Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Flos Ignis    10/05/2018    2 recensioni
E se Edward fosse stato una ragazza?
In questa storia ripercorrerò le vicende di Brotherwood, con la principale variante che Edward, nella mia storia, si chiama Edith Elric.
Cosa potrebbe comportare questo cambiamento? Non molto, forse direte voi.
Ebbene, venite a scoprire come un solo dettaglio possa andare a cambiare le sorti di così tante vite.
Perchè Edith, per il semplice fatto di essere una ragazza, stravolgerà molti avvenimenti fondamentali.
Contemporaneamente, il suo cuore d'acciaio metterà a dura prova un certo Alchimista di Fuoco...
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il primo passo verso l'inferno





L'Alchimia è la scienza della comprensione, della scomposizione e della ricomposizione della struttura della materia.

Tuttavia, non è onnipotente: è impossibile creare qualcosa dal nulla. 

Se si desidera ottenere qualcosa, bisogna dare in cambio qualcos'altro che abbia un medesimo valore. Questo scambio equivalente è alla base dell'alchimia.

Agli alchimisti è vietata la trasmutazione umana, è un'operazione impossibile... e proibita.




-Edith, qui c'è scritto che la trasmutazione umana è proibita: potrebbe essere pericoloso. Sono un po' spaventato.-

-Lo so Alphonse, ma è l'unico modo per rivedere la mamma, per abbracciarla di nuovo. Sei con me, Al?-

-...va bene, facciamolo, sarà il nostro segreto!- 

Fratello e sorella si sorrisero, chinando i loro sguardi dorati sulle pile di libri di alchimia che aveva lasciato in quella stanza il loro padre, ormai sparito dalle loro vite da alcuni anni.

Era con quel breve scambio di battute che tutto era iniziato, che la grande ruota del destino aveva definito una volta per tutte il suo percorso: gli ultimi, fondamentali ingranaggi erano stati ultimati e inseriti del perscorso degli eventi, anche se loro... no, non potevano ancora saperlo.



Edith e Alphonse Elric erano cresciuti circondati dall'amore della loro madre, dal calore del suo incommensurabile affetto e dai suoi sorrisi resi luminosi dall'ogoglio che nutriva per la precoce intelligenza dei suoi figli, che avevano imparato da soli la scienza più complessa esistente al mondo quando erano molto piccoli.

Una brutta epidemia al villaggio di Resembool, tuttavia, aveva inesorabilmente spezzato la bolla di pace in cui erano vissuti in quei primi anni di vita. Trisha Elric era venuta a mancare ancora giovanissima, lasciando i suoi figli soli al mondo, con il padre disperso chissà dove, quando avevano appena otto e sette anni.

Avevano studiato il più possibile, incrementando le loro conoscenze di Alchimia sotto la guida di Izumi Curtis, che aveva accettato di prenderli come allievi. Era stata veramente dura, specialmente per Alphonse: era più lento di sua sorella maggiore a imparare e mancava del suo talento innato che sconfinava nella genialità, ma Edith l'aveva spronato ogni giorno affinchè non si demoralizzasse, molto più fiduciosa del fratello nelle capacità dello stesso.

Avevano passato tre anni sotto la sua guida, ma ancora non erano pronti: ci erano voluti esattamente altri trecentocinquantanove giorni dal loro rientro a casa prima che la formula per la trasmutazione umana fosse completa.

Quando Edith aveva posto la sua firma a quanto avevano costruito con grandi fatiche fin dalla morte della madre, avevano esultato per ore, troppo felici di essere a un passo dal tragardo per provare anche solo a mitigare un po' la febbrile eccitazione che sentivano sotto pelle.

Ma nessuno dei due avrebbe mai immaginato ciò che sarebbe accaduto in seguito. 

Gli eventi di quel giorno, Edith Elric li avrebbe rivissuti quasi ogni notte in terribili incubi che l'avrebbero tormentata per molti anni a venire, mentre il senso di colpa verso il fratello cresceva in lei, annidandosi nel profondo della sua anima. Perchè Alphonse non poteva più sognare, mangiare, piangere o provare dolore, al contrario di lei che era solo rimasta menomata della gamba sinistra come prova del suo peccato. Il suo fratellino aveva pagato davvero troppo la superbia che Edith attribuiva solo a sè stessa, perchè era stata lei a convincere il timido Al a compiere quella folle impresa. Lei e solo lei avrebbe dovuto essere punita.

Per la perdita del braccio destro invece non riusciva a provare dispiacere, solo un senso di macabro orgoglio e bruciante sollievo per essere stata capace di richiamare l'anima di suo fratello e legarla ad un corpo artificiale, un'armatura che il loro padre aveva lasciato in quella stanza.

Se avesse perso anche lui, Edith non sarebbe sopravvissuta, lo sapeva. Era il suo unico e amato fratellino, tutta la famiglia che le era rimasta: se non fosse riuscita a salvarlo non avrebbe avuto alcun motivo per resistere al dolore che aveva provato perdendo braccio e gamba, si sarebbe lasciata andare.

Ma poi aveva sentito la sua voce chiamarla, confusa e un po' filtrata dal metallo dell'armatura, ma era chiaramente quella di Al. Aveva dunque combattuto contro l'oblio più che aveva potuto, ma il soccorso di nonna Pinako, fortunatamente intervenuta appena in tempo, era piuttosto confuso nei suoi ricordi. 

Non che se ne lamentasse... Aveva saputo da Al di essere stata un po' febbricitante in quei giorni, ma il suo piccolo e giovane corpo aveva reagito bene all'operazione e le sue ferite si erano rimarginate senza problemi.

Quelle fisiche, per lo meno.

Nella sua mente continuava a rivivere quei terribili momenti, il corpo del fratello che veniva trascinato nel portale, la sua gamba che spariva, il desiderio di rivedere la loro madre che si concretizzava in un esperimento fallito in cui avevano turbato il suo riposo eterno per nulla...

Continuava a rivedere quel... mostro ovunque posasse i suoi occhi dorati, di solito così vispi e intelligenti, ma ora spenti e disperati. 

Alphonse faceva del suo meglio per cercare di farla parlare, ma anche lui si stava adattando con fatica alla sua nuova condizione: nonna Pinako e Winry, la loro amica d'infanzia, non li lasciavano soli un solo minuto e di questo i fratelli Elric sarebbero stati loro grati in eterno.

Edith continuava a insultare incessantemente la sua stessa stupidità, il suo stato emotivo oscillava dal senso di colpa immane che provava per suo fratello al tormento che la divorava al pensiero di aver costretto l'anima della sua amata mamma in quel corpo fatiscente.

Non le importava niente del suo stesso corpo, ma avere davanti agli occhi il risultato dei suoi errori, del suo terribile peccato d'orgoglio, non le consentiva di trovare nemmeno un secondo di pace.

Questo circolo di sofferenza la tormentò per settimane, rendendola completamente muta. L'unica eccezione avvenne uno dei primi giorni in cui la febbre decise di lasciarla in pace, in cui aveva detto solo poche parole a suo fratello:

-Ti chiedo perdono... non era questo che volevo.-

Nonostante il suo corpo stesse guarendo grazie alla bravura di Pinako Rockbell, chirurga e meccanica di automail, la sua anima ancora languiva, come se fosse morta quell'infausto giorno in cui avevano osato entrare nel territorio del divino.

L'unica cosa che le strappava seppur minimi cenni di contentezza era vedere che Alphonse riusciva a ridere, seppur raramente, grazie all'impegno e alla costanza con cui Winry si dedicava a farlo sentire meglio.

Ma l'alchimista unidcenne si sentiva sconfitta, impotente, stupida come mai aveva sperimentato. Edith non era ancora entrata nell'adolescenza, ma la sua vita sembrava senza più alcuno scopo.

Questo, fino al giorno in cui non arrivò lui.




  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Flos Ignis