Avvertenze:
1. L’uscita
dei
capitoli sarà mensile, più precisamente il primo
martedì del mese. Pertanto il
prossimo capitolo uscirà il 5-6-2018. Vi avviserò
in anticipo se vi saranno dei
ritardi nella pubblicazione.
2. Questa
storia
parte ufficialmente dal capitolo 1012 del Detective Conan, pertanto
sconsiglio
la lettura a chi non conosce la storia fino a quel punto. Per di
più, dall’uscita
di questo capitolo del romanzo, non terrò conto delle future
uscite del manga ma
seguirò una storia completamente diversa, pertanto tutti i
possibili capitoli
dal 1013 in poi non esisteranno in questa storia.
3. La
storyline di
Dragon Ball sarà a dieci anni dalla battaglia contro Buu ma
la storia del XXVIII
Torneo Mondiale di Arti
Marziali sarà leggermente diversa. Lo scenario sul quale si
muoveranno Goku ed i suoi amici
sarà la Terra come la
conosciamo noi! Pertanto molti luoghi come Città
dell’Ovest, Santuario di Dio o
altri potrebbero essere rinominati e localizzati in maniera differente.
Le
vicende di Dragon Ball Super sono avvenute ma inizialmente avranno
ruolo marginale
rispetto
alla trama principale. Recupereranno importanza dopo i primi dieci
capitoli.
4. Ovviamente
Detective Conan e Dragon Ball non sono di mia proprietà, ect
ect ect.
5. Se vi sono
degli
errori grammaticali o delle incomprensioni sulla trama, siete liberi di
comunicarmelo EDUCATAMENTE. Non sono uno scrittore di fama mondiale ma
non sono
nemmeno una scimmia che preme bottoni a caso su una macchina da
scrivere, perciò
è assolutamente normale che si possano fare degli errori ;-)
6. Con la stessa EDUCAZIONE, vi invito, se volete e nella vostra piena libertà, a recensire la storia dandomi una vostra libera valutazione J !
7. Leggendo la storia, noterete dei titoli racchiusi da parentesi quadre, come le seguenti [...]; queste sono delle canzoni che voi siete liberi o meno di ascoltare durante la lettura del paragrafo indicato. Sotto a questa indicazione, troverete un pulsante intitolato Pagina_OST, il quale conterrà il sito (ovviamente senza alcuno scopo di lucro o di guadagno) con all'interno le canzoni da ascoltare. Sono tutte suddivise per opera originaria, e ciascuna avrà il suo titolo preciso. Non conosco i titoli di tutte le canzoni, perciò siate clementi ;-) in più, come potrete capire, non sarà possibile scaricare alcuna OST.
Detto ciò, vi auguro una buona lettura!
P.S. Questa è la seconda parte della saga FOLDS OF FATE - BATTLE FOR THE SUPREME GOD'S THRONE! CERCATELA E TROVERETE ANCHE LA PRIMA PARTE. Vi lascio comunque un introduzione per chi non potesse leggerla a causa del rating rosso (parlo per i minorenni... e non provate a fare i furbi! ;-) La prima non è una storia che tutti possono leggere senza alcun problema!)
INTRODUZIONE ALLA PRIMA PARTE DELLA STORIA
(per chi potesse, si legga KINGDOM HEARTS - THE LEGEND OF THE EARTHLY YILANCAR)
Il
pianeta Kagaku era famoso per la sua tecnologia e per le sue conoscenze
scientifiche in tutti gli ambiti del sapere. Alcuni scienziati
riuscirono a
scoprire una nuova tecnica per modificare geneticamente gli esseri
viventi, e
sfruttarono alcuni dei loro prigionieri per svolgere esperimenti a dir
poco
orribili. Questa procedura consisteva nell’iniettare, nelle
arterie dei corpi
scelti, una miscela fra una sostanza chiamata Yilar, prodotta nei loro
laboratori, ed i geni da aggiungere nella vittima. Solo in
pochi sopravvivevano. Il resto delle cavie
moriva tra atroci sofferenze. Questi esperimenti, però, si
rivelarono una
condanna per l’universo intero.
Il
monarca di Kagaku, infatti, venne deposto con un colpo di stato e sul
trono
salì Glacial Gelo, il figlio del tanto famigerato Dr. Gelo,
fuggito dal pianeta
Earth Z dopo aver espresso il desiderio di ottenere l’eterna
giovinezza. Costui
era diventato il capo di un gruppo di rivoluzionari violenti,
sanguinari ed
avidi di potere. Si narra che questi fossero stati tra i primi a subire
quelle
atroci sperimentazioni, ma che quest'ultime li avessero spinti a
cercare
vendetta nei confronti dei loro scienziati e del popolo che li aveva
ridotti a
meri topi da laboratorio.
Glacial,
tuttavia, invece di interrompere quegli esperimenti, decise di
diventarne uno
dei finanziatori più accaniti, assumendo scienziati sempre
più intelligenti,
fino a quando non completarono le loro ricerche con risultati
leggendari. Fu
così che nacquero gli Yilancar, assassini geneticamente
modificati, capaci di
trasformare a comando il proprio corpo, diventando dei veri e propri
mostri
assetati di carne fresca. Cominciarono a conquistare pianeti su
pianeti,
sterminando popoli millenari. Lui stesso divenne uno Yilancar,
iniettandosi
l’unico gene esistente di Lord Freezer e diventando un Demone
del Freddo. Lui
tornò perfino sul suo pianeta, recuperando un gene del tanto
decantato Super
Sayan e recuperando C-17 e C-18.
Erano passati quasi cinquant’anni dal giorno in cui
l’Impero degli Yilancar era
nato. Ormai, gran parte parte dell’universo conosciuto era
stato annesso ad
esso.
Purtroppo, anche il pianeta Terra venne conquistato. Vi fu soltanto
un’altro
sopravvissuto da quel globo, ed il suo nome era Dragon Oronar. Lui
venne
catturato dall’esercito di Kagaku e sottoposto agli
esperimenti dello
scienziato pazzo Oss Burk, il quale lo torturò e lo
seviziò fino a quando non
fece l’errore madornale di iniettargli il gene del Drago Nero
dalle Angeliche
Ali, la creatura più pericolosa e potente di tutte. Non
appena saputa la
notizia, Glacial liberò Dragon e lo fece entrare nei suoi
ranghi. Il terrestre
scalò ben presto le gerarchie, diventando il secondo in
comando del suo
esercito, il suo Generale Supremo.
Anche qualche altro mondo di nostra conoscenza venne sottomesso, ed
è da qui
che partirà la nostra storia.
La
nostra protagonista, infatti, si chiama Kairi Wave, una ragazza di
vent’anni la
cui casa ed il suo villaggio natale vennero distrutti da un plotone
ribelle
dell’esercito di Glacial. Durante la sua cattura, la giovane
ha subito le più
orrende e tremende violenze, carnali e fisiche, oltre
all’uccisione di Sora e
Riku, le due persone a lei più care, la quale
l’hanno distrutta e segnata per
il resto della sua vita. La giovane venne imprigionata ad Hollywood, il
carcere
di detenzione e lavori forzati più tremendo e conosciuto
dell’universo, e qui
verrà costretta a subire altre angherie, torture ed
umiliazioni.
Da
qui, però, partirà la rivolta di tutti i
prigionieri. Assieme a Paperino e
Pippo (catturati assieme a Topolino, ma con quest’ultimo che
verrà ucciso
dall’esercito), e con l’aiuto di tutti i suoi nuovi
amici (JUNION – Un giovane
ciclope, ex-soldato dell’esercito di Glacial, imprigionato
per essersi preso la
responsabilità dell’attacco a sorpresa nei
confronti delle Isole del Destino;
PORTGAS D. FLAME – Figlia di Rufy e Nami, re e regina dei
pirati di All Blue,
consegnatasi all’esercito di Glacial per salvare la vita
della sua ciurma;
SHIRO YAMANAKA – Un anziano Shinobi di Konohagakure, sul
pianeta Kaguya,
l’unico sopravvissuto del suo pianeta; CLAIRY –
Aliena dai quattr’occhi,
ex-agente segreta) ed anche di alcuni ribelli dell’esercito
di Glacial (GABOR
BLACK – Una giovane recluta dell’esercito
imperiale, al quale viene affidata la
custodia di Kairi durante i lavori forzati; SOLDATI
DELL’ESERCITO DI NAMECC)
riescono ad ottenere più libertà e più
agevolazioni.
Tutto
ciò, però, non senza gravi conseguenze. Shiro
Yamanaka verrà giustiziato
davanti a tutti i prigionieri, mentre Gabor si crederà
ucciso dallo stesso
Dragon Oronar, con quest’ultimo che cattura anche Junion.
Come se non bastasse,
un nuovo nemico si è aggiunto all’esercito di
Glacial; Malefica, accompagnata
dal suo corvo Diablo.
Qualcosa,
tuttavia, inizia a cambiare quando Dragon, dopo un viaggio verso la
dimensione
di Kairi, incontra tutti gli amici di lei a Radiant Garden. Il soldato
terrestre, dopo essere tornato ad Hollywood, riceve l’ordine,
da parte di
Glacial, di incontrare la giovane Key-Blader per studiarla e conoscerla
meglio.
A tutto questo, si aggiunge il ritrovamento di alcuni oggetti personali
del
Generale Supremo, tra cui il diario segreto nel quale viene raccontato
tutto il
suo turbolento passato. Questo porterà Kairi a credere nella
buona fede del
terrestre, e questo la porterà ad essere allontanata dalla
maggior parte dei
prigionieri, tra cui la sua nuova amica Flame (la quale è
stata persuasa da
Malefica ad unirsi con lei per far crollare l’esercito).
Durante
il viaggio di andata, Dragon e Kairi iniziano a conoscersi meglio e,
quando
finalmente riescono a raccontarsi il loro passato ed aprirsi
l’un l’altro,
scatta la scintilla. Peccato solo che Glacial e Malefica avessero
architettato
tutto l’attacco alle Isole del Destino fin
dall’inizio. Perciò, quando Kairi ed
il Generale raggiunsero il pianeta Glacial 01 vennero attaccati e quasi
uccisi.
Solo l’intervento di Junion, C-17 e C-18 permette ai due
innamorati di
salvarsi.
Da
questo momento, scatta la guerra.
La
prima battaglia si svolgerà sulla Terra, per liberare i
prigionieri di
Hollywood. I nostri amici verranno anche aiutati da moltissimi loro
vecchi
compagni (gli altri Key-Blader ed i personaggi di Final Fantasy di
Kingdom
Hearts per Kairi; la ciurma di Cappello di Paglia per Flame, la quale
si fece
perdonare dalla sua amica; i due vampiri Alucard e Seras Victoria,
vecchi amici
di Dragon e coloro che hanno causato la reale estinzione del pianeta
Terra; tutti
e nove i cercoteri, tutti all’interno di Junion che, durante
il periodo di fuga
dalla prigione, ha raggiunto il pianeta Kaguya convincendo i demoni ad
allearsi
coi prigionieri; C-17 e C-18). Malefica ed il suo alleato nascosto, il
temibile
Orochimaru arso dall’oscurità, verranno sconfitti
definitivamente, ma ad un
prezzo molto alto. Nami e la maggior parte dei soldati namecciani (di
cui
l’unico sopravvissuto sara Nail) verranno uccisi.
La
seconda battaglia avverrà su Namecc, contro Glacial. Anche
lui verrà sconfitto,
ma i morti saranno molti di più. Yen Sid, Xehanort, Demyx,
Ventus, Zoro,
Paperino, Pippo e la maggior parte dei ribelli perderanno la vita,
nonostante
tantissime anime dell’aldilà fossero venute ad
aiutarli.
Ancor
peggio, durante la battaglia tra Glacial, Kairi e Dragon,
quest’ultimo si
sacrificherà per salvare la donna che ama.
La
storia si concluderà con Kairi che diventerà la
regina del nuovo regno di Hearts,
formato dai ribelli sopravvissuti alla guerra dalle ceneri del vecchio
pianeta Terra.
Il
male, però, non è stato sconfitto. Durante queste
due cruente battaglie, Diablo
riacquisterà la sua forma umana e riuscirà ad
impadronirsi delle sette sfere
del drago di Namecc, fondendole in se e risuscitando dodici anime dagli
inferi.
Quali
sono i suoi obiettivi? Dragon sarà davvero morto? Ed il
simbolo sulla fronte di
Kairi, che solo il mago Gandalf è riuscito a vedere...
...
non solo...
...
perchè Diablo e Dragon sono impossibili da rintracciare per
chiunque?
Chissà...
quella che sto per raccontarvi è una storia completamente
diversa, sempre
collegata alla precedente, che potrà dare una spiegazione a
tutte queste
domande e ne porrà altre ancora...
...
perchè è accaduta semplicemente in
un’altra Linea Spazio-Temporale!
Questa
è la storia di come un giovane ragazzo terrestre, di nome
Simon Kog, rischiò
seriamente di diventare il nuovo Dio Supremo di tutti gli universi...
...
di come nacque la Squadra Anti-Mafia della città di Tokyo...
...
e di come nacque l’organizzazione FOLDS OF FATE per
combattere e scongiurare
gli obiettivi della mafia di Tokyo, di Diablo e di tutti i suoi alleati.
GOLDEN
BULLET - THE HUNTER WARRIOR
La
nuova vita di Simon Kog
Giovedì
03/05/2018
SIMON
[Detective Conan
Soundtrack 16]
-
Attenzione! Vi
informiamo
che la fase di atterraggio si
è conclusa perfettamente! Potete slacciare le cinture di
sicurezza, uscire
dall’aereo e recuperare le valigie! Vi ringraziamo per aver
scelto la nostra
compagnia! –
Sospirai,
leggermente stanco,
recuperando un po’ di coraggio.
Viaggiare per dodici ore e un quarto non era mai stato così
faticoso per me,
soprattutto per me che soffrivo di alcune fobie.
Quel
giorno, tuttavia, ogni gesto
aveva acquisito un peso
molto pesante e difficile da portarsi appresso, perciò non
avevo fatto storie.
Oggi, 3
Maggio del
2018, io avrei visto per la prima volta il mio padre biologico.
Slacciai
le cinture di sicurezza,
proprio come ci aveva
chiesto l’hostess e mi incamminai verso l’uscita
dell’aereo, salutando
educatamente la donna in servizio all’Alitalia.
Scossi il
capo
divertito notando il leggero rossore che aveva avvolto le guance della
giovane
impiegata. Doveva avere soltanto una ventina d’anni, a
giudicare dal suo
imbarazzo e dallo sguardo gioviale che mi aveva rivolto. Quei pochi
amici che
mi erano rimasti dicevano sempre che il mio aspetto, molto maturo e da
uomo
vissuto, portava le donne di ogni età ad
innamorarsi perdutamente di me al
primo sguardo. C’era soltanto un problema. Io non cercavo ne
avventure da una
notte… né tantomeno una famiglia con cui vivere.
Non potevo
permettermi
nessuna delle due con il ‘lavoro’ che avevo svolto
in Italia.
Peccato…
era una
ragazza davvero molto carina.
Mentre
scendevo dalla scaletta
dell’aereo, mi voltai ad
osservare il cielo sopra Tokyo. Ringraziai di avere un piccolo
tettuccio
plastificato sopra le nostre teste, a coprirci dalla pioggia che cadeva
fitta e
sottile. I miei polmoni si riempirono immediatamente del suo profumo
denso e
pungente, mischiato a quello dello smog e dell’inquinamento.
Me lo sarei dovuto
aspettare da una prefettura di oltre tredici milioni di persone, ma il
fastidio
rimase comunque molto.
Io non amavo
la città.
Per anni avevo vissuto in aperta campagna, rilassandomi su
un’amaca appesa tra
due alberi secolari d’ulivo, leggendo i miei manga durante i
pomeriggi estivi.
Altre volte mi esercitavo nelle arti marziali tra le spighe di grano,
abbronzandomi al sole e irrobustendomi sempre di più. I
momenti più belli,
tuttavia, li avevo passati durante l’inverno, dentro il mio
trullo, con il
tenue fuoco del camino che mi scaldava non solo il corpo, ma anche
l’anima.
Ricordavo
ancora mia
madre che mi leggeva i suoi amatissimi gialli…
…
brutti ricordi
tornarono a galla. Meglio pensare ad altro.
Raggiunsi
il check-in, passando
nuovamente i controlli di
identità, per poi avvicinarmi al nastro trasportatore dal
quale recuperai il
bagaglio, ringraziando ancora una volta i santi per avermelo fatto
recuperare
senza alcun problema. Iniziare la tua nuova vita in un nuovo paese
sprovvisto
di vestiti non era nei miei piani.
Passai
attraverso i controlli
doganali, seguendo il
corridoio segnalato da un cartello rosso, ed espletai la dichiarazione
alla
dogana. Possedevo, infatti, un permesso di soggiorno a scadenza
indeterminata
ed un certificato col quale attestavo di aver acquisito un piccolo
appartamento
non molto lontano dalla casa di mio padre.
Fatto
ciò, raggiunsi il
terminal, aprii velocemente la
valigia e recuperai l’ombrello. Dopodiché mi
incamminai verso la scalinata che
conduceva alla metropolitana.
Per
raggiungere la mia casa sarei
dovuto scendere alla
fermata del quartiere Beika, poi avrei dovuto chiamare un taxi con i
numeri trovati
su internet, sperando fossero corretti. Per il primo tratto di viaggio
ci misi
un’ora e notai, con molto piacere, di essermi allontanato
dalla parte inquinata
e rumorosa della città. Sceso alla mia fermata, recuperai
dalla mia tasca un
foglio, con su scritti tutti i numeri da me cercati, e chiamai
un’agenzia di taxi
per richiedere l’affitto di un’auto.
L’attesa
non fu molta.
Cinque minuti dopo, un auto con la scritta
TAXI sopra al parabrezza si fermò vicino a me, permettendomi
di immettere il
bagaglio dentro al cofano e di entrare all’interno
dell’abitacolo attraverso i
sedili posteriori.
“Nuovo di qui?”
mi domandò il taxista parlando un perfetto
giapponese.
“Già…”
ammisi con sincerità, passando l’indirizzo della
mia
abitazione nella sua lingua. Avevo imparato il giapponese grazie a mia
madre,
originaria del Sol Levante come mio padre biologico.
“Ci metteremo
mezz’ora…” mi
tranquillizzò
l’autista,
mettendosi in marcia “Lei
si rilassi e non si
preoccupi… ha fatto bene a
scegliere questa agenzia. La maggior parte dei turisti sceglie di
chiamare dei
numeri cercati su Internet”
“L’ho fatto anche
io, a dire la verità…”
rivelai senza
peli
sulla lingua io “…
tuttavia ho scelto
l’unico numero che è apparso più volte
durante la mia ricerca. Devo
dedurre che sono stato parecchio
fortunato,
quindi…”
“Più
di quanto
immagina, signore! La maggior parte di quei
numeri sono in realtà dei falsi tassisti!”
mi
spiegò preoccupato l’uomo “Sfruttano
l’ignoranza dei turisti per adescarli e portarli fuori
Tokyo… nel migliore dei
casi ti sottraggono tutti gli oggetti di valore… e guai ad
essere delle giovani
donne… a loro capita molto peggio!”
“Che
schifo…” affermai, con rabbia.
E io che
pensavo di
aver lasciato per sempre gli orrori della mia terra natia…
tutto il mondo è
paese dicevano gli anziani del mio quartiere… avevano
davvero ragione.
“E’ stato davvero
molto fortunato… ecco,
tenga!” il taxista
mi porse un piccolo volantino “Lo diamo a tutti i turisti
della nostra città…
vi sono segnati tutti i taxi regolari disponibili per ogni
quartiere”
“Ottimo! La ringrazio
infinitamente, signor…”
“… Akimichi.
Chris Akimichi.
E lei è il signor…”
“Simon Kog! Piacere
di
conoscerla” mi presentai al signor
Akimichi.
“Il piacere è
anche mio. Signor Kog, lei è qui solo per
vacanza?”
“Non proprio…
sono qui per ‘lavoro’. Mi occupo di catturare
i criminali più pericolosi che mi capitano a
tiro…”
“Perciò
è un poliziotto?” mi
domandò lui
andando ad esclusione.
“Sì…
una sorta…” ammisi io.
Come
mi aveva raccomandato, il
viaggio in taxi durò soltanto
mezz’ora. Chris Akimichi mi aveva portato davanti ad una
piccola palazzina con
cortile, alta otto piani, color pesca.
“La ringrazio
infinitamente, signore… saprò
a chi rivolgermi
se avrò bisogno di un altro passaggio!”
lo
ringraziai io dopo aver aperto lo
sportello. Recuperato il bagaglio e aprendo il mio ombrello, salutai
Chris e mi
avviai ad entrare all’interno dell’appartamento.
Ad
accogliermi ci pensò
una donna anziana di nome Shizuka
Haruno, che si presentò come portinaia. Costei mi
elencò le solite regole di
convivenza all’interno di un condominio. Niente chiasso,
niente puzze, non
sporcare, niente animali senza permesso… un quarto
d’ora dopo mi passò finalmente
le chiavi del mio appartamento e mi lasciò andare. Feci
anche la conoscenza del
suo fido cane da guardia, un piccolo chihuahua che tentò di
azzannarmi un dito
non appena provai ad accarezzarlo.
Segnandomi
mentalmente di cercare un
alano allo scopo di
vendicarmi di quella che io chiamerei letteralmente ‘bestia
di satana’,
raggiunsi finalmente la mia casa.
Era
esattamente come me
l’avevano descritta. Semplice,
confortevole, ogni stanza aveva tutti i mobili necessari. In
più la stanza da
letto era provvista anche di un ampio balcone nel quale, compresi,
potevo
tranquillamente stendere i panni lavati.
Passai
l’intero pomeriggio
a svuotare il mio bagaglio e ad
ambientarmi velocemente memorizzando la disposizione delle camere. Nel
mentre,
sentii degli schiamazzi provenienti dal piano sopra al mio e sorrisi.
Bambini.
Lamentarsi delle loro urla equivaleva ad una bestemmia.
Terminato
di sistemare i miei vestiti
dentro l’armadio,
recuperai il mio accappatoio e le ciabatte di gomma, raggiungendo il
bagno con l’intenzione
di farmi una doccia. Lo ammetto. Ci misi dieci minuti buoni per capire
come far
partire il getto. Usare un semplice rubinetto no, eh? Dannata
tecnologia.
L’acqua
calda sciolse
tutti i miei muscoli e la mia stanchezza. Avevo passato metà
del mio viaggio in
aereo dormendo e, nonostante mi trovassi in prima classe, quei sedili
non erano
fatti per i riposini. Inoltre avevo la tendenza a russare,
perciò al mio
risveglio non mi sorpresi nel trovarmi lo sguardo indispettito di tutti
i
passeggeri. Fatti loro. Dovevano ringraziarmi per essere riuscito a
trattenere
i conati di vomito per la nausea.
Uscii
dalla doccia, mi asciugai con
l’accappatoio, indossai
le ciabatte di gomma e utilizzai l’asciuga capelli. Ultimato
il lavoro mi
voltai verso lo specchio riflettendomi attraverso. Temevo di peggio. I
miei
occhi dall’iride argentata erano reattivi come sempre e non
avevo occhiaie. I
capelli, lunghi e chiari, erano in perfetto ordine e non apparivano
oleosi come
quelli degli uomini di mezza età. Utilizzai semplicemente il
rasoio elettrico
per accorciare e sistemare la mia barba, dopodiché uscii dal
bagno e tornai
nella mia camera da letto, aprendo l’armadio e cercando
qualcosa da mettermi
per quella sera.
Optai
per una leggera camicia bianca
e un paio di jeans
scuri. Niente di troppo elegante, ma comodo e sportivo, adatto a un
giovane di
venticinque anni che avrebbe visto suo padre per la prima volta nella
sua vita…
…
il mio cuore
cominciò a battere all’impazzata come non
mai…
Sembravo
davvero un
bambino dell’asilo. Meglio darsi una controllata.
Mi
diressi verso il soggiorno e
controllai l’orologio appeso
al muro. Erano le sette di sera. Mancava un’ora alla mia
cena.
[Sakura’s Theme – NARUTO]
Andai
perciò verso la
cucina, aprendo il frigorifero. Rimasi
soddisfatto quando vidi tutto l’occorrente per preparare un
dolce alla frutta.
Un bel regalo da condividere dopo una cena accogliente. Ero convinto
sarebbe
piaciuto anche alla bambina di cui mio padre aveva parlato al telefono.
A
lavoro terminato, osservai il mio capolavoro…
…
non ero mai stato un
grande cuoco, ma ero un’amante della pasticcieria. Avevo
già l’acquolina in
bocca.
La
misi all’interno di un
contenitore, ci aggiunsi un fiocco
come decorazione e mi preparai ad uscire di casa, recuperando le chiavi
dell’appartamento e un ombrello a causa del cattivo tempo.
Sceso fino al piano
terra, evitai per un soffio di farmi azzannare una scarpa da quel
mostriciattolo di chihuahua.
“Buono Sweet!”
riuscì a placarlo l’anziana Shizuka,
prendendolo in braccio.
Proprio
mentre
riflettevo su quali fondamenti fosse stato affidato il nome Sweet a
quel
piccolo demonio, la donna si voltò verso di me ed
affermò gentilmente.
“Stai andando
dal Dottor
Agasa, non è così?”
“Lei lo conosce, signora
Haruno?” le domandai con curiosità.
“Certamente. E’
stato lui, in fondo, a chiedermi di
accogliere il nuovo coinquilino come se fosse mio
figlio…” ammise lei con un
dolce sorriso “Lo
conosco dai tempi del Liceo… non
immagini nemmeno quanto sia
felice di vederti, figliuolo. Non
l’ho mai visto tanto
agitato e contento in
tutta la mia vita!”
Sorrisi davanti a quelle parole.
Se le parole
di Shizuka erano sincere, avevo fatto la
scelta
giusta. Vivere in Giappone sarebbe stata la decisione migliore per la
mia vita.
“Ti lascio
andare… salutami Hiroshi da parte mia!”
“Lo
farò… passi una buona serata, signora
Haruno!” la
salutai io uscendo dal cortile ed attivando il GPS del mio cellulare.
Per
raggiungere la casa di mio padre
era necessaria una
camminata da cinque minuti. La pioggia aveva smesso di cadere, tuttavia
dovetti
evitare molte pozzanghere durante la traversata. Se avesse ricominciato
a
piovere avrei usato l’ombrello.
Quando
raggiunsi la via stabilita,
notai due figure
indistinte in lontananza. Non ci volle un genio per capire chi stessero
aspettando…
… me.
[Detective
Conan Soundtrack 25]
Il primo
tizio era un
ragazzo sulla trentina. Alto, piazzato, aveva i capelli corti e
castani,
portava gli occhiali ed indossava un maglione leggero sotto un cappotto
di
pelle leggermente logoro ma ancora molto elegante.
Il secondo
era un
bambino dai capelli neri, gli occhi verdi, che indossava una camicia
bianca
sotto una giacca di colore blu, con un papillon rosso al collo. Anche
lui aveva
un paio di occhiali, ma le lenti erano più grandi e
quadrate.
Mi resi
conto subito
del fatto che quei due non fossero affatto persone comuni, soprattutto
il
bambino. La loro posa era molto simile a quella di moltissimi
poliziotti coi
quali avevo lavorato…
…
altezzosi, sicuri di
se…
…
soprattutto
l’adulto.
“Tu devi
essere il figlio
del dottor Agasa…” si
avvicinò
questo, porgendomi la mano “Il mio nome è Subaru
Okiya. Piacere di conoscerti.
Sono il vicino di casa di tuo padre…”
“Il piacere è
mio” ricambiai il gesto, stringendo la sua
mano “Io mi
chiamo Simon Kog. E questo giovanotto
è…?”
“Conan Edogawa!”
si presentò il piccolo educatamente, ma con
un tono talmente falso e poco credibile che a stento cercai di non
ridergli in
faccia.
Mio nonno
sarebbe
stato molto più credibile.
“Strano vedere un uomo e un
bambino parlare fuori a
quest’ora della sera col tempo che
c’è...” feci notare loro,
leggermente
divertito “Io scommetto
che mi stavate aspettando. Ho
indovinato?”
I
due provarono a stento a trattenere
la loro sorpresa.
L’uomo,
in
particolare, fece un’espressione molto strana col suo viso.
Le possibilità
erano due… o Subaru aveva subito un intervento chirurgico al
viso… oppure, più
probabilmente, quella non era la sua vera faccia.
Ciò
che mi interessava
capire, tuttavia, era altro. Quei due erano davvero amici del dottore
oppure mi
stavano prendendo in giro?
“Beccati…”
ammise alla fine l’uomo, mettendosi una mano
dietro alla nuca e indicando il piccolo Conan “…
eravamo molto curiosi di
sapere chi fosse il misterioso figlio del nostro amico. Il piccolo
detective
era convinto che qualcuno avesse preso in giro il signor
Agasa…”
“Non è vero! Ero
semplicemente preoccupato!”
esclamò offeso
il bambino, ammettendo però “Come
reagiresti tu
sapendo di essere padre dopo
tantissimi anni senza saperlo? Ci crederesti senza battere
ciglio?”
Io
annuii comprensivo. Il nanerottolo
non aveva tutti i
torti.
D’altronde,
però, io
stesso avevo scoperto di avere un padre solo sei mesi prima, rovistando
tra
tutti gli oggetti di valore lasciatimi dalla mia defunta madre. Non
avevo
toccato quelle reliquie per più di tre anni da quel giorno,
e nel momento in
cui lo avevo fatto, avevo trovato il suo diario segreto nel quale
parlava sia
di me che di quell’uomo, Hiroshi Agasa, l’uomo che
le aveva rapito il cuore.
Lei aveva sempre sostenuto che mio padre fosse andato via non appena
scoperto
che la sua donna fosse rimasta incinta del suo bambino, e che fosse
morto
subito dopo a causa di un incidente d’auto. Immaginatevi la
mia sorpresa
quando, leggendo quel diario, scoprii che tutto ciò fosse
falso.
Mio padre
non aveva
mai saputo di me… la mamma era fuggita dal Giappone senza
dir nulla ad Hiroshi.
“Quindi tu sei un
detective, vero?” continuai io, provocando
un po’ Conan “Facciamo
così…
elencami tre punti a favore della tua tesi e tre a
sfavore… poi Subaru decreterà se io sono davvero
il figlio di Hiroshi Agasa
oppure no! Ci stai?”
Il
bambino rimase letteralmente
spiazzato dalla mia
reazione.
Una persona
normale,
quasi certamente, lo avrebbe senz’altro rimproverato davanti
alle affermazioni
che mi aveva rivolto senza dare peso alle sue parole.
Ma io
no… io non ero
così superficiale…
Conan
annuì, ancora
incerto davanti alla mia naturalezza, e
iniziò a discutere.
“I punti a sfavore sono
questi. Per prima cosa, non ti sei
ancora sottoposto al test del DNA, perciò non hai la
certezza che lui sia tuo
padre. Seconda cosa, è molto strano che tu ti sia informato
di tuo padre solo
dopo venticinque anni. Ultima cosa, ho provato a fare delle ricerche su
di te e
non ho trovato nulla inerente al tuo nome…”
“Interessante…
non posso ribattere ne
sul primo ne
sull’ultimo punto, ma posso farlo sul
secondo…” ammisi io
rivelandogli
“…
mia
madre mi ha sempre detto che in realtà lui non mi ha mai
voluto e che fosse
morto. Ho scoperto la verità solo sei mesi fa e proprio come
te non riuscivo
minimamente a crederci. E
per quanto riguarda i punti a
favore?”
“I… i punti a
favore… ecco…”
incominciò a
balbettare il
giovane “…
il dottor Agasa ha ammesso di avere
avuto una relazione con la donna
di cui parlavi… mi ha anche mostrato la lettera dove tua
madre lo aveva
lasciato… e poi…”
“Conan si imbarazza troppo
nel dirti che tu e tuo padre
avete dei lineamenti molto simili… soprattutto
gli occhi.
Sono assolutamente
identici” ammise Subaru “Anche nei movimenti vi
assomigliate davvero tanto… e
sei gentile coi bambini, proprio come lui. Forse l’unica
differenza tra voi due
è che a lui non piace tanto fare sport e attività
fisica… e infatti la piccola
Ai lo rimprovera sempre”.
Quelle
parole mi colsero
letteralmente alla sprovvista. In
effetti mi resi conto di esserci rimasto male a scoprire che loro
sapessero più
cose su mio padre rispetto a me.
Per la prima
volta mi
accorsi di quanto la scelta di mia madre avesse cambiato letteralmente
la mia vita. Io sarei cresciuto lì a Tokyo, vivendo una vita
felice
assieme ai miei
genitori…
…
mentre adesso…
adesso la mia vita era segnata per sempre.
“D’accordo…
lo ammetto… ho
fatto una figuraccia…”
affermò
subito Conan, notando il mio sguardo dispiaciuto e rendendosi forse
conto di
essere finito in torto.
Però
si sbagliava.
Davanti ai loro occhi io ero un estraneo, un ragazzo che avrebbe
cambiato per
sempre la vita di un loro amico. Il suo comportamento non era dettato
solo dal
sospetto verso di me, ma anche dalla paura che il dottor Agasa fosse
stato
preso in giro da un impostore.
Più
passavano i
secondi, più mi rendevo conto che Conan e Subaru avessero
ragione in entrambi i
casi.
“No, hai fatto molto bene a
preoccuparti, piccolo Conan!”
affermai io soddisfatto, inginocchiandomi di fronte a lui e
scompigliandogli i
capelli “Al
tuo posto lo farei anche io. Sono felice che mio
padre abbia degli
amici che gli vogliono così tanto bene… ed
imparerò a volergliene anche io! Ve
lo prometto!”
“Tu… tu sei Simon…”
[Morning
– NARUTO]
Mi bloccai
di colpo,
sentendo quella voce. Nonostante fosse completamente sconosciuta,
percepii in
essa tutto l’affetto che mi era mancato per anni e anni, dal
giorno in cui mia
madre era morta.
Mi
alzai da terra e mi voltai
lentamente alle mie spalle,
con le mani che non smettevano di tremare.
Di fronte a
me, un
anziano signore stava già versando lacrime a non finire.
Stempiato, con due
ciuffi di capelli grigi sui lati del cranio, era leggermente
più basso di me,
portava un paio di occhiali tondi, aveva il naso rotondo e un paio di
folti
baffi. Indossava un camice da scienziato, che gli andava anche
piuttosto
stretto a giudicare dal suo giro vita. Ciò che mi
lasciò completamente
sbigottito furono gli occhi…
…
aveva ragione
Subaru… erano identici ai miei.
“Dottore!
Aspetti!”
Una
bambina lo raggiunse velocemente,
rendendosi conto solo
all’ultimo della mia presenza. Aveva dei capelli castani,
tendenti al biondo, e
gli occhi azzurri. Indossava una magliettina senza maniche rossa e una
gonna
bianca che gli scendeva oltre le ginocchia. Quando mi vide, rimase
letteralmente spiazzata e si nascose dietro al muretto della casa di
mio padre,
intimorita.
In quel
momento, però,
avevo soltanto occhi per mio padre, che si avvicinò
lentamente a me e mi
accarezzò il viso.
Un calore
completamente nuovo avvolse completamente il mio corpo. Mi accorsi
delle
lacrime che stavano scivolando lentamente sul mio viso e mi affrettai
ad
asciugarle, imbarazzato.
Era da
quando ero
piccolo che sognavo di vedere mio padre… ma solo sei mesi
prima avevo scoperto
di poter realizzare quel bellissimo desiderio.
Le
uniche parole che mi vennero in
mente furono solo due, ed
impacciato decisi di dirle, incurante della gente che c’era
attorno a noi.
“Ciao…
papà…”
Compresi
di aver detto le parole
giuste quando lui si
avvinghiò a me, singhiozzando felice di avermi visto per la
prima volta.
Anche io ripresi a piangere, ma stavolta non bloccai le mie lacrime, cercando invece di consolare mio padre con qualche pacca sulla spalla.
***
[Evening – NARUTO]
Io,
mio padre e la bambina, il cui
nome era Ai Haibara, trascorremmo
una tranquilla ed allegra cenetta.
Il
dottor Agasa passò gran
parte del suo tempo a mostrarmi
tutte le sue invenzioni. Devo ammettere che alcune di esse erano
davvero dei
capolavori. Un orologio che sparava aghi anestetizzanti lunghi un
nanometro,
scarpe in grado di aumentare la potenza dei propri calci, occhiali in
grado di
rintracciare qualunque mezzo in movimento, e tanto altro mi venne
spiegato e
descritto da mio padre sul cui viso era ormai stampato un sorriso a
trentadue
denti.
Rendendomi
conto del silenzio della
piccola Ai, cercai di
includerla nei nostri discorsi ma senza successo. Anche lei, proprio
come Conan,
sembrava più un'adulta che una bambina. A differenza del
ragazzino, però, il
suo sguardo era molto più freddo e distaccato. Mio padre mi
spiegò di averla
adottata, dato che i suoi genitori erano morti senza che lei li potesse
conoscere. Decisi quindi di non insistere, lasciandole i suoi spazi.
Compresi che lei, più di tutti, stava facendo fatica ad accettare la nuova situazione. Insistere l’avrebbe solo fatta indispettire il doppio.
[Here
to Stay – BLEACH]
Dopo
aver lavato i piatti e servito
il dolce, io e mio padre
cominciammo ad affrontare i discorsi più seri. Raggiungemmo
tutti e tre il
soggiorno. Io mi sedetti sulla poltrona, mentre loro si misero sul
divano.
“Conobbi tua
madre
più di trent’anni fa. Andavamo allo stesso corso
dell'università ed io mi innamorai subito di lei”
raccontò
lui sia a me che alla piccola
Ai “Era molto
più geniale di me! Molti di quei
gadget che ti ho mostrato sono dei
progetti che abbiamo creato insieme!”
“Immaginavo… lei
passa molto più tempo a programmare
videogiochi per cellulare” sentenziò
Ai, facendomi
ridere e imbarazzando il
povero Agasa, che continuò il suo racconto.
“Ammetto che in amore sono
davvero una frana. Ci ho
messo un
anno intero a dichiararmi a tua madre, ma alla fine del primo anno
diventammo
ufficialmente una coppia. Ci laureammo in
Ingegneria Informatica con il massimo dei voti, ricevendo moltissime
offerte…
poi però… lei…”
“Da qui continuo io,
papà… so
cosa è successo da quel
momento…” lo fermai io,
sorprendendo sia lui che
Ai “Ma
vi chiedo di non
rivelarlo a nessuno. Capirete
presto il
perché…”
Era giusto che sapesse quella parte di verità.
Lui
aveva
amato mia madre e lei aveva amato mio padre… doveva
conoscere cosa l’avesse
spinta a partire.
“Avete mai
sentito parlare
della X-X-I?” iniziai io.
A
rispondere, con nostra grande
sorpresa, fu Ai.
“Se non sbaglio era una
Multinazionale, la più nota e
potente dell’intero pianeta in fatto di informatica e
tecnologie di alto
livello”
“Esattamente”
confermai io “Essa
veniva considerata
all’avanguardia nella creazione di moltissimi programmi
informatici… tuttavia
coloro che giostravano i fili di quell’azienda erano tutto
tranne che brave
persone. Essi sfruttavano gli impiegati, obbligandoli a
lavorare anche
ventiquattr’ore su ventiquattro con la minaccia della vita,
senza farli mai
dormire, affinché hackerassero tutti i sistemi di sicurezza
delle banche o
delle gioiellerie di tutto il mondo. In realtà la X-X-I era
un’organizzazione
mafiosa, tra le più temute al mondo”
“Oh no! Momo
venne
assunta dalla X-X-I!” si ricordò
improvvisamente mio padre con orrore, trovando la mia conferma.
“Lei non sapeva cosa
avvenisse tra le mura di quell’azienda.
Ammaliata come tanti
altri suoi colleghi dalla fama della X-X-I,
accettò senza
pensarci due volte. Finì dritta nella loro trappola.
Quando
capì cosa realmente
avvenisse all’interno di quella prigione, decise di fuggire
senza dire nulla ai
suoi superiori… e a te… ancora non sapeva di
aspettarmi in grembo… scappò per
non essere trovata dai sicari della X-X-I”
Tutti e due, ora, avevano il viso letteralmente sconvolto. Non avevo, tuttavia, raccontato loro la parte peggiore.
[Crushing
Defeat – DRAGON BALL SUPER]
“Purtroppo… quattro
anni fa la X-X-I è riuscita a rintracciarci,
comprando un azienda telefonica italiana. Cambiare gestore
non ci
salvò dal
loro agguato. Due uomini
alla guida di una moto ciascuno ci presero
letteralmente a fucilate davanti all’entrata della mia
università. Nonostante
mi fossi messo davanti a lei per proteggerla, i colpi attraversarono il
mio
corpo evitando ogni punto vitale... mentre
una pallottola
colpì mia madre
dritta al cuore. Quando mi
risvegliai…
lei… lei era già…”
Cercai
di asciugarmi le lacrime,
ancora scosso da quei
ricordi orribili. Poi ripresi il racconto.
“Sapevo che non avrebbero
mai creduto alla mia versione
senza delle prove schiaccianti… per questo decisi, di comune
accordo con la
polizia, di farmi assumere alla Tele-Information, una delle aziende
agglomerate
alla X-X-I, per registrare tutto quello che avveniva al suo interno.
Voi… voi
non potete nemmeno
immaginare tutto il
marciume che si nascondeva dietro quel lavoro…
spaccio… prostituzione… omicidi
su commissione… scommesse… rapimento di
minorenni… non scherzo quando vi dico
che vi stava anche una sezione riguardante le torture, il satanismo e
il
cannibalismo”
Ai
stava letteralmente tremando sul
posto, come se avessi
aperto il Vaso di Pandora davanti ai suoi occhi.
“Fu qui che venni a
conoscenza di un particolare. X-X-I non
era solo il nome dell’azienda, ma anche del boss che
capitanava tutto ciò. Se
l’azienda si pronunciava Ics-Ics-Ai, nella lingua inglese, il
boss aveva
pronuncia Ics-Ics-One. Non appena usciva fuori il suo
nome, perfino i
sicari
più crudeli cominciavano a tremare di paura. Tuttavia, non
ho mai visto il suo
vero volto…”
“…
è
per questo che la X-X-I venne chiusa un anno fa?”
mi
chiese con durezza Agasa.
“Si. Un anno fa decisi di
portare tutte le mie informazioni
ai Servizi Segreti Italiani, che si mossero perfettamente avvisando
tutte le
altre autorità internazionali. Tutte le aziende X-X-I
vennero sequestrate
dall’esercito mentre gli impiegati e i suoi direttori
arrestati per i loro
crimini. Solo X-X-I riuscì a fuggire. Lo cercano ancora
oggi, ma nessuno sa
dove si trovi adesso né il suo vero aspetto.
Coloro che
uccisero mia madre, per
fortuna, vennero arrestati e condannati all’ergastolo. La
mamma ha ricevuto la
sua giustizia…”
“Ai! Ti senti
bene?” si voltò improvvisamente mio
padre
verso la bambina, la quale si era raggomitolata su se stessa.
Accidenti…
le avevo
fatto prendere un attacco d’ansia.
“Tranquillo…
adesso ci penso io!” lo avvisai io, fermandolo.
Mi avvicinai a lei, mi portai alle sue spalle e le toccai la schiena, rilasciando la mia energia dentro il suo corpo.
[Shittori
Tasogare – BOKU NO HERO ACADEMIA]
Cinque
secondi dopo, lei riprese a
respirare normalmente e
tornò in se. Si voltò verso di me, confusa, e io
spiegai ad entrambi.
“Non penserete che io sia
entrato dentro quell’inferno senza
essermi preparato a dovere per sopravvivere. Quella che ho fatto
adesso, Ai, è
rilasciare parte della mia energia dentro al tuo corpo per aiutarti a
sconfiggere la paura. E’ una tecnica che ho imparato da
Eremita delle Arti
Marziali…”
“Eremita delle
Arti
Marziali?” mi domandò lei ancora un
po’
sconvolta.
“E’
un titolo
riservato a coloro che hanno appreso tutti gli
stili di combattimento e hanno imparato a controllare il KI, ovvero
l’energia
presente all’interno dei nostri corpi”
la
tranquillizzai io accarezzandole i
capelli “Ora
ascoltami attentamente… non
c’è nulla di cui preoccuparsi al
momento! X-X-I non sarà così stupido da tornare
alla ribalta. Si ritroverebbe a
combattere non solo contro tutte le potenze militari del pianeta, ma
anche
contro l’intero mondo del crimine. Chi glielo farebbe fare? I
suoi piani sono
andati in fumo un anno fa… non ci vorrà molto
prima che riescano a capire chi
sia e dove si trovi! D’accordo?”
La
piccola, un po’
più tranquilla, annuì con la testa
abbassando lo sguardo.
“Simon… forse è meglio che tu vada… si è fatta una certa ora” mi avvertì mio padre, indicando l’orologio.
Aveva
ragione. Erano le undici
passate e il giorno dopo avevo la sveglia alle sei.
“Hai ragione, è
davvero tardi e domani devo andare al
lavoro” annunciai io, salutando sia mio padre
che la piccola
ragazzina “Potete
chiamarmi a tutte le ore che volete, io sarò sempre
disponibile”
“Lo so” mi
rispose Hiroshi Agasa con uno sguardo leggermente
più rilassato “Grazie per
essere
venuto… e per avermi raccontato la
verità”
“Non potevo tenerti
all’oscuro…” gli dissi io,
abbracciandolo con affetto “… mi spiace solo per
Ai… avrei fatto meglio a
parlarne solo con te…”
“Non…
non
preoccuparti…” mi rispose proprio Ai,
abbastanza
afflitta “…
il fatto è che…
mi sono tornati in mente dei brutti ricordi…”
“Allora sarà
meglio evitare il discorso” la interruppi io
allegramente “Pensiamo a
passare dei momenti divertenti!
Dopodomani io, mio
padre, te e i tuoi amici andremo al Luna Park… ci rifaremo
lì!”
Lei annuì ancora, ma questa volta sul suo viso si formò un bellissimo sorriso.
Sincero, pulito…
sofferto…
…
quella bambina aveva
reagito in quella maniera a causa di un trauma. Non osavo nemmeno
immaginare
cosa le fosse successo in quella tenera età.
“Credo proprio
che
rifarò la torta la prossima volta che
verrò qui!” affermai io, recuperando
il vassoio
completamente vuoto “Posso
anche darti la ricetta, se vuoi, Ai. Ti è davvero piaciuta,
non è vero? Ti ho
visto mentre facevi il bis di nascosto!”
Il
viso paonazzo della piccola
bambina riuscì a far ridere
sia me che il dottor Agasa. Poi, sorprendendo entrambi, anche lei
iniziò a
ridere ormai completamente rilassata.
Saremmo
diventati una
bella famiglia, ne ero sicuro. Fin quando X-X-I sarebbe rimasto
nell’ombra,
potevo approfittare di quei momenti per riprendere mano della mia vita.
Ma mi
sbagliai…
…
eccome se mi
sbagliai!
***
CONAN
Io
e Shuichi aspettammo fino a tardi
dentro la mia villa,
osservando dalla finestra la casa del Dottor Agasa. Simon Kog
uscì da lì alle
undici in punto, salutando sia suo ‘padre’ che
Haibara, prima di vederlo
allontanarsi tranquillamente con un sorriso.
“A te sembra
che stia
mentendo?” domandai incerto al mio
amico.
“No. Credo che
sia davvero
suo figlio. La somiglianza con
Hiroshi è troppo palese” ammise
l’agente
dell’FBI “Tuttavia
non abbiamo ancora
delle prove per dimostrarlo… e soprattutto non sappiamo se
abbia delle buone
intenzioni”
“Allora proverò
a parlare con Ai, domani…” decisi,
sbadigliando. Era tardi anche per me. Avevo ottenuto da Ran e Kogoro il
permesso
di andare a dormire da ‘Subaru’ per poter leggere
assieme a lui l’ultimo libro
giallo uscito sul mercato.
“In bocca al lupo, allora,
piccolo detective!” mi incoraggiò
scherzosamente Shuichi prima di lasciarmi da solo dentro la stanza.
Poi
anche io decisi di lasciare
quella stanza e raggiungere
la camera da letto. Avevo decisamente bisogno di riposo.
Gli
Uomini in Nero… Rum… la mamma di Shuichi e
Sera…
Karasuma… ed adesso anche questo Simon Kog… stava
accadendo tutto troppo in
fretta!