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Autore: StClaire    28/04/2018    4 recensioni
Hermione, dopo gli avvenimenti successi al Ministero della Magia e la morte di Sirius, prova una sensazione nuova, una sensazione che non aveva mai provato prima. Paura. Non riesce più a dormire, non riesce più a essere tranquilla, non riesce a parlarne con nessuno.
Tranne che con un'insospettabile persona: Severus Piton.
Quanto dolore e quanta paura si cela dietro quegli occhi neri come la notte più scura?
Dal testo:
Hermione si sentì arrossire, si sentiva studiata dal suo professore. Di solito i suoi sguardi erano carichi di disprezzo e spesso, come aveva orgogliosamente notato, pieni di odio per non poterla disprezzare più del dovuto, per colpa della sua diligenza.
Abbassò lo sguardo, incapace di tenere ancora i suoi occhi i quei buchi neri, che sembravano ancora più profondi.
Notò l’uomo chiudere gli occhi emettendo un debolissimo e impercettibile sospiro.
«Torni a dormire Granger», disse improvvisamente Piton, «E… per quanto possibile, provi a non pensarci più», continuò, per poi congedarsi, senza aspettare una risposta, con il lieve fruscio di mantello che Hermione aveva imparato a riconoscere ovunque.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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How can it feel so wrong?

- Prologo - 

*

Caldo. Troppo caldo per essere vero.
Hermione si alzò di scatto tra le coperte rosse del suo letto. Le sue compagne di stanza erano tutte profondamente addormentate, come giusto che fosse, data la tarda ora della notte. Fuori era ancora buio.
Si scostò i capelli dalla fronte imperlata di sudore. Anche questa notte non riusciva ad addormentarsi serenamente.
Cosa le stava accadendo?
Quella maledetta sensazione di nodo alla gola non riusciva a togliersela. Aveva bisogno di aria. Vera aria.
E così fece quello che non si sarebbe mai aspettata da sé stessa. Indosso velocemente una felpa sulla maglia che utilizzava come pigiama e calzò velocemente gli stivaletti.
Non era da lei lasciare di notte la sua sala comune per infrangere la più basiliare delle regole.
Fuori dal dormitorio, di notte.
Aveva bisogno di aria. Ne aveva davvero bisogno.
Dopo quella fatidica notte al Ministero della Magia, dopo la morte di Sirius, si era ritrovata diversa. Sentiva che qualcosa si era spezzato in lei, in Harry, in Ron, in tutti.
Non aveva mai visto la morte. Non l’aveva mai incontrata, mai cercata, mai pensata, mai realizzata. Fino a quella notte.
Le mancava Sirius. Quel suo sorriso triste e dolce allo stesso tempo. Quanto dolore aveva quel sorriso.
Le mancava tantissimo e le sembrava tutto così triste.
Aveva realizzato per la prima volta di avere avuto paura. Quando era finito. Giorni e giorni dopo quello che era successo.
Come era strana e affascinante la mente umana, come era subdola.
Si era resa conto che aveva paura. Dopotutto quello che aveva passato, dopo tutto quello che aveva affrontato.
Sospirò.
Non si era neanche resa conto che era arrivata ormai al cortile del castello.
Si strinse nella felpa e inspirò profondamente, lasciando che l’aria pungente della notte le entrasse nei polmoni, riempiendoli.
Socchiuse gli occhi e si abbandonò al silenzio, continuando a respirare piano e a fondo.
«Trenta punti in meno a Grifondoro».
Una voce secca e bassa la fece sobbalzare, costringendola a tapparsi la bocca e a voltarsi indietro.
«Professor Piton!», esclamò Hermione spaventata, portandosi una mano al petto, percependo il suo cuore battere forte per lo spavento. Quanto aveva accelerato quel muscolo negli ultimi mesi?
«Signorina Granger», biascicò l’uomo guardandola dall’alto, «Sapevo che prima o poi avrebbe ceduto anche lei all’irresistibile richiamo dell’infrazione delle regole».
Hermione si ricompose, «Non è come sembra, professore», rispose cercando di elaborare una scusa velocemente.
«Ah», l’uomo la guardò, «No?».
«No», ripetè Hermione, «A-avevo solo bisogno di aria», balbettò in preda a un brivido di freddo. Le gambe nude iniziavano a reclamare il caldo letto della sua camera.
Piton continuò a fissarla, «Lei è a conoscenza, vero, di quelle strutture architettoniche chiamate finestre?», mormorò ironicamente.
Hermione incrociò le braccia assumendo uno sguardo offeso, «Certo che conosco le finestre, professor Piton», rispose piccata, «Non riuscivo a dormire e avevo bisogno di aria e…», sospirò, «Di aria e di spazio e di…», lasciò morire la frase scuotendo la testa.
Piton assottigliò lo sguardo concentrandosi sulla ragazzina infreddolita che gli si parava davanti.
La Granger non era tipo da infrangere così stupidamente le regole. Soprattutto dato che al momento non erano presenti quei due babbei di Potter e Weasly.
Hermione si sentì arrossire, si sentiva studiata dal suo professore. Di solito i suoi sguardi erano carichi di disprezzo e spesso, come aveva orgogliosamente notato, pieni di odio per non poterla disprezzare più del dovuto, per colpa della sua diligenza.
Abbassò lo sguardo, incapace di tenere ancora i suoi occhi i quei buchi neri, che sembravano ancora più profondi.
Notò l’uomo chiudere gli occhi emettendo un debolissimo e impercettibile sospiro.
«Torni a dormire Granger», disse improvvisamente Piton, «E… per quanto possibile, provi a non pensarci più», continuò, per poi congedarsi, senza aspettare una risposta, con il lieve fruscio di mantello che Hermione aveva imparato a riconoscere ovunque.
Hermione rimase lì, in piedi, sorpresa.
“Provi a non pensarci più”.
Era così un libro aperto?

*

Hello!
Buongiorno, stamattina mi sono svegliata con questa meravigliosa volgia di scrivere una fanfiction su Hermione e Severus. Ed è anche la prima volta che scrivo una ff a tema Harry Potter!
Quindi ecco qui un piccolissimo prologo, giusto per motivarmi e per non abbandonare il tutto come solito.
Grazie a chi leggerà, sarà di compagnia!

StClaire

 
  
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