Anime & Manga > Assassination Classroom
Ricorda la storia  |      
Autore: _happy_04    07/05/2018    1 recensioni
[ 1001 parole | children!Isogai & Maehara | A LOT of fluff ]
Perché non c'è notte migliore per stare insieme che una in cui cade una vera e propria pioggia di stelle cadenti.
~~~~~~~~~
[...] dal loro punto di vista, erano delle stelle stanche di stare ferme che cadevano da qualche parte sulla Terra, delle viaggiatrici custodi dei desideri delle persone – e, perché no, anche delle alleate nella loro realizzazione.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiroto Maehara, Yuma Isogai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- shooting stars -

«Yuma!»
Il bambino si girò, sorridendo nel vedere il suo amico dai capelli biondi entrare nella camera. «Hiroto! Alla fine i tuoi genitori ti hanno dato il permesso?»
Il piccolo si posizionò affianco a Yuma, appoggiandosi con le braccia al davanzale della finestra e posandovi il mento sopra. «Più o meno. Cioè… non proprio. Anzi, no.»
Il corvino gli rivolse un lieve sguardo di rimprovero. «Va bene, allora. Però non ti nascondere nell’armadio, lo hai già fatto la volta scorsa.»
«Lo so. Nel caso mi nascondo sotto al letto.»
Dopo queste parole, i due voltarono gli occhi al cielo, lasciando che un sereno silenzio calasse tra di loro.
Quella notte, la cupola blu sulle loro teste, immensa e maestosa, era ricoperta da una coltre di stelle, miliardi e miliardi di puntini luminosi che scintillavano come piccoli diamanti. Sembrava quasi che si stesse preparando a festa per una delle notti più magiche dell’anno – quella in cui, secondo i calcoli di alcuni studiosi, ci sarebbe stata una vera e propria pioggia di stelle cadenti.
Tutto ciò non era perfettamente chiarissimo ai due bambini, ovviamente; tutto quello che sapevano era che, quella notte più che mai, sarebbe valsa la pena rimanere svegli fino a tardi.
«Senti, Hiroto…» Yuma parlò piano e a voce bassa, quasi avesse paura di dire quanto aveva in mente. L’amico girò appena il viso verso di lui, pur senza alzare il mento dal braccio.
«Ci sto pensando da un po’, ma…» Il bambino si mordicchiò il labbro inferiore. Le parole erano tutte mischiate in una grande confusione nella sua mente, tanto il suo timore era difficile da sopportare e, di conseguenza, da esprimere. «…noi finiremo per perderci?»
Stavolta, il biondo sollevò la testa, fissando confuso l’amico ad occhi spalancati. Chiaramente, era una domanda che mai si sarebbe aspettato, soprattutto da lui.
«Voglio dire…» Yuma rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, i gomiti sul davanzale e le dita strette con forza alle maniche della maglietta. «Spesso gli adulti si perdono con facilità. Prima si dicono che saranno amici per sempre e tutto il resto… poi però non si vedono per un po’ di tempo e non si parlano più per un sacco. Ma… noi? Cosa faremo?»
Hiroto sbatté le palpebre. Non c’era dubbio, non si era mai chiesto nulla del genere, e non era sicuro di come rispondere.
Appoggiò nuovamente il mento, riflettendo perplesso. «Beh, devi ammettere che gli adulti sono strani, e questo credo che lo sappiamo entrambi. In ogni caso… non posso vedere nel futuro, quindi non saprei dirti bene, ma del presente qualcosa che posso dire c’è di sicuro. Per esempio, so che, anche se siamo solo in seconda elementare, tu sei il mio migliore amico, il migliore di sempre, intendo, e non ho mai voluto bene a nessuno come a te.»
«Neanche alla bambina con cui ti sei fidanzato la settimana scorsa?» Yuma lo interruppe, con una certa sorpresa negli occhi. Effettivamente, poteva sembrare un po’ fuori luogo, come domanda, ma gli era sorta spontanea.
«Già!» Il biondo annuì con energia, portando l’amico a lasciarsi scappare un sorriso. «E so anche che non voglio perdere i contatti con te per niente al mondo. Quindi direi che almeno per un po’ di tempo non ti libererai di me così facilmente.» concluse, alzando l’indice con un grande sorriso e un occhio chiuso a mo’ di occhiolino.
«Meno male!» In modo spontaneo e dolce com’era del resto suo solito, il corvino gli gettò le braccia al collo, quasi ridendo, felice. «Sai, se finissimo per non sentirci più penso che rimarrei tristissimo!»
Hiroto rise a sua volta, mettendo il braccio intorno alle sue spalle. «A chi lo dici!»
Improvvisamente, tra una risata e l’altra, qualcosa catturò la loro attenzione, distraendoli completamente dalla situazione in cui si trovavano.
Saettando tra i diamanti immobili, una stella cadente aveva attraversato il cielo, veloce, scomparendo veloce come era apparsa. Un attimo, ma un attimo magico – l’inizio di una intera notte magica.
«Le stelle cadenti!» I due bambini si lanciarono all’istante con le mani sul davanzale, gli occhi fissi al cielo, come se niente intorno a loro avesse più importanza di quei scintillanti punti che correvano per la distesa blu sulle loro teste.
Le stelle rimasero immobili per qualche istante, poi un sottile linea comparve, fulminea, sparendo nuovamente un istante dopo, e Yuma approfittò di quel momento: «Eccone una!» esclamò, e congiunse le mani, chiudendo gli occhi. «Desidero che io e Hiroto rimaniamo per sempre insieme!»
Quello che non si aspettava, però, era che, contemporaneamente, anche il suo piccolo amico aveva unito le dita in una preghiera ai viaggiatori del cielo. «Desidero che io e Yuma rimaniamo per sempre insieme!»
Sorpresi, i due si scambiarono uno sguardo stupito, poi scoppiarono a ridere a causa di quella buffa coincidenza.
«Guarda che non si copiano le persone, eh!» scherzò il biondo, dando un piccolo pugno sulla spalla dell’amico.
«Stavo per dirti la stessa cosa!» controbatté l’altro, mentre una piccola lacrima gli cadeva dall’occhio a furia di ridere.
Piano piano, le risate si spensero, mentre quelle due stelline cadenti si trasformavano in una vera e propria pioggia, innumerevoli gocce di luce che sfrecciavano nel cielo tra le loro compagne immobili, le quali preferivano invece rimanere quiete ad osservare.
Hiroto e Yuma non immaginavano neanche che quelle fossero delle immense masse di materiale che giravano nello spazio a velocità supersonica, la loro conoscenza di bambini non arrivava fin lì; dal loro punto di vista, erano delle stelle stanche di stare ferme che cadevano da qualche parte sulla Terra, delle viaggiatrici custodi dei desideri delle persone – e, perché no, anche delle alleate nella loro realizzazione.
Almeno, quello di cui erano sicuri era che li avrebbe aiutati a tenere insieme il legame che il univa.
E poi, in tutta sincerità, se pure quella stella li avesse traditi sarebbe valsa la pena di rimanere lì, tutta la notte, a lasciarsi rapire da quelle miriadi di scintille che volavano per il cielo, l’uno accanto all’altro, come se tutto il resto del mondo non esistesse.

 

--------------------Angolo dell'autrice
Salve a tutti!
"Happy scrive su ship che non si calcola neanche il suo cane" parte 2
okay no--
Cooomunque
diciamo che non mi sono sentita di segnare propriamente la ship nella descrizione, perché sono due bambini del resto, ma l'intepretazione è completamente libera I guess
E forse non è proprio meravigilosa, ma ho questa cosa in testa che, quando erano dei cosetti piccini picciò, Isogai e Maehara erano dei cuccioli tipo tanto???? e capite che qualcosa ce lo dovevo scrivere su di loro
Anche perché su questa meravigliosa coppia non ho trovato nulla qui su EFP, piangisco, quindi... qualcuno doveva iniziare, no?;;
E non lo so, non ho nient'altro da dire quindi penso di aver finito
Au revoir, gente, la prossima volta chissà quale altra ship sconosciuta tratterò ahahah
Bacioni,
-Happy-

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Assassination Classroom / Vai alla pagina dell'autore: _happy_04