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Autore: Nao Yoshikawa    06/05/2018    9 recensioni
Arrivata alla "Fairy Tail University", Lucy non ha idea di quel che troverà: caos, risse all'ordine del giorno, amicizie, inimicizie e, soprattutto, l'amore.
Natsu non è sicuramente il principe azzurro che tutte sognano, anzi, è più corretto dire che venga più disprezzato che altro.
I due, insieme ai loro numerosi amici e compagni, si ritroveranno a vivere avventure ed esperienze che... sicuramente non potranno mai dimenticare.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Gajeel/Levy, Gray/Juvia, Mavis, Natsu, Natsu/Lucy, Zeref, Zeref/Mavis
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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26 - Unica realtà

Levy attendeva. Da buona portatrice di pace qual’era , era intenzionata a risolvere le cose nella maniera migliore, ovvero senza violenza.
Gajeel, però, che non era troppo convinto della cosa, l’aveva seguita, appostandosi in modo da poter sbucare fuori al momento giusto.
Non passò molto tempo prima che Zancrow sbucasse dal nulla come una predatore affamato. 
“Ciao, dolcezza. Sono felice che tu abbia voluto vedermi”, affermò mellifluo, poggiando una mano sul muro e bloccandola nella sua presa.
La ragazza deglutì a vuoto. Ricordava di quando era stata baciata. Ciò l’aveva fatta sentire un po’ violata, doveva ammetterlo.
“Emh, io sono contenta che tu sia qui. So che forse non è il momento giusto per parlarne, però… penso che abbiamo corso troppo!”
“Di cosa stai parlando?”
“Zancrow, io… sto con Gajeel! Amo Gajeel! E sono certa che troverai un’altra ragazza, ma non posso essere io!”.
Lui allora sorrise ancora, seppur in modo strano. Levy deglutì a vuoto, non aveva mai amato come quel tipo la guardava.
“C-cosa?”
“Pensi davvero che mi importa di cosa pensi tu? O di chi mi ami o meno?”, adesso si era pericolosamente avvicinato. “Beh, ti rispondo io. Non me ne importa un bel niente”.
Si avvicinò ancora. Levy allora si irrigidì, sentendosi molto stupida, come le era venuto in mente di venire lì da sola?
Ma per sua fortuna, Gajeel era stato dietro di lei per tutto il tempo. Arrivò in suo soccorso, afferrando il braccio del rivale e bloccandolo.
“Giù le mani dalla mia donna”
“G-Gajeel! Ma da dove sbuchi?!”
“Già, infatti! Ci stavamo divertendo senza di te!”, affermò Zancrow con acidità. “Cosa vuoi fare adesso? Colpirmi? Coraggio, provaci pure!”.
Gaeel fu davvero tentato dal farlo. Ma si fermò un attimo, guardò gli occhi languidi e lucidi della sua ragazza, e allora pensò prima di agire. 
Seppur lo avrebbe soddisfatto mentalmente, sapeva che non avrebbe comunque risolto nulla.
Quindi respirò a fondo, guardandolo negli occhi.
“Sai cosa? Che io non sono come te. Io non distruggo, io al massimo proteggo. E proteggo lei. Mettiti in quella  testa vuota che Levy non ti vuole né ti vorrà male. Forse dovresti affondare le tue zanne da predatore da un’altra parte”
“Che cosa credi, che un discorso del genere possa fermarmi?”
“Forse no. Ma sono certo che te ne starai qui buono.  Anche perché, in caso contrario, giuro che ti uccido”.
Zancrow deglutì a vuoto.
“Hai appena detto che non distruggi...”.
Lui fece spallucce.
“Ma a volte è necessario. Con permesso”.
Dicendo ciò afferrò Levy per un polso, senza neanche dirle nulla. La ragazza, dal canto suo, si sentiva abbastanza sbigottita.
“Gajeel, aspetta!”, con un grande sforzo riuscì a farlo fermare. Lui si voltò a guardarlo in un modo da farle quasi credere che fosse arrabbiato con lei.
Ma Gajeel le portò una mano su una testa, sospirando.
“Non ricorrere alla violenza è molto più difficile di quanto credevo. Ma credo che adesso Zancrow abbia capito che non otterrà nulla. Ti ha fatto qualcosa di male?”
“N-no! Sto bene! Grazie per avermi difesa”
“E perché mai mi ringrazi? E’ il mio dovere. Sei la mia ragazza”. Levy sorrise, adesso più sollevata e, timidamente, gli posò un bacio sulle labbra.
“Allora questo è un anticipo per il vero ringraziamento che voglio darti”, disse senza nascondere la malizia.
“Bene! Questo è interessante. Quando questa storia sarà finita, dovrò sfogarmi per bene”, sbuffò alzando gli occhi al cielo e facendo ridere la  ragazza.
Decisamente sì. Adesso era tornato tutto ala normalità.

Charle si era allontanata alla svelta per tentare di calmare i suoi nervi tesi. Si stava sciacquando il viso, pensierosa.
Era lei che non era in grado di spiegarsi o era Happy a essere stupido?
Uno stupido che amava. Non ci poteva credere, lei lo amava! Quand’era successo? E come?
Non ci voleva. Con l’amore diventava tutto improvvisamente più difficile.
Se non Happy, almeno Lily aveva capito qualcosa. Per questo era andato in aiuto della ragazza.
“Emh… Charle...”
“Lily! Ma questo è il bagno delle donne, che ci fai qui?”
“Devo parlarti. Sei tesa, che cos’hai?”, domandò a bruciapelo.
Lei allora sospirò. Probabilmente con lui poteva parlarne.
“E’ solo che io non capisco.  Non voglio dire che sia iniziato tutto come un gioco, perché prima mi piacevi. Cioè, mi piaci ancora, ma non in quel senso. Poi mi è piaciuto Happy e io credo… anzi, sono sicura al cento per cento di essermi innamorata di lui”.
Finalmente lo aveva detto ad alta voce. Era una sensazione magnifica.
“Se è così perché non glielo hai detto?”
“Perché è troppo preso da questa relazione a tre! Onestamente, tu condivideresti mai la persona che ami con qualcun altro? Per quanto d’accordo andiate?”.
Lily alzò gli occhi al cielo, pensandoci un attimo.
“Effettivamente no”
“Ecco, appunto. Sono senza speranze”.
Al corvino, a quel punto, venne in mente il motivo per cui Happy avesse inizialmente chiesto il suo aiuto: conquistare Charle. E ci era riuscito, tuttavia il suo compito non era ancora finito. C’era qualcosa che doveva fare.
“Va bene, seguimi”
“Seguirti? Lily, aspetta!”.
Lui però camminava spedito. Qualche secondo dopo raggiunsero Happy.
“Ah, eccovi qua”,
Lily, come al solito, fu estremamente diretto.
“Happy, tu ami Charle?”,
Quella domanda lasciò la ragazza stessa sorpresa. Non poteva crederci, lo stava facendo veramente!
Happy batté le palpebre. Amare Charle? Lei era sempre stata la ragazza dei suoi sogni, ma da lì all’amare c’era differenza. Come si capiva quando era amore?
“Io? Veramente non ci ho mai pensato. Ma perché me lo state chiedendo”
“Perché Charle ti ama”.
Lei avrebbe tanto voluto negare, ma sarebbe stato inutile. Piuttosto abbassò lo sguardo e ciò non fu che una conferma. Happy sentì il cuore battere forte nel petto. Aveva sempre sognato di sentirsi dire una cosa del genere e quel momento era ora lì!
“Davvero tu ami me? Cioè, io che sono il ragazzo più imbranato e sciocco di questa scuola o anzi del mondo?”.
Charle sorrise.
“Beh… forse è per questo che mi piaci tanto. Ascolta, Happy. Non ti voglio forzare a fare nulla e...”
“Non mi forzi a fare nulla, è fantastico...”
“Vista com’è la situazione...”.
Avevano preso a parlare in contemporanea. Poi si erano fermati, guardando Lily.
“Lily ma…  e tu?”, chiese Happy.
“Io cosa? La nostra è stata un’avventura, ma arriva un momento per tutti per sistemarsi, no? Se voi vi amate, sarebbe davvero stupido non stare insieme. Non vuol dire che non vi voglia più bene o che voi non ne vogliate a me. Saremo comunque un trio… anche se in modo diverso”, li rassicurò.
Lily aveva dato loro la sua benedizione. Charle e Happy si guardarono. I loro occhi erano, senza ombra di dubbio, gli occhi di due persone profondamente innamorate. Lily lo sapeva. Adesso poteva dirlo, il suo compito lì era davvero finito.

All’interno della struttura c’era parecchia calca. Mavis, che non aveva alcuna intenzione di stare ferma, di starsene con le mani in mano. E Zeref la guardava con apprensione. Dio solo sapeva quanto le mancasse. Era proprio lui l’impedimento nella loro relazione, lui che non aveva coraggio...
Era un codardo!
Ma amava profondamente Mavis, quella ragazza era la sua perfetta metà. Adesso che era passato un po’ di tempo dalla notizia sulla sua gravidanza, a mente fredda, Zeref si rendeva conto di essere stato un insensibile. Aveva sempre avuto delle convinzioni, ma a volte capitavano delle cose che cambiavano tutto. E ciò non per forza doveva essere un male.
“Su, forza!”, esclamò la ragazza. “Di qua! E non correte!”. 
In cima alla rampa di scale come si trovava e in mezzo a tutta quella confusione, rischiava seriamente di cadere. Effettivamente, per un attimo, Mavis perse l’equilibrio. Ma Zeref la afferrò saldamente.
“Z-Zeref! Ma cosa…?”
“Dovresti stare più attenta”, affermò con apprensione e un po’ di severità. “Così ti potresti fare del male. O fare del male a lui”.
Lei allora rimase molto sorpresa.
“Ma a te cosa importa? Con tutto quello che hai detto...”.
Lui allora si portò una mano sulla testa, facendo una smorfia. Parlare di certe cose non era per niente facile.
“Io non sono bravo con le parole. Anzi, è giusto dire che non sono bravo nei rapporti sociali. Il fatto è che… mi manchi, Mavis. Mi manchi da star male. Così non posso continuare a vivere”.
La bionda sentì gli occhi divenire lucidi, tuttavia si sforzò di mantenere la sua freddezza.
“Mi manchi anche tu. Ma come posso stare con te se non accetti il fatto che avremo un bambino?”.
Zeref distolse lo sguardo.
“Beh… forse ho cominciato ad accettarlo”, sussurrò.
“Tu… tu cosa?”
“Lo so che non è una scusa, ma ero spaventato. Io non so come approcciarmi con certe cose. Non era nei miei piani, però è successo. E forse era destino, forse non è neanche una cosa sbagliata che sia andata così. Io ho troppi “forse”, me ne rendo conto. Ma una cosa è sicura”, le afferrò le mani. “Io ti amo. E voglio esserci per te… per tutti e due. Quindi ti prego, perdonami per tutto quello che ho detto, giuro che farò del mio meglio”.
Il fatto era che Mavis si era già convinta alla parola “ti amo”, ma sentirgli dire certe cose era troppo bello. Lo zittì con un abbraccio, nel tentativo di soffocare le lacrime.
“Mavis? Questo significa che mi hai perdonato?.
Annuì lentamente, stringendosi ancora più forte in quell’abbraccio.
Certo, c’erano tanti “forse”. Ma finché sarebbero stati insieme, sarebbe andato tutto per il meglio.

“Adesso basta! Me ne infischio di quali saranno le conseguenze!”, Eileen strepitava come una matta. Evidentemente non era abituata a ricevere un trattamento del genere.
“Forse potrebbe semplicemente arrendersi”, affermò Natsu divertito, ricevendo in cambio un’occhiataccia terribile.
“Sapete cosa vi dico! Mi avete stancato! Attivata la palla demolitrice!”
“Non ci posso credere, lo sta facendo davvero!”, esclamò Laxus. “Questa è pazzia!”
“Questa, mio caro ragazzo, è giustizia! Adesso andate!”.
A quel punto, i ragazzi videro la palla demolitrice colpire un punto del muro, rompendolo. Natsu allora si mise subito in mezzo.
“FERMI! MA SIETE COMPLETAMENTE PAZZI!”
“Togliti di mezzo! Altrimenti colpisco anche te!”
“Bene, lo faccia pure. Io non ho affatto problemi!”
“E’ pazzo! E’ completamente pazzo!”, fece Laxus.. “Si farà ammazzare. Quell’idiota ha carattere!”.
Malgrado la crescente agitazione, Lucy appariva fin troppo tranquilla. Di questo, Lisanna se n’era accorta.
“Come fai ad essere così tranquilla? Natsu è lì che rischia seriamente di farsi male e la situazione sta degenerando”
“Non preoccuparti. Ho un asso nella manica”
“Un asso nella manica?”, domandò, tornando poi a guardare Natsu e Eileen che si lanciavano i peggio insulti.
“Tu non ci avrai, brutta strega! Tornatene da dove sei venuta!”
“Brutta strega a me?! Ma come osi? Tu non sai in che guai ti stai mettendo!”.
Natsu fece per dire qualcosa, ma non riuscì a dir niente. Si era fermato, poiché due figure erano apparse in mezzo a tutto quel fumo e confusione.
Laxus spalancò gli occhi.
“N-nonno?!”.
Il ragazzo si stava riferendo ad un basso uomo anziano con tanto di baffi, il quale non era però da solo, ma in compagnia di qualcun altro, niente meno che Jude Heartphilia in persona”
“Ma quello è il signopadrediLucy!”, esclamò Natsu. “E il rettore Makarov! Come va, nonno?!”, fece poi allegro, come se nulla fosse.
“NATSU DRAGNEEL, VEDO CHE SEI SEMPRE IL SOLITO, NONOSTANTE TUTTO!”, esclamò l’anziano.
Eileen squadrò i due.
“Che cosa posso fare per voi?”
“Piacere di conoscerla, sono Jude Heartphilia, avvocato. Lui è Makarov Dreyar, retto della Fairy Tail University. Mia figlia Lucy mi ha informato che avete intenzione di abbattere la struttura. E’ la verità?”
“Certo che sì! Ho ottenuto tutti i permessi necessari, se è questo che vuole sapere”
“Io non ne sarei tanto sicuro”, rispose l’uomo. “Ho fatto le mie ricerche, mia cara signora, e ho trovato un documento che attesta che la struttura della Fairy Tail University è di valenza storica, in quanto costruita quasi due secoli fa! Di conseguenza, lei non può assolutamente abbatterla!”
Eileen spalancò gli occhi.
“Questa è una bugia”
“Mi creda, non è affatto una bugia. Ho qui tutti i documenti che testimoniano quanto dico. Una donna tanto precisa come lei non vorrà andare contro la legge, vero?”.
La donna strabuzzò gli occhi. Tutto girava contro di lei, era evidente che fosse stata messa con le spalle al muro, cosa mai successa prima d’ora.
“Ma… ma… ma….”
“Ha ben capito!”, affermò Makarov. “Quindi, adesso… le dispiace prendere tutta questa robaccia e andarsene?”.
Natsu credette che le gambe potessero cedergli per la troppa felicità.
“Lucy! Tu hai…?”
“Ho fatto solo un paio di chiamate alle persone giuste”, affermò lei facendo l’occhiolino.
“SI’! RAGAZZI, NON SI CHIUDE!”.
Poi si udì un potente boato di approvazione.
Mira esultò abbracciando Laxus e posandogli un bacio sulle labbra. Si guardarono un istante.
“Mira! Ce l’abbiamo fatta!”
“Ce l’abbiamo fatta sì. Adesso i nostri compagni continueranno ad avere una casa… un posto dove poter stare tutti insieme”, affermò commossa. A quel punto Laxus fu preso da qualcosa che non seppe spiegarsi. Sentiva soltanto che quello doveva essere il momento giusto.
Allora si inginocchiò.
“L-Laxus?”, fece lei.
“Lo so che ne abbiamo passate tante e che ci sono stati parecchi casini. Ma nonostante tutto siamo qui. Per quel che mi riguarda voglio stare per sempre con te. Mira, tu… vorresti sposarmi?”.
La ragazza sentì gli occhi divenire lucidi per l’emozione. Senza pensarci due volte gli gettò le braccia al collo.
“SI’! Certo che ti sposo! Ragazzi, mi sposo!”.
Nel frattempo, Natsu stava stringendo Lucy a sé, in una morsa tanto stretta che sicuramente non l’avrebbe mai lasciata andare.
“Grazie per essere venuto!”, fece la ragazza rivolgendosi al padre.
“Dovete”, rispose lui composto. “Non mi piace chi non rispetta le regole. E poi non avrei potuto fare altrimenti. Per te è importante, no?”.
Lei sorrise.
“Certo che lo è”.
Lucy non avrebbe mai pensato che ciò potesse accadere, ma per la prima volta si stava ritrovando a parlare con suo padre senza però provare rabbia. Anzi, gli era addirittura grata.
“E’ importantissimo!”, disse poi Natsu. “Grazie davvero, lei mi è simpatico”
“Umh, neanche tu sei troppo male”, fece schiarendosi la voce. Probabilmente doveva aver cominciato ad accettarlo.
“Ah, a proposito”, Jude si voltò verso Eileen, la quale guardava ancora sconvolta i vari documenti. “Visto che avete apportato danni ad una struttura storica, ci vuole un risarcimento più che generoso, non crede?”
“C-che cosa?! Io non...”
“Mi assicurerò che ne paghi fino all’ultimo centesimo, glielo assicuro!”.
Eileen fu completamente zittita. A quanto pare doveva aver trovato qualcuno persino più severo e preciso di lei.

Zeref si trascinò Mavis per mano, raggiungendo suo fratello.
“Natsu, ma che è successo? Ho sentito che non si chiude e...”
“Infatti è così!”, esclamò Lucy. “E’ tutto a posto adesso e… a quanto pare anche per voi”.
Lui e Mavis si guardarono.
“In effetti… possiamo dire che abbiamo risolto i nostri problemi”, affermò lei sorridendo.
Natsu allora lanciò un’occhiata in truce al fratello.
“Vuol dire che questa volta rimani?”
“Sì, Natsu. Rimango”.
Il rosato si rese conto che effettivamente l’altro non stesse mentendo. Era davvero deciso a restare.
Quindi sorrise, senza scomporsi più di tanto.
“Ben fatto, fratello”.
“Grazie, Natsu”.
Lucy sospirò sollevata. Era bello vedere come finalmente tutto stesse andando per il meglio.
“S-scusate...”.
Al suo orecchio giunse la voce di Lisanna.
“Lisanna?”
“Sì, io. Voglio… soltanto dire una cosa veloce”, disse distogliendo lo sguardo. “Ti… sì, insomma, ti sono grata per quello che hai fatto. Hai impedito che l’università venisse chiusa”
“Oh, no. Non ho fatto niente di strabiliante, davvero”
“Sì, io lo penso davvero e poi… adesso mi sento davvero stupida per tutto quello che ho fatto”
“Per quello che abbiamo fatto, vorrai dire”
“Beh, io ti ho quasi rubato il ragazzo”
“E io ti ho strappato i capelli”
“Già”, adesso Lisanna stava sorridendo. “Pensi che per noi ci sia possibilità di ricominciare?”.
La bionda parve pensarci un attimo. Anche se in realtà stava solo fingendo di pensarci.
“Io direi proprio di sì. Possiamo quindi stabilire una tregua?”,  domandò porgendole una mano.
“Sì”, sussurrò lei stringendogliela. “Tregua”

Palla demolitrice tolta e con Eileen fuori dai piedi, gli studenti della FTU potevano tornare a respirare. Laxus era stato colto da uno strano senso di malinconia. Non perché fosse infelice, al contrario: era riuscito nel suo intento, aveva di nuovo i suoi amici, aveva chiesto a Mira di sposarlo. Forse era la consapevolezza che tutto sarebbe finito a renderlo un po’ giù di corda.
Il rettore allora gli si avvicinò.
“E chi l’avrebbe mai pensato che saresti arrivato fin qui? Inizialmente eri così restio...”.
Lui sbuffò.
“Vorrei ben vedere. Non è per niente facile badare a quell’orda di studenti impazziti mentre tu te ne vai in giro a sbrigare le tue cose. Ammetto che mi hanno portato all’esaurimento più di una volta. Questo non è stato un anno tranquillo. Tuttavia… credo che mi mancherà tutto questo quando mi sarò laureato”
“Lo credo bene. Ma hai fatto il tuo lavoro. Adesso devi pensare alla laurea e al tuo imminente matrimonio. Hai svolto bene il tuo compito”
“Grazie, nonno. Comunque sia, accetteresti un suggerimento su chi potrebbe prendere il mio posto?”.
Makrov rise.
“Mi sa che abbiamo pensato esattamente alla stessa persona”.








Un anno dopo …


“Natsu, sta fermo!”
“Ma io ho fame!”
“Non possiamo, dobbiamo aspettare gli sposi, abbi un po’ di pazienza!”.
Lucy si stava ritrovando a tenere a bada il suo ragazzo, il quale era piuttosto agitato. Quest’ultimo non aveva mai amato i matrimoni, ma dopotutto si parlava di Laxus e Mira, uno sforzo aveva dovuto per forza farlo.
“Quando sarò io a sposarmi, non farò niente di tutto ciò”, affermò a braccia conserte.
Lucy arrossì nell’immaginarsi vestita da sposa. Magari un giorno sarebbe toccato anche a loro.
“Guarda, ci sono Mavis e Zeref!”, il ragazzo la distrasse dal suo pensare. 
La coppia stava effettivamente venendo loro incontro.
“Ciao!”, esclamò Mavis. “Non riuscivamo a trovarvi!”
“Ragazzi!” Lucy li salutò, ma le sue attenzione si posarono immediatamente sul bambino che riposava tra le sue braccia. “Aw, ma ciao! Com’è carino, è già cresciuto tanto dall’ultima volta che l’ho visto!”
“Sì, sì!”, Natsu le diede una spinta. “Ciao piccolo Natsu! Posso tenerlo in braccio, vi preeego?”
“Beh...”, Zeref alzò gli occhi al cielo.
“Molto bene, grazie, ciao!”, senza aspettare neanche il minimo consenso, suo fratello aveva già rubato il neonato dalle braccia della madre.
“… Però non farlo cadere!”, gli raccomandò. A Mavis venne da ridere.
“Non preoccuparti. Nostro figlio va piuttosto d’accordo con Natsu”
“Già. Hanno lo stesso nome, probabilmente lo stesso carattere. Mi darà un gran da fare”, sospirò portandosi una mano sulla testa.
In quell’ultimo anno le cose erano cambiate drasticamente per entrambi. Non sempre era stato facile, ma alla fine ce l’avevano fatta. Quello non era che l’inizio della loro storia.
Dopo pochi attimi, Laxus e Mira fecero il loro ingresso. Quest’ultima era raggiante nel suo abito bianco come la neve, anzi, erano felici entrambi.
“Mi viene da piangere, amo i matrimoni!”, esclamò Freed stringendo il braccio di Cobra. “E noi quando ci sposiamo?”
“Sta attento”, li sussurrò Bixslow. “Ti sta indirettamente chiedendo una proposta di matrimonio”
“Neanche tanto indiretta”, si intromise Loki con in mano un piatto di stuzzichini. “E non mi guardate male, ho fame”.
“Va bene, grazie”, sbuffò Cobra alzando gli occhi al cielo. “Freed, vuoi sposarmi?”
“Dici davvero?”
“No!”
“Bastardo! Ti odio! Niente giochetti erotici per una settimana!”
“Emh!”, Loki per poco non si strozzò. “Questo non volevamo saperlo, grazie!”
“Su, proprio tu fai il timido?”, lo provocò Bixslow. “Dobbiamo per forza dire quello che fai tu a letto?”
“Non oseresti”
“Oh, io oserei eccome!”.
Accanto a loro, Evergreen e Lisanna stavano cercando di consolare un piagnucolante Elfman, troppo emozionato all’idea che la sua amata sorella si fosse sposata.
“Su, non fare così”, lo tranquillizzò l’albina. “Andrà tutto bene”
“Pff, è così sensibile”, Ever alzò gli occhi al cielo. “Mi piace. Adoro gli uomini che sanno esprimere le proprie emozioni”
“Smettetela di parlare di me come se non ci fossi!”.

Anche i membri dei Manos stavano parlando tra di loro.
“Allora, come va la nuova casa?”, domando Gerard a Juvia e Gray.
“Benissimo!”, rispose la ragazza. “Tutti dicono che la convivenza può essere difficile, ma non per noi, vero Gray?”
“Eh? Ah, no assolutamente!”
“Gray!”
“Cosa?! Ho detto la verità io!”.
Erza prese a ridere. 
“Ragazzi, siete proprio incorreggibili!”
“… Melensi”, sussurrò Gajeel, ricevendo in cambio una gomitata da Lyon.
“Emh”, Gray si voltò verso Lyon. “Lì a quel tavolo Meredy è da sola, perché non vai a farle compagnia?”
“Cosa? D-dovrei?”
“Dovresti”, asserì Juvia.
“E… e va bene”, tentando di richiamare a sé il suo coraggio, Lyon decise di seguire il loro consiglio. Dopotutto, cosa poteva andare storto?
“Mh, se c’è Meredy c’è anche Kagura. Ma dove sarà?”
“Amh… eccola!”, la indicò Gerard. “Hey, Kagura!”
“Ciao, ragazzi”, salutò lei. “Scusate, sto scattando un po’ di foto. Sapete, adesso la mia passione è questa. Direi che si abbina benissimo con la mia indole da stalker”
“Fotografa? Scattaci una foto, dai!”, Erza avvicinò Gerard a sé, il quale sbuffò.
Ma almeno adesso Erza e Kagura avevano smesso di essere rivali, il che era una grande cosa.
Lily li aveva cercati a lungo con lo sguardo e quando li aveva visti aveva sorriso. Happy e Charle erano mano nella mano, felici come non mai.
“Lily! Non riuscivamo a trovarti con questo casino! Stai bene!”, disse il primo.
“Anche voi state bene”
“Grazie!”, fece la ragazza. “Però mi raccomando, Lily. Adesso tocca a te trovare l’amore, così possiamo uscire in coppia”
“Ah, mi sembri tanto Lector”, sbuffò il suo ragazzo.
“Zitto e cammina! Offrimi da bere!”
“Subito! Scusa, Lily. Il dovere chiama”
“Va pure”.
Il corvino li osservò allontanarsi, mentre il suo sorriso si trasformava lentamente in un sorriso triste.
Gajeel gli si avvicinò.
“E quindi è andata a finire così, eh? Io proprio non riesco a capirti. Cosa hai ottenuto?”
“La felicità di Happy”
“E tu allora? Che mi dici di te?”.
Lui fece spallucce.
“Quando ami una persona metti il suo bene prima del tuo. Happy non avrebbe mai potuto amarmi nella maniera in cui intendo. Quindi mi va bene così, in fondo”.
Gajeel sospirò. In fondo capiva il suo amico.
Gli diede una pacca su una spalla.
“Su… hai bisogno di alcol”.

Rogue aveva un’espressione piuttosto imbronciata. Forse era a causa della confusione, forse per il fatto che Bacchus e Cana, già andati, stessero facendo casino.
Quei due erano proprio una coppia perfetto.
“Su, tesoro. Perché fai quella faccia? Non ami i matrimoni?”, lo prese in giro Sting.
“Quelli mi piacciono, non mi piace il casino”
“Su, andiamo. Dopo ti addolcisco io, va bene?”, gli sussurrò con malizia, facendolo arrossire.
“Ma Yukino e Minerva dove diamine sono?”, si lamentò Lector. “Sono al bagno da mezz’ora”
“Ah, quelle due non riescono a stare lontane l’una dall’altra. Eravamo anche noi così all’inizio, vero tesoro?”, domandò Sting.
“Tu sei ancora così”, affermò.
Le due ragazze arrivarono qualche minuto dopo, ansanti e stanche.
“Ci siamo perse qualcosa?”, domandò Yukino.
“Solo l’entrata degli sposi”, disse il biondo. “Posso fare una domanda? Fra le due, chi è la passiva?”
“Hey!”, borbottò l’albina. “Queste sono domande private. Non è come con te e Rogue, dove si capisce benissimo che è lui il passivo”
“SCUSATE!”, urlò quest’ultimo. “LA VOLETE SMETTERE DI PARLARE DI ME SI O NO?!”.
Sting rise, abbracciandolo. Adorava sempre metterlo in imbarazzo e questo Rogue lo sapeva. Ma andava bene anche così.

Natsu stava ancora giocando con il bambino, quando Laxus e Mira si avvicinarono a lui e Lucy.
“Mira!”, esclamò la ragazza. “Finalmente riesco a parlarti! Sei così bella!”
“Oh, grazie Lu”, rispose lei arrossendo.
“Allora, mio successore”, fece Laxus. “Come vanno le cose all’università? Tu e Lucy vi divertite a fare da sorveglianti?”
“E’ molto più difficile di quel che credevo! Gente che fa casino ovunque, ora capisco come ti sentivi!”
“Bene, questo è un sollievo. Magari riesci a diventare responsabile”
“Questo non lo so. Ma una cosa è certa. L’università è in buone mai con noi!”.
Già. Le cose sarebbero andate bene. Lucy e Natsu avevano preso il posto di Mira e Laxus e si poteva dire che portassero avanti molto bene i loro compiti.
Poco più tardi, Lucy si avvicinò ad una delle finestre, guardando il sole in procinto di tramontare. Erano cambiate talmente tante cose nell’ultimo periodo della sua vita da non poterci ancora credere. Aveva trovato l’amore, gli amici, una nuova famiglia, aveva ricostruito un rapporto normale con suo padre.
Le cose andava bene.
Natsu le arrivò dietro, abbracciandola. Quel ragazzo che il primo giorno di università le era venuta addosso, facendola cadere, lo stesso ragazzo che aveva tanto detestato, adesso era una delle persone più importanti della sua vita.
Era tutto perfetto.
“Natsu… Ti amo”.
Lui allora la strinse maggiormente.
“Ti amo anche io”.


 
THE END


 
NDA
Beh... eccoci alla fine. Tutto si è concluso per il meglio e i personaggi hanno avuto il loro lieto fine... tutti tranne uno. Non mi odiate per quello che ho fatto a Lily, ma è più forte di me inserire qualcosa di triste/malinconico anche in una commedia xD
Cavolo, scrivere questa storia è stato divertente. Sono contenta di averla pubblicata e di non averla lasciata nei meandri del mio PC XD
A voi è piaciuta? E' piaciuto il finale?
Ovviamente un grosso grazie e tanti biscotti a chi è arrivato fin qu!
Detto ciò, io vi saluto <3
   
 
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