Pallide rose
Salazar
si chiede quando Helena sia cambiata così.
Sembra passato
soltanto un istante da quand’era una bambina impavida che
giocava tra i roseti –
i capelli troppo lunghi carichi di pallide rose, le dita graffiate
dalle spine.
Ora
Helena sorride con cortesia meccanica, altera in un abito d’organza,
i riccioli d’inchiostro senza un fiore.
È stato
lontano soltanto sette anni, eppure tutto è cambiato
– la scuola invasa dalla feccia, sangue che marcisce, Helena
sfiorita.
Corinna nota lo sguardo di Salazar.
“È diventata
una donna, finalmente.”
“L’hai rovinata,
finalmente.”
Helena è lontana, ma un sorriso nero le
incurva per un momento le labbra.
*
Quella
notte, Helena scivola nel suo letto –
velata d’odio, candida, candida da spezzare.
Ha
i capelli carichi di rose a cui non ha strappato le spine.
*
“Se
tua madre ci dovesse scoprire...”
“Non ci scopre.”
*
Salazar
si consuma sulla sua pelle con una devozione che ha del sacrale –
Helena lo trascina a fare l’amore nei boschi, sotto lo sguardo
feroce d’una luna di sangue che sembra esplodere nel cielo.
Salazar
la guarda ed è rapito dalla purezza del suo sangue, dalla sua
bellezza che ha qualcosa di tragico, qualcosa di definitivo –
Helena danza su di lui con le onde dei capelli cariche di pallide
rose, Helena crolla tra le sue braccia in una profusione di petali e
gemiti, e Salazar sa d’amarla perché non è
fragile nemmeno allora, nemmeno con le mani graffiate dalle spine,
nemmeno col volto straziato dal piacere.
*
“Non
voglio diventare come lei.”
“Non potresti mai.”
*
Quando
Corinna li scopre a letto insieme, Helena non ha il coraggio di
difendersi –
sua madre grida, piange, le strappa le rose dai capelli, le imbratta
di sangue.
Salazar
insorge, imperioso, ma tutto è perduto,
e, mentre la trascinano via, lei capisce che non lo rivedrà
mai più.
*
Salazar
lascia la scuola di notte, l’argento dei suoi capelli pare
quasi liquido alla luce della luna –
guarda la torre in cui Helena è rinchiusa e gli sembra di
scorgere la sua figura alla finestra, ma sono soltanto ombre.
Salazar
se ne va, col cuore atrofizzato e un sogghigno che stilla
veleno.
Nella Camera dei Segreti, un uovo s’è schiuso
e una rosa bianca di vendetta è fradicia di sangue di
rospo.
Per
te, amore mio.
*
Sua
madre impiega qualche tempo a perdonarla, ma alla fine lo fa –
perché è una madre, e una sciocca.
Helena
sorride a tutti, quando Corinna le permette di tornare in società.
Helena
ha capelli d’inchiostro e occhi irrequieti che fuggono ogni
sguardo –
è quella febbre che ha in viso mentre si piega sotto le parole
pacate di sua madre, è l’odio che le fa bruciare le
guance e scoprire i denti quando sorride.
Helena
ride senza ritegno, beve vino elfico e sembra una persona nuova –
ma il marciume non si lava via facilmente e, nel calice ch’abbandona
prima di ritirarsi, galleggia profetico un petalo di rosa bianca.
*
Helena
ruba il Diadema di sua madre con autentico piacere –
per te, Salazar, per te.
La
stanza è invasa di pallide rose, quando Corinna scopre il
furto.
Nella
custodia della tiara, un petalo intinto nel sangue dichiara che il
debito è stato finalmente pagato.
Note
dell’Autrice
Non
ho molto da dire su questa storia, tranne che ho voluto inserire una
coppia inusuale che mi piace molto in uno scenario canon,
riconducendo alcuni fatti citati nell’opera
principale (la Camera dei Segreti, la nascita del Basilisco, il furto
del Diadema di Corvonero) alla storia d’amore
tra i due protagonisti.
Voglio inoltre sottolineare che la
reazione di Corinna può sembrare assurda per i tempi nostri,
ma questa storia è ambientata secoli e secoli fa, quando non
era concepibile che una ragazza – soprattutto di buona famiglia
– andasse a letto con un uomo senza essere sposata.
Spero
che la storia vi piaccia!
Un bacio,
Mary