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Autore: Signorina Granger    01/06/2018    29 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
[Sequel di “Magisterium” e di “Magisterium - 1933”]
Quasi trent’anni dopo sono i figli di Charlotte Selwyn, William Cavendish, Regan Carsen e i loro vecchi compagni di scuola ad essere sul punto di partire per il loro ultimo anno di scuola, anno che non trascorreranno tra le accoglienti e familiari mura di Hogwarts, bensì a Nord, nella gelida Scandinavia, nel quasi sconosciuto Istituto Durmstrang, celebre per aver formato Gellert Grindelwald e per l’ampia conoscenza sulle Arti Oscure che fornisce ai suoi studenti.
Riusciranno a superare questa prova prima di diplomarsi?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Prologo 

 
31 Agosto 1962, Londra


SEAN, VIENI SUBITO A METTERE A POSTO LE SCARPE CHE HAI LASCIATO IN MEZZO AL PIANEROTTOLO!”

Charlotte Selwyn in Cavendish era in piedi davanti alle scale, le mani sui fianchi mentre aspettava di ricevere una risposta dal figlio, o almeno qualche segno che l’avesse sentita.
Poco dopo dei passi sulle scale le fecero capire che il ragazzo aveva recepito il messaggio e Sean, sbuffando debolmente, fece la sua comparsa in cima alla rampa:

“Chissà perché quando qualcosa è in disordine è sempre colpa mia, mamma.”
“Sono scarpe da uomo, di chi dovrebbero essere, mie o di tua sorella forse?!”
“Va bene, scusa, le ho dimenticate! Accio.”

Il ragazzo le appellò con un pigro colpo di bacchetta, facendo sfrecciare le scarpe dritte tra le sue braccia mentre l’Auror, soddisfatta, sorrideva debolmente:

“Così va meglio. Hai finito di preparare il baule?”
“Mh, no.”
“No?! Partite domani, quando pensi di finire i bagagli?!”
“Mamma, sono le cinque, c’è tempo!”

“Io ho già finito mamma!”
Camille, che sfoggiava un sorriso compiaciuto sul volto, fece la sua comparsa sul pianerottolo e si avvicinò alla madre, che le sorrise mentre Sean, dalle scale, rivolgeva un’occhiata torva alla sorella minore:

“Brava Cami, peccato che tuo fratello sia orribilmente procastinatore.”
“Grazie per l’aiuto Cami.”
“Di nulla, se vuoi posso aiutarti con il baule!”
La ragazzina sorrise al fratello, che però non la imitò e si limitò a sbuffare debolmente mentre girava sui tacchi per tornare al piano di sopra, in camera sua:

“No, ti ringrazio.”


“Quanto scommetti che si ritroverà con l’acqua alla gola domani mattina alle nove e mezza?”
“Mamma, anche la siepe dei vicini sa che andrà così.”


*


Sussex


Con il passare degli anni, Adela Grayfall – nata Quested – aveva imparato a gestire al meglio, per quanto fosse possibile, il giorno che precedeva la partenza dei figli per la scuola: aveva avuto ben sei figli e quell’anno la quinta, Silvy, sarebbe partita per il suo ultimo anno ad Hogwarts… ciò significava che quello era uno degli ultimi anni in cui avrebbe dovuto sorbire la baraonda che caratterizzava i preparativi per la partenza, che fortunatamente quell’anno riguardavano solo i suoi due figli minori.

“CHI HA PRESO LA MIA SCARPA BLU?!”
“NON IOO!”
“IO L’HO VISTA NEL CASSETTO DI DALIA L’ULTIMA VOLTA!”
“DALIA, RIDAMMELA SUBITO!”
“QUEEN, SEI LA SOLITA SPIONA!”


Adela sedeva sul divano del salotto, una tazza di thè in mano. Pazienza, solo un altro po’ di pazienza, poi ne avrebbe dovuti gestire solo quattro. 
Quasi rimpiangeva gli anni in cui erano andati a scuola tutti contemporaneamente, o quasi. 

“MAMMA, non trovo le mie cravatte!”

La voce di Karlos, il più piccolo, la fece sospirare debolmente, appoggiando la tazza sul piattino prima di parlare:

“Dovrebbero essere in camera tua, altrimenti chiedi ad una delle tue sorelle di appellarle.”
“Silvy, non puoi portare ad Hogwarts la Pozione anti-crepo, mi serve!”
“Compratene un flacone, serve anche a me!”

“Ma tu non hai i capelli crespi!”
“Dopo averli lavati sì! Mamma, puoi dire ad India che mi serve la Pozione e che lei può comprarne un’altra a Diagon Alley?!”

“India, lasciala a tua sorella. Merlino, quanta pazienza…”
“Suvvia cara, tra poche ore sarà tutto finito anche per quest’anno.”  La voce del marito servì come sempre a rincuorarla, e Adela sorrise appena mentre sentiva dei passi avvicinarsi prima che Hector si fermasse dietro al divano e si chinasse per lasciarle un bacio su una guancia e una carezza sulla spalla:

“La tua calma zen è ammirevole, tesoro.”
“Ormai ho imparato… mi consolo pensando che al momento CeCe sarà nella mia stessa situazione, con ogni probabilità.”

“MAMMA, non hai stirato il mio maglione preferito!”
“Mamma, ho finito i calzini!”

“E il dentifricio dov’è?!”


“Hector, io ti avviso, l’anno prossimo quando Karlos partirà per il sesto anno io sarò in India a prendere il sole.”


*


“PAPÀ, puoi dire alla mamma che mi servono gli assorbenti?!”
“Ma perché queste cose non potete dirvele tra di voi invece di mettermi in mezzo?!”
“Dai! Sono in ritardo con i preparativi!”

Millie, che stava accatastando un pila di vestiti nel baule, rivolse uno sguardo implorante al padre, che come da manuale sospirò ma annuì, attraversando il corridoio per raggiungere le scale e parlare a voce alta affinché la moglie lo sentisse:

“Iphe, servono gli assorbenti!”
“A chi?!”
“A David! A chi vuoi che servano, a Millie!”
“Dille che li ho comprati ieri, glieli ho lasciati apposta in camera sua, ma qui nessuno usa gli occhi a quanto pare!”

“MILLIE, SONO IN CAMERA TUA!”
“Ma io non li trovo… mamma, ti dico che non ci sono!”


Sentendo la replica della figlia minore Iphigenia alzò gli occhi al cielo, alzandosi dal tavolo della cucina dove stava cercando di lavorare per salire le scale e raggiungere la camera della figlia a passo di marcia, certa che avrebbe impiegato 0,2 secondi a trovare gli assorbenti. 
Nel farlo s’imbatté in David, che stava gironzolando per casa con le mani in tasca e il naso per aria, senza far nulla:

“Dave, hai preparato il baule?”
“Sì.”

Il ragazzo si strinse nelle spalle e la madre, poco convinta, gli si parò davanti con le mani sui fianchi e lo sguardo inquisitorio:

“Ah sì? Fammi vedere. Anzi, prima recupero gli assorbenti per la tua sorella cieca… MILLIE, LI VEDO DA QUI, POSSIBILE CHE NON LI TROVI?!”
“Ahhh, è vero… grazie!”


Iphigenia, roteando gli occhi, entrò quindi in camera del figlio per controllare… restando di stucco quando si trovò davanti ad un baule mezzo vuoto:

“Dave, devi stare via fino a fine Giugno, non fino ad Halloween! Non puoi partire con solo quattro magliette!”
“Ma mamma, poi le lavo, a cosa serve portarne mille…”
“Ma se confondi la farina con il borotalco, che bucato vorresti fare?! Ecco, portati anche altri due pigiami.”
“Ma non li uso!”
“Se ti ammali li userai, avrai freddo.”
“Ma non mi ammalo mai!”
“Può sempre succedere! E porta roba pesante, ti ricordo che non andrai a fare un safari… ah, uomini.”


Iphigenia alzò gli occhi al cielo mentre, sfoderata la bacchetta, appellava una sfilza di camicie e maglioni pesanti che planarono nel baule del ragazzo, che dal canto suo seguì la scena con la fronte aggrottata:

“Non ho mai visto quei vestiti in vita mia.”
“Certo, perché li ho comprati io la settimana scorsa! Se non ci fosse vostra madre qui morireste tutti di fame e di sete, figuriamoci pensare ai vestiti! E ora aiuta tua sorella a trovare il suo gatto, se non trovava gli assorbenti che avevo messo sulla scrivania non vedo come potrebbe trovare Pepper!”


*


Regan Carsen se ne stava comodamente seduto sul divano con l’ultimo numero della Gazzetta del Profeta tra le mani mentre, da qualche parte all’interno della casa, sua moglie stava sgridando uno dei figli per essere in ritardo con il baule.

E il pozionista non poteva che gioie segretamente visto che, per una volta, l’oggetto dei rimproveri non era lui, ma la sua prole.
Senti dei passi alle sue spalle e un attimo dopo la sua primogenita Sì lasciò scivolare accanto a lui sul divano, rannicchiandosi sulla sua spalla mentre il padre, dopo averle sistemato istintivamente un braccio sulle spalle, le accarezzava distrattamente i capelli biondi.
Per un attimo nessuno dei due parlò e l’unico rumore fu la voce di Stephanie, poi Regan disse qualcosa a mezza voce:

“Con chi se la sta prendendo tua madre?”
“Andrew. Sostiene che sia un ritardatario cronico e che abbia preso da qualcuno…”
“Krys è pronta?”
“L’ho aiutata io.”
“Brava la mia ragazza.”

Regan si voltò leggermente per lasciare un bacio sulla nuca della ragazza, che abbozzò un sorriso prima di parlare a bassa voce mentre giocherellava con un bottone della sua camicia:

“Mi mancherai papà.”
“Anche tu tesoro. Sei davvero sicura di voler andare fin lì? Non sarà poco sicuro?”
“Papà, rilassati, andrà tutto bene, vado in una scuola, non in una foresta!”

“Beh, chiederò comunque a Sean di tenerti d’occhio.”
“Papà, sono IO che tengo d’occhio Sean, casomai!”


*


Romania 


“Tesoro, hai bisogno di una mano? … hai già finito?”

Katherine strabuzzò gli occhi quando scorse la figlia minore seduta sul suo letto, impegnata a leggere, con il baule già chiuso ai piedi del letto e la stanza completamente in ordine.
La ragazza alzò lo sguardo sulla madre e si strinse nelle spalle con noncuranza prima di parlare, annuendo debolmente: 

“È la settima volta che mi preparo per la scuola, sarebbe grave se ci mettessi molto.”
“Non farti sentire dalle tue sorelle, loro ci impiegavano secoli… Sono molto fiera di te piccola, anche se da me non hai preso.”

“Su questo non ci piove!”
Katja ridacchio al sentire la voce del padre nel corridoio, ma la madre non la imitò e si voltò invece per fulminare il marito con lo sguardo, suggerendogli caldamente di pensare ai fatti propri invece di fare commenti non richiesti.

“Pensavo di scrivere a Graham adesso… sono sicura che lui è in ritardo.”
“È figlio di suo padre dopotutto, non possiamo pretendere molto. Ah, Katja?”

Katherine stava per uscire dalla stanza della figlia quando si voltò, indugiando sulla soglia per rivolgersi un’ultima volta alla ragazza, che le rivolse un’occhiata interrogativa dal suo letto:

“… Per favore, tienilo d’occhio a scuola.”
“Farò in modo che sopravviva, non preoccuparti. Sarà divertente!”


*

Hamptons, Stato di New York


Aurora marciò fino ad una delle porte sul retro della villa per raggiungere la piscina, sul cui bordo un ragazzo stava sonnecchiando placidamente prendendo il sole. 
Ma il suo riposo non avrebbe avuto vita ancora molto lunga, a giudicare dalle intenzioni della madre, che si piantò accanto alla sua sdraio con le mani sui fianchi prima di sbraitare a gran voce:

“JOHN. Pensi di poltrire ancora per molto mentre le tue cose ti stanno aspettando sparse in camera tua come se fosse esplosa una bomba?!”
“Mamma, domani torno a scuola, mi sto godendo gli ultimi momenti di relax!”
“Ti sei rilassato abbastanza quest’estate, per fortuna ora tornerai a fare qualcosa di costruttivo… su, alzati e prepara I bagagli!”

“Non possiamo chiedere di farlo a…”
“Non sfrutterai un elfo, John. Perciò ti consiglio vivamente di alzarti e andare a mettere a posto la tua camera. Domani quando tu e Edith tornerete a scuola partiremo anche io e tuo padre per tornare a casa nel Connecticut, stiamo tutti preparando le valigie tranne te!”

“Lascialo fare mamma, deve avere un’abbronzatura impeccabile o non avrà uno stuolo di oche ai suoi piedi!”
Quando sentì la voce della sorella minore John sbuffò, levandosi gli occhiali da sole per rivolgere un’occhiata torva ad Edith, che superò madre e fratello con un sorrisetto divertito sul volto:

“Pensa ai fatti tuoi, Edith, almeno IO non sono pallido come un vampiro! Non stavi preparando la valigia?”
“Già finito, saputello.”

La ragazzina si strinse nelle spalle prima di tornare dentro casa con nonchalance, inducendo il maggiore a sospirare:
“Bene, d’accordo…” John sbuffò debolmente ma si alzò, obbedendo mentre la madre abbozzava un sorriso soddisfatto e girava sui tacchi per tornare dentro casa, seguendo la figlia’.

“Ma ti prego, non trattarmi come se stessi per andarmene di casa per la prima volta, so benissimo cosa devo fare.”

“Oh, questo lo vedo. E porta le cose pesanti che ti ho comprato e quelle che ho fatto portare da casa, non farà caldo a Durmstrang!”


*


1 Settembre, King’s Cross


“Mi raccomando, scrivici quando arrivate a Durmstrang. E se c’è qualcosa che non va faccelo sapere.”
“Rilassati mamma, andrà tutto bene.”

Virginia rivolse un sorriso allegro alla madre quando ebbe sciolto l’abbraccio, ma Evangeline non la imitò e rivolse alla figlia minore uno sguardo preoccupato mentre, dietro di lei, il primogenito le metteva una mano sulla spalla come a volerla rincuorare:

“Mamma, Vivi ha ragione, andrà tutto bene. È pur sempre una scuola!”
“Sì, ma è Durmstrang! Non saprò nemmeno dove ti troverai!”
“Mamma, ho scelto io di farlo, ok? Nessuno mi ha costretta e non sarò certo sola, ci saranno molti miei amici.”

“Tesoro, dalle retta, ormai è grande, sa quello che fa.”

Jack rivolse un sorriso gentile alla moglie e alla fine Evie annuì, sospirando prima di farle cenno di salire sulla locomotiva che sarebbe partita a breve per Hogwarts:

“Va bene, ora va’, goditi il tuo ultimo viaggio per Hogwarts. Ma tienici aggiornati, ok?!”
“Tranquilla, lo farò, promesso. Ciao ragazzi.”

Virginia sorrise ai fratelli maggiori prima di coinvolgere i gemelli in un doppio abbraccio, udendo distintamente le parole che Claude le sussurrò all’orecchio:

“Scrivi, mi raccomando, altrimenti la mamma avrà crisi di nervi ogni settimana.”
“Lo farò, te l’assicuro. Mi mancherete!”
“Ci mancherai anche tu, piccola.”

Berenice sorrise alla sorella minore e Virginia, dopo aver rivolto un ultimo sorriso anche al padre, girò sui tacchi per salire sull’Espresso per Hogwarts e raggiungere lo scompartimento dove aveva lasciato il baule poco prima con l’aiuto di Claude, affacciandosi comunque dal finestrino per salutare la famiglia un’ultima vola:

“Mi raccomando ragazzi, tenete d’occhio quei due!”
“Quei due saremmo noi, Jack?!”
“Pare di sì.”

“Già, prima o poi con le vostre assurde competizioni finirete per dare fuoco alla casa…”


*



“Voglio essere chiara. A Durmstrang non sono come ad Hogwarts, Graham, quindi vedi di non combinare scemenze e di mettersi nei guai, ho la sensazione che lì saranno molto meno clementi!”
“Va bene mamma, farò il bravo, promesso.”

“Non voglio dire che devi fare il bravo tesoro, voglio dire che se devi fare scemenze devi fare in modo di non farti beccare!”

Elena scosse il capo, guardando il figlio minore come se a volerlo ammonire di dovergli sempre insegnare tutto mentre, alle sue spalle, le figlie ridacchiavano, Gale sorrideva con aria divertita e Gabriel alzava gli occhi al cielo.

“Tesoro, forse sarebbe meglio se a Durmstrang tenesse un profilo basso e basta.”
“Sì, beh, in ogni caso impegnati e sopratutto dai retta a Katja, lei studia lì da sempre quindi fa’ come ti dice, intesi?”
“Sì mamma.”
“Bravo. E ora abbracciami.”

Graham alzò gli occhi al cielo ma non osò replicare e strinse la madre – ormai più bassa di lui di diversi cm – tra le braccia prima di incrociare lo sguardo del padre, che gli suggerì di comportarsi bene per non farla preoccupare.

“Mi mancherai!”
“Sì, mamma, anche voi…”

“Elly, tesoro, rilassati, non è più un bambino e sa il fatto suo.”
“Ma sta per andare nelle lande desolate del Nord, chissà dove, con chissà chi, chissà cosa gli faranno, se maltrattano il mio ragazzo li prendo a sassate!”

“Mamma è una scuola, non un carcere di massima sicurezza!”
“Appunto, non vado mica ad Azkaban in scambio culturale!”

“Beh, io non mi fido comunque dei crucchi.”
“Guarda che per la maggior parte non sono tedeschi…”

“Dettagli. Chiederò a Kat di dirmi tutto quello che sa su quel posto, sì, è meglio.”

Elly annuì, autoconvincendosi che fosse una buona idea mene l’ultimogenito alzava gli occhi al cielo, sperando vivamente che la “zia” tranquillizzasse la madre.

“Bene, ora vado… ci vediamo, famiglia.”

“Aspetta ragazzino, non ci saluti per bene?!”

Eleanor, la maggiore, inarcò un sopracciglio e fece cenno al fratellino di avvicinarsi, stringendolo in un abbraccio a cui si unì anche Eloise mentre Gale si limitò a dargli una pacca sulla spalla:

“Tranquillo, terremo noi tranquilla la mamma.”
“Lo spero.”
“Guardate che vi sento, non sono sorda!”

“Mamma, sappiamo che non sei ancora così vecchia!”
“VECCHIA?! Ma quanti anni pensate che abbia?! Io all’età di Ele ero già sposata e con figli, tanto perché lo sappiate!”

Di fronte alla protesta della madre Graham sfoggiò una piccola smorfia, evitando accuratamente di informarla che fin da piccolo doveva sorbirsi gli apprezzamenti dei suoi amici nei suoi confronti.

“Gale scherzava, mamma. Bene, ora devo proprio andare, vado a cercare Sean.”
“Divertiti!”
“Ma non troppo! E non farti beccare, impara dai tuoi genitori!”

“Non so quanto giusto sia questo esempio, amore…”
“Bah, se non altro noi eravamo bravi a non farci beccare!”


*


“D’accordo ragazze, ora dovete andare… comportatevi bene, seguite le regole e sopratutto finché resterà ad Hogwarts anche lui ascoltate vostro fratello.”
“Non è giusto, l’anno in cui andiamo ad Hogwarts lui va via!”

“In effetti il tempismo è pessimo, ma per i primi due mesi resterà ad Hogwarts, così vi aiuterà ad ambientarvi. Ok?”

Jade sorrise gentilmente alle figlie minori, che annuirono con aria cupa mentre Timothy teneva una mano sulla spalla di entrambe, sorridendo alle sorelline con aria incoraggiante:


“Fidatevi, alla fine sarete felici di non avermi intorno.”

“E ne abbiamo già parlato: se non finirete nella stessa Casa non importa, non fate scenate, sarà l’occasione per fare amicizia, ok?”

“Sì papà.” Megan annuì, poco convinta, alle parole del padre prima di abbracciare Thomas, imitata ben presto dalla gemella mentre Tim le osservava con affetto.

“Un po’ mi spiace perdermi il loro primo anno… ma era una bella opportunità.”
“Certo che lo è, hai fatto bene a prenderne parte. Solo, fai attenzione, ok?”

“Certo mamma.”  Tim annuì, sorridendo alla madre prima di abbracciarla, lasciando che la donna gli desse un bacio su una guancia prima di sospirare, guardandolo quasi con aria malinconica:

“Non riesco a credere che tu sia già arrivato al tuo ultimo anno, sembra ieri quando ti ho conosciuto e mi chiedevi di far volare i tuoi giocattoli. Eri così dolce.”
“Perché, ora non lo sono più?”
“No, certo, lo sei ancora.”

Jade sorrise al figlio e il ragazzo la imitò prima di suggerire alle gemelle di seguirlo sul treno per trovare posto, annunciando che sarebbe andato a cercare David prima di rivolgere un ultimo saluto ai genitori.

“Ci vediamo a Natale, credo… e tranquilli, per le prime settimane a loro penso io.”
“Grazie al cielo… com’è che quelle due sono dei tornadi e lui è molto più coscienzioso?”

“Sarà il tuo gene Jad- Ahia!”


*


“Non fare quella faccia papà, starò benissimo!”

Julie rivolse un sorriso allegro al padre mentre, accanto a lei, Conrad si lamentava del fatto che sarebbe potuto andare a scuola solo l’anno dopo e avrebbe passato altri mesi a casa da solo ed Edward e George confabulavano programmando chissà quali disastri per il banchetto d’inizio anno sotto lo sguardo sospettoso della madre, che si rivolse ad Elliott senza tante cerimonie:

“Tesoro, tua sorella passerà la maggior parte dell’anno a Durmstrang, ergo, il compito di controllare tutti gli altri spetta a te.”
“Lo so mamma… Emily è la mia sorellina e quindi è una mia responsabilità.”
“E disgraziatamente per te lo sono anche quei due scapestrati che hai per gemelli. Ma cosa avrò sbagliato con quei due…”

“Mamma, guarda che ti sentiamo!”
“Già!”
“Tanto meglio allora!”

Mentre Sarah ammoniva i due di comportarsi bene per dare il buon esempio ai fratelli minori e Emily si scambiava un’occhiata esasperata con Elliott Axel sorrise alla figlia maggiore, sistemandole i capelli scuri prima di parlare con tono dolce:

“Lo so, sei una ragazza sveglia dopotutto, e so che non ti metteresti mai nei guai.”
“Tranquillo, terremo a bada anche Graham, gli impediremo di mettersi nei guai persino oltre la Manica.”

“Non ne sarei così sicuro essendoci passato in prima persona con sua madre, ma apprezzo lo sforzo. Ti voglio bene.”
“Anche io.”







……………………………………………………………………………
Angolo Autrice:

Dopo aver scritto una storia sui figli degli OC di “Magisterium” eccomi con una che verterà sui figli dei compagni di scuola e dei Prof stessi della prima storia… in pratica, la storia si colloca tra Magisterium – 1933 e e Act II. 
La differenza è che questa volta i figli degli OC verranno creati non da me ma dalle autrici dei vecchi personaggi, se vorranno partecipare… (ovviamente possono partecipare con personaggi del tutto nuovi anche persone che non hanno preso parte a Magisterium – 1933) 
La seconda parte del Prologo presenterà anche gli altri “figli” che compariranno nella storia, intanto la lista è questa:

-    Rose Carsen
-    Graham Greengrass
-    David Maguire
-    Silvy Grayfall
-    Virginia Keegan
-    John Carrington
-    Timothy Russell
-    Alexander Parker 
-    Julie Farrel
-    Katja Smirnov 

Ovviamente in caso l’OC sia figlio di una coppia consiglio alle due autrici di mettersi d’accordo o, nel caso una delle due abbia avuto due personaggi in Magisterium – 1933, di creare il figlio/figlia dell’altro personaggio. E partecipare non è obbligatorio, in caso i personaggi citati nella lista non faranno semplicemente parte della storia.

Piccola particolarità: la storia si svolgerà per la maggior parte non ad Hogwarts, ma in Scandinavia a Durmstrang, quindi per chi volesse partecipare con personaggi ex novo potrà scegliere la scuola del proprio OC. 

E ora, come sempre, ecco le regole:

-    Potete partecipare con due personaggi (anche per le “vecchie” autrici), ma in caso gli OC devono essere di scuole diverse, a meno che non li rendiate parenti 
-    Non accetto personaggi con problemi mentali o malattie psichiche, al massimo posso accettare un disturbo nevrotico (attacchi d’ansia/di panico, fobie patologiche, disturbo ossessivo-compulsivo), ma in caso vi prego, sono problemi delicati e poneteci l’attenzione che meritano. 
-    Non accetto Lupi Mannari, mezze Veela, mezzi Vampiri et similia
-    Gli OC devono essere tutti del settimo anno
-    Le iscrizioni sono aperte fino al 30 Giugno, avete tempo fino alle 19 per mandarmi le schede. È molto tempo, quindi vi pregherei di essere puntuali, di non farmi arrivare 25 schede su 30 all’ultimo giorno  e di avvisare se non riusciste a mandarle.
-    Come sempre, se sparite per tre capitoli di fila, salvo avvisi, il vostro personaggio farà le valige.

E ora, ecco la scheda:

Nome: 
Casa: (Nel caso di Durmstrang ovviamente lasciare bianco)
PV: 
Aspetto:
Descrizione psicologica:
Provenienza (solo nel caso di Durmstrang, ricordo che la scuola comprende ragazzi provenienti dalla Scandinavia, dall’Europa centro-orientale e dai Balcani)
Ruoli:*
Stato di sangue: (a Durmstrang non sono ammessi Nati Babbani)
Materie che ama e viceversa:
Fobie/Debolezze:
Passioni/Talenti:
Cosa ama, cosa no:
Bacchetta: 
Patronus:
Quali lingue parla: (a Durmstrang parlano tedesco)
Storia e famiglia:
Amicizie/inimicizie:
Animale:* (non so quali animali siano ammessi a Durmstrang, presumo gli stessi… ma da amante dei cani aggiungo anche questi)
Relazione: 
Altro:*

Riguardo alle materie studiate a Durmstrang, tutti i corsi sono OBBLIGATORI, e le materie che vengono insegnate sono le seguenti:


-    Manipolazione (corrispettivo di Trasfigurazione)
-    Maledizioni e Fatture 
-    Uso delle Creature Magiche 
-    Arti Oscure
-    Veleni 
-    Sopravvivenza
-    Rune Germaniche (corrispettivo di Divinazione)
-    Erbe e Misture (Erbologia)
-    Superiorità della Razza magica (una sorta di Babbanologia rovesciata)
-    Tecniche Aeree (Volo)
-    Cabala e Rituali (Aritmanzia)


Per quanto riguarda i personaggi che ho brevemente presentato qui, eccoli:

    Sean Cavendish, Serpeverde, Battitore e Capitano, figlio di Charlotte Selwyn e William Cavendish
Sean
    Rose Carsen, figlia di Regan Carsen e Stephanie Noone
Rose
    David Maguire, figlio di Iphigenia Ashworth e Andrew Maguire
David
    Silvy Grayfall, figlia di Adela Quested e Hector Grayfall
Silvy
photo upload

    Katja Smirnov, figlia di Katherine Burke, studentessa di Durmstrang 
Kaja
-    John Carrington, figlio di Aurora Temple 
John
-    Graham Greengrass, figlio di Gabriel Greengrass ed Elena MacMillan
Graham
-    Julie Farrel, figlia di Axel Farrel
Julie
-    Timothy Russell, figlio di Jade Bones
Timothy
-    Virginia Elara Keegan, figlia di Evangeline Rosehealty e Jack Keegan



Prima di concludere, un ultimo consiglio: probabilmente mi ritroverò con una decina di OC provenienti da Hogwarts solo contando i personaggi sopracitati, quindi è altamente probabile che per la scuola inglese ne sceglierò solo un altro paio o giù di lì… perciò consiglio alle persone che vorranno partecipare di concentrarsi maggiormente su studenti di Durmstrang nel propormi il loro OC, avranno più probabilità di essere scelti.

È tutto, chiedo scusa per le note infinite, e come sempre se avete domande chiedete pure.
Signorina Granger 

   
 
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