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Autore: AdhoMu    19/05/2018    3 recensioni
[Leanne/Montague]
Montague (Kain? Craig? Graham?) e Leanne (di cognome?).
Due personaggi dalle identità confuse e di cui sappiamo pochissimo.
Un incontro inaspettato darà vita ad un rapporto che si svilupperà nei mesi precedenti allo scoppio della Seconda Guerra Magica e che li porterà, con un po' di fortuna, a trovare se stessi l'uno nell'altra.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kain Montague, Leanne, Mary MacDonald, Mulciber
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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1. Quel che puoi trovare in un bagno. 
(breve capitolo introduttivo)
 
Un altro anno scolastico volgeva al termine. Il suo sesto anno fra le mura di Hogwarts. In quel pomeriggio di fine aprile, nonostante la primavera inoltrata, una fitta nebbia avvolgeva il castello. Dalle vetrate delle ampie finestre del bagno del quarto piano filtrava una luce lattiginosa e smorzata.
Leanne aprì il rubinetto di un vecchio lavandino di ceramica sbeccata e lasciò scorrere l'acqua. Lo specchio macchiato di umidità le restituì il riflesso del suo viso, sporco da fare schifo.
Non era stata per niente una buona idea, quella di prendere posto accanto a quel cretino di McLaggen a Pozioni. Lei, di solito, si guardava bene dal compiere azioni così temerarie ma purtroppo, quel giorno non aveva avuto scelta: la professoressa McGranitt, direttrice della Casa del Grifondoro, l'aveva trattenuta nel suo ufficio per parlarle delle vacanze estive.
Il prossimo luglio, in qualità di strega ormai maggiorenne, Leanne non più avrebbe potuto fare ritorno all'Istituto in cui aveva vissuto per tutta la vita. La McGranitt voleva quindi sapere che cosa avesse intenzione di fare a riguardo ma lei, che pure ci aveva pensato tante volte, non aveva saputo darle una risposta.
Alla fine comunque, quando aveva raggiunto l'aula del professor Piton nei sotterranei del castello, la ragazza si era accorta con un certo dispetto che l’unico posto libero (guarda caso) era vicino a quel cretino di McLaggen. E, com’era immaginabile, le conseguenze non si erano fatte attendere: con la consueta delicatezza da troll, il ragazzo aveva scagliato un bezoar nel calderone, facendo partire una serie di  schizzi fatali che le avevano impiastricciato tutta la faccia.
"Per fortuna quel coglione non aveva ancora aggiunto l'acido di Platano Picchiatore" meditò la ragazza con un moto di sollievo misto a comprensibile stizza.
Lei, quell'insopportabile scozzese non l’aveva mai potuto soffrire, ma era costretta a sopportarlo e a conviverci  a causa dell'amicizia decennale che lo legava alla loro comune amica, Katie Bell. Leanne, peraltro, non si capacitava che una tipa a posto come Eloise Midgen potesse sospirare per un soggetto come lui.
Con le mani a coppa, la ragazza raccolse un po' d'acqua e cominciò a sfregarsi meticolosamente il viso.
In seguito all’accaduto il professor Piton, ovviamente, aveva minimizzato e aveva dichiarato, senza preoccuparsi di nascondere un certo scherno, che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Nel frattempo, però, con il suo solito ghigno beffardo (e trasudando un fin troppo esplicito compiacimento), aveva approfittato della grossolanità esibizionista di McLaggen per togliere cinque punti alla Casa del Grifondoro. Poi le aveva detto di andarsi a ripulire; lei era uscita dall’aula diretta al bagno dei sotterranei, ma l’aveva trovato chiuso, e così, risalendo le scale di bagno in bagno (parevano tutti chiusi, quel giorno), era infine approdata a quello del quarto piano.
Dopo aver essersi data una strofinata particolarmente energica, Leanne si fermò un attimo per osservare il risultato del primo lavaggio. Poco male: la pozione veniva via facilmente. Ancora un paio di sfregatine e...
Crack.
La ragazza alzò di scatto la testa. Un piccolo scoppio, subito seguito da una serie di suoni rasposi, si era sovrapposto allo sciabordio dell'acqua, richiamando la sua attenzione. Attraverso lo specchio, vide che le pupille le si dilatavano nelle iridi castane. La sua stessa espressione, visibilmente agitata, era così ridicola che quasi le venne da ridere.
"Sarà stato un topo" pensò, ricordando con ribrezzo le pantegane che, qualche volta, aveva visto uscire dai water. Facendo finta di nulla, ricominciò a lavarsi. Dopo una breve pausa, tuttavia, lo strano rumore riprese.
Leanne chiuse il rubinetto, si asciugò il viso e girò la testa, avviandosi incerta verso la fila di cubicoli che contenevano le tazze. L'ultimo, come di consueto, era chiuso a chiave; Mastro Gazza lo usava per riporvi flaconi, scope, stracci, spazzoloni e rotoli di carta igienica. Il rumore sospetto veniva proprio da lì.
Mentre si avvicinava con circospezione alla porta chiusa, una voce bassa e profonda biascicò:
- A-aiuto.
Leanne fece un salto indietro e quasi urlò per la sorpresa.
Sconcertata, la ragazza estrasse la bacchetta dalla tasca della veste. Altro che pantegana: quella era la voce di un uomo. Nel bagno delle ragazze. In pieno giorno. Tenendosi sulla difensiva, accostò l'orecchio alla porta e chiese, un po' titubante:
- Chi c'è lì dentro?
- Ti... tirami fuori di qui, ti prego.
La voce risuonò così angosciata ed esausta che lei cominciò preoccuparsi sul serio. Decise quindi di agire e, agitata la bacchetta, pronunciò un veloce:
- Alohomora!
La porta si aprì di scatto.
Dentro al cubicolo, Leanne scorse un ragazzo alto coi capelli scuri e le sopracciglia marcate, che ricambiò il suo sguardo con i grandi occhi grigi cerchiati da occhiaie nerastre. Aveva il volto scavato e presentava un'aria estremamente stanca e patita. La sua divisa scolastica era tutta stropicciata, con l’orlo inferiore della camicia sgualcita che faceva capolino dalla cintura dei pantaloni. Intorno al colletto, però, portava ancora la cravatta verdeargento degli studenti del Serpeverde perfettamente annodata (si trattava di un dettaglio così stridente rispetto all'insieme che, quando lo notò, Leanne lo trovò quasi divertente).
Sul maglione del ragazzo erano appuntate tre spille luccicanti: una P, una C ed una I. Prefetto e Capitano, quindi, ma anche - e ciò gli faceva assai poco onore, pensò subito lei, col sorriso che le si ammosciava all'istante - membro di quell'odiosissima Squadra d'Inquisizione istituita dalla professoressa Umbridge.
Nonostante l'aspetto eccezionalmente dimesso, comunque, la ragazza lo riconobbe immediatamente.
- Ma io ti conosco! - esclamò, guardandolo con cipiglio. - Tu sei Mon...
Ma non ebbe mai il tempo di finire la frase.
Con un rantolo, il ragazzo barcollò pericolosamente verso di lei per poi crollarle addosso, privo di sensi.
 
*
 
- Ma bene, signorina Kaplett.
- Leanne, professore. La prego.
- Non importa - l'interruppe Piton, stizzito, senza degnarsi di rivolgerle di un secondo sguardo. - Dicevo: ma bene. Una sciacquata di faccia bella lunga, la tua. Altri cinque punti in meno a Gri...
- Severus.
La voce rigorosa di Minerva McGranitt risuonò chiara e decisa alle spalle della ragazza. Il professore di Pozioni, sollevati gli occhi, fissò la collega con non poca sorpresa.
- Minerva. A cosa devo la visita?
- Leanne si è attardata fuori dall'aula per una buona ragione - continuò la donna, in tono sbrigativo.
- E sarebbe?
- Quello studente della tua Casa che era sparito. Montague. È ricomparso improvvisamente nel bagno delle ragazze al quarto piano. E Leanne è stata così gentile da soccorrerlo e accompagnarlo in infermeria.
Piton si alzò di scatto dalla cattedra e uscì in fretta dall'aula, facendo svolazzare la veste.
Subito dopo, dal fondo della classe, si udì distintamente l'inconfondibile accento scozzese di Cormac McLaggen che, con la consueta discrezione, esclamava a voce altissima:
- Uh-la-lá, Leanne! Si può sapere cosa ci facevi chiusa in un bagno con Montague?
- Imbecille! Stupeficium!
 
Alcune cosette:
1) Questa storia, i cui capitoli dall’1 al 10 sono già stati pubblicati sull’estinto profilo AdhoMukha nell’Aprile 2018, prende le mosse dal fatto che prediligo lavorare su personaggi di cui si sa poco, molto poco. E nel caso di Montague (il cui nome è controverso) e di Leanne (di cui non sappiamo neppure il cognome), di cose da inventare ce ne sono parecchie.
2) Mi ha sempre intrigata il fatto che Montague sia riuscito a Smaterializzarsi all’interno di Hogwarts – cosa che, teoricamente, dovrebbe essere impossibile. In questa storia, comunque, ho deciso di risparmiargli l’umiliazione di farsi ritrovare incastrato in un cesso.
3) La storia d’amore contrastata prende le mosse dal cognome del protagonista, Montague, che nella versione inglese di Romeo e Giulietta è il cognome di Romeo (in italiano, Montecchi). Per creare una connessione con l’opera shakespeariana, ho inventato il cognome Kaplett per Leanne, storpiando l’originale Capulet.
   
 
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