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Autore: telesette    06/05/2018    2 recensioni
Harry si rese conto di "cosa" aveva detto, solo quando tutti cominciarono a fissarlo.
Nella sala scese un silenzio raggelante, tutti gli sguardi erano puntati su di lui, e la più stupita era proprio Hermione che, seduta al suo fianco, forse pensava di aver capito male. Dal canto suo Harry non riusciva a credere di avere usato realmente quelle parole, anziché qualcosa come: "ti voglio bene Hermione", oppure "se non ci fossi bisognerebbe inventarti", o ancora "sei speciale"... No, se ne era uscito proprio con quelle due paroline che, se messe assieme, possono generare un misto di emozioni contrastanti.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A Tina con affetto...
Buon Compleanno !!!

A proposito... Ti amo!
immagini tratte da internet

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Harry si rese conto di "cosa" aveva detto, solo quando tutti cominciarono a fissarlo.
Nella sala scese un silenzio raggelante, tutti gli sguardi erano puntati su di lui, e la più stupita era proprio Hermione che, seduta al suo fianco, forse pensava di aver capito male. Dal canto suo Harry non riusciva a credere di avere usato realmente quelle parole, anziché qualcosa come: "
ti voglio bene Hermione", oppure "se non ci fossi bisognerebbe inventarti", o ancora "sei speciale"... No, se ne era uscito proprio con quelle due paroline che, se messe assieme, possono generare un misto di emozioni contrastanti.
Nemmeno lui sapeva cosa gli fosse preso. 
Lo aveva detto praticamente sovrappensiero, cercando parole tenere da rivolgerle con affetto, ma i più vicini lo avevano sentito tutti distintamente e alcuni cominciavano già a mormorare. Dal fondo della sala il mormorio sulle voci che circolavano, circa l'amore segreto tra Harry Potter ed Hermione Granger, crebbe d'intensità e diventò ben presto un chiacchiericcio tale da far vibrare persino gli spessi e lunghi tavoli in legno di quercia. Tuttavia, prima che Harry potesse anche solo cercare di correggersi, alle sue spalle riecheggiò un sarcastico applauso.

- Complimenti Potter - esclamò Malfoy con il suo sorrisetto mellifluo, battendo le palme delle mani e invitando quelli seduti accanto a lui a fare altrettanto. - Sono certo che il vostro matrimonio darà un contributo prezioso alla scienza, i vostri figli saranno certamente oggetto di studio, ammesso che una mezzosangue possa generare figli anziché ibridi... Davvero, avete tutta la mia compassione!

I Serpeverde scoppiarono in una risata corale.
Hermione non rimase a raccogliere quella squallida provocazione. Semplicemente si alzò di scatto, rovesciando a terra piatti e posate, e lasciò la Sala Grande senza curarsi delle facce divertite e dei commenti sarcastici a lei rivolti. Harry fece per correrle dietro, ripromettendosi di strozzare Malfoy in un altro momento, ma qualcuno non era dello stesso parere.

- Ehi Malfoy - fece Ron, trattenendo Harry per un braccio. - Perché non vieni fuori, invece di sparare scemenze?
- Cos'è Weasley, hai voglia di finire la settimana in infermeria?
- Stavo per chiederti la stessa cosa!

I due ragazzi si guardarono in cagnesco, l'aria già prometteva botte da orbi, tuttavia Malfoy non aveva intenzione di guastarsi il pomeriggio con quel pezzente di Weasley. Facendo scattare Tiger e Goyle al semplice schiocco delle dita, il biondo Serpeverde si allontanò dunque verso la sala comune della sua casa senza colpo ferire. A quel punto Ron prese da parte Harry e, facendo un grande sforzo per controllarsi, sembrava quasi avesse voglia di sbranarlo.

- Dovevi proprio dirglielo così, davanti a tutti - mormorò Ronald tra i denti, sbattendo sul tavolo una copia della Gazzetta del Profeta. - La Skeeter ci andrà a nozze con questa tua sparata!
- Cos... Oh, andiamo Ron, non intendevo dirle quello!
- Allora perché glielo hai detto, citrullo?
- Io... Non lo so, non me ne sono neppure reso conto, volevo solo dirle che le voglio bene e... Non so cosa mi sia preso, davvero!
- Già - sbuffò Ronald. - Vaglielo un po' a spiegare, adesso!
- Cosa? Che le devo spiegare?
- Che sei un cretino - rise Ron, cambiando tosto espressione. - Pensa, per un attimo ci avevo quasi creduto, è incredibile!

Harry parve un attimo sbigottito, prima di lasciarsi ad un lungo sospiro di sollievo.
Evidentemente Ronald trovava assurda anche solo l'idea. Con Hermione si conoscevano da anni ormai, la loro amicizia era tale da non lasciare intendere che potesse nascere alcun sentimento diverso. Certo era una gran bella ragazza, indubbiamente, ma non gli era mai passato neppure lontanamente di vederla così come era solito guardare Cho oppure qualche altra ragazza in grado di fargli battere il cuore.

Tuttavia le aveva detto proprio così: "ti amo"... E, a giudicare da ciò che quelle parole avevano scatenato, forse Hermione non l'aveva presa con lo stesso spirito di Ron.
Forse era il caso di parlarle, di chiarire subito, onde evitare fraintendimenti.
Senza perdere tempo, Harry raggiunse la sala comune della torre dei Grifondoro. Hermione non c'era, probabilmente era già andata in camera, dunque non vi era modo di parlare con lei faccia a faccia.
Cosa poteva fare allora?
Per un attimo pensò di aspettarla, di trovare un momento per parlarle prima di andare a cena magari, ma scartò subito l'ipotesi. Poi mentre saliva la stretta scala a chiocciola, rimuginando tra sé se l'aveva fatta grossa o meno, entrò in camera e buttò l'occhio sopra la scrivania e sui fogli di pergamena bianca ivi sparsi.

- Potrei scriverle una lettera - pensò. 

Poco dopo, infatti, stava già scrivendo così...

Cara Hermione
mi dispiace, non volevo metterti in imbarazzo, davvero non era mia intenzione. Apprezzo molto il tuo preoccuparti per me, sei sempre una cara amica, per questo ci tenevo a dirti quanto ti voglio bene e quanto tu sia importante per me... Beh, non proprio in quel senso, ecco!
Non che tu non sia bella, anzi, quanto a questo io e Ron ci metteremmo senza dubbio la firma.

Quello che intendo è che ti voglio bene, ti voglio molto bene, e non so perché mi è saltato in mente di usare proprio quelle parole per dirtelo. Ron dice che, probabilmente, ero ubriaco. Chissà, forse ha ragione, davvero non so cosa mi abbia preso ma è certo che, se quello che ho detto in qualche modo ti ha dato fastidio, vorrei avere la possibilità di scusarmi.
Tengo molto a te, lo sai, e non potrei mai perdonarmi che tu debba star male per colpa mia.

Harry

***

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Il giorno dopo aver ricevuto la lettera di Harry, Hermione venne a cercarlo come una furia scatenata, sbattendogli più volte la pergamena sul capo.

- Ahio!
- Avrei preferito una lettera piena zeppa di insulti - esclamò Hermione arrabbiatissima. - Almeno ci avrei riso sopra!

- Non capisco - balbettò Harry. - Che ho detto di male questa volta?
- Tu non hai detto niente, Harry... Niente, è proprio questo il punto!
- Scusa ma non ti seguo!

Hermione era passata dall'essere paonazza a sbiancarsi quasi completamente in viso.
Evidentemente Harry non si rendeva conto di come stavano le cose. Per lui, si trattava solo di chiarire un mero equivoco... Per lei, invece, si trattava di una questione un pochino diversa. Per anni aveva sempre cercato di reprimere i suoi veri sentimenti per lui, consapevole di come lui la vedesse solo come una buona amica, e comunque non glielo aveva mai detto apertamente proprio per evitargli l'imbarazzo. Lei sapeva benissimo che la vita di Harry non era mai stata facile, che nella sua infanzia non aveva mai conosciuto neppure un affetto vero, e in qualche modo riusciva anche a capirlo e giustificarlo ogni volta che si sfogava con lei e con Ron.
Era umano!
Da che lui aveva visto lo sguardo amorevole dei suoi genitori, attraverso la superficie lucida di uno specchio magico, anche la consapevolezza di quei sentimenti erano come un'immagine riflessa. Harry non aveva mai provato il calore di avere una persona speciale accanto, l'amore e l'affetto dei suoi cari erano senza dubbio le cose che desiderava maggiormente, e forse il motivo di tanta goffaggine con le ragazze gli derivava appunto da questo. Hermione conosceva tanto i suoi pregi quanto i difetti (soprattutto i difetti) e, anche se il più delle volte preferiva passarci sopra, c'era un difetto nel comportamento di Harry che proprio non riusciva ad accettare. 

- Harry - esclamò. - Non sono arrabbiata perché ieri mi hai detto "ti amo", bastava guardarti in faccia per capire che non stavi dicendo sul serio; sono arrabbiata perché, se non si tratta di combattere mostri  o di affrontare Mangiamorte, tu non hai mai il coraggio di assumerti alcuna responsabilità!
- Responsabilità ma... Per cosa ?!?
- Niente, lascia perdere!
No, aspetta un momento!

Come Hermione fece per voltarsi e andar via, Harry le afferrò il braccio d'istinto per costringerla a guardarlo.
Voleva solo trattenerla, senza farle male, ma l'espressione della ragazza indicava che aveva stretto troppo. Subito si vergognò di aver alzato le mani, non era da lui, infatti la lasciò andare mortificato ma desiderava anche capire che cosa intendeva con quel discorso.

- Scusami - mormorò. - Ti... Ti ho fatto male?
- Sto bene - rispose Hermione, sfregandosi il polso.
- Senti, mi dispiace! So che ho combinato un gran casino ieri, anche se non volevo, ma io e te siamo...
- Amici, giusto - lo interruppe lei gravemente. - E' questo che volevi dire?
- Lo dici come se fosse una cosa brutta - osservò Harry confuso.

Hermione prese un lungo respiro, cercando di calmarsi, dopodiché provò a spiegare il concetto in modo che anche quello zuccone potesse comprenderlo.

- Se tu volessi bene ad una persona, e questa persona semplicemente non ricambia il tuo sentimento, ti piacerebbe sentirti dire "ti amo" da lei... E dopo far finta di non aver sentito niente?

Harry parve finalmente capire.
Non stava affatto scherzando, era serissima, e per la prima volta lui si rese conto di non aver mai capito nulla dei suoi sentimenti. 

- Hermione - balbettò confuso. - Io... Io non avevo idea che tu...
- No Harry, lo so benissimo, tu non puoi vedermi come vedi Cho o Ginny - sottolineò. - Sono la tua migliore amica, lo so da tempo ormai, tra noi è così che funziona!  
- Ma...
- Ma quello che hai scritto è la dimostrazione che, se una parola ti sfugge, tu pensi che basti scusarsi per mettere tutto a posto - lo rimproverò. - Se dici di provare amore va bene, se dici di provare affetto va bene, ma devi comunque assumerti la responsabilità delle tue parole... E' questo tuo atteggiamento che mi ferisce, e tanto anche!

Ciò detto, se ne andò e lo lasciò solo a riflettere.
Più tardi Harry, di ritorno nella sua stanza, Harry trovò un biglietto. Hermione voleva parlargli, lontano da occhi indiscreti, perciò gli dava appuntamento alle dieci nella rimessa delle barche. Da principio Harry non era sicuro di accettare, anche perché non aveva idea di cosa avrebbe potuto dirle, ciononostante scrisse due righe frettolose di conferma e andò alla voliera per affidare il bigliettino ad Edwige. Quando poi scese il tramonto, e le ombre si delinearono verso gli scuri anfratti del lago che circondava il gigantesco maniero, i due giovani si avviarono ad incontrarsi nel luogo stabilito. 

***

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- D'accordo - esclamò subito Harry, senza girarci troppo intorno. - D'accordo, va bene, è ufficiale: sono il più grande imbecille della storia!
- Ti stai insultando da solo!
- Peccato che mi ci sento davvero un idiota!
- E perché saresti un idiota, sentiamo?

Harry volse lo sguardo dall'altra parte, incapace di rispondere.
Chiaramente l'intera situazione lo metteva a disagio, così come alla stessa Hermione, e per quanto lo desiderasse proprio non vedeva il modo per rimettere le cose a posto.

- Avrei fatto meglio a restarmene zitto - mormorò. - Se non ti avessi detto nulla non...
- Proprio non ci arrivi, vero? - ribatté lei severamente. - Se tu ieri avessi detto che mi odi, sarebbe stata la stessa cosa: mi avresti chiesto scusa e, per favore, di dimenticare tutto; ma certe parole hanno un peso, soprattutto nel cuore delle persone, e da come ti comporti sembra che tu non voglia accettarne le conseguenze!
- Ho detto che mi dispiace - protestò lui con veemenza. - Come potevo immaginarlo? Voglio dire, non ho mai pensato a te in quel senso e credevo che tu... che io... Insomma, non credevo che tra noi potesse esserci qualcosa di diverso! 
- Se non lo pensi veramente, allora, perché me lo hai detto?

Harry si morse le labbra.
Era ovvio che qualcosa di Hermione lo attraeva per istinto, il suo affetto forse oppure la gentilezza quasi materna nei suoi confronti, ma non riusciva a spiegarselo secondo logica. A volte sentiva il bisogno di abbracciarla, di stringerla forte a sé, altre invece sentiva quasi l'impulso di baciarla... e questo lo spaventava perché, se la loro amicizia si fosse mutata in qualcosa di più intimo, niente tra loro sarebbe stato più come prima.
Da una parte la loro amicizia, bella e preziosa come poche altre cose; dall'altra un sentimento nuovo, molto più intenso, e il timore di perdere ogni momento di gioia assieme nel volgere di un breve attimo. 

- Harry - sussurrò Hermione, carezzandolo affinché la guardasse dritto negli occhi. - Ieri stavi cercato di dirmi qualcosa, forse con parole diverse, ma non posso leggerti nel pensiero per capire cosa volessi dire esattamente!

Il ragazzo prese dunque un profondo respiro, cercando di calmarsi, dopodiché le sfiorò piano i capelli scendendo fino alla guancia e, indugiando in quel gesto con un sorriso timido, le parole gli vennero dal cuore.

- Sei splendida Hermione - sussurrò dolcemente.
- Dai, non scherzare!
- Sul serio, invece... E' vero che non ho molte occasioni per dirtelo ma è la pura verità!

Hermione sorrise riconoscente.

- E' bello che tu dica questo - osservò. - Però, quando mi guardi, non ti trema la voce!
- Ti sbagli - la corresse. - Dimentichi il Ballo del Ceppo, quella volta nessuno di noi riusciva a guardarti senza il batticuore!
- Dio, che imbarazzo - fece lei arrossendo. - Ero così nervosa quella volta!
- Davvero, non ne avevi motivo!
- Ho passato ore a convincermi davanti allo specchio, non sembravo più neanche io, era come se un'altra persona stesse camminando dentro ai miei vestiti...
- Hermione, tu sei bella - puntualizzò Harry, prendendole la mano tra le proprie.

Hermione deglutì.
Il contatto fisico tra loro era più di una carezza fraterna adesso, lo percepiva molto chiaramente, e anche la distanza tra le loro labbra era diminuita senza che se ne accorgessero. Se si fossero avvicinati ancora l'uno all'altra, senza dubbio avrebbero finito per baciarsi.

- Lo penso sul serio - disse Harry.
- Harry, ti prego...

Hermione non ebbe il tempo di replicare, la distanza tra le loro labbra era ormai scomparsa, il bacio di Harry fu l'ultima cosa che la sua mente registrò prima di svuotarsi del tutto. Le mani di lei sulle guance di lui, per impedirgli di allontanarsi, e un forte calore dentro al petto che, irradiandosi e crescendo sempre di più, andava ad aumentare il desiderio di entrambi. Harry si fermò giusto un attimo, quasi non riuscendo a credere a quanto fosse bella, e finalmente comprese che quelle parole non gli erano sfuggite accidentalmente.
Lui desiderava dirglielo.
Era quello il sentimento che provava, a prescindere da tutto, e ormai anche Hermione non aveva più dubbi.

- Ti amo Hermione - sussurrò.
- Oh Harry - fece lei, baciandolo in preda alla più grande gioia. - Anch'io!

FINE

   
 
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