Führe mich

Era il 1942 quando le truppe del III Reich occuparono tutta l’Europa. La Wermacht si adoperava per reclutare uomini giovani, dai diciassette ai trentacinque anni, e la necessità di materiali per le armate cresceva a dismisura. L’aviazione, la marina, l’esercito, perfino i trasporti necessitavano di manodopera. Albert Speer, responsabile della produzione industriale, e Fritz Sauckel, fornitore proveniente dai quadri delle Squadre d’assalto, avevano il compito di aiutare Hitler nell’impresa; il primo optando per lo sfruttamento delle industrie nei paesi occupati, il secondo intensificando la deportazione in Germania dei lavoratori da impiegare nelle fabbriche tedesche. La strategia contenutistica di Sauckel risultò la preferita del Führer il quale deportò centinaia di uomini e donne verso i centri tedeschi per accrescere la produzione bellica e privilegiare industrie come la centenaria Krupp di Herr Arndt von Bohlen und Halbach.
In una Germania caratterizzata dalla repressione Nazista, la malcelata schiavitù industriale dilagava per le strade e infettiva i parchi, i bagni pubblici, gli angoli più remoti. Lontano dagli occhi di tutti, alle spalle della gente perbene, la prostituzione, perfino quella maschile, era una realtà che la Razza si rifiutava di accettare.