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Autore: Nocturnia    22/05/2018    2 recensioni
Animali, bestie, uomini: null'altro che maschere e teatranti che si dimenano su questo palcoscenico che la voce chiama vita.
Il velo viene sollevato - li spoglia, nudi dinnanzi uno spettatore il cui nome è destino.
Insieme si gettano nell'abbagliante luce della tragedia.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield, Excella Gionne
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Withering bones'
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10 Capitolo 10 - Cenere alla cenere, polvere alla polvere.


"Sono stati loro, e lo sai."
"Sì."
Alex è sottile al suo fianco, fasciata nei colori del lutto e della rabbia.
"Hanno tentato di ucciderti, Albert." mormora, e William è pochi passi avanti a loro, Sherry un pugno di stracci che si piega sotto il peso della pioggia.
"Lo so."
"Simmons deve aver convinto Marius. O Lyas."
Sfilano le bestie di quel folle circo davanti a ciò che resta di Annette, porgono i loro saluti al Falco - alla Serpe che veglia al suo fianco.
"Excella?"
"Tace."
"Falla parlare."
"Non credo ne sappia niente."
Alex alza un sopracciglio, impassibile.
"La ucciderò, Alex."
Excella li raggiunge con passi piccoli, incerti; si umetta le labbra, sedendosi vicino ad Albert.
Rivolge un'occhiata in tralice ad Alex, poi a William.
"Mi dispiace." mormora, e c'è una crepa nella sua voce - paura.
"I tuoi genitori dovranno giustificare come un veleno che cresce solo nelle loro terre sia arrivato fino a Raccoon." replica Alex, gelida.
Excella si morde un labbro, tira il bordo del mantello del re - una bambina in cerca d'attenzioni.
"Voi mi credete?" chiede, ancora.
Annette è bella nel suo silenzio di morte; gli occhi chiusi, i capelli biondi raccolti ai lati del viso.
William è rosso negli occhi, attorno alle unghie - dove il dolore le ha consumate.
Alex la ignora, alza il mento - grida il suo ruolo, il suo sdegno.
"Sì, Excella,  ti credo." le replica Albert.
La verità non ha mai salvato nessuno.


Ada è una mano fredda attorno al polso, dita forti, sottili.
"Mi dispiace, William."
Ondeggia in avanti, Birkin: accarezza i capelli di sua figlia, così simili a quelli di Annette.
"Posso liberare le Ombre, se vuoi."
William storna lo sguardo, lo posa sul cielo plumbeo, pesante.
"Non sarà necessario, Ada." e le sorride, spento "Non più."
Il Corvo accetta quella risposta come la resa di un uomo al suo destino.


"Avvelenata."
Chris non si stacca un secondo dal fianco del re, lo segue come un'ombra.
"Era destinato al re quel calice, Claire. E io non ne sapevo niente."
Claire accelera, gli stringe un gomito.
"Hai saputo qualcosa dalle cucine?"
"No." replica "Qualcuno ha dato la fiala a Cindy. Un uomo, hanno detto. Media altezza, con i baffi, le mani curate."
"Un nobile."
Chris libera un suono sprezzante, amaro.
"Troppi aspirano al trono, Claire: questo non riduce di sicuro la cerchia dei sospettati."
"Ho sentito che si sospetta dei Gionne."
Chris le lancia un'occhiata in tralice, annuisce bruscamente.
"La posizione della regina è in pericolo."
"Oh, indubbiamente." ribatte Chris, scansando un carretto di frutta "La sorella del re è furiosa. Poco ci mancava che impiccasse la regina con le sue mani."
Claire assorbe le sue parole, se le rigira attorno alla lingua, nella mente - le scompone, fino a dargli un senso logico.
"Ma se il re fosse morto la sua posizione si sarebbe invece rafforzata, no? La regina è incinta, e come tale porta l'erede della corona in grembo. Alla sua nascita sarebbe diventata regina madre, e avrebbe regnato incontrastata per i prossimi anni."
"E la sorella del re avrebbe dovuto cederle tutto il potere."
Claire annuisce, osserva lo sguardo preoccupato di Chris - cupo.
"Non mi piace, Claire; i Gionne sembrerebbero la risposta più ovvia, ma credo ci siano altre forze dietro."
Claire posa lo sguardo su Alex, le dita strette tra le pieghe della gonna, gli occhi asciutti - spietati.
La Serpe bianca si volta e la inchioda sul posto.


"Il tuo piano ha fallito."
Simmons inspira - incenso e freddo.
"Il re è ancora vivo, e Annette Birkin è morta."
"Una perdita di poco conto."
Lansdale si muove inquieto al suo fianco, Carla un profilo spettrale alla sua sinistra.
"Questo rafforzerà la posizione del Falco."
"Non essere stupido, Morgan: la sua fedeltà giaceva con il re già prima."
"Quali altre opzioni ci restano?"
Carla si siede, il rito ha inizio.
"Poche. La Guardia Reale ha rafforzato la sicurezza, e non credo che il re sa così stupido da non sospettarci."
"Gli Ashford." suggerisce Carla, il volto coperto da un velo nero.
"Non sono in grado di arrivare al re."
"No, ma nel caso di un attacco frontale potrebbero tornarci utili."
Simmons sembra valutare l'idea, annuisce.
"Tutto qui?" mormora a denti stretti Lansdale "Mi stai forse suggerendo di entrare in guerra, Simmons?"
"Sì."
"Con che fondi? Con cosa pensi di poter mantenere l'esercito, i cavalli, le armi?"
"Lyas."
Lansdale si alza, rende omaggio ai Cinque Dèi.
"Come?"
"Ricattandola." interviene Carla "Ormai ci ha fornito il veleno per assassinare il re; la Stairway of the Sun porta dritta dritta alla sua casata. Se non ci dà i soldi di cui abbiamo bisogno potremmo sempre denunciarla, esponendo non solo lei, ma anche sua figlia."
"Sarebbero condannati per altro tradimento, giustiziati nella pubblica piazza."
"Torturati, scuoiati vivi e solo dopo uccisi, Derek." lo corregge Carla, abbozzando un sorriso.
"Non ci sono prove certe contro di noi, e rientreremmo nei favori apparenti della corte. La nostra posizione sarebbe sicura ancora per un po'."
Il sacerdote benedice la salma di Annette, è quasi giunto alla fine del rito.
Lansdale osserva William impugnare la torcia sacra, avvicinarla alla pira della moglie.
"Sergei ci farà passare." e colpisce, Simmons - sa che questo è l'atto finale, l'ultima ammissione che farà crollare Lansdale.
"Riavrai la tua dignità, Morgan. E io quello che cerco da sempre."
"La corona."
"L'Umbrella, amico mio."
Brucia, Annette - diventa polvere e fiocchi di cenere che si sollevano verso il cielo e lì rimangono, trascinati dal vento.
Lansdale esibisce un sorriso sgradevole, grottesco.
La parola fine è appena stata vergata per tutti loro.


La Serpe nera è stata accerchiata, e con lei quella bianca.
Ringhia il Cane a tre teste, ma è troppo tardi - salvatore tardivo di una storia che non conosce redenzione.
Lo Scorpione ha disposto i suoi alleati, riempito la cuspide di veleno.
Il Lupo orbo, il Ragno, la Libellula: tutti combatteranno. Tutti cadranno.
Nel mezzo, una vita non ancora nata.


Excella è cerea in volto, fredda.
Il re non le parla da tre giorni - o quasi.
Sua sorella la ignora, ed Excella ha paura che possa farle del male.

A lei e al bambino.

Stringe le mani di sua madre, glielo domanda ancora una volta.
"Madre." e inghiotte un grumo di saliva e ansia "Ne sapete niente del veleno che ha ucciso Annette Birkin? Dovete dirmelo, vi prego."
Lyas ha occhi lucidi, stanchi: tormentati.
"No." e mente "No, figlia mia. Non ne so niente."
Ed Excella le crede.
Perché è sua madre; perché non le farebbe mai del male.
Perché non ne ha motivo.
Lyas accarezza il viso di sua figlia e si chiede solo quando le sarà strappata via come un fiore d'inverno.


Alex morde.
Seppellisce il dolore sulla sua bocca, tra le sue gambe.
S'inarca lungo la parete della camera, geme - e non ha pudore mentre gli afferra un polso e gli trascina la mano tra le cosce, in lei.
Vuole sentire, Alex.
Vuole esserci, ed è bagnata tra le cosce, lungo le guance - nel cuore.
Gli avvolge le gambe attorno ai fianchi, gli offre la piega candida del collo, quella piena del seno - tutto.
"Potevi morire." mormora, e ansima - più forte.
Affonda, Wesker, e nasconde il viso tra i suoi capelli - respira il suo odore, pioggia e paura.
"Potevi morire." ripete, e libera un singhiozzo asciutto.
"Ma non lo sono." le dice, e Alex gli prende il viso tra le mani - gli cerca gli occhi, trema.
"No." replica, e rovescia la testa all'indietro a una spinta che scioglie, libera "Non lo sei."
Tra di loro una storia giunta al suo ultimo respiro.


William fissa una sedia vuota, un letto spoglio.
"Papà." lo chiama Sherry "Posso dormire con te stasera?"
Ed è piccola, Sherry: uno sparuto uccellino dai capelli corti e gli occhi troppo grandi.
William annuisce, la sistema sotto le coperte - la rassicura, e le dice che andrà tutto bene, che non è niente.

Che ce la faranno.

Sherry si addormenta con un pupazzo di pezza al petto, lacrime intrappolate tra le ciglia e sulla bocca.
Birkin la guarda ancora per qualche istante, esce poi dalla stanza e percorre i freddi corridoi del palazzo - scende, fin dove la sua follia l'aveva intrappolato prima di Annette e Sherry.
Accende una fiaccola, apre un cancello vecchio e arrugginito - che cigola, e annuncia il suo ritorno.

Sei tornato, infine, piccolo uomo.

Scivola con lo sguardo lungo i banconi abbandonati, le provette rovesciate.
C'è ancora tutto: le sue ricerche, i suoi appunti scritti in quella grafia confusa e spigolosa di quando era giovane e illuso.
Ci sono i primi tentativi, gli ultimi.
Ci sono memorie che il dolore ha risvegliato con la sua forza, ossessioni che la sofferenza nutre - riporta alla vita.
Birkin inspira - polvere e muffa - pulisce malamente uno sgabello e ci si siede sopra, afferrando un plico di pergamene.
La vendetta è un fuoco che non smette mai di bruciare: nemmeno dopo la morte.


"Tu hai fatto cosa?" grida Marius, e Lyas lo guarda con occhi supplici - disperati.
"Pensavo avrebbe funzionato."
Marius si porta il pugno chiuso alla bocca, trattiene un altro grido.
"Tu, stupida puttana." ringhia, e percorre la stanza a grandi passi.
"Sai cosa significa questo, eh? Rispondi, per la miseria!"
Lyas trema, si passa le dita tra i capelli nerissimi e scomposti.
"Sì, sì, lo so, lo so."
"Simmons ci ha in pugno, Lyas."
Lyas si morde le labbra fino a farle sanguinare, congiunge le mani sulla fronte.
"Se non gli diamo quello che vuole ci denuncerà alla corte, e sarà finita."
"Allora diamoglielo!"
Marius sbatte la mano sul tavolo, rovescia la brocca di vino.
"Sono tutti i nostri soldi, Lyas! E se Simmons dovesse malauguratamente perdere saremo giustiziati."
"Non abbiamo altra scelta."
"No, tu non ci hai dato altra scelta." abbaia, e le punta l'indice contro "Tu, e la tua ingordigia. Excella è la regina, ed è incinta del re, e tu cosa hai fatto? Hai rovinato tutto!"
Lyas si umetta le labbra, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Con i nostri soldi vincerà."
"Vuole anche la cavalleria. E la fanteria. Metà del nostro esercito."
Lyas sgrana gli occhi, sbatte le palpebre.
Marius ha il viso arrossato, la schiena rigida.
"Excella è ancora a palazzo, Marius."
"Lo so."
"Potrebbero ucciderla non appena ricevono la dichiarazione di guerra."
"Ed è per questo che noi non figureremo in tale atto, ma solo dopo. Almeno questo Simmons me l'ha concesso. Excella serve viva a noi quanto a loro."
Lyas libera un sospiro tremulo, si porta una mano al petto e stringe - cerca sollievo dal peso che sente tra le costole.
"Cinque giorni."
Silenzio.
"Tra cinque giorni Simmons farà la sua mossa."
Lyas annuisce, inspira con forza.
"Prega i Cinque Dèi che siano dalla nostra parte, stupida ingrata."
Marius esce dalla stanza sbattendo la porta e lasciandola sola con la propria colpa.


Alexia e Alfred sono un riflesso l'uno dell'altro.
Studiano Carla con i loro occhi morti e bianchi, pallidi tra i capelli, in volto.
"Tradire il re." ripete Alexia, e alle sue spalle vibrano centinaia di libellule.
Carla annuisce, si raccoglie la gonna attorno alle caviglie.
"E perché mai dovremmo farlo?"
"Perché il trono potrebbe essere vostro: nostro. Perché Spencer ha relegato vostro padre qui a Rockfort e suo figlio ha concesso più terre agli Alomar che a voi."
"Vendetta, quindi." l'apostrofa Alexia, inclinando il mento nella sua direzione.
"Giustizia."
"Un cavillo semantico."
Carla inspira, sbatte le palpebre, infastidita dalle luci azzurre che dondolano per la sala da ricevimento degli Ashford.
"Un'opportunità."
Alexia afferra una delle sue libellule, la studia muoversi nel palmo della sua mano, sorride.
"Lo faremo." dice, e arcua leggermente le dita "Daremo i nostri arcieri al re, scenderemo con lui in battaglia."
"Lo colpiremo alle spalle." ribatte Alfred, e ridacchia - bambino mai cresciuto.
"Quando necessario apriremo un varco nelle sue fila." conclude Alexia, e brilla tra le sue dita la libellula - chiede di essere liberata.
Carla annuisce, china leggermente il capo.
"Simmons ne sarà molto contento."
Alexia sorride e chiude la mano in un pugno chiuso - riduce la libellula in pezzi trasparenti e mollicci.
Alfred non smette di ridere per un solo istante.


"Guerra." ripete Alex, e fissa il cielo che cade fuori dalla finestra "Simmons ci ha dichiarato guerra."
Albert stringe la pergamena tra le dita, si scopre asciutto di parole e di gesti.
Alex si volta, occhi che non mostrano alcuna pietà - uno specchio crudele dei suoi.
"Dobbiamo abbatterli finché possiamo; una guerra ci distruggerebbe."
"Non posso evitarla."
Alex indurisce lo sguardo, libera un gemito frustrato.
"Sergei ci ha tradito; gli ha dato accesso alle mura."
Wesker accartoccia la missiva di Lansdale, la getta nel fuoco.
"I Gionne devono avergli concesso un prestito."
"Perché?" mormora Alex, e si lascia andare sulla sedia vicina "Excella è ancora a palazzo, al sicuro, viva."
"Devono averlo fatto in segreto - per adesso. Probabilmente hanno visto la perfetta occasione per sbattermi giù dal trono e lasciare Excella come detentrice della corona."
"La faranno sposare a Lansdale." comprende Alex, sollevando lo sguardo su di lui "Come Spencer avrebbe voluto fare con me."
Wesker annuisce, piega le labbra in una linea sottile e pallida.
"Una volta partorito il mio erede Excella sarà la regina madre e varrà molto più di prima."
Alex digrigna i denti, si scopre attraversata da un improvviso moto di pietà.
"Figli di puttana."
Albert liquida le sue parole con un gesto distratto della mano, inspira con forza.
"Non è mai stata altro che una moneta di scambio per i Gionne: una cosa da poter vendere." dice, e studia le fiamme che si agitano nel camino "Un oggetto sacrificabile, in fondo."
Alex si preme la mano chiusa a pugno sotto il mento, storna lo sguardo.
"Devo ucciderla."
Silenzio.
"Devo ucciderla. Dire che ha avuto un aborto, ed è morta per una emorragia. A loro serve il mio erede, null'altro."
"Tuo figlio sarà già nato a quel punto."
"Lo so."
"Ma tu potresti non essere qua per vederlo."
Albert le rivolge un'occhiata perplessa, contraddetta.
"Non morirò in battaglia, Alex."
"Non hai alleati, Albert."
"Sono il re."
"Non è sufficiente!" grida Alex, e azzera la distanza che li separa.
"I Birkin, forse i Redfield e la Valentine. Gli Ashford ti seguiranno solo per colpirti alle spalle alla prima occasione utile. Chi, chi altro ti seguirà, Albert?"
Wesker scopre i denti, le stringe le braccia in una morsa rabbiosa.
"Non morirò." ripete, e Alex libera un singhiozzo esausto.
"Sono così stanca, Albert." mormora, ed è debole la sua voce, fragile.
"Vorrei solo vivere e avere questo bambino e poterti..." tace poi Alex, perché le parole sono promesse sulle loro labbra - confessioni bisbigliate all'ombra dei loro corpi ansanti.
"Lo so."
Alex china il capo, crolla - si rompe.
Si lascia andare contro il suo petto, respira il suo odore - conosciuto, amato.
Albert concede ad Alex la resa che la storia non potrà mai darle.


Sergei ascolta i lupi ululare, il branco muoversi in caccia.
Simmons ha fatto la sua mossa - radunato le truppe, nutrito le armi.
Il Ragno sventola adesso al fianco dello Scorpione - tagliano l'orizzonte i loro vessilli e chiedono sangue.
Storna lo sguardo a sud, verso l'Umbrella e le sue alte torri.
Il Serpente ha appena snudato i denti nell'ultimo, terribile, attacco.


"Guerra, Stuart." ripete Alex, ed è evidente adesso il suo stato.
Privata delle lunghe pellicce, spogliata degli elaborati tessuti dei suoi vestiti, Alex mostra un ventre morbido, ampiamente arrotondato dalla gravidanza.
"Ce la farete, mia signora."
Si porta le dita alla fronte, sospira.
"Ne sono sicuro."
Alex annuisce, chiude per un attimo gli occhi.
"Birkin ha risposto all'appello." l'aggiorna Stuart, schiarendosi la voce "Anche la casata Wong ha scelto da che parte stare."
Silenzio.
"La vostra, mia signora."
Alex piega le spalle, ascolta.
"La Guardia Reale è ovviamente con voi, e anche gli Ashford hanno risposto affermativamente."
Una risata che assomiglia a un guaito; scettica.
"I Burton hanno preferito astenersi: l'esito è incerto, e le loro terre sono confinanti con quelle dei Gionne."
Alex si siede, riapre gli occhi.
"Alomar e Hunningan sono con voi, ma i loro eserciti sono piccoli."
"Luciani e Valentine?" chiede, bevendo un sorso d'acqua.
"Astenuto Luciani, ma sebbene il protettorato della Valentine vanti solo un centinaio di uomini la signora ha deciso che ve li concederà tutti."
Alex si massaggia una caviglia, allunga le gambe verso il calore del camino.
"E i Redfield, Stuart?"
"Ci saranno."
"A che prezzo?"
Stuart si sfrega le nocche della mano destra, tossisce.
"Quello della verità, mia signora."
Il Cane a tre teste chiede sempre il tributo più alto.


"Il re entra in guerra."
"Lo so."
"Simmons e Lansdale hanno convinto Sergei ad aprire la porta del nord."
Claire osserva Chris stringere le dita sul pomolo della spada, le teste del Cane che ringhiano, minacciose.
"Il re ti ha detto il perché, Chris?"
E Claire coglie una linea incerta nella sua espressione, un dubbio.

Lo stesso che aveva consumato lei per mesi.

"No."
Claire gli sfiora il braccio, lo invita a sedersi.

E farà male. A lei. A lui. A entrambi.

"Ammiri il re, Chris?"
E Redfield annuisce, improvvisamente piccolo nella sua armatura dorata.
"Ti fidi di lui, Chris?"
Apre la bocca, la richiude.
"Non... non ne sono più così sicuro."
Claire aspetta, quieta.
"Ci sono cose che non riesco a spiegarmi; il perché Simmons abbia deciso di attaccare, potere a parte. Lansdale. Certi... comportamenti della sorella del re. La morte di Annette. Mi sfugge qualcosa, Claire." e la guarda - chiede.
Claire chiude gli occhi, inspira.

Perché la verità non ha mai reso libero nessuno.

Il Cane a tre teste tace, improvvisamente consapevole.


Excella si volta di scatto quando la porta della sua stanza si apre, sospira quando scorge la figura del re.
"Sire." lo chiama, e c'è qualcosa di stonato in lui - che le fa venir voglia di scappare e non tornare mai più indietro.
Si porta istintivamente le mani al ventre leggermente rigonfio, arretra.
È bello, il re: un uomo che porta i suoi anni con l'eleganza della nobiltà e della disciplina della spada.
È bello, e lo penserà anche mentre la sta uccidendo - mentre la distrugge, petalo dopo petalo.
È bello, e quando le sfiora il collo con la punta delle dita capisce cos'è che non funziona - cos'è che è fuori sincrono.

I suoi occhi.

Il re si flette verso il suo viso, sorride - lo sfregio di un predatore che snuda i denti.
"Excella." la chiama, e lei risponde - gli si sacrifica, sempre.
Morire tra le sue braccia non fa poi così male.


Il principe della favola si è infine trasformato nel mostro crudele.
Excella lo fissa con occhi sgranati, enormi.
Non capisce le sue parole - non vuole.
Non sei mai stata incinta, le dice.
La Whisper of Hope, aggiunge, dieci gocce al giorno, tanto è bastato a bloccarti il flusso.
Non tornerai a casa, Excella, sentenzia.
Non partorirai il mio erede, la umilia.
Mai avrei voluto, la colpisce.
Sarà invece il figlio mio e di Alex a regnare, le annuncia.
Ora fai la brava ragazza, e la bacia, labbra fredde e spietate, e muori per me, Excella.
È un affondo gentile, quasi pietoso.
Albert le trapassa il cuore con il pugnale in un unico movimento fluido, senza esitazioni.
Excella spalanca ulteriormente gli occhi, si tinge di rosso sulla bocca, tra i seni.
Muore, Excella, povera regina del nulla.
Muore, e il volto di Wesker è l'ultima cosa che vede - zigomi affilati, occhi artici, da predatore.
Allunga una mano verso il suo viso, cade.
Tra le sue braccia Excella è una bellissima bambola d'avorio ed ebano senza più sogni.  

   
 
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