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Autore: Flaesice    14/05/2018    0 recensioni
Penelope Penthon è una ragazza bella, sfacciata ed intraprendente; una ragazza che non si è mai arresa alle difficoltà della vita, che si è fatta da sola ed odia i pietismi.
Nel suo mondo non esistono le mezze misure: tutto deve essere necessariamente o bianco o nero, giusto o sbagliato.
Ma nella vita - prima o poi - si è sempre obbligati a scontrarsi col grigio, ed è proprio allora che tutte le certezze crollano e bisogna mettersi in discussione.
E' ancora una ragazzina quando per gioco decide di sedurre un suo compagno di scuola, il riservato Nathan Wilkeman, per poi allontanarlo definitivamente.
Il destino li farà incontrare cinque anni dopo nella meravigliosa Los Angeles; Penelope sempre più votata al suo stile di vita, ma Nathan?
Decisamente più esperto e meno impacciato cercherà di prendersi una piccola rivincita per il passato, ma si sa che la passione non è un'emozione facile da gestire nemmeno per una come Penelope.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo XXVII
 
Presi i bouquet dal tavolino e mi avvicinai a Tanya e Noemi occupate a sistemare accuratamente  il velo sulla semplice acconciatura di Beth. Entrambe mi sorrisero e si spostarono così che potei finalmente vedere il volto della mia amica riflesso allo specchio, mi portai alle sue spalle e la osservai attentamente.
Gli occhi lucidi, le labbra curvate in un sorriso emozionato e le guance lievemente arrossate, le passai il bouquet che prese in una mano sfiorando i petali dei fiori con l’altra.
«Sei bellissima» le dissi.
«Davvero? Cavolo a trentasei anni non dovrei essere così agitata»
«Stai forse dicendo che esiste un’età per essere emozionate?» chiese Tanya ridendo di gusto.
«Oh, hai ragione. Sto dando di matto» con le dita si sfiorò appena le guance stando bene attenta a non rovinare il trucco «E’ che non mi sembra vero»
Noemi che era in un angolo a parlare al cellulare si avvicinò dopo aver riattaccato «Se può consolarti Tom non sta meglio di te» le sorrise mentre a me si strinse il cuore.
Solo una persona avrebbe potuto darle quell’informazione al momento, qualcuno che già si trovava in chiesa con tutti gli altri invitati: Nathan.
Guardandomi allo specchio mi sistemai un riccio ribelle e mi ripetei mentalmente i miei buoni propositi: “Sorridi e non pensare”
«Allora» dissi prendendo la palla al balzo «Pronta?»
«Sì» Elisabeth si alzò mostrando l’abito da sposa in tutta la sua magnificenza.
Era un abito bianco che aderiva perfettamente al suo corpo, evidenziando le morbide curve del seno e dei fianchi. Lo scollo lasciava le spalle nude, coperte solo dal lungo velo che ricadeva fino ai piedi sovrapponendosi al piccolo strascico orlato di pizzo.
«Bene, allora direi che è il momento di andare» Tanya aprì la porta invitando tutte a darci una mossa.
Sotto casa trovammo l’auto, con tanto di autista, ad aspettarci. Tanya prese posto davanti mentre Noemi ed io ci accomodammo sui sedili posteriori, lasciando che Beth si sistemasse per prima col lungo strascico e col velo.
«Cavolo mi sento impacciatissima» si lamentò, evidentemente agitata.
Noemi roteò gli occhi al cielo e si sporse verso di me «Penny mi tieni il bouquet che le sistemo meglio il velo?» disse in tono canzonatorio.
«Certo» sorrisi divertita mentre Beth ci riservava un timido sorriso.
«Sono una lagna, scusate»
«Figurati, faresti lo stesso per noi» feci spallucce stando ben attenta a non rovinare i delicati petali dei bouquet che avevo tra le mani.
Prima che ce ne rendessimo conto ci ritrovammo fuori la chiesa, l’autista aprì lo sportello per aiutarci a scendere.
«Vado ad avvertire che è tutto pronto» Tanya entrò per prima in chiesa lasciando Noemi e me che eravamo le damigelle ad aspettare la sposa .
Sentii la marcia nuziale partire e non potei fare a meno di emozionarmi e provare dei leggeri brividi sulla pelle.
Ero la prima ad entrare, con Noemi dietro di me ed infine Elisabeth.
Iniziai a percorrere la lunga navata, potevo sentire la morbidezza del tappeto bianco sotto le suole dei sandali, il profumo dei fiori che addobbavano le panche e l’altare aleggiava fresco nell’aria.
Vidi Thomas imbalsamato in una posa rigida, gli occhi di tutti gli invitati erano puntati sulla sposa tranne quelli di due persone.
Notai un ragazzone moro che mi guardava con una strana espressione sul volto, sembrava confuso e sorpreso allo stesso tempo, provai una strana sensazione di déjà vu ma proseguii la mia camminata.
Tra le file scorsi Jamie che mi sorrise, poi i miei occhi incontrarono quelli di Nathan.
Dalla sera dell’addio al nubilato non l’avevo più visto, Blake era naturalmente al suo fianco, indossava un abito color oro che dava risalto ai suoi capelli di fuoco, era a dir poco bellissima.
Lui mi guardò con occhi profondi da sotto le ciglia lunghe, indugiando su ogni centimetro del mio corpo,l’espressione corrucciata.
Continuai col mio incedere lento, nonostante il cuore minacciasse di scoppiare, distolsi lo sguardo e tornai a guardare fisso dinnanzi a me prima che rischiassi di perdere il controllo.
Quando finalmente arrivai all’altare mi spostai per prendere posto in prima fila accanto agli altri invitati, Noemi si sedette al lato opposto mentre Beth venne accolta da Tom che l’aspettava con un sorriso raggiante.
Il prete iniziò a pronunciare le parole di rito e quando arrivò il momento dello scambio delle promesse non potei fare a meno di commuovermi nel vedere il loro sogno d’amore che dopo anni finalmente si coronava.
Non appena gli sposi pronunciarono i loro “Sì” nella chiesa si sollevò un coro di giubilo e applausi, uscimmo tutti fuori per accogliere la nuova coppia col tradizionale lancio del riso.
«Penny?»
Mi voltai ritrovandomi faccia a faccia col ragazzo moro di prima, la sua espressione era estremamente divertita e quando mi sorrise fu come se una mano invisibile mi avesse preso di peso per trascinarmi indietro nel tempo.
«Nick?» domandai sconvolta.
«Allora ti ricordi» affermò soddisfatto «Che piacere» si avvicinò a cingermi in un abbraccio che ricambiai incerta, ancora stordita.
«Cavolo non posso crederci» aggiunse allontanandosi ma continuando a tenere le sue grandi mani sulle mie spalle «Chi l’avrebbe mai detto che al matrimonio di mio cugino avrei trovato una sorpresa del genere»
«Tom è tuo cugino?» chiesi sempre più sbigottita.
«Proprio così» asserì raggiante.
«Penny, scusami un attimo» disse Jamie sopraggiungendo alle mie spalle.
«Jamie» lo invitai ad avvicinarsi «Ti presento Nicholas, un mio amico della Newark High School»
“Beh amico non proprio, direi” mi rimbeccò mentalmente la mia coscienza.
«Molto piacere» disse stringendogli la mano con uno strano luccichio di malizia negli occhi che non potei fare a meno di notare «Senti Penny, Tanya e Marc ci aspettano in auto. Gli invitati sono già tutti diretti al ristorante»
«Vieni con me» s’intromise Nick prima che potessi rispondere «Sono in auto da solo» mi sorrise e Jamie mi guardò in attesa di una mia risposta.
«D’accordo. Andate pure, io verrò con Nick»
Il mio amico annuì e, dopo aver rivolto un cenno di saluto ad entrambi, andò via.
«Vieni, ho la macchina proprio qui dietro» disse Nick posando una mano sulla mia schiena per invitarmi a seguirlo.
Lo osservai in silenzio mentre mi apriva la portiera per farmi entrare nella sua auto costosa, prima di fare il giro per salire al lato del guidatore.
Fisicamente era sempre lo stesso, di corporatura massiccia e palestrato al punto giusto, il sorriso ammaliatore era esattamente come lo ricordavo, ma il Nicholas di un tempo non avrebbe aperto la portiera ad una ragazza mostrando tanta galanteria.
Entrambi allacciamo le cinture, poi ingranò la marcia e partì mentre continuavo ad osservarlo incredula.
«Cosa c’è?» chiese sorridendo ma senza staccare gli occhi dalla strada.
«Niente, è solo che…» scossi la testa e risi appena «Cosa fai adesso?»
«Sono contabile per un’impresa di import export. Vivo a New York, ho un appartamento tutto mio ed ho sempre l’hobby del football»
«Ma dai, non posso crederci. Anche io vivo nella grande mela»
«Sul serio?» chiese ancor più stupito, puntando per un attimo i suoi grandi occhi scuri nei miei.
«Soltanto da otto mesi. Lavoro per la Custom advertising service S.p.A»
Nick fece un fischio di apprezzamento «Sei sempre stata una tipa tosta» disse a mo’ di complimento probabilmente essendo a conoscenza del fatto che l’azienda per la quale lavoravo era una delle migliori nel mio settore.
«Già» mi limitai a dire.
Mi sembrava di vivere una situazione inverosimile, ritrovarmi in auto proprio con Nick, la persona che aveva fatto parte di un periodo della mia vita che adesso non mi apparteneva più.
Gli anni vissuti a Newark erano stati i più bui, dopo la fine della scuola mi ero lasciata volentieri alle spalle un’adolescenza vissuta tra un casino e un altro.
Arrivammo al ristorante e salutai Nick per accomodarmi al posto che mi era stato assegnato, mi ritrovai al tavolo con Tanya e Marc, Noemi, Jamie e, per chiudere in bellezza, Blake e Nathan.
«Ehi dov’eri finita?» chiese Tanya attirando l’attenzione di tutti su di me.
«Non crederai mai chi ho incontrato» dissi prendendo posto tra lei e Jamie.
«Prova a dirmelo» disse addentando uno stuzzichino.
«Nicholas McCarty»
Per poco non si strozzò e Marc la guardò incuriosito mentre vidi Nathan sgranare gli occhi e guardarmi fisso.
«Chi è questo Nick, una tua vecchia fiamma?» chiese Marc manifestando la sua gelosia.
«Oh no» fece Tanya alzando le mani «Mia non di certo»
Le lanciai un’occhiataccia per la poca delicatezza, Blake ignara di tutto intervenne «Oh, allora è una tua vecchia fiamma Penelope» sorrise divertita.
«Perché deve essere necessariamente la fiamma di qualcuno?» irruppe Nathan in un tono che lasciò tutti perplessi.
Jamie mi strinse la mano sotto il tavolo e cercò di portare l’attenzione su un altro argomento «Non trovate che la messa sia stata emozionante? Tom e Beth erano raggianti, voglio proprio vedere tra un paio d’anni se sarà ancora tutto così perfetto» rise nervosamente, ma fortunatamente sembrò far tornare un’atmosfera serena.
Iniziammo a parlare del più e del meno, Marc e Jamie non poterono fare a meno di intrattenerci con qualche loro simpatico sketch mentre le varie portate del menù ci venivano servite.
Evitai accuratamente di voltarmi verso Nathan e quelle poche volte che lo feci me ne pentii all’istante nel vedere Blake che lo stringeva a se o gli sussurrava qualcosa all’orecchio.
Per quanto cercasse di nasconderlo era impossibile non notare la freddezza dei suoi gesti e dei suoi sorrisi, proprio come per me era impossibile cercare di placare l’insistente bruciore che avvertivo alla bocca dello stomaco.
Ad un certo punto della serata arrivò il momento del ballo, gli sposi aprirono le danze mentre pian piano dal tavolo si alzarono le coppie, prima Marc e Tanya poi Blake e Nathan.
Continuai a parlare con Noemi cercando di ignorare tutto il resto, Jamie ci interruppe «Scusa Noemi, ti spiace se invito a ballare Penny?»
«Andate pure ragazzi, vado a salutare delle colleghe» si allontanò.
Jamie mi porse la mano che accettai con piacere, mi portò al centro della sala prima di cingermi la vita attirandomi stretto a se.
«Se non sapessi che preferisci gli uomini penserei che ci stai provando» portai le mani dietro il collo, stringendo forte il mio amico.
«Chi era quel figo che mi hai presentato prima?»
Già, chi era Penelope? Vallo a spiegare.
«Uno dei tanti che alle superiori mi scopavo senza pietà» dissi sincera e Jamie bloccò per un istante il suo volteggiare.
«Cavolo Penny, da quando usi questo vocabolario?»
Scossi la testa «Lascia perdere, se solo mi avessi conosciuta all’epoca non so cosa avresti pensato di me» ripresi a muovermi a ritmo del lento.
«Saresti sempre stata una persona straordinaria» asserì convinto.
Decisi di non protestare, poggiai la testa sulla sua spalla e non volendo vidi Blake e Nathan che ballavano stretti a pochi passi da noi. Mi irrigidii all’istante e Jamie si voltò per capire cosa avesse provocato questa mia reazione.
Prima che me ne rendessi conto Jamie annullò le distanze e si avvicinò a Nathan «Permetti che ti rubi la dama?» chiese con fare simpatico porgendo la mano a Blake che restava ignara di tutto.
Guardai sconvolta il mio amico ma era tardi per dire qualcosa. Nathan fece finta di niente e lasciò che Blake iniziasse a danzare con Jamie che – solo io sapevo che l’aveva fatto volutamente – la trascinò il più lontano possibile.
Feci per tornare a posto ma inaspettatamente Nathan mi prese la mano e mi cinse la vita «Dove vai?» chiese.
«Credevo…» mi zittii, sentivo il cuore rimbombare nelle fin orecchie «Lascia perdere» dissi lasciandomi trascinare sulle note di una dolce canzone.
Mi sentivo completamente rigida, a disagio a danzare tra le braccia dell’uomo che amavo ma sapevo non essere mio. Potevo sentire le sue mani sulla schiena, grandi e bollenti, nel modo in cui il suo corpo aderiva al mio ed in cui potevo sentire il suo respiro soffiare sul viso non c’era nulla lasciato al caso.
Sapevo che sarebbe stato giusto stare insieme, mi resi conto che sarebbe stato possibile se solo avessi risolto prima i miei problemi, se solo Nathan fosse arrivato in un altro periodo della mia vita.
“Sarebbe stato uguale, è grazie a lui se è cambiato qualcosa” Tuonò fastidioso in mio inconscio. Era così vero.
«Visto la vita cosa ti ha riservato?» irruppe di colpo, strappandomi ai miei pensieri.
Lo guardai interrogativa e lui proseguì «Dopo anni hai rincontrato Nick, pare che il destino voglia mandarti un messaggio»
Colsi una punta di gelosia nel suo modo di porsi e, nonostante fossi conscia di quanto fosse inutile e stupido da parte mia, nel profondo di me ne gioii.
«Nick fa parte di quel passato che ho cercato di cancellare con tanti sforzi, credi davvero ci ricadrei?» gli domandai.
«Beh, sembra cambiato» rifletté.
«Anche io lo sono» dissi convinta attirando la sua attenzione, lo sentii sciogliersi appena.
Finalmente abbassò lo sguardo verso di me, eravamo occhi negli occhi, cioccolato fuso e smeraldo brillante che si scontravano.
Gli sorrisi nonostante la tristezza ed il rimorso che sentivo dentro «Non ho mai voluto ferirti» dissi di slancio «Sei una delle poche persone per cui ho provato qualcosa di vero in tutta la mia vita, devi credermi»
Nonostante la commozione non persi il controllo, lui invece sembrava sul punto di una crisi di nervi.
«Ti credo» disse dopo un po’, la sua mano strinse più forte la mia in un gesto carico di comprensione.
Continuammo a volteggiare, l’uno tra le braccia dell’altro.
«Non volevo reagire così l’altra sera» sussurrò piano.
Deglutii e presi un profondo respiro, sembrava che l’aria mi mancasse, era tutto troppo straziante.
«Non ce l’ho con te Nathan» precisai «E’ vero, in questi mesi sono cambiata ma non in tutto. Ho cercato di migliorare, di togliermi dalla testa la malata concezione secondo la quale ero convinta di non poter dare o ricevere amore, ma resto pur sempre la ragazza forte e caparbia che hai conosciuto» dissi tenendo a bada il tremore della voce.
Le sue labbra si incurvarono ai lati, un sorriso più rassegnato che divertito «Non avevo dubbi» disse ed io sorrisi con gli occhi lucidi.
«Purtroppo è andata come è andata, non è colpa tua ma neppure mia. Non era certo mia intenzione arrivare a questo punto, è soltanto… successo» lui sospirò ed io continuai «Andremo avanti per la nostra strada, tanto… passerà, prima o poi, giusto?» cercai conferma, un cenno da parte sua, ma continuava a guardarmi con occhi sgranati mentre la nostra danza era diventata più un ondeggiare sul posto.
«Blake in fondo mi fa stare bene, io… voglio provarci» mise in chiaro le cose e nonostante me l’aspettassi non potei evitare che il mio cuore tornasse ad infrangersi.
«E’ giusto che sia così, non pretendo niente da te come non ho mai preteso nulla da nessun altro»
Lui annuì, poggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai sfuggire un gemito di dolore ma mi ricomposi prima che qualcuno intorno a noi potesse accorgersi di quel che stava accadendo.
Sapevo che era arrivato il momento, ci stavamo perdonando a vicenda per tutto quello che era successo, per le nostre colpe, prima di dirci definitivamente addio.
Con la mano mi sfiorò la guancia, poi scese col pollice sulle labbra dove indugiò giusto un millesimo di secondo «Spero di rivederti presto»
«Domani partirò» gli stinsi le mani dietro il collo e sfiorai le punte dei soffici capelli reprimendo l’impulso di stringerli tra le dita.
«Prenditi cura di te»
«Semmai non lo facessi ci sarà sempre Jamie ad occuparsene» cercai di stemperare il clima di tensione che aleggiava tra noi, gli sorrisi.
«Sii felice» dissi semplicemente, poi mi voltai per allontanarmi da lui lasciandolo da solo al centro della pista da ballo.
Sii felice, Nathan, anche se non sarà con me.

*** 

Finalmente è arrivato il tanto atteso giorno del matrimonio, Elisabeth e Thomas coronano il loro sogno d'amore mentre Penelope vede il suo sgretolarsi.
Nathan e Penny si sono chiariti del tutto, lei l'indomani partirà nuovamente per New York ed intanto il passato è tornato a bussare alla sua porta con Nick. Cosa ne pensate di tutto questo? Come credete si evolveranno le cose?
Spero di continuare a stupirvi e di non dare mai nulla per scontato. Vi abbraccio, Ice.
   
 
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