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Autore: kiwikiwikiwibusiness    26/04/2018    0 recensioni
Anita, ragazza trasferitasi da poco nella poliedrica Londra, si scontra con l'improbabilità: Harry Styles. Cosa accadrà a quel punto tra gli scaffali di quel piccolo supermarket; tra due universi così diversi ma così improvvisamente vicini in un paradossale luogo comune? E se ve ne fosse più di uno?
[ Raccolta di OS. Avvertenze: alto contenuto di trash. ]
Genere: Demenziale, Satirico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra. Un cliché in cui non aveva mai pensato di trasferirsi, lontano anni luce dal pensiero di avventura che si era da sempre propinata.

Sviolinate sulla Nuova Zelanda, sulla Norvegia, Islanda, Scozia e invece, il posto meno casuale di tutta l'Inghilterra. Meta agoniata ed idolatrata da ogni amico ed amica, persona e sconosciuto, cerebroleso e nuovo Platone, tranne che da lei.

Ironia della vita o karma, non importava più di tanto quando le scelte si erano ridotte tra il comprare, sperimentare, degli improbabili cereali alla cannella con il pretesto di sentirsi un po' più inglese o il classico Nesquik al cioccolato. Il dilemma se optare per il gusto fragola o banana non le aveva sfiorato nemmeno l'anticamera del cervello; in antitesi si era chiesta quale soggetto discutibile avrebbe mai potuto farne uso o addirittura abusarne.

La faccia le si deturpò in una smorfia di rifiuto quando una mano subentrò nella sua ottica ad acchiappare la confezione al sapore del frutto dell'amor; gli occhi scuri saettarono verso il volto ignobile che stava attentando al rigoroso buongusto italiano che le scorreva nelle vene facendo uscire quelle parole in tono atono: « Che. Schifo. »

La confusione del ragazzo si trasformò per qualche secondo in un'espressione colpevole, la mano a lasciar cadere la scatola dentro il cestino rosso. « I gusti sono gusti. »

« E il mondo è bello perché vario, certo. », esordì di rimando prima che le sinapsi le si scollegassero per quei cinque secondi di realizzazione e di attenzione verso l'interlocutore meno casuale della città più casuale al mondo. « Menomale che non esiste quello al Kiwi. »

Harry Styles al supermercato, a dimostrare inconsapevolmente la discutibilità delle sue papille gustative, stava rendendo chiaro che avesse voglia di ridere per quella che però, dalla faccia inequivocabile della ragazza, non si stava rivelando essere una battuta. « Riferimenti puramente casuali. Giusto? »

« Senza offesa. » Anita lasciò cadere la scatola di Nesquik, quello normale e da comuni mortali, nel cestino a sua volta. « Ma tu davvero hai scritto quella canzone mentre ti stavi sfogando? » Gli rivolse un'occhiata piena di ironia. « Avanti, a me puoi dirlo. Fai uso, anzi, abuso di sostanze stupefacenti? » Distese le labbra dipinte di un rosso violaceo, un sorriso canzonatorio, recuperando la confezione di Nesquik alla banana dal suo cesto per riporla indisturbata al suo posto: lontano dall'essere acquistata. « Non vi è motivo di provare imbarazzo, io stessa mi diletto in qualche joint di tanto in tanto. »

Il cantante dagli occhi verdi rimase fermo sul posto, mitigato nella sua tenuta sportiva, interdetto tra la scelta di prenderla sul serio o l'ipotesi che lo stesse solo prendendo per il culo tanto da non badare al prodotto sottratto e accuratamente riposto. « Ti stai prendendo gioco di me? » Pose la domanda seguendola lungo il corridoio tra gli scaffali. « E' una canzone liberatoria.  »

« Oh, no, sono mortalmente seria. » Gli fece cadere una scatola di cornflakes con gocce di cioccolato nel cestino, agitando appena una mano come ad allontanare quella supposizione. « E' che proprio non ha senso. » Proseguì non solo nel discorso ma anche nella spesa, senza badare all'assurdità di quella situazione. « Passi la prima strofa ma dalla seconda inizio a dubitare che tu fossi propriamente lucido in quel momento. » Bloccò i passi rifilandogli un pacco di spaghetti. « Che poi... » Voltandosi in una leggera piroetta sui tacchi degli stivali, gli mostrò un'espressione tra il confuso e lo scettico. « ...Il cactus e la caramella dura che gocciola. » Intercalò un momento di silenzio, il rumore dello scanner delle casse poco distanti a scandire il tempo. « Hai seriamente partorito quel giorno e non un bambino, al di là di ogni ragione biologica naturalmente. »

« Metafore. » Rispose stringendosi nelle spalle, riprendendo a camminare poco dietro di lei. « Certamente non esistenziali come le tue paranoie al riguardo. »

Cambiando corsia, Anita, scrollò le spalle. « Certamente io non evito di rispondere alle domande, Mr. Metafora 2018. » Lasciò cadere altre due confezioni di alimenti nel suo cesto, decisamente mangiabili. « Ma tranquillo che chi tace acconsente. »

« Sono più affermazioni che domande, le tue. » Harry sbatté un paio di volte le palpebre. « E, comunque, vale la stessa cosa per te. »

«Sono consapevole di essere complessata. » Il tono distratto nel renderlo partecipe di quella che riteneva lei stessa un'ovvietà. « Davvero devo spiegarti che cosa sono le domande sotto intese? »

«La consapevolezza di certo aiuta, è un buon passo in avanti. » Sistemandosi il capello alquanto deforme sulla testa, fece scivolare le labbra in un sorriso beffardo, ignorando preventivamente la domanda retorica. « I miei complimenti. »

Anita sollevò le sopracciglia, finendo di recuperare quello che serviva a lui; ossia una cultura sulla buona cucina. « Dov'è il mio applauso? »

Harry Styles colse la palla al balzo, capovolgendo la situazione a proprio favore, adagiando il cestino per pronunciarsi in un rumoroso batti-mani. << Dimmi tu quando sei completamente soddisfatta. » Aveva messo in conto tutto, a partire dagli altri clienti che si voltavano, ma non al sacchetto di Mr. Porky, snack di cotenna fritta, che gli arrivò dritto in faccia. « Suppongo che così possa bastare. »

« Perspicace, quando vuoi. » La ragazza spostò i capelli dietro le spalle, aggiustandosi lo zaino sorretto da una di queste, nel ricomporre la sua integrità di persona. « E per la cronaca, il nuovo volto di Gucci non può permettersi di chiamare arancia un mandarino. »

Il cantante inglese raccolse il cestino con sguardo altrettanto sarcastico. « La prossima volta mi munisco di Kiwi così sarai più contenta. »

Anita roteò gli occhi platealmente, lasciando cadere ciò che le serviva nel proprio di cestino questa volta, prima di dirigesi alla cassa con quella presenza che era in grado di attirare l'attenzione anche della nonnetta indecisa su quale carta igienica fosse più conveniente e con la vista pari a quella di una talpa. « Inizia con l'andare a casa, far bollire la pasta in una pentola e assicurati di non farla scuocere. Senza dimenticare di salare prima l'acqua. Limitati a sbattere le uova, una intera più un'albume, aggiungici il parmigiano e nel frattempo rosola la pancetta in una padella con un filo d'olio d'oliva. Versione semplice, non oserei proporti il guanciale ed il pecorino per le probabilità di fallimento che intravedo all'orizzonte. » Delucida nel porre i propri acquisti sul nastro, sotto gli occhi interdetti della cassiera che non sapeva esattamente se prestare attenzione a ciò che si stavano dicendo, alla battitura allo scanner o ad Harry Styles. « Preparati una Carbonara e scrivi una canzone su quella, successo assicurato. Altro che Kiwi. » In quell'anticipazione di conclusione, gli lasciò cadere una caramella direttamente nel suo cestino, presa dallo scaffale lungo quell'ultimo breve percorso con un sorriso ironico. « Nel caso tu voglia scioglierla. » Sciorinò quelle ultime parole, passando i contati e ritirando il resto, prima di uscire insieme alla busta della spesa da quell'assurdo Stargate che si era rivelato essere il supermarket.

Chiaro come il sole che stranamente faceva presenza su Londra, era che Harry Styles aveva appena creato una fila al supermercato e per la prima volta non per la sua fama ma per la perplessità che gli era stata donata senza richiesta, in quel giorno di pausa, sotto forma di cucina italiana e una caramella gommosa al kiwi.





[ Spazio autore: os scritta per farsi due risate nel più plateale e pure del trash, cosa che spero di essere stata in grado di fare, ringrazio chiunque abbia speso con un sorriso il suo tempo fra queste righe. ] 
   
 
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