro vita, prima di tutti gli eventi di Kingdom Hearts.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Xigbar
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Duro Allenamento

 

I Mondi ci appaiono così divisi e solitari, ma c'è sempre quel costante legame che li unisce. E noi Nessuno non possiamo rinnegare il nostro passato da umani. E' così.
Rapporti Segreti (Xigbar - Day 117)

 

«Porca miseria, Braig!». Deyn, il braccio destro di suo padre, gli passò il pollice sull’occhio nero e scoppiò in un applauso. «E lui come l’hai ridotto?».

Il ragazzo accennò un mezzo sorriso e alzò gli occhi verso suo padre.  «Malissimo!»

Come ogni sera, lui, il suo vecchio e Deyn andavano fuori Radiant a sparare a qualche povera lattina usata come bersaglio. Duro allenamento, lo chiamava suo padre, ma sapeva che era solo un occasione per ubriacarsi lontano da Radiant.

«Complimenti, Braig» commentò suo padre; mandò giù l’ultimo sorso e guardò suo figlio. «Quindi adesso saresti un duro, giusto?».

Il ragazzo alzò le spalle. «No».

«Non prendermi in giro» digrignò tra i denti. «Conosco la tua boccaccia. Sarai andato in giro a vantarti con i tuoi compagni, è così eh?».

«Ti ho detto di no!» ringhiò il ragazzo. «Guarda che ha comincia-».

«Ma porca puttana, Braig!» sbottò suo padre. «Quante volte te l’ho detto?»

«Ma perché non mi ascolti?» gridò il ragazzo. «Ha cominciato lui!»

Suo padre gettò la bottiglia per terra e strinse i pugni; poi si lanciò come una furia su Braig (che indietreggiò spaventato); lo afferrò per la maglietta e lo guardò dritto negli occhi. «Non mi rispondere così, porca puttana. O ti ammazzo. Lo giuro. Ti ammazzo!».

Braig provò a spingerlo via ma finì per cadere per terra. «Perché non mi credi mai?» la voce nascose un singhiozzo e il padre fece un passo indietro.

«Oh!» lo guardò dall’alto con tono severo. «Non frignare come una femminuccia e alza subito il culo».

Il ragazzo si sforzò di non piangere e tornò in piedi.

«Su, dai» provò a intromettersi Deyn. «Non ha fatto nie-»

«E tu che cazzo vuoi eh?» per poco suo padre non caricò anche l’amico. «Sto parlando con mio figlio, non t’intromettere».

Poi afferrò Braig per il braccio (sentiva l’osso del bicipite andare in frantumi) e lo trascinò in mezzo alla discarica. «Ti piace fare il duro eh? Ti piace fare quello tosto?» Si voltò verso suo figlio e allargò le braccia. «E allora su, prendi la mia pistola».

«Smettila papà… ».

«Sei un uomo, no? Prendi la pistola!».

«No».

«Prendila cazzo!» ruggì suo padre.

La mano del ragazzo tremava ma riuscì ad avvicinarla alla fondina e a sfilare la pistola.

«Adesso sparami».

Braig lo guardò senza capire.

«A fare a cazzotti siamo tutti bravi» poi si voltò verso l’amico. «Non è così, Deyn?».

L’uomo abbassò lo sguardo, come se non fosse lì.

Poi gli occhi del padre fissarono di nuovo quelli di suo figlio.

«Su avanti… premi quel cazzo di grilletto».

La sua voce rimbombava nella testa di Braig.

«Dai sparami!».

Sentì l’impugnatura dell’arma farsi pesantissima tra le sue mani. «Basta… » riuscì a balbettare. «Ti prego, basta».

Il padre alzò gli occhi al cielo, prese la pistola dalle sue mani e la gettò a terra: poi afferrò la faccia del figlio e lo costrinse a guardarlo negli occhi.

«Hai capito quello che hai fatto?».

Odorava di alcool e frustrazione.

«Braig?» il tono di voce si fece più calmo. «Hai capito quello che hai fatto?».

Il ragazzo sentì le lacrime riempirgli gli occhi.

«Ascoltami, bene» disse suo padre.

«No. Non voglio parlare con te».

«Ascoltami, dai».

«No».

«Senti, mi dispiace, va bene? C’è un motivo se mi arrabbio… c’è sempre».

Poi accarezzò i capelli di Braig e avvicinò la fronte alla sua.

«Se qualcuno ti vedesse. Se qualcuno andasse a dire qualcosa a quel pezzo di merda di Ansem… è finita, ok? Ti porterebbero via da me… » si voltò verso la discarica, come per vergogna. «Se sbaglio di nuovo, ci divideranno, Braig. Hai capito? Questa volta per sempre».

Silenzio.

«E io… » balbettò suo padre. «E io non posso, ok? Non posso… ».

«Ha cominciato lui, ti giuro. Ha cominciato lui… ».

Braig si allontanò da suo padre e si portò indietro i capelli che gli si erano appicciati alla fronte.

«Ma tu non mi credi mai».

Suo padre sembrò mangiarsi le parole, poi guardò il figlio. «Facciamo così… » disse raccogliendo la pistola. «Ti credo solo se prendi tutte quelle lattine».

Provò ad avvicinarsi, ma il ragazzo non riusciva a guardarlo negli occhi.

«Avanti, dai. Non dirmi che non ce la fai… » gli alzò il mento con un dito. «Lo sai che sei più bravo di me».

Braig accennò un sorriso d’imbarazzo, afferrò la pistola e in un attimo sparò alle lattine in fondo alla discarica.

Caddero tutte, eccetto una.

Si voltò con aria di sconfitta ma la mano di suo padre gli accarezzò i capelli.

«Tranquillo» disse. «Ti credo lo stesso».

Abbracciò suo figlio e in quel momento un rumore metallico tremò dietro di loro.

E anche l’ultima lattina cadde a terra.

   
 
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