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Autore: Ghost Writer TNCS    05/05/2018    4 recensioni
Da quando la sua famiglia è stata uccisa, Tenko ha combattuto ogni giorno, decisa a sopravvivere solo per compiere la sua vendetta. Ma il suo nemico è il Clero, la più potente istituzione del mondo, fondata dagli dei per garantire pace e prosperità a tutti i popoli.
Vessata dal destino, Tenko dovrà affrontare i suoi sbagli, le sue paure così come i suoi nemici, per scoprire che – forse – un modo esiste per distruggere il Clero: svelare le vere origini del loro mondo, Raémia.
Ma dimostrare le menzogne degli dei non sarà facile. Il Clero è pronto a schierare tutte le sue forze per difendere la dottrina, e gli dei stessi non si faranno scrupoli a distruggere chiunque metta in dubbio la loro verità.
La sua è una guerra persa, un suicidio, o peggio. Ma che importa? Quando ti tolgono tutto, non hai più nulla da perdere.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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Prologo

Era una soleggiata mattina di primavera e la carovana del circo si era concessa un giorno di riposo prima di proseguire verso un altro villaggio.

Mentre gli artisti svolgevano i consueti allenamenti, una bambina se ne stava sul tetto della sua carrozza a disegnare. La pelle aveva una colorazione che tendeva all’arancione e i capelli erano fucsia, corti e un po’ disordinati. Di tanto in tanto sollevava gli occhi, le cui iridi rosa risaltavano sulle sclere quasi nere, dopodiché tornava al lavoro sul suo scarto di legno.

Una volta soddisfatta del risultato, scese agilmente dalla carrozza. Dalla schiena le spuntavano due ali, ma erano talmente piccole che non le permettevano nemmeno di planare.

Corse dai suoi genitori per mostrare loro il suo disegno, prima però attese con pazienza che terminassero il loro numero acrobatico. Per le persone comuni si trattava di uno spettacolo incredibile, ma lei sapeva che era frutto del duro lavoro quotidiano e di qualche trucco magico.

Finita l’esercitazione, i suoi genitori approfittarono della breve pausa per andare da lei.

«Mamma, papà, guardate! Ho fatto la mappa di questo posto!»

«Sei stata bravissima, Tenko!» si complimentò sua madre. Aveva gli stessi occhi della figlia, ma non aveva le ali. «È proprio uguale a questa radura!»

«È vero, è proprio bello» confermò suo padre, che invece poteva vantare due vere appendici adatte alla planata. «Su, ora mettilo insieme agli altri, è ora di allenarsi.»

«Ok…»

La bambina tornò alla sua carrozza, aprì un vecchio baule e vi ripose con cura la sua mappa. Ce ne erano molte altre, una per ogni luogo visitato dal circo. Amava viaggiare e da grande voleva diventare una cartografa. Sarebbe stata la prima a disegnare la mappa di tutto il mondo. Ora però doveva allenarsi.

In quella compagnia erano quasi tutti demoni come lei, e tutti dovevano fare la loro parte. Era proprio collaborando a vicenda che riuscivano a dare vita ai loro meravigliosi spettacoli, fonte e di gioia e divertimento per tutti quelli che vi assistevano.

La giovane demone era stesa su un puzzolente letto di paglia, all’interno di una malmessa stanza di legno. Una mano era protesa di lato, e a poca distanza si trovava una boccetta vuota.

Riaprì gli occhi lentamente. La mente era ancora intorpidita e ci mise alcuni secondi per mettere a fuoco ciò che aveva intorno. Da una piccola finestra entrava la luce del giorno: da quanto era lì?

Ben presto il suo sguardo si posò sulla boccetta accanto a lei. La riconobbe subito e si maledisse mentalmente: ci era cascata di nuovo. Aveva fatto di nuovo uso di quella droga, la Memento Gaudia[1]. Perché non riusciva a smettere? Era un’adulta ormai, come poteva farsi fregare ogni volta?

Con un grido rabbioso lanciò la fialetta contro il muro di fronte, ma il fragore del vetro infranto non alleviò minimamente il suo turbinio di emozioni: rabbia, dolore, vergogna.

Con qualche difficoltà si rimise in piedi. Trovato l’equilibrio, si rese conto che le mancava qualcosa. Portò le mani alla cintura, ma la scoprì vuota. Le sue poche monete, la frusta, la spada, la bacchetta: tutto sparito. L’avevano derubata mentre era incosciente. Di nuovo!

Tirò un pugno al muro. “Complimenti, Tenko, sei proprio una cogliona!”

Se non altro questa volta aveva ancora i vestiti.

Afferrò il suo malconcio zaino, vuoto fin dal giorno prima, e poi barcollò fino alla porta. Da quando il Clero aveva attaccato il circo, la sua vita non aveva fatto che peggiorare. Era forse il suo destino continuare a subire gli eventi senza potervisi opporre?

“Si fotta il destino! Quei bastardi la pagheranno, fosse l’ultima cosa che faccio!”

Prima o poi avrebbe avuto la sua vendetta, adesso però doveva trovare la persona che le aveva sottratto soldi e armi.

“Chiunque sia, ha derubato la persona sbagliata.”


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[1] Dal latino: “ricorda le gioie”.

   
 
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