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Autore: Vera_D_Winters    06/05/2018    1 recensioni
Tributi:
Sabo e Zoroko
Ace e Kidda
Pell e Miss Doublefinger
Kobi e Tashigi
X Drake e Lawiko
Izou e Whitey Bay
Paulie e Kalifa
Wiper e Nami
Sanji e Shirahoshi
Marco e Nico Robin
Ichiji e Reiju
Bartolomeo e Rebecca
Settantacinque anni fa i pirati di Raftel insorsero per rivendicare la propria libertà dal governo mondiale oppressivo e totalitario. Attraverso la marina ed altre organizzazioni governative però, tale ribellione venne sedata con il sangue ed ogni isola tacciata di essere rifugio dei pirati venne distrutta.
Solo dodici isole vennero risparmiate dalla furia dei nobili di Marijoa, e per far si che gli orrori del passato non venissero ripetuti, ogni anno da quel momento in poi ogni isola ebbe l'obbligo di offrire in tributo un giovane e una giovane del luogo, affinchè questi partecipassero ai "Giochi dei Sette Mari", un torneo all'ultimo sangue da cui un solo tributo può uscire vincitore.
Tutto proseguì dunque in questo macabro ordine, almeno fino ai settantaquattresimi giochi, nei quali uno dei giovani provenienti dalla più povera e cupa delle isole, sfidò apertamente Marijoa e il Presidente in carica Akainu.
Cosa succederà dunque nell'incombente edizione della memoria?
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akainu, Altro Personaggio, ASL, Famiglia Vinsmoke, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Violenza
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 «Non funzionerà mai, non fermeranno i Giochi.»  
 «Non si può fare!»  
«Si può, conosco il modo. »  
La mano di Inazuma corse immediatamente a tappare la bocca di Dragon, mentre Kalgara e Nekomamushi si guardavano intorno con fare circospetto.
«Attento a ciò che dici. - Sibilò il mentore dal doppio colore di capelli. - Ci sono telecamere e cimici ovunque qui, perfino nei vicoli e negli angoli delle strade.»
« Che è il motivo per cui gli altri mentori non sono voluti venire, immagino.»  
Osservò il gattone troppo cresciuto, mentre l'omone dai capelli rossi dell'isola del cielo scuoteva la testa con disappunto evidente. Lui era fiero e belligerante e non si era tirato indietro all'idea sovversiva di provare ad interrompere i Giochi proposta a gran voce dai tributi, ma non tutti erano del suo stesso avviso. La posta in gioco era troppo, troppo alta.
«Vi dico che un modo c'è. Fidatevi di me. »  
Insistette ancora Dragon in un mormorio il più sommesso possibile. Tuttavia non fu in grado di finire la frase, poichè uno dei pacificatori della Marina stava proprio puntando verso di loro.
«Allora Dragon dì al tuo pupillo di fare attenzione!!»  
Con il suo vocione Nekomamushi salvò la situazione, scoppiando a ridere come se avesse fatto una battuta, trascinando gli altri con sè.
La guardia allora cambiò direzione, lasciando il manipolo di uomini alla loro chiacchierata.
«Visto?! - Irruppe ancora nella conversazione Inazuma con un bisbiglio quasi inudibile. Ve l'ho detto, non si può fare. »  

 

Ed intanto nella stanza più bassa del grande edificio, quella adibita agli allenamenti dei tributi, Sabo in effetti era costretto a fare molta, moltissima attenzione. L'ascia infatti era volata con una precisione quasi millimetrica, e per poco non gli aveva tranciato un orecchio prima di conficcarsi nella parete alle sue spalle.
Un po' pallido in viso, il biondo si voltò a vedere chi era lo psicopatico che aveva fatto una cosa del genere, ed in effetti non si stupì di trovarsi poco distante dalle iridi ambrate di Eustass Kidda, che per in risposta al suo sguardo interrogativo e allarmato gli regalò un sorrisino falso come pochi.
«Ops, scusami, mi è scappata... »  
Mormorò con voce civettuola, soffiandogli anche un bacio prima di dargli le spalle con una risata fastidiosamente irritante.
«Si può sapere che diavolo ti ho fatto?! E' da quando siamo arrivati qui a Marijoa che mi tratti come se avessi fatto qualcosa per meritare il tuo odio!»  
E dire che nemmeno si conoscevano...
La risposta tuttavia non arrivò dalla donna, bensì da una svagata voce maschile.
« Penso che essere la causa per cui Akainu ha deciso di farci tornare tutti nell'arena sia sufficiente ad attirare un po' l'odio di tutti, non solo quello di Kidda.»  
Ace stava recuperando l'ascia della compagna, e quando Sabo si voltò verso di lui imbronciato e pronto a dire la sua, semplicemente gli sorrise.
« No, non devi convincere me, amico, a me non interessa e non sono incazzato a differenza degli altri, quindi risparmiati la filippica. »  
Il biondo tributo del dodici allora sospirò profondamente, e piegò le labbra in un'espressione che silenziosamente chiedeva scusa per il modo brusco in cui gli si sarebbe rivolto se l'altro non lo avesse bloccato sul nascere.
Il moro dal canto suo non sembrava interessato comunque a ricevere scuse, di qualsiasi genere esse fossero, e allungò la mano con fare amichevole affinchè l'altro la stringesse. Non potevano avere che pochi mesi di differenza, ed un naturale cameratismo sembrava spingerli inevitabilmente l'uno verso l'altro.
« Comunque io sono Ace, piacere di fare la tua conoscenza finchè saremo vivi.»  
Già... finchè sarebbero stati vivi.
Peccato che se avessero continuato così, Sabo sarebbe morto ancor prima di entrare nell'arena.


« Quell'Eustass è così...»  
«Sexy. »  
Concluse Wiper, interrompendo la frase di Izou sul nascere.
«Io stavo per dire rozza e aggressiva, ma se ti piace il genere... »
« Oh si. Puoi giurarci che mi piace. Mi ricorda le donne di casa mia. »
«Ah, fantastico. Ricordami di non venire mai a visitare l'isola nel cielo... »  
Pungente sia nel tono che nell'espressione, il samurai di Wano distolse lo sguardo dal giovane intento a farsi chissà quale filmino mentale pornografico, e spostò le scure iridi sul resto della sala.
Shirahoshi cercava inutilmente di imparare a tirare con l'arco, aiutata da un Sanji incapace però quanto lei in quella disciplina; Marco e Bay stavano totalmente ignorando gli istruttori e sembravano emettere cuori e nuvole di fiore dall'angolo in cui si erano appartati, decisi a godersi sino all'ultimo quei pochi attimi che gli restavano uniti; Robin osservava con interesse la giovane Zoroko, la quale sembrava decisamente temibile con il suo maneggiare ben tre Katana contemporaneamente. In fine i favoriti avevano formato il loro idilliaco e scontato gruppetto, peccato non sembrasse funzionare: Bartolomeo continuava a fare un casino del diavolo dicendo scempiaggini come il suo solito, o meglio urlandole, facendo conseguentemente vergognare una rossissima e disperata Rebecca; Ichiji osservava tutti altero dall'alto della sua perfezione, e Reiju sembrava desiderare di essere ovunque tranne che lì.
Uno sbuffo decisamente scontroso e sconsolato abbandonò le labbra carnose del moro. Mihawk era stato chiaro. Se i Giochi fossero andati sino in fondo, i suoi due tributi avrebbero dovuto pensare a delle ipotetiche alleanze, così da aumentare le probabilità di rimanere in vita il più possibile.
Come giostrarsi però in quel circo?
Izou sapeva esattamente chi avrebbe voluto al suo fianco, di chi solo si sarebbe fidato oltre alla sua compagna di squadra, ma lui a quel giro non sembrava intenzionato a muovere un dito, se non per la donna a cui stava stringendo le mani.
Si costrinse a distogliere lo sguardo da quei due, si costrinse a cancellare dal proprio volto l'espressione di profonda pena che provava per loro, e tornò a scandagliare la stanza.
In un altro angolo si erano rintanati i due di Rogue Town e l'altra giovane donna dell'isola del cielo di cui non ricordava il nome, mentre nella sala delle simulazioni si stavano allenando XDrake e Lawiko. Quei due non parlavano granchè nemmeno tra loro, erano assolutamente da escludere. Probabilmente non si sarebbero guardati nemmeno le spalle a vicenda, non erano affidabili. E nemmeno il ragazzo con gli ormoni a palla che aveva a fianco gli ispirava fiducia.
Forse il famigerato Sabo...
Mah. Non gli andava di pensarci oltre. Voleva ancora credere, o meglio illudersi, che i Giochi sarebbero stati fermati di lì a breve.


« Non troveremo mai degli alleati, Dragon. Mi odiano tutti.»  
Così esordì a cena il biondo quella sera, la faccia livida per l'ultima scazzottata avuta a fine allenamento. Con la scusa di provare la lotta libera infatti, Ichiji gli si era praticamente avventato contro e avevano fatto a cazzotti. Sabo le aveva prese ma le aveva anche date di santa ragione a quel damerino, ma l'atteggiamento generale degli altri tributi lo aveva alquanto demoralizzato. Tranne Ace.
Quel tipo era a posto e gli piaceva parecchio. Peccato per la belva che aveva come compagna di squadra. Quella sicuramente non avrebbe accettato un'alleanza...
«Be, non ci servono alleati, ce la caveremo da soli. » 
Tagliò corto Zoroko, prima che il mentore potesse anche solo pensare di rispondere alle recriminazioni del giovane.
«Non è così semplice. Quest'arena è particolare. Sono tutte persone che hanno già ucciso almeno una volta, non sono ragazzini inesperti. Ed in più ognuno di loro, ognuno è amato dai nobili di Marijoa, hanno sponsor potenti e tra di loro si conoscono. Alcuni sono amici, alcuni sono... coppie. Senza alleati non sopravvivrete cinque minuti nell'arena. Dovete fare amicizia, non c'è altro modo. »
Dopo la disamina di Dragon non volò una sola mosca per tutto il resto della cena, e nel silenzio i tributi si ritirarono nelle proprie camere.
Il primo giorno era andato. Ne restavano solo tre prima della fine.


// angolo autrice
Rieccomiiiii. Ho fatto passare meno tempo dall'ultima volta, ma ci ho messo comunque un'eternità. Perdonatemi T.T
Spero vi sia piaciuto questo capitolo. A presto!

   
 
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