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Autore: FumikoSakamoto    17/05/2018    0 recensioni
"Una volta lessi in un libro che quando ci affezioniamo a un oggetto, una parte della nostra anima appartiene a ciò. Vedila così, Hikari: io sono affezionata a questa pietra miracolosa e la mia intera anima le appartiene. Se tu hai intenzione di eliminare questi preziosi minerali perché voi mortali credete che possano essere pericolosi, allora sarai costretta a trovare un metodo per uccidermi. Ti auguro buona fortuna."
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 27 Aprile 20XX
ore 7:35
I raggi del sole, i cinguettii degli uccelli e i fiori appena nati non potevano fermare la stremata corsa di Hikari Edo, studentessa al terzo ed ultimo anno della scuola Nagamura.Trattenendo la borsa scolastica e spostando di tanto in tanto le ciocche bionde dei capelli che cadevano sull’occhio azzurro, Hikari cercava di correre più velocemente possibile nonostante le sue scarse doti da velocista.
In quello stesso momento, in un parco dell’isolato successivo rispetto a quello dove si trovava la bionda, una ragazza mora, seduta su una panchina, sembrava essere abbastanza spazientita. Si trattava della migliore amica di Hikari: Fumiko Sakamoto. Anche Fumiko era una studentessa al terzo anno della scuola Nagamura, ma non era stata collocata nella stessa sezione dell’amica. In quel momento Fumiko attendeva l’arrivo della ritardataria, ma non si sarebbe mai immaginata di dover attendere per altri 10 minuti.
Ad un tratto Fumiko si alzò in piedi e spaventò involontariamente un uomo che stava camminando con passo svelto di fronte a lei. Dopo aver sistemato i lunghi capelli castani, afferrò il cellulare e compose il numero di Hikari. Non si sarebbe mai aspettata una risposta da quest’ultima, poiché non accadeva mai, e infatti il suo tentativo fu vano. Così Fumiko decise di aspettare ancora un po’ e se l’amica non fosse arrivata entro 10 minuti, sarebbe andata a scuola da sola.
Mentre attendeva il suo arrivo, Fumiko notò un bizzarro corvo che, dal ramo più alto di un albero, era rimasto immobile a lungo e non si era spostato neanche di un centimetro nonostante alcuni automobilisti avessero suonato i clacson e nonostante alcuni uccelli si fossero posati sui rami di quello stesso albero. Il corvo continuava ad ignorare tutto ciò che gli accadeva intorno e rimaneva immobile a fissarla.
Miracolosamente, appena scaduto il limite di tempo che la mora si era imposta, Hikari arrivò ansimante e grondante di sudore. Con un sorriso forzato cercò negli occhi dell’amica un po’ di pena che potesse placare la sua ira, ma ciò non fu.
“Com’è possibile che tu sia arrivata nuovamente in ritardo??” chiese spazientita Fumiko.
Hikari cercò di trattenere il sorriso perché credeva che prima o poi l’amica si sarebbe addolcita e non le avrebbe più fatto la predica, ma si sbagliava anche in questo caso.
“Al mattinoti devi sbrigare!!” continuò la mora “Lo so che hai sonno, ma io non voglio aspettarti per tutta la mattinata perché ti svegli sempre tardi! Abbi un po’ di pietà per me, che devo sempre attendere per almeno 10 minuti!”
Come accadeva altre volte, Fumiko terminò la predica con un sospiro seccato e iniziando a camminare, lasciando indietro l’amica che l’avrebbe raggiunta dopo qualche istante.
Dopo aver camminato per un po’, erano quasi giunte a scuola: le due ragazze dovevano soltanto attraversare la strada,svoltare l’angolo e proseguire fino al termine della via, dove era collocato l’edificio scolastico. Mentre le strade erano inspiegabilmente poco trafficate, i marciapiedi erano poco affollati, i primi negozi aprivano le loro porte ai clienti e nell’aria c’era più anidride carbonica che ossigeno, Hikari e Fumiko aspettavano che il semaforo diventasse verde. Poiché quest’ultima sembrava abbastanza alterata, Hikari si preoccupò e cercò di parlarle, ma evidentemente la mora non sentiva oppure era immersa nei propri pensieri. Così Hikari capì che qualcosa turbava l’amica e forse aveva compreso ciò a cui pensava.
“Stai pensando a Junichi?” chiese Hikari preoccupata.
Junichi era un loro compagno di scuola, nonché ragazzo di cui Fumiko si era innamorata dal primo anno in cui iniziarono il liceo. Era un loro coetaneo ma era stato situato in una terza sezione, quindi nessuna delle due ragazze sapeva molto sul suo conto. Tuttavia Fumiko aveva parlato con lui in più occasioni, ma il ragazzo si era comportato in modo bizzarro nel corso del tempo: prima sembrava che fosse contento della sua compagnia, dopodiché iniziò ad allontanarsi dalla mora senza dare spiegazioni. Fumiko ci rimase male e aveva intenzione di cancellare il suo nome dal proprio cuore, ma per lei sarebbe stato estremamente complicato.
“No,sono solo stanca…” rispose Fumiko accennando un sorriso amaro. Hikari sapeva benissimo che l’amica stesse mentendo perché quest’ultima tornò subito a rivolgere lo sguardo verso il vuoto.
“Lo so che stai mentendo. Fumiko,non pensare a lui! Non ti merita, è stato un bastardo e persone come lui non hanno alcun valore!” ribadì Hikari cercando di consolare l’amica, ma talvolta Fumiko sapeva essere molto testarda e non ammetteva la realtà dei fatti.
Fumiko esitò per qualche istante, poi si voltò verso l’amica e le sorrise nuovamente, tentando di rassicurarla senza utilizzare le parole.
In quello stesso momento il semaforo diventò verde e le persone iniziarono a spostarsi da una parte all’altra del marciapiede per poter attraversare la strada. Fumiko si voltò di nuovo e, con il cenno di una mano, spronò l’amica a incamminarsi.
A quel punto Hikari aveva deciso di non intromettersi più perché conosceva l’amica e sapeva che si sarebbe sfogata soltanto se ne avesse sentito la necessità, quindi fu la prima a mettere piede sulle strisce pedonali.
Ciò che avvenne dopo fu al limite dell’immaginabile:un ritardatario, che proveniva dal marciapiede parallelo rispetto a quello delle ragazze, stava correndo e, preso dalla fretta, spinse Fumiko, provocando la sua caduta sull’asfalto. In quello stesso momento qualcuno stava guidando un’automobile bianca e stava percorrendo la stessa strada su cui era caduta la mora. Colui che guidava il veicolo non si era inspiegabilmente accorto della presenza del semaforo, né della presenza di Fumiko; probabilmente era sotto effetto di droghe o alcol già di prima mattina. La ragazza in questione fece appena in tempo a rialzarsi ma nessuno aveva avuto il coraggio di spingerla via da quello che sarebbe stato il suo destino, si limitarono soltanto ad ordinarle di spostarsi ma non avevano intenzione di essere coinvolti in quella che sarebbe stata una tragedia. Soltanto Hikari tentò di raggiungerla, ma il veicolo era stato così rapido da precedere la bionda in qualsiasi cosa avesse voluto fare.
Così Fumiko fu investita e si ritrovò nuovamente sull’asfalto, ma questa volta non si sarebbe potuta rialzare da sola.
   
 
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