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Autore: Max_Foreign    24/04/2018    0 recensioni
Tutti al mondo hanno una piccola passione nascosta. Dal collezionismo allo sport, dalla musica al cinema e così via. Molte volte però, c'è qualcuno che prende troppo seriamente il concetto di "passione", andando oltre ogni limite.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Mi chiamo George Batler e sono un brillante biochimico britannico. Sin dalla più tenere età ho sempre avuto una un sacco di doti e passioni, che hanno fatto in modo di farmi arrivare dove sono adesso. Una passione che è sempre stata al primo posto nella mia vita è sicuramente quella per il collezionismo.

Essendo di famiglia benestante ed avendo un lavoro altamente retribuito, posso permettermi senza alcun problema questa costosa passione. Se trovo qualcosa che m'interessa non c'è nulla che mi fermi dall'ottenerlo. Tutto ha una prezzo, ed io posso permettermelo. Per tanto ho sempre collezionato di tutto: dagli oggetti d'epoca ai gadget usati per film o serie famose. Ho sempre collezionato ciò che definirei "la base del collezionismo". 

Qualche anno fa, però, guardando una notizia al telegiornale, cominciai ad interessarmi molto al mondo criminale, soprattutto ai casi di omicidi organizzati o semplici massacri incontrollati. Dopo un particolare caso di pluriomicidio causato da un soggetto non ancora identificato, cominciai a vedere quelle bestie da massacro in modo completamente nuovo. Quegli esseri che prima consideravo spazzatura, adesso erano come degli artisti emergenti per me. Molti di loro riuscivano ad affascinarmi con il loro modo di uccidere centinaia di persone senza provare alcun rimorso, lasciandosi dietro solo una scia di morte e disperazione. Chiunque con un pizzico di attenzione riuscirebbe ad accorgersi che in tutto questo c'è un "non so che" di magnifico ed inquietante al tempo stesso.

Per riuscire ad ampliare la mia conoscenza e la mia curiosità cominciai a collezionare del nuovo materiale. Era decisamente la cosa più bella che io abbia mai avuto. Cominciai col collezionare vari articoli riguardanti i casi di omicidio più importanti o particolari, che erano rimasti nella storia per qualche macabro dettagliato di troppo. Era tutto così strano ed affascinante, tanto da portarmi a fare cose che non mi sarei mai aspettato di fare: cominciando a corrompere i più alti ranghi del sistema giudiziario, solo per poter ottenere tutto ciò che fu utilizzato da quei killer come arma del delitto. La mia collezione diventava sempre più grande e particolare.

Finii col possedere armi, vestiti, maschere, perfino campioni di sangue, posseduti da quei criminali. È davvero impressionante quanto magnifico materiale possegga un singolo dipartimento di polizia qui in america. Per puro spirito di collezionismo m'impossessai anche dei fascicoli contenenti le informazioni dei medesimi criminali. Quanti magnifici dettagli rendevano la mia collezione ancora più interessante di quanto non fosse già!

Più il tempo passava, più arricchivo le mie stanze con ancora più "tesori". Almeno, fino a questo periodo. Tre anni fa scoprii come poter davvero dare vita alla mia collezione, come poter davvero darle quel tocco di maestosità in più! Pertanto cominciai ad usare il mio genio per poter creare qualcosa di unico e spettacolare: un siero capace di far rivivere i morti. Perché far rivivere i morti? Non ci fu risposta più ovvia: per arricchire ULTERIORMENTE la mia collezione. 

Collezionare armi e cianfrusaglie simili non mi emozionava più come prima, così cominciai a riflettere sull'idea di collezionare le opere più belle che ogni serial killer abbia mai creato: le loro vittime. Il problema più grande non era trovare le vittime, avendo un registro completo di tutti i delitti più famosi, né tanto meno come poterli prelevare. Il problema più grande era il loro aspetto. Oramai erano morti, non avevano più quell'espressione di paura o dolore che avevo immaginato. Erano semplici corpi putrefatti senza il minimo splendore. Fu così che ebbi l'idea per quel siero. Creandolo avrei potuto ammirare le magnifiche espressioni che fecero negli attimi prima della morte, per sempre. Non mi restava altro che cominciare a crearlo.

In soli tre mesi creai la prima serie di sieri, composta da ventidue tipi differenti, nessuno di loro dava alcun effetto. Allo scadere del quinto mese finì la terza serie, composta da quindici tipi, dei quali solo quattro davano dei lievi effetti sul corpo. All'undicesimo mese conclusi la creazione della sesta serie, composta da dodici tipi, tutti e dodici acceleravano la decomposizione del soggetto al quale veniva somministrata. Poco dopo l'inizio del diciannovesimo mese terminai la creazione della dodicesima serie, composta da cinque tipi, due dei cinque davano il risultato opposto a quello della sesta e nona serie, bloccando definitivamente il processo di decomposizione.

Superato il ventiseiesimo mese cominciai ad avere dei seri dubbi sul risultato finale dell'esperimento, visto che la diciassettesima, non che ultima, serie non dava alcun riscontro, né positivo, né negativo. In un primo momento dubitai delle mie capacità e cominciai a pensare d'aver buttato fondi, tempo e fatica in un progetto irrealizzabile, almeno fino a quando non vidi una cosa sconvolgente: tutti i soggetti sottoposti alla settima serie non c'erano più, almeno non dentro la stanza dov'erano collocati. Quando cominciai a sentire dei rumori provenienti dalla stanza di fianco alla mia, il mio cuore andò in subbuglio. Presi una Revolver che tenevo in uno dei cassetti della mia scrivania e corsi a controllare. Quando arrivai, lo scenario che mi si parava d'avanti era uno dei più belli che avessi mai visto: la mia collezione, la mia bellissima collezione, era finalmente diventata ciò che avevo sempre sognato. La settima serie di sieri aveva dato una nuova vita a quelle bellissime opere, che adesso divoravano e sfregiavano i corpi dei soggetti falliti e malfatti. Non riuscivo a contenere la mia emozione e per tanto non riusci a trattenere la mia felicità:

«Finalmente...FINALMENTE CE L'HO FATTA! La mia collezione, la mia arte, il mio essere...sono nuovamente vivi!» gridai, cominciando a sparare ai soggetti presenti nella stanza. 

Il siero aveva fatto il suo lavoro, aveva funzionato, ma era ancora imperfetto. Dovevo in qualche modo diminuire i tempi di efficacia, così da non dover aspettare dei mesi prima di poterli vedere nuovamente "in vita". Tre mesi dopo conclusi la modificazione del siero n. sette per renderlo più efficiente. Alla fine il siero era pronto e lo denominai "Relive-7". Ci volle più tempo del previsto per completarlo, ma adesso mancava solo una cosa da fare: un test ufficiale.

Volevo che il test venisse sottoposto ad uno dei pezzi più importanti della mia collezione, così partii per andarlo a recuperare. Il viaggio mi portò da Los Angeles a Fort Wayne, la località dove qualche mese prima era avvenuto uno dei massacri più stupefacenti mai registrati. La cosa complicata del viaggio non fu trovarla, ma dissotterrarla. Non avevo mai faticato così tanto per ottenere qualcosa, di solito i miei pezzi arrivavano direttamente nei miei laboratori. Ma fatica a parte, adesso potevo averla tutta per me: l'unica vittima del massacro di Fort Wayne ad essere morta per cause naturali, o almeno era così che i media aveva spiegato la questione. In realtà sembrava che nel corpo del soggetto fosse presente un alto quantitativo di oppiaceo, che ne causo l'indebolimento, ma non la morte. Un modo alquanto banale per cercare di uccidere un paziente. Fu proprio per la banalità della cosa che riuscii a dedurre che la morte del soggetto non era stata opera del responsabile di quel massacro. Perché? Perché un metodo così noioso e longevo non era il modus operandi di quel favoloso artista. Il soggetto in questione è morto perché l'artista in questione non voleva ucciderlo, ma voleva alleviare il dolore dovuto all'oppiaceo. Questo voleva dire che il soggetto era una persona a lui cara, una persona che era a stretto contatto con l'artista, la sua più grande opera, il suo più grande capolavoro, la sua Gioconda...adesso era mia! Non ce opera più bella di un amore andato a pezzi.

Tutto era pronto, non mi restava che cominciare l'esperimento. Dopo aver iniettato il siero, il corpo del soggetto cominciò ad arrestare il processo di decomposizione. Qualche ora dopo iniziò ad accennare dei lievi movimenti: sia gli arti superiori, sia quelli inferiori reagivano magnificamente. In fine, dopo dodici ore di puro spettacolo, il mio più grande tesoro cominciò a muoversi liberamente, cominciando a scrutare la stanza. L'esperimento era quasi giunto al termine, non mi restava che completare l'ultima fase.

Per riuscire a completare l'esperimento, dovetti invitare nei miei laboratori un mio vecchio professore di università  insieme alla sue equipe. Una volta arrivati, cominciai ad illustragli i progressi e le scoperte fatte negli ultimi anni. Non ce da sottolineare che restarono sbalorditi dal mio immenso genio. Ma la cosa che li colpii di più era sicuramente il Relive-7. Gli spiegai tutto a riguardo, anche il motivo per il quale l'ho creai, ciò li rese ancora più curiosi al riguardo. Continuavano a dirmi che era una delle più grandi scoperte sia in campo biochimico, sia in quello medico, ovviamente ero al corrente di tutto ciò. Arrivati di fronte alla nostra ultima meta, la stanza degli esperimenti, li inviati ad accomodarsi, ma non prima di spiegargli un ultima cosa:

«Oh, dimenticavo di dirvelo: Il Relive-7 è un prodotto impossibilitato al raggiungimento della perfezione, pertanto possiede dei lievissimi effetti collaterali. Infatti, il soggetto al quale viene somministrato il siero, deve consumare un numero esorbitante di cibo, preferibilmente della stessa struttura genetica.»

Quando conclusi la spiegazione la porta che si parava di fronte a me si chiuse, lasciando i miei ospiti all'interno del laboratorio. In un primo momento non si sentivano altro che le imprecazioni dei miei cari colleghi che mi minacciavano di farli uscire, ma subito dopo...solo urla, seguite da un melodico silenzio. 

L'esperimento era concluso. Tutte le informazioni che mi servivano erano state raccolte, e grazie a loro adesso posso dire d'aver creato la collezione definitiva. Il che ci porta ai giorni odierni. In questo esatto momento ho completato la messa a punto di alcuni pezzi alquanto particolari, davvero splendidi. Tutto quello che devo fare per mantenere questo splendore è nutrirli, più del necessario se è possibile. Magari un giorno potrò mandare le opere che ho "revisionato" a prendere i loro artisti, così da ampliare ulteriormente la mia collezione. Chissà, magari un giorno sarai anche tu un pezzo di questa macabra e bellissima collezione.

Ma non è un discorso da fare a del semplice nutrimento. In fondo, la mia Gioconda è già li per mostrarti il suo splendore.

 

   
 
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