Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Florestan    11/04/2018    2 recensioni
Come già i lettori sanno, nella mia ultima raccolta "Cronache Mazoniane" ho introdotto il fantomatico personaggio del padre di Raflesia. Nel tentativo di far luce ancora una volta sul passato e sulle origini della nostra regina, ho immaginato una storia che partendo da questo elemento lo adoperasse come spunto per presentare una nuova e spero avvincente avventura che coinvolgesse non solo la nostra coppia di beniamini ma nuovamente tutto l'universo di personaggi che popolano la nave spaziale più amata (e temuta) dell'universo.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Raflesia, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                 Capitan Harlock: Sulle tracce del passato

 

 

Prefazione:

Con questa mia nuova long, come promesso affronterò il “tema” del padre di Raflesia, personaggio misterioso da me introdotto nel primo capitolo di “Cronache Mazoniane”, ma sarà anche il pretesto per poter proporre una nuova lunga e spero coinvolgente avventura che impegnerà di nuovo la nostra “coppia” di beniamini insieme a tutto il ritrovato cast di personaggi storici dell’equipaggio dalla nave spaziale più amata (e temuta) dell’universo…

Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno incoraggiato e supportato nello scrivere queste mie fantasie e spero d’incontrare ancora il plauso ed il gradimento di chi mi ha seguito fino ad ora, suscitando magari la curiosità in qualche nuovo lettore.

A tutti quanti

Buona lettura!

 

Florestan

 

 

1.  Una visita a sorpresa.

 

Sei anni più tardi, dopo gli eventi de “L’Inverno della Regina” e poco dopo “Il Risveglio del Grande Incantatore” …

 

Raflesia ed Harlock passeggiavano mano nella mano lungo l’alberato viale che collegava la loro casa al centro spaziale Daiba. Il capitano teneva a cavalcioni il piccolo Daniel, il primo figlio avuto insieme alla regina quasi cinque anni prima. Il bimbo, ormai abituato a quella lunga passeggiata che quotidianamente i suoi genitori effettuavano per recarsi all’astroporto del centro spaziale, sonnecchiava pigramente abbrancicato al collo del papà. Raflesia con la mano destra accarezzava l’appena accentuata rotondità del suo ventre, segno della sua seconda gravidanza.

Durante l’incessante avvicendarsi dei forsennati avvenimenti relativi alla loro ultima avventura: l’ordigno impiantato nel cervello di Mayu, la sua dipendenza dal redivivo diabolico Hardgear, nonché i piani di Helmatia e la minaccia metanoide, la regina, anche per non aumentare le già tante preoccupazioni, non aveva avuto modo di confidare al suo compagno che lei era nuovamente in lieta attesa, e così alla fine, grande era stata la sorpresa del capitano nell’apprenderlo inaspettatamente proprio nel corso della festa per l’ultimo dell’anno organizzata pochi mesi prima presso il grande centro spaziale.1

-Ancora non abbiamo scelto un nome da dare alla tua erede. Disse il capitano –Forse dovrai fare una consultazione presso il tuo popolo, in fondo sarà la loro futura sovrana, la regina dell’onnipotente impero di Mazone! Fece il capitano con tono ostentatamente solenne.

-Piantala Franklyn! Lo rimproverò la regina sorridendo, -Sceglieremo insieme il nome di nostra figlia! Sai bene che il suo destino di regina non dovrà mai mettere in secondo piano la libertà delle sue scelte nel vivere la propria vita. Io rispetterò quelle scelte, qualunque esse siano, non permetterò mai che si possa trovare nella situazione che sia io che tu abbiamo sperimentato nella nostra vita…

Nel dire ciò Raflesia aveva ben presente quello che significava per lei come per Harlock. In fondo tutti e due avevano condiviso un destino simile prima che le loro strade s’incrociassero in quell’incredibile svolgersi di eventi tragici ma anche risolutivi per le loro esistenze. Tutti e due avevano dovuto rinunciare a vivere una vita serena e tranquilla e a perseguire le loro reali aspirazioni e passioni mentre erano invece stati costretti a prendere delle strade completamente diverse. La regina si era trovata suo malgrado ad amministrare un immenso impero costantemente in guerra col resto del mondo e si era impegnata a traghettare il suo popolo, vittima di un’immane cataclisma, verso una nuova terra promessa, la Terra, per l'appunto.

Il capitano, dopo aver perso tutti i suoi cari e il suo primo grande amore, aveva rinnegato la carriera militare per poi diventare un ribelle, un pirata, così da poter perseguire quegli ideali di libertà e giustizia che il suo mondo, divenuto sordo e ottuso, ormai negava apertamente.

Due anime inquiete e sofferte che il destino aveva fatto incontrare, anzi scontrare in un epico conflitto all’ultimo respiro che si era concluso con la vittoria dell’Arcadia sull’immensa flotta da guerra mazoniana. Quello scontro era stato realmente fatale poiché aveva creato un profondo mutamento nei loro animi, soprattutto in quello della regina che, riacquistando la sua umanità, aveva anche ritrovato l’amore proprio nella persona del suo acerrimo nemico. Ed anche Harlock aveva ritrovato qualcosa che ormai pensava di aver irrimediabilmente perso: la voglia di vivere di nuovo un sentimento così profondo ed un legame con una persona capace di vincere ogni tentazione di fuga da una così triste realtà, ma soprattutto il desiderio di costruire con questa persona una vera famiglia, testimonianza della rinata speranza nel futuro del mondo.

-Talvolta dimentico di aver sposato la donna più saggia dell’universo… Rispose Harlock avvicinandosi al suo volto. –E’ che ogni volta la sua bellezza mi fa passare di mente ogni altra cosa… Continuò mentre le loro labbra si univano in un tenero bacio.

Anche quella mattina la passeggiata di quella particolare famigliola si sarebbe conclusa presso il centro spaziale intitolato alla memoria del padre di Tadashi, l’illustre scienziato professor Daiba, tra le prime vittime a cadere durante il passato conflitto tra terrestri e mazoniani. Come al solito Harlock si sarebbe recato a far visita a Tochiro sull’Arcadia e avrebbe sbrigato le quotidiane necessarie faccende inerenti al mantenimento della nave spaziale, mentre Raflesia insieme a Daniel avrebbero fatto visita a Yuki e Tadashi, senza dimenticare di affacciarsi da Masu San per una buona fetta di torta…

Appena giunti all’ingresso del grande edificio furono raggiunti da uno Yattaran piuttosto trafelato che si rivolse subito al suo comandante:

-Capitano, pare che abbiamo un’illustre ospite che è venuta apposta per conferire con lei e con la regina! Disse con un tono di voce piuttosto eccitato, mentre da dietro gli occhiali i vispi occhi del vicecomandante per un attimo luccicarono.

-Venuta? Ripetè Harlock incuriosito. –Franklin, a quanto pare hai qualche ammiratrice segreta che ti reclama. Ribattè Raflesia divertendosi a vedere il leggero imbarazzo che assaliva il suo compagno.

-Veramente la “signora” sarebbe venuta per incontrare innanzitutto voi, maestà.

-Proprio me?! Questa volta fu Raflesia a mostrarsi sorpresa.

-Sì, proprio voi, riprese Yattaran -Comunque è una donna molto affascinante e ha un’aria misteriosa e poi…non si capisce quanti anni abbia, è bellissima ma con dei lunghi capelli candidi come la neve…non ha l’aria di essere terrestre ma nemmeno mazoniana.

Nel frattempo il gruppetto era giunto in prossimità dell’astroporto che si apriva dietro il centro spaziale, e in pochi istanti la rampa mobile dell’Arcadia li condusse rapidamente all’interno della nave sino agli appartamenti del capitano. –Ho pensato che voleste riceverla in un ambiente familiare perciò mi sono permesso di condurla presso i suoi alloggi, capitano, ovviamente non è sola ma è rimasta Meeme a tenerle compagnia…-Hai fatto benissimo Yattaran, ti ringrazio e ti farò sapere cosa scopro su di lei, visto che ho l’impressione che quella signora ti interessi parecchio, gli rimandò Harlock ammiccando col suo unico occhio. -Beh, io torno al mio lavoro! Rispose il vicecomandante che, punto sul vivo era diventato rosso come un peperone.

Arrivati presso gli alloggi di poppa il capitano e la regina si ritrovarono di fronte ad una singolare scena. Due creature femminili che sicuramente non passavano inosservate per il loro strano aspetto stavano comodamente sedute su due delle poltroncine del salottino, una sorseggiava del vino rosso mentre l’altra gustava un the fumante che le era stato probabilmente servito da Masu, dato che era accompagnato dai suoi inconfondibili biscotti. –Oh, ciao Harlock, ciao Raflesia e ciao piccolo Daniel! Esclamò la yuriana con la sua inconfondibile voce dolce. Oggi abbiamo ospiti, è venuta a trovarci una signora che vuole parlarti, fece l’aliena in direzione della regina e mentre parlava si alzò prendendo per mano il bambino. –Ora io e Daniel andiamo di là a giocare dal dottor Zero mentre Masu San ci prepara la cioccolata calda! –Sì, la cioccolata! Poi andiamo anche da Yattaran che mi aveva promesso dei nuovi modellini di astronavi!  Esclamò il bimbo tutto eccitato.

Al loro ingresso anche l’ospite si era alzata mantenendo il capo lievemente inclinato in segno di deferenza. Il capitano notò come effettivamente quella donna fosse di una rara bellezza. Il candido viso dai sottili e perfetti lineamenti non mostrava alcuna ruga mentre i lunghi capelli bianchissimi erano sostenuti da un diadema che somigliava ad una piccola corona ed un pendaglio argenteo di forma triangolare faceva mostra sul petto sopra una lunga veste anch’essa bianchissima.

-Maestà, i miei rispetti, disse con una gradevole voce mentre accennava un inchino, poi si rivolse ad Harlock: -Capitano, è un piacere conoscerla, ho tanto sentito parlare di lei e sempre in termini molto positivi. Permettetemi di presentarmi, mi chiamo Parmenia ed ero, anzi in effetti lo sarei ancora, gran sacerdotessa della dea Seshat, protettrice della pace e della saggezza.2

-Seshat, ma certo! Ecco perché quel diadema e quel pendaglio non mi erano del tutto sconosciuti! Esclamò Raflesia. -Anche il suo volto non mi è estraneo, Parmenia, ma se ci siamo conosciute deve essere avvenuto in un lontano passato poiché già ai tempi in cui salii al trono il culto di Seshat su Mazone era caduto in disgrazia, continuò con un lieve rammarico nel tono della voce. –Peraltro nei miei approfonditi studi sugli Eterni e la loro influenza sulla nascita di Mazone e lo sviluppo di tutto il nostro quadrante galattico, il nome della dea Seshat ricorre frequentemente e qualcosina sul suo culto me la sono studiata nonostante molte fonti e documenti siano stati fatti sparire temo per opera di mia madre, la regina Morgana…

-Maestà, purtroppo avete perfettamente ragione, noi ci siamo conosciute quando voi eravate molto piccola. All’epoca ero anche consigliere della casa reale ma per via di una mia terribile predizione che preannunciava la catastrofe a cui andava incontro il nostro impero, fui opportunamente allontanata da corte ed i miei servigi furono respinti in quanto pace e saggezza in quel periodo andavano contro la politica bellica espansionistica che si era voluta portare alla sua massima espressione. –Ed io proseguii quella folle politica intrapresa da mia madre. Riprese Raflesia con tono ancor più mesto. Il seguito della storia lo conosciamo bene…

A quel punto Harlock tentò di rompere l’imbarazzante silenzio che era improvvisamente calato.

-Beh, cara Parmenia, ma qual è il motivo della sua visita? Sarà sicuramente importante dato che se non sbaglio sarà venuta quanto meno dai lontani territori galattici della nuova Mazone.

-In effetti sono qui per ottemperare ad una promessa che feci molti anni fa ad una persona speciale, ad un terrestre per l’esattezza.

-Un terrestre? Chiesero in coro la regina e il capitano.

-Sì, mia regina, voi allora avevate appena un anno di vita e quell’uomo, in quel momento ospite della regina Morgana, prima di dover scappare da Mazone e tornare sulla Terra mi fece promettere di consegnare una lettera a sua figlia nel momento che avrei ritenuto più opportuno.2

 Bene, quel momento è arrivato! Disse estraendo una larga busta gialla e porgendola a Raflesia.

 

Note

1. Vedi “Il Risveglio del Grande Incantatore”.

2. Vedi “Vedi Cronache Mazoniane” capitoli 1 e 2.

 

 

 

   
 
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