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Autore: littlegiulyy    06/05/2018    1 recensioni
(Ambientata durante il sesto anno)
-"Lo sapevamo tutti Dap che Pansy non avrebbe potuto aspettarlo per sempre"-
Guardo il mio ragazzo piuttosto perplessa da questa affermazione, chi si sarebbe mai aspettato che sarebbe andata a finire così?
-"Blaise, non avrei puntato neanche un centesimo su Nott..."-
-"Daphne apri gli occhi, Pansy è cambiata, è cresciuta! E Draco non se n'è neanche accorto, tipico di Malfoy, qualsiasi cosa non riguardi direttamente lui non è degno di entrare nella sua testa"- sputa fuori con rabbia.
Lo guardo sorpresa, da quando parla così del suo migliore amico?
Improvvisamente mi rendo conto di non poter più fingere e di doverlo dire a qualcuno.
-"Blaise, ascoltami, Draco è in pericolo"-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Ciao! Perdonatemi il ritardo ma sono stata molto occupata in questi giorni.
Eccomi qui con un nuovo capitolo, spero vi piaccia e come sempre aspetto le vostre recensioni per sapere che ne pensate!
Buona lettura :)



Cercai di scostarmi dal suo abbraccio, ma non ci riuscii.

L’unica opzione che avevo era assecondarlo e cercare di capire quale fosse il suo progetto, senza farmi scoprire.
Sospirai cercando di ristabilire il controllo.
“Cosa ti serve?”
Sentii la sua presa farsi più leggera sui miei fianchi, ora aveva la certezza che non l’avrei sbattuto fuori dalla mia stanza a calci nel culo.
“Non posso dirti a cosa mi serve, ne che intenzioni ho. Ma ti prego di fidarti di me. Riesci a scoprire se qui ad Hogwarts c’è un armadio svanitore?”
Mi voltai verso di lui per guardarlo negli occhi, lasciò la presa delicatamente mentre i suoi occhi caddero sulla mia pelle nuda per un attimo. Richiusi velocemente la cintura dell’accappatoio e guardai i suoi occhi grigi. Oggi avevano una particolare sfumatura di azzurro, come ogni giorno in cui c’era il sole.
“Un armadio svanitore?” gli chiesi sorpresa dalla richiesta piuttosto strana.
Ne avevo già sentito parlare, avevo visto dei disegni nei libri della biblioteca di Parkinson Manor, ma non ne avevo mai visto uno con i miei occhi.
Sapevo che era un oggetto associato alla magia oscura, ma in quel momento non riuscii proprio a collegare a cosa potesse servirgli un armadio svanitore qui ad Hogwarts.
“Si esatto. Come ti ho già detto non posso dirti cosa ci devo fare, ne perché mi serve, ma ho bisogno del tuo aiuto. Non devi dirlo a nessuno Pansy, ne farti scoprire da nessuno. Sono settimane che cerco di scoprire se ce n’è uno da qualche parte qui a scuola. E’ importante”
Lessi nei suoi occhi un misto di ansia e paura.
Era raro vedere Draco Malfoy in questo stato.
“Ok ti aiuterò, se scoprirò qualcosa te lo farò sapere” conclusi dirigendomi verso l’armadio e aprendone le ante.
Da dove avrei potuto iniziare?
Forse avrei potuto cercare qualcosa tra i libri della mia famiglia tra qualche giorno, una volta tornata a casa. Ero sicura avrei trovato qualcosa lì!
Sentii uno spostamento d’aria alle mie spalle, capii che era dietro di me, molto vicino.
Le sue mani avvolsero dolcemente le mie spalle “grazie, a dopo” sussurrò al mio orecchio prima di stamparmi un bacio sulla guancia.
Non dissi niente, rimasi in silenzio senza riuscire a dire niente.
Avrei pagato oro per avere queste attenzioni e questa fiducia da parte sua fino a qualche mese fa, ed ora?
Sentii la porta chiudersi alle mie spalle ed intuii che doveva essersene andato.
Presi la divisa dal mio armadio.
Tolsi l’accappatoio e indossai delle parigine fin sopra il ginocchio e la mia gonna. Sistemai la camicia e infilai il maglione sistemando il colletto della camicia.
Mi guardai un attimo allo specchio, decisi di non truccarmi e di lasciare i capelli sciolti.
Qualcuno bussò alla mia porta.
Le sorprese a quanto pare non erano ancora finite.

“Avanti” dissi infilando le scarpe.
“Ciao” non appena riconobbi la voce mi voltai di scatto.
“Alla buon’ora Theodoro”
“Mi chiami Theodoro adesso? La situazione dev’essere piuttosto grave”
“Considerando che non mi parli ne ti fai vedere da un giorno intero e che l’ultima volta che ci siamo visti mi hai detto che sono libera di fare ciò che mi pare, direi di sì”
“Ma è vero” chiuse la porta alle sue spalle “non posso obbligarti a fare ciò che voglio io Pansy. Se tu vuoi baciare Malfoy, bacialo! Non posso di sicuro proibirtelo. Poi che lo prenderei a pugni e lo ammazzerei di botte è un altro discorso! Devi essere tu a dirmi cosa vuoi”
Lo guardai per un attimo, l suo ragionamento non era così malvagio dopotutto.
“Ha fatto tutto lui… Draco… ieri sera. Non so cosa diavolo gli sia preso, te l’ho già detto”
“Ed io ti credo” disse avvicinandosi e sfiorandomi la guancia.
“Dove sei stato tutto il giorno?”
“In giro”
“Theo.”
“In camera, sono andato a farmi una passeggiata per schiarirmi le idee, allenamento di Quiddich…ho fatto un po’ di cose… ma di venire a mangiare per vedere te e Malfoy che vi mandate occhiatine non mi andava”
Alzai gli occhi al cielo “ma di quali occhiatine stai parlando scusa?” dissi piuttosto scocciata.
Perchè diavolo faceva così adesso?
“Dai si vede lontano un miglio che c’è qualcosa tra di voi”
Non ressi più “quando avrai voglia di smetterla di fare il bambino e dire stronzate fammi un fischio, adesso è tardi io vado”
“Da Malfoy”
Ignorai beatamente la sua precisazione inutile e chiusi la porta alle mie spalle dirigendomi verso la sala comune.
Dannazione ma stava scherzando? Venire in camera mia per continuare le sue idiozie da gelosia.
Scesi le scale della sala comune velocemente, prima sarebbe iniziata la tortura prima sarebbe finita.
Vidi Draco vicino alla porta principale che mi aspettava, mi avvicinai a lui lentamente “andiamo?” mi chiese non appena mi trovai abbastanza vicino a lui da sentire la sua voce.
Annuii abbassando la testa rassegnata, sarebbe stata una lunga serata.

 

Camminavamo per i corridoi di Hogwarts da più di un’ora in silenzio. Nessuno dei due osò dire una parola, quando all’improvviso fu proprio lui a rompere il silenzio.
“Ci sarai al ballo di Capodanno?”
“Si”
“I tuoi ti hanno già scritto?”
Annuii continuando a camminare guardando davanti a me, per un attimo mi ricordai che le lettere dei genitori sarebbero arrivate tra qualche giorno e pregai con tutta me stessa che non lo ricordasse.
Se avesse capito che avevo sentito mia madre prima di tutti gli altri, avrebbe sicuramente capito che c’era qualcosa sotto dato che non ero solita scrivere spesso alla mia famiglia.
“Anche mia madre mi ha scritto… quando tornerò a casa andrò anche a trovare io padre in quel postaccio” avvertii la sua voce incrinarsi al termine della frase e finalmente mi voltai ad guardarlo.
“Non dev’essere facile… sei sicuro di volerci andare?”
Mi guardò sorpreso “Certo, perché non dovrei? Mio padre non vorrebbe che lo vedessimo lì, ne tanto meno che io e mia madre ci facessimo vedere ad Azkabam, ma mia madre ci tiene particolarmente e non le si può dire di no, sai com’è fatta”
Sorrisi pensando alla testardaggine di Narcissa Malfoy, una delle donne più forti che avessi mai conosciuto probabilmente “si, lo so bene”
“E poi fa piacere anche a me vederlo” concluse spostando lo sguardo altrove.
Conoscevo Draco da molti anni, e sapeva benissimo che riuscivo a leggergli dentro come nessun altro; proprio per questo spesso era così sfuggente nei miei confronti, ma non avevo sicuramente problemi a riconoscere quei momenti.
Decisi di non inferire oltre.
“Per quella cosa che ti ho chiesto prima...” mi voltai a guardarlo nuovamente interessata, stava parlando decisamente troppo per i suoi standard e questo mi insospettì non poco.
“Non sei tenuta a farlo Pansy…”
“Lo farò non ti preoccupare, e sarò discreta, come sempre”
"Si ma stai attenta, non me lo perdonarei mai se ti succedesse qualcosa"
Mi voltai verso di lui curiosa "perchè dovrebbe succedermi qualcosa scusa?"
Per un attimo mi diede l'impressione di essere spiazzato, ma si ricompose subito "dicevo così per dire. In questi anni Hogwarts non è stato un posto sicuro"
"Non lo è stato per gli altri, non per noi"
"Vero"

Iniziammo a scendere le scale per allontanarci dalla torre di Griffondoro ma improvvisamente misi male un piede e per un attimo mi convinsi che quello sarebbe stato il mio ultimo momento di vita.
Chiusi gli occhi preparandomi al dolore dell’impatto, ma una presa forte e sicura mi fermò afferrandomi per i fianchi.
Rimasi con gli occhi chiusi per qualche secondo, ancora con il fiatone per lo spavento preso.
“Quando inizierai ad essere meno maldestra?” lo sentii ridere e aprii gli occhi rimanendo totalmente abbagliata da uno dei suoi rari sorrisi.
La sua bocca era a pochi centimetri dalla mia, e potevo sentire il suo respiro caldo soffiare sulla mia pelle. Guardai i suoi occhi grigi, erano così diversi da come li ricordavo.
Sempre sicuri e fieri, ma adesso quello che potevo leggerci era solo un ragazzo spaventato e terribilmente solo.
Rilassai la schiena totalmente rigida e mi appoggiai delicatamente alla parete in muratura dietro di me. Queste scale erano sempre state così dannatamente strette, due persone vicine ci passavano a malapena.
Mi resi conto solo dopo un po’ di avere una mano stretta sul suo braccio e l’altra sulla sua spalla, per assicurarmi una presa.
Cercai di divincolarmi dalla sua presa per togliermi da questa situazione imbarazzante, ma mi ritrovai in pochi attimi imprigionata tra le sue braccia ed il muro dietro le mie spalle.
Sapevo che se mi fossi trovata in una situazione del genere sarebbe stato difficile mantenere il mio autocontrollo, ma non potevo dargli questa soddisfazione, ne potevo complicare ulteriormente le cose, visto il periodo.
“Dovresti smetterla di cercare di scappare da me” sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.
“E tu dovresti cercare di smetterla di bloccarmi”
“Non posso farne a meno” rise e dio, avrei voluto sprofondare lì, in quel momento.
Si avvicinò sempre di più a me e trattenni i respiro, incapace di pensare razionalmente in quel momento. Le sue dita iniziarono ad accarezzare il mio fianco dolcemente, intrufolandosi sotto la camicia. Rabbrividii sentendo le sue dita fredde scorrere sulla mia pelle.
Il suo respiro sempre più vicino.
Il suo profumo invase le mie narici.
Proprio quando chiusi gli occhi e le sue labbra sfiorarono le mie, una voce ci riportò alla realtà facendoci allontanare immediatamente alla velocità della luce.
“Malfoy, Parkinson!”
Guardai il trio dei miracoli al completo in cima alle scale, mi soffermai per un attimo con lo sguardo su Harry, ma lui non diede assolutamente segno di intesa.
“Cosa ci fate in giro a quest’ora? Dovreste essere nei vostri dormitori, Piton sarà felice di sapere che girovagate per il castello a vuoto contro le regole” disse subito Draco facendo un passo avanti.
“E noi potremmo riferirgli che usate le sue punizioni per sbaciucchiarvi nei corridoi” rispose immediatamente compiaciuto di averci colti sul fatto Weasley.
Avrei potuto controbattere, era il mio momento, lo era sempre stato.
Dopo un insulto di Draco arrivava puntualmente il mio.
Ma stranamente quella sera, in quel momento non mi uscì niente.
Mi ricordai delle chiaccherate con Potter, e improvvisamente mi sembrò sbagliato insultare qualcuno che in fin dei conti mi aveva aiutata.
Mi resi conto che tutti gli sguardi erano puntati su di me, in attesa di una mia risposta, che però non arrivò. Niente di niente.
Draco prese in mano la situazione “almeno io ho qualcuno con cui divertirmi Weasley, tu e la mezzosangue andate in giro per i corridoi lanciandovi occhiatine ma non avete il coraggio di concludere a quanto pare” li canzonò Draco.
“Solo perché Ron e Hermione hanno più pudore di voi non vuol dire che siate superiori Malfoy, tuo padre non te le ha insegnate le buone maniere? A quanto pare l’ho sbattuto ad Azkabam prima che potesse farlo”
Harry non fece in tempo a finire la frase che Draco si lanciò su di lui pronto a prenderlo a pugni.
Lo tirai per il mantello cercando di fermalo e fortunatamente ce la feci.
Lo trattenni per il braccio cercando di distrarlo “lascia stare Draco, andiamo via, se faiq ualcosa finiamo nei casini con Piton”
Come aveva potuto essere così cattivo Harry?
Mi sentii offesa.
Sorvolai sul fatto che aveva indirettamente offeso anche me con la sua frase, ma proprio non capii come poteva essere stato così cattivo con Draco.
Mi sorpresi dei miei stessi pensieri, in fin dei conti perché adesso mi interessava tanto l’opinione di Potter? Per anni ci eravamo insultati e presi in giro, ma non potevo fare a meno di sentirmi offesa e in un certo senso anche arrabbiata.
Con uno strattone Draco si liberò dalla mia presa e voltandosi scomparve velocemente giù dalle scale. Guardai un’ultima volta il trio sopra di me, e non trattenni di certo uno sguardo di disprezzo.
Mi voltai e me ne andai, scendendo le scale piuttosto velocemente ed ignorando l'ultimo guardo di Potter.
Avevo sbagliato a fidarmi di lui evidentemente.

Dovevo trovare Draco.
Lo cercai in tutti i corridoi vicini, ma niente, non riuscivo a trovarlo.
Questa volta non sarebbe stato facile.
Poche cose toccavano Malfoy, la famiglia era certamente una di queste.
Lucius Malfoy specialmente.
Continuai a girare per tutti i corridoi senza farmi notare, se Piton ci avesse scoperti saremmo finiti in punizione doppiamente per non aver portato a termine la punizione che ci aveva assegnato.
Dannazione.
Improvvisamente un lampo di genio mi attraversò la mente. Avevo cercato per tutto il castello, mancavano solo i sotterranei di Serpeverde; luogo che escludevo a priori perché di sicuro in questo momento voleva solo stare da solo e non di certo vedere tutti i nostri compagni, e fuori dal castello.
Senza pensarci troppo mi fiondai giù dalle scale, e con qualche trucchetto imparato l’anno scorso inseguendo Potter e compagnia quando facevo parte della squadra di inquisizione della Umbridge, riuscii ad uscire dal castello senza troppi problemi.
Iniziai a camminare lungo il sentiero che portava sulla riva del lago Nero.
Il vento gelido entrava sempre di più dentro di me, mi strinsi dentro al mio leggero mantello. Chi avrebbe mai pensato di dover uscire a quest’ora?
Continuai a camminare stando attenta a dove mettevo i piedi, se fossi caduta adesso nessuno mi avrebbe aiutata ne tanto meno trovata probabilmente.
Finalmente riuscii a scorgere la riva del lago e, grazie a dio, riconobbi i capelli biondissimi di Draco. Tirai un sospiro di sollievo per averlo trovato, era una mina vagante in questo momento.
Stavo per chiamarlo quando all’improvviso notai un’altra persona a qualche metro da lui.
Mi bloccai d’istinto e cercai di nascondermi dietro un albero senza farmi vedere.
E adesso chi diavolo era?
La persona misteriosa si avvicinò a Draco e iniziarono a parlare, tesi l’orecchio cercando di sentire cosa si stessero dicendo ma essendo troppo lontana non sentivo niente.
Dannazione.
Cercai di riconoscere chi si stesse nascondendo sotto quel mantello nero ma nell’oscurità la sua identità era ben nascosta.
Parlavano animatamente, come se stessero discutendo di qualcosa.
Cercai di concentrarmi il più possibile sulle parole e tesi ancora di più l’orecchio.
“Se non ti sbrighi a portare a termine la tua missione Draco non sarai più al sicuro” non riconobbi la voce, ma la voce era sicuramente quella di un uomo.
“Lo so ma è difficile”
“A lui non importa che sia difficile, sta solo aspettando che tu fallisca!”
“Non fallirò”
“Lei ha quello che ci serve, ricordatelo. Porta a termine la missione e cerca di ottenere ciò che ci serve. La ragazza non lo sa ma ha una parte integrante nella storia”
La ragazza? Di che cosa stavano parlando?
Cercai di collegare tutte le cose sconnesse che avevo appena sentito ma non riuscii proprio a capirci niente.
“Lo so, ma anche questo è difficile. Ci sto lavorando, quando tornerò a casa per capodanno lavorerò su questa cosa, da qui mi è difficile. Gli darò ciò che vuole, ma lei deve essere al sicuro, non le deve succedere niente. Sono stato chiaro?”
“Questa è una decisione del signore oscuro Draco, lo sai. Ma lui non fa del male a chi lo aiuta. Adesso devo andare, si è fatto tardi. Mi farò vivo io”
In un attimo l’uomo scomparve come se non ci fosse mai stato nessun altro oltre a Draco lì.
Crollai seduta per terra oberata di informazioni.
Informazioni a cui non riuscivo a trovare un senso logico.
Draco doveva portare a termine una missione, ma quale?
Cosa c’entrava l’armadio svanitore con tutto questo?
E la ragazza di cui stavano parlando chi era? E cosa doveva dargli di così importante che avrebbe potuto aiutare il signore oscuro?
Non ci capivo più niente, l’unica cosa certa era che tutto questo era più grande di me.
Mi rialzai in piedi e corsi verso il castello prima che Draco potesse vedermi.
Continuavo a pensare e ripensare a ciò che avevo sentito ma niente aveva senso.
Cosa mi stava nascondendo oltre alla sua missione?

 

 

 

 

  
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